05/01/2018
da ASPETTANDO DI VIVERE capitolo 3 p. 73
Roma, 30 agosto 2006 Mi guardi dal desktop con i tuoi occhioni verdi, e ho capito che non abbiamo molte cose in comune. Tu sorridi. Io non ne ho più voglia. Forse all’inizio solo la nostra disperazione ci ha accomunato, ma a questo punto non saprei dirti quanto la tua possa essere paragonata alla mia. Tu hai tante cose che io non ho, le persone che ti circondano, i tuoi amici, la famiglia, un lavoro, una moglie che ti rivuole perché forse ha capito che ha sbagliato e le manchi. E vuole che torni. Forse ti senti in trappola, forse pensi che la tua vita non l’hai vissuta come avresti voluto, che gli altri abbiano sempre deciso per te. Ma c’è di peggio credimi. Io la mia l’ho buttata, e non per causa mia, ma perché la vita mi ha ingannato. Per me è troppo tardi ormai, mi rifarò nella prossima, se ci sarà. E se ci sarà spero di ricordarmi che prima di pensare agli altri dovrò pensare a me stessa. Ma tu ancora ti puoi salvare, sei giovane e hai tutto quello che un ragazzo può desiderare, hai tante persone che ti vogliono bene. Io non ho nessuno. Sono sola al mondo. E non ce la faccio più. Mi manca il coraggio di viverla questa vita, che non volevo, e sono nata pure per sbaglio. Sarebbe stato meglio morire nell’incidente, mi sarei risparmiata altri 11 anni di sofferenza. Vorrei vivere fino a 100 anni per non fargli prendere la mia parte di casa a quei bastardi e giuro che farò testamento e lascerò tutto quello che ho ad una associazione di beneficenza. A volte ho paura di non farcela però, è troppo forte la tentazione, è troppo forte il dolore, e la mia solitudine. Già, la mia solitudine, che mi è entrata nell’anima e ormai fa parte di me. Non riesco a sopportarla neanche con la birra e le medicine, neanche con queste si*****te che spero mi uccideranno, sono tanti anni che non voglio più vivere, ma lo devo fare per forza, se no si prendono la casa, non aspettano altro. Ecco ti volevo dire grazie. Grazie per questi giorni. Troppo pochi, troppo belli, un po’“full immersion”. Grazie per tutte le cene che mi hai offerto, per tutte le poesie che mi hai fatto leggere, anche se non dedicate a me, tanto io ti ho fatto vedere le foto dei miei ex, così siamo pari. Grazie per aver cantato con me le sigle dei cartoni animati fino alle 3 di notte, per aver sopportato i miei poeti preferiti recitati da me a memoria, per quel lento bellissimo a luci spente, per tutti i baci che mi hai dato, per aver cercato la mia mano sotto il cuscino e intrecciato le nostre dita, e per tante altre cose che sarebbero troppo lunghe da elencare. Ce l’ho con tutti ma non con te, non ancora. Non so cosa succederà, ma ricordati di me, Massimiliano.