28/07/2025
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) celebra ogni anno il 28 luglio il World Hepatitis Day, data scelta in onore del Nobel Baruch Blumberg (nato il 28 luglio 1925), scopritore del virus dell’epatite B e ideatore del primo vaccino . Il tema dell’edizione 2025, “Epatite: abbattiamola”, lancia un appello urgente a eliminare le barriere finanziarie, sociali e sistemiche, incluso il pregiudizio, che ostacolano l’accesso ai test e alle cure, con l’obiettivo di porre fine all’epatite come problema di salute pubblica entro il 2030 .
L’epatite cronica causa circa 1,3 milioni di morti l’anno, ovvero 3.500 decessi al giorno, una cifra paragonabile a quella della tubercolosi. Globalmente, si stima che nel 2022 circa 304 milioni di persone vivessero con epatite B o C, con circa 8.000 nuove infezioni al giorno. Molte di queste infezioni restano non diagnosticate fino a quando compaiono complicanze gravi come cirrosi o cancro al fegato .
In Italia, la prevenzione delle epatiti virali è parte centrale del Piano nazionale di prevenzione 2020–2025. È previsto uno screening nazionale gratuito per l’epatite C, attivo da maggio 2021, rivolto ai nati tra il 1969 e il 1989, ai detenuti e alle persone seguite dai servizi per le dipendenze. Sono state definite linee guida nazionali e un gruppo di lavoro si occupa di coordinarne l’implementazione tra le regioni .
In Emilia‑Romagna, tra il 2022 e il 2024 oltre 488 000 persone nate tra il 1969 e il 1989 si sono sottoposte al test (37% della popolazione target), insieme a 19 732 soggetti ad alto rischio, con 1 032 positivi identificati (circa 24 su 1.000 nei gruppi vulnerabili). Tutti i positivi sono stati avviati a percorsi terapeutici. I risultati sono considerati incoraggianti in vista dell’obiettivo OMS di eliminazione dell’epatite C entro il 2030 .
Secondo l’ECDC, nell’Unione Europea e area SEE ci sono circa 3,2 milioni di persone con epatite B cronica e 1,8 milioni con epatite C. Si registrano ogni anno circa 50 000 decessi correlati (15 000 per HBV, 35 000 per HCV). Oltre il 65% dei pazienti con HBV e il 62% con HCV non sono diagnosticati, il che rende urgente migliorare l’accesso ai test e alle cure per evitare complicazioni e mortalità prevenibile