03/01/2020
La sorprendente ragione psicologica dietro all'essere perennemente in ritardo:
Tutti abbiamo quell’amico ritardatario, quello che - non importa quanto in anticipo fissiamo l'appuntamento - riesce comunque ad arrivare in ritardo. Ha sempre una scusa diversa (il traffico, una telefonata improvvisa, una commissione da fare): questa volta, però, a “giustificarlo” ci ha pensato una psicoterapeuta. In un articolo scritto per il Guardian, Philippa Perry ha rivelato le ragioni dietro al comportamento dei ritardatari cronici: la verità, secondo i dati da lei raccolti, è che non si stimano abbastanza.
Stando a quanto riportato, chi è in perenne ritardo non si attribuisce la giusta importanza, è come se pensasse che per gli altri sia impossibile notare la sua assenza, come se fosse convinto di non fare la differenza. Ma se questa teoria si applica bene nei contesti sociali, perché allora i ritardatari perdono aerei, treni e bus? Secondo la Perry, anche in questi casi la spiegazione funziona: “E’ come se pensassero: ‘Se valgo qualcosa, quel treno mi aspetterà’. E se non accade, la sensazione di non valere molto viene rinforzata”.
Ma da cosa si riconosce un ritardatario cronico? Semplice: “Spesso sono persone solari e irragionevolmente ottimiste”, spiega la psicoterapeuta. Ad esempio, hanno una percezione troppo rosea delle distanze: sono convinte, ad esempio, che raggiungeranno il ristorante a partire dall’ufficio in meno tempo rispetto a quello che realmente occorre. E ciò si aggrava se il luogo da raggiungere è vicino. “La mia book editor e io a volte ci prendiamo un caffè insieme vicino al suo ufficio e lei arriva sempre con sette minuti di ritardo - spiega la Perry - anche se esce all’una. Immagino che creda di avere il teletrasporto per darmi appuntamento a quell’ora perché chiacchiera con i colleghi e aspetta l’ascensore ed ecco che arriva in ritardo”.
Tra le altre cause che determinano l’arrivare costantemente in ritardo c’è anche la difficoltà che si incontra nel cessare un’attività e nell’iniziarne un’altra. “Smettere di fare qualcosa che ci assorbe per fare altro può essere fastidioso. Richiedere forza d’animo”, spiega la psicoterapeuta. C’è chi trova questo sforzo più gravoso di altri e quindi impiega più tempo per ingranare.
In ogni caso il rischio, arrivando sempre in ritardo, è quello di sembrare degli egoisti agli occhi delle persone puntuali. Come può un amico o un’amica che è stato ad aspettarci per venti minuti in macchina perdonarci? Come può non arrabbiarsi per il tempo che gli abbiamo fatto perdere? “Le persone puntuali sono convinte che un ritardatario possa decidere di essere in tempo e comportarsi di conseguenza”, afferma Perry.
Insomma, secondo la psicoterapeuta, i ritardatari “non lo fanno apposta”, sono proprio così, per natura. Possono, però, smettere di arrivare in ritardo, mettendo in campo tutta la propria forza di volontà. Senza seguire il proprio istinto, devono prendere una “decisione consapevole” e scegliere di non arrivare in ritardo. Non devono “provare ad arrivare in tempo” (in questo modo, non ce la faranno), ma fissarsi l’obiettivo e applicarsi affinché possa essere raggiunto. Per la gioia di amici e parenti puntuali.