15/03/2020
Seguiamo i consigli del nostro collega.
LETTERA APERTA DA UN COLLEGA DI BERGAMO
Sono un farmacista che esercita in provincia di Bergamo in un paese di 3500 abitanti.
Il contagio qui è enorme.
Ufficialmente sono “solo” 7 casi positivi, aggiornati al 12 marzo, ma Vi garantisco che i casi “reali”, come detto, sono almeno di uno se non due ordini di grandezza in più.
Lo dico in base ai tamponi effettuati (negli stessi nuclei familiari di un positivo, anche se con gli stessi sintomi, ai familiari NON veniva fatto tampone: semplicemente, si mettevano in quarantena).
Il mio intervento NON E’ AFFATTO CRITICO nei confronti delle autorità sanitarie (come potrei!): il loro lavoro è ENCOMIABILE.
Siamo TUTTI degli eroi, in questi giorni.
Voglio solo riportare quello che penso e vedo e che spero possa essere utili in altre zone dell’Italia dove “sta arrivando”.
I nuclei familiari con casi di febbre e sintomatologia sono almeno un centinaio su 3500 persone, approssimativamente stiamo arrivando al 20% della popolazione.
Vi dico dunque: non vi spaventate quando “all’improvviso” vi sembreranno tutti malati. Va così. va esattamente così.
I sintomi si dividono, a titolo di esempio, in grossi “cluster” (ma che possono comunque variare a livello personale): il gruppo che ha febbricola lieve ma che non passa da 5, 6, 7 giorni; il gruppo con febbre molto alta che dopo due giorni è passata e poi è tornata di nuovo; il gruppo con febbre solo per qualche giorno ma poi senso di nausea che permane; il gruppo con tosse persistente da una decina di giorni che poi è sfociata in febbre; il gruppo con mal di gola, bruciore e poi qualche linea di febbre.
Minimo comun denominatore la fanno il mal di testa anche forte che spesso accompagna la febbre e la persistenza dei sintomi anche a distanza di 8, 9 giorni, spessissimo altalenanti.
Di solito le persone che vengono in farmacia per il marito, la moglie, il padre, il proprio compagno hanno anche loro gli occhi lucidi, visibilmente stanchi, ma senza particolari sintomi aggiuntivi.
Se fino a 4, 5 giorni fa le persone venivano in farmacia più per precauzione che per vera esigenza, negli ultimi 3 giorni gli acquisti sono tutti incentrati sulla febbre di qualcuno che è a casa e relativa sintomatologia accessoria.
La mia sensazione è che, come detto, negli ultimi 3 giorni qui da Noi si sia raggiunto il picco “reale”.
Questa, analizzandola, è una ”buona notizia”: innanzitutto spiegherebbe come mai i nostri ospedali di Bergamo e provincia (Papa Giovanni, Bolognini, Capitanio Gerosa) siano allo stremo: perché i numeri delle persone influenzate NON SONO quelli ufficiali dei tamponi, soprattutto nella nostra zona, bensì un numero molto, molto più ampio.
In effetti, alle persone più anziane che sviluppano facilmente sintomi respiratori acuti i nostri medici provano a prescrivere antibiotici (per lo più ceftriaxone fiale nei casi più seri, anche azitromicina o amoxi-clav), ma con scarsi risultati il più delle volte.
Questi sono coloro i quali poi sopraggiunge quella difficoltà respiratoria per cui viene chiamato (giustamente) il 112 e per cui le ambulanze che girano a sirene spiegate nella nostra zona sono tantissime e gli ospedali tracimano.
Ripeto, persone perlopiù anziane, ma è chiaro che più ampia sia la platea di contagiati anche tra i giovani e più aumentano proporzionalmente anche quelli con meno di 70 o 80 anni che possono incorrere in un aggravamento che necessiti ospedalizzazione.
Per la restante parte dei pazienti quello che stiamo facendo è consigliare di monitorare e calmierare la febbre con il paracetamolo, rigorosamente 500 mg per adulti così da poterlo somministrare più frequentemente durante la giornata e non rischiare il sovradosaggio, mangiare nel modo più sano e completo possibile (carboidrati, proteine utili per il sistema immunitario e pochi grassi - magari olio extravergine come antiossidante coadiuvante anche lui del sistema immunitario, frutta e verdura, numerosi liquidi, qualche integrazione con zinco, vitamina D, vitamina C in primis).
Poi ci si adatta nella terapia farmacologica ai vari sintomi per tosse secca o grassa, mal di testa (che di solito ricalca l’andamento della febbre come detto), bruciori di gola, nausea e sporadicamente diarrea.
E’ una MALEDETTA influenza virale, che non sempre passa solo curandosi bene e riposando, ma la maggior parte delle volte, per fortuna, si.
Il principio cardine della terapia di questo benedetto CORONAVIRUS lo sapete benissimo qual’è: se non volete rischiare una roulette russa (come detto, può capitare a chiunque di essere intubati) EVITATE il contagio.
Ricordate che le mascherine servono a chi è malato per un semplice motivo: o usate anche degli occhiali protettivi oppure il virus può entrare tranquillamente attraverso la congiuntiva.
E’ per quello che si dice che le mascherine servono ai malati: chi ce l’ha infatti non può starnutire dagli occhi….
E poi, per favore, ho visto persone usare le mascherine in un modo per il quale diventa assolutamente controproducente averle: toccandosele, abbassandosele, rialzandole, muovendole con le mani non si fa altro che AUMENTARE la possibilità di auto inocularsi il virus che si era messo bello tranquillo sulla mascherina in attesa della vostra spalmata sulla faccia.
Le mascherine sono USA E GETTA.
E’ (anche) per questo motivo che lo sono (oltre per la perdita del potere filtrante).
Gli operatori sanitari sanno come usarle: con doppio gu**to, occhiali di protezione e cambiandosele ALMENO ogni giorno.
Le nostre mascherine colleghi, lo sapete, sono il SANTO PLEXIGLAS, L’ALCOL DENATURATO SUL BANCONE, I GUANTI E LE MANI DISIDRATATE.
Vi prego, se lo riterrete utile, di condividere il più possibile questo post, senza nome o cognome, sulle vostre pagine delle farmacie, sui vostri profili.
Spero possa aiutare tutti coloro che ancora non ci sono dentro fino al collo come noi qui.
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