19/11/2025
Un tempo eravamo una sola cellula fecondata.
In quell’istante, il maschile e il femminile si sono uniti, dando origine al miracolo della vita.
Da allora continuiamo a vivere, a trasformarci, ma quelle due forze primordiali, il maschile e il femminile, restano in noi, presenti oggi come allora.
In ciascuno di noi abitano il padre e la madre del mondo.
Per comprendere questa verità, occorre liberarsi dal tempo e guardare oltre la logica lineare.
Ogni notte, infatti, ritorniamo nel regno del buio e del nulla, nel liquido amniotico della vita che ci rigenera e ci ricrea.
Le forze cosmiche celebrano il nostro risveglio ogni mattina e il nostro distacco dalla realtà ogni sera.
Forse la notte conosce più del giorno, perché genera i sogni. Non si dice forse che “la notte porta consiglio”?
Il giorno, invece, ci insegna a rendere consapevole il reale, a dare forma a ciò che abbiamo intuito nel buio.
Così, anche se non ce ne rendiamo conto, viviamo immersi in un grande mistero.
E se ci liberiamo dai luoghi comuni e dalle abitudini del pensiero, scopriamo che nulla è davvero cambiato in profondità da quel primo istante di fecondazione; tutto ciò che vediamo sono le forme che il tempo ha modellato, il velo con cui la vita si rivela.
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