Una mamma psicoterapeuta choosy

Una mamma psicoterapeuta choosy Disquisizioni di una MAMMA nel mondo della psicologia. Sono una Psicoterapeuta Analista Transazionale. Sono "choosy", perchè non rinuncio ai miei sogni.

14/03/2025

L'Inps annuncia che è disponibile la Certificazione Unica (Cu) 2025, relativa ai redditi percepiti nel 2024. Il documento è accessibile attraverso i canali sia digitali che tradizionali. Il numero di...

29/09/2022

Stefano Vicari: «Ecco come aiutare il bambino ad autoregolare le proprie emozioni:
-calmarlo fisicamente: un bambino che piange per paura o per stanchezza o rabbia, si può far calmare, contenendolo fisicamente, con abbracci, carezze, o dicendo frasi con voce calma;
-verbalizzare lo stato emotivo, senza giudicarlo o dargli indicazioni;
-parlare esplicitamente delle emozioni: oltre a verbalizzarle e a etichettarle, è utile discutere insieme sul significato delle emozioni, delle occasioni in cui si manifestano e delle modalità di esprimerle con le loro conseguenze».

(Estratto del libro "Bambini autonomi, adolescenti sicuri. Crescere i nostri figli nel benessere mentale" di Stefano Vicari)

24/09/2022

COSA GLI ALTRI DICONO DI TE.....
Non è quello che di te dicono gli altri a doverti preoccupare. Preoccupati soprattutto di quello che tu dici di te stesso a te stesso. Raccontare a se stessi la verità di ciò che si è, nella sana consapevolezza dei propri limiti: questo è davvero ciò che conta. Tutto il resto è nulla.
Se solo i nostri figli avessero la capacità di “abitare” questa frase, quanta vulnerabilità in meno. Quando dolore risparmiato. Certo, queste parole servono anche a noi adulti. Forse dovremmo ricordarcele più spesso.
"La vita accade" di A.Pellai, Mondadori ed.

06/09/2022
20/06/2022

Stefano Vicari - Neuropsichiatra: "La salute mentale si basa su due grandi pilastri. Uno è l’autoregolazione, cioè la capacità di saper gestire le proprie emozioni. Io sono in equilibrio psicologico se, ad esempio, di fronte ad un evento negativo non mi abbatto, ne risento, ovviamente, manifesto una tristezza, ma non mi abbatto definitivamente. Oppure se di fronte ad un successo, un elemento positivo per le mie emozioni, non mi esalto a tal punto da tralasciare tutto il resto. Un equilibrio emozionale fa parte della nostra salute mentale. L’altro pilastro è la capacità di costruire relazioni positive. Io sono in equilibrio con me stesso psicologicamente se mi autocontrollo emotivamente e se ho delle buone relazioni non solo con le persone a me care, parenti ed amici, ma anche con le persone che incontro per la prima volta. Quand’è che impariamo a capire le nostre emozioni e a gestire le relazioni? Da subito, quindi bisogna aiutare i bambini fin da piccoli a gestire la frustrazione, il “no”, il senso del “questo ora non si può fare, lo faremo più tardi” oppure “hai già avuto molto e un’altra caramella non puoi averla”, banalizzo molto ma è per cercare di far capire meglio. A me capita di vedere molti bambini che chiedono e pretendono delle cose ed i genitori hanno paura delle loro reazioni. Molti genitori mi dicono che se non accontentano il proprio figlio lui fa un macello. Abbiamo genitori che cominciano ad aver paura delle reazioni dei propri figli anche molto piccoli, questo ovviamente non crea un’armonia, un equilibrio per la crescita dei bambini e dei ragazzi. Le emozioni sono molto importanti e non c’è un’età in cui si comincia, certe cose o si apprendono subito, ovviamente nei modi e nei tempi che l’età del bambino consente, oppure questo processo, se viene rimandato troppo a lungo, verrà subito dal bambino ed avrà delle difficoltà per potersi realizzare".

15/05/2022

Il professor Stefano Vicari - Neuropsichiatra: «L’esempio di allacciarsi le scarpe può risultare a molti banale, ma è indicativo di un accudimento eccessivo che inibisce al bambino, o al ragazzo, la possibilità di rendersi autonomo. Se noi trasportiamo tutto ciò dalle cose più pratiche anche al mondo delle emozioni, come dicevo poco fa, diventa un aspetto di particolare importanza. Personalmente non ho mai visto così tanti bambini disregolati come in questo momento, cioè bambini che fanno fatica a gestire la frustrazione, bambini che di fronte al “no” reagiscono in malo modo e che quindi non sono in grado di posticipare una gratificazione, un premio, ma vogliono tutto e subito. I genitori rincorrono queste richieste che però non hanno mai una fine, perché i bambini, se non poniamo dei limiti, loro non ne hanno, non sanno quando è il momento di smetterla. Questo costruisce nei bambini un mondo affettivo ed emozionale che è un mondo fortemente inquinato dagli adulti e che quindi avrà sempre bisogno di qualcuno che gli stia vicino per capire che cosa gli sta capitando».

https://www.orizzontescuola.it/come-possiamo-aiutare-i-nostri-ragazzi-a-crescere-in-modo-sano-anche-dal-punto-di-vista-mentale-se-li-priviamo-della-relazione-intervista-al-professor-vicari/

12/04/2022

"Lasciate tranquilli i bambini che nascono. Fate spazio perché vivano.
Non fategli trovare tutto pensato, non gli leggete la stessa favola, lasciate che scoprano gli unicorni e i lupi e che decidano chi è il loro eroe preferito.
Indicategli la luna, ma lasciate che trovino altre galassie.
Portateli in un campo di fiori e mostrategli i tulipani eleganti, ma anche i fiori selvaggi.
E soprattutto non date un nome ai loro amori, ma lasciate che siano loro a darli."

Fabrizio Caramagna



15/10/2021

BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA CHE GUARDANO “SQUID GAME”

“Sono un'insegnante di scuola primaria con 2 classi quinte. In questi giorni è venuto alla luce la visione da parte di gran parte dei miei alunni della serie SQUID GAME visibile su una piattaforma che trasmette principalmente serie televisive. Ho trascorso 2 giorni a colloquiare con i miei alunni per capire come lo avessero conosciuto, come e con chi lo avessero visto e il tipo di emozione o motivazione che suscitava in loro. La trama è la costrizione di persone povere, emarginate e problematiche si giocare a 6 giochi (tra cui 1,2,3 stella): la pena per l'errore del gioco è la morte attraverso delle bambole che uccidono gli sconfitti. La serie è coreana e la visione è in lingua originale con i sottotitoli. Durante la ricreazione li vedo spesso giocare a 1 ,2, 3, stella simulando la squalifica dei compagni con il gesto della pi***la. E io che fino a poco tempo mi ero quasi commossa nel vederli giocare in gruppo a dei giochi dei vecchi tempi. Solo ora traggo l'amara realtà”.

Questo è uno dei tanti messaggi che ho ricevuto in questi giorni da parte di adulti preoccupati perché bambini della scuola primaria sono diventati spettatori fedeli della serie televisiva “Squid Game”. Io non l’ho vista. Quindi sto parlando di qualcosa che non conosco, ma di cui ho letto molto. So che la serie è incentrata su adulti coinvolti in un torneo di giochi tipici dell’infanzia, per cui riceveranno cospicui premi in denaro. Però se vengono sconfitti, saranno uccisi. La serie è sconsigliata a chi ha meno di 14 anni, ma l’evidenza di moltissimi docenti ed educatori è che sia entrata nelle preferenze e nelle scelte di visione di molti bambini e bambine, ragazzi e ragazze preadolescenti. La violenza della serie è anche graficamente molto “spinta” ed esplicita: quando si viene uccisi, schizza sangue dappertutto. Gli insegnanti dicono che i bambini ci ridono su e si tranquillizzano vicendevolmente dicendosi “tanto non è sangue vero, è sugo di pomodoro”. In molti hanno chiesto che io commentassi tutto ciò.
Non posso che riprendere ogni singolo concetto espresso nel nostro libro “Vietato ai minori di 14 anni” (De Agostini ed.): quando sei bambino/a o preadolescente la tua mente non è in grado di gestire la complessità di alcune esperienze a cui puoi avere accesso, ma per cui non possiedi competenze emotive-cognitive di rielaborazione e integrazione dentro di te. E’ qualcosa di cui noi genitori dobbiamo essere assolutamente consapevoli. Altrimenti nella vita dei nostri figli entra il peggio e nella loro mente, dimensioni ed esperienze che hanno significati e risvolti emotivi enormi (la vita e la morte lo sono; la violenza fine a se stessa lo è; il gioco che si trasforma in esperienza per vincere soldi o per subire la morte lo è) si depositano in modo caotico e disorganizzato. Potendosi anche trasformare in esperienze traumatizzanti, ovvero che il soggetto non riesce a gestire nella propria psiche. E perciò ne rimane disturbato e impattato. Bambini che guardano “Squid game” e poi ne simulano le azioni nel loro gioco durante l’intervallo scolastico forse stanno semplicemente imitando ciò che hanno visto. O forse ci stanno comunicando che dentro di loro è entrato “qualcosa” che devono buttare fuori, perché non sanno dove metterlo. Il gioco è il loro modo per tentare di farlo. Ma il gioco non fa miracoli e certe cose possono “tatuarsi” nella loro mente e da lì non uscire più. Come psicoterapeuta, rimango tuttora colpito da quanti pazienti adulti mi hanno raccontato di non aver mai superato la traumatizzazione conseguente a certi film dell’orrore visti da bambini o adolescenti; primo fra tutti ”L’Esorcista”. La problematicità sta nel fatto che certi contenuti non vengono “metabolizzati” quando la mente non ha le competenze per riuscire a farlo. E la mente dei bambini e dei preadolescenti non è in grado di metabolizzare i contenuti di una serie come “Squid game”. Anche se non l’ho vista, per tutto ciò che ho letto di questa serie e per il mestiere che faccio questa cosa la posso affermare con certezza.
“Vietato ai minori di 14 anni” non è un messaggio che reprime la crescita: in casi come questi la protegge, la sostiene e la promuove. E forse noi adulti dovremmo smetterla di affermare “ a priori” che è “vietato vietare”, la cosa più frequente che mi sono sentito dire in quest’ultimo mese, dopo che è uscito il nostro libro che ha osato mettere questo verbo nel titolo. Dovremmo fare una lunga riflessione su quanto è tossico l’ambiente in cui stanno crescendo i nostri figli, ma soprattutto su quanto siamo diventati fragili noi adulti nel fare il nostro mestiere di adulti. Adulti con la A maiuscola non permettono ai bambini di vedere “Squid game”. E in una società civile si dovrebbe fare di tutto perché ciò non avvenga. Altrimenti l’unica cosa che succede è che qualche adulto ci pensa su solo dopo aver letto un post come questo su un social network. Che è appunto un singolo post in mezzo a migliaia di altri post, che nello stesso social network, celebrano ed esaltano questa serie tv. Leggete e fate leggere questo messaggio ad altri genitori, se lo ritenete opportuno.

30/09/2021

Non bastano le parole.
Quelle volano.
Ci vogliono i sorrisi
e ci vogliono gli abbracci.
Ci vogliono i gesti
e ci vuole la complicità.
E poi ci vuole la presenza.
Ci vuole tutto quello che non vola.
Ci vuole tutto quello che resta.

(Giorgia Stella)
Illustrazione di Aleksandra Szmidt

05/09/2021

“Se volete che vostro figlio avanzi a testa alta attraverso il mondo, non dovete cercare di togliere le pietre dal suo percorso, ma insegnargli a camminare saldamente sopra di esse, non insistere a guidarlo per mano, ma lasciare che impari ad andare da solo.”
(Anne Brontë)

Indirizzo

Via G. Pacchiarotti (Nuovo Salario)
Rome
00139

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00

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