NOA Natural Organic Amenities

24/09/2025
22/09/2025

Naturopatia Estetica - Noa fornisce servizi come naturopatia, cosmesi naturale, riflessologia, massaggio olistico e molto altro

-"ONLY GOOD VIBES " e altre prese per il c**o olistiche di chi maschera Fallimento e Depressione, propri e altrui, indos...
12/09/2025

-"ONLY GOOD VIBES " e altre prese per il c**o olistiche di chi maschera Fallimento e Depressione, propri e altrui, indossando la maschera patchwork dell'ILLUMINATO-

Oggi basta pagare 890 euro per un weekend “spirituale” per sentirsi risvegliati.
Due respiri a narici alternate, una catarsi collettiva a comando, un tamburo sciamanico su Spotify, una spolverata di cacao “sacro” e quattro abbracci forzati: GUARITI.

Hai fatto il bagno sonoro con la luna piena, quindi sei libero.
Libero, ok... ma non troppo eh..
Quindi lunedì torna a marcire nel tuo grigio ufficio, 50 ore a settimana tra traffico, Zoom, mail, colleghi zombie e capi passivo-aggressivi, in cambio della Paghetta.

Questo è l’olismo oggi:
Fast-food dell’anima per adulti esausti, che si aggrappano a incensi e tappetini yoga per non guardare in faccia il vuoto.

Si spera almeno che , tra un mantra, un “cerchio del sacro femminile” e l’abbraccio molesto di gruppo, possa scapparci anche un po’ di rimorchio ("spirituale")..
una tardona vestita da elfo col suo handpan.. un tordellone mascherato da sciamano con la sua ayahuasca...
che poi verra'prontamente e sacralmente ribattezzato come "incontro karmico" o “amore tantrico” – ché chiamarla “scopata " suona troppo "bad & low vibes".

L’olismo da festival del weekend non è altro che intrattenimento emotivo per chi non regge la noia e la frustrazione.. una stampella esistenziale mascherata da “cammino interiore”.
È una tregua apparente in una società che ti chiede di sopravvivere ai suoi stessi mezzi di sopravvivenza.

I medici ti sedano, gli psichiatri ti dosano, il junk food ti spegne lo stomaco,
il capo ti umilia per due spicci che non bastano nemmeno a pagare il Glamping del ritiro spirituale, la rata della macchina e la benzina per arrivarci.

La medicina crea malattie iatrogene.. la psiche implode sotto il peso delle sue "cure"..
e tu ti illudi di star guarendo mentre ti abbracci con uno sconosciuto che profuma di incenso e sudore, ma non prima di esserti fatto l'ennesimo vaccino preventivo.

Poi torni alla tua routine urbana. Più stanco. Più vuoto. Ma con il mantra “SONO in CAMMINO di LUCE! ”.

E mentre sopravviviamo a tutto questo, dovremmo chiederci, con onesta', se davvero auguriamo ai nostri successori questa stessa vita:
la stessa corsa, la stessa finzione, la stessa “resistenza alla vita stessa”.

Per poi , alla fine di questa, ritrovarci forse anche soli e imbottiti di morfina in una RSA,
ad aspettare il trapasso tra una videochiamata di cortesia e l’altra.

ONLY GOOD VIBES a tutti, fratelli e sorelle “di Luce”!

C'è un PROBLEMA serio che sta crescendo insieme ai giovani:  la tendenza a vedere ovunque patologie, manipolazioni, dist...
09/09/2025

C'è un PROBLEMA serio che sta crescendo insieme ai giovani:
la tendenza a vedere ovunque patologie, manipolazioni, disturbi, narcisismi, quando spesso si tratta solo di esperienze umane, scomode sì, ma NORMALI .

Il linguaggio da social (pieno di "ghosting, gaslighting, narcissist, love bombing, red flags") sta creando generazioni convinte di essere VITTIME PSICOLOGICHE PERMANENTI , anche quando hanno solo vissuto una delusione o un rifiuto.

La sofferenza viene letta come trauma.
L’incoerenza come manipolazione.
L’indifferenza come abuso.
E ogni CRETINO diventa un “profondo disturbato con tratti narcisistici”.

Ma la verità è che a volte uno non è tossico: è solo immaturo, confuso, superficiale, o semplicemente un po’ scemo.
E la tua reazione non è una sindrome: è una reazione emotiva NORMALE , che va sentita, elaborata, e poi lasciata andare.

Non sempre serve un percorso terapeutico. A volte serve una scrollata di spalle, due amici sinceri e la voglia di non prendersi troppo sul serio.

Il rischio più grande è che i ragazzi crescano pensando di essere sempre feriti e mai responsabili, sempre VITTIME e mai attori, convinti che ogni dolore sia un sintomo e ogni relazione finita male una ferita da curare con anni di introspezione.

Così si perde il senso del limite, della leggerezza, DELL'IRONIA .
E si finisce per vivere ogni relazione come un CAMPO MINATO emotivo.

Serve più umanità e meno diagnosi.
Più capacità di dire: “Ok,non è colpa mia né sua. È andata così.”

Non tutto è trauma. Non tutto è psicologia. Non tutto è da analizzare.

E spesso, passa prima se smetti di chiamarlo "gaslighting" …. Magari non era un "narcisista patologico".. era un cialtrone mediocre come tanti.
Non stavi in una "situationship".. eri nel limbo perché nemmeno tu avevi il coraggio di dire che ti accontentavi delle briciole.

E no, non serve sempre “aprire un percorso terapeutico ”.
A volte serve chiudere quella chat, uscire a farsi una pizza e smettere di analizzare ogni cosa come se stessi curando un disturbo dissociativo.

Perché un "trauma" , spesso, diventa tale solo se lo CHIAMI così.
Perché la DEFINIZIONE PLASMA la PERCEZIONE.. se una delusione la chiami "esperienza" , la superi; se la chiami TRAUMA , ci costruisci sopra un’identità.

È la parola che fa il danno.

Se definisci ogni caduta come patologica e
se ti convinci che ogni ferita sia clinica, finirai col cercare terapeuti per curare la vita stessa.

E così si cresce emotivamente fragili ma linguisticamente sofisticati con una generazione piena di lessico clinico e con zero ANTICORPI EMOTIVI.

Una delusione può guarire col tempo, ma se la marchi come trauma…
la porti in terapia, la rendi la tua scusa per non muoverti più.

E intanto il mercato si ingrassa:
corsi, webinar, percorsi, pacchetti da 10 sedute.
La psicologia pop ha scoperto che "vittima vende", e più ti fa sentire danneggiato, più sei un cliente perfetto.

LA DIPENDENZA AFFETTIVA È UN’INVENZIONE COMMERCIALELa cosiddetta “dipendenza affettiva” non è una patologia ma un'etiche...
08/09/2025

LA DIPENDENZA AFFETTIVA È UN’INVENZIONE COMMERCIALE

La cosiddetta “dipendenza affettiva” non è una patologia ma un'etichetta redditizia.
Una trovata linguistica che ha trasformato la "fame di connessione reale" in un DISTURBO da curare, catalogare, monetizzare.

La verità è che non siamo dipendenti DA UNA PERSONA , ma da una cascata chimica interna che si attiva TRAMITE quella persona.

Dopamina, ossitocina, serotonina, endorfine: droghe endogene, prodotte dal nostro cervello quando ci sentiamo visti, accolti, amati.

La dipendenza non è verso l’altro ma verso queste “droghe interne” che il nostro sistema nervoso riconosce come nutrimento.
E quando quella connessione salta o non si attiva abbastanza, il corpo va in ASTINENZA.
Non perché siamo malati, ma perché siamo organismi affamati di NUTRIMENTO emotivo, tanto quanto di cibo.
E quando abbiamo fame di quest'ultimo nessuno ci dice che siamo malati.

Ma da questo bisogno umano ne è nato un mercato.
Una fabbrica di etichette, diagnosi, corsi,terapisti, farmacologia.

Così, quando non riesci più a produrre naturalmente e autonomamente quelle droghe interne ,
ti ritrovi a riceverne dei sostituti chimici
spesso spacciati/ prescritti da chi ha trasformato un bisogno fisiologico in una “malattia della psiche”.

E il MERCATO delle INVENZIONI AVANZA, vendendo sostanze e psicoterapie infinite per una condizione che è, nella maggior parte dei casi, semplicemente una fisiologica fame d’amore non nutrita.

Serve un’altra strada..una via più concreta, più corporea, più ONESTA , meno incentrata sulla psiche dato che qui, di psichico, c'è ben poco.

Il MASSAGGIO terapeutico, in questo caso, può diventare una specie di “metadone affettivo”:
un ponte temporaneo che ristabilisce la regolazione interna attraverso il corpo,
stimolando ossitocina, abbassando il cortisolo,
e offrendo un’esperienza di contatto sicuro, non verbale, profondamente regolante che simuli momentaneamente ciò che ci manca per non farci ricadere in strade già percorse e fallimentari.

Non è evasione, è RIEDUCAZIONE del sistema nervoso.

La cura, spesso, è più UMANA che CLINICA e la "liberazione" arriva non quando smetti di amare,
ma quando capisci che quella "reazione amorosa" è TUA,
che L’ALTRO non ne è la sostanza,
ma solo il gr*****to che attiva in te quella cascata chimica che chiami amore, che è un TUO stato interno, non un potere magico dell’altro.
E quando lo comprendi davvero, l’incantesimo dell’idealizzazione cade: non eri drogato di lui o lei, ma di ciò che quella presenza ATTIVAVA dentro di te perché GIÀ APPARTENENTE A TE.

Non sei "malato", ne' "masochista" né "troppo buono".

L'ANORESSIA non è solo un disturbo alimentare. È un blocco profondo nel rapporto con il bisogno: con il cibo, con il cor...
06/09/2025

L'ANORESSIA non è solo un disturbo alimentare. È un blocco profondo nel rapporto con il bisogno: con il cibo, con il corpo, con la dipendenza dagli altri. Chi ne soffre non sta solo “evitando di mangiare”, ma spesso sta tentando di controllare o annullare il desiderio stesso di nutrimento, come se sentire fame fosse qualcosa PERICOLOSO .

Questo tipo di distacco può affondare le radici molto indietro nel tempo. Già nei primi mesi di vita, il neonato conosce il mondo attraverso la bocca: la fase orale (Freud) è la prima grande esperienza affettiva e relazionale. Se il nutrimento – latte, suzione, contatto – è carente, incoerente o vissuto con tensione, il bisogno può diventare qualcosa da TEMERE o controllare, piuttosto che vivere con fiducia.
Ma non si tratta solo di vissuti interiori. L’anoressia è anche una profonda alterazione biologica, che coinvolge ormoni e neurotrasmettitori. In chi soffre di restrizione cronica, il corpo può “spegnere” la fame abbassando livelli di leptina (che stimola l’appetito), alterando il cortisolo (ormone dello stress), e interferendo con sostanze come dopamina e serotonina, legate al piacere e alla gratificazione.

Qui entra in gioco un sistema poco conosciuto ma fondamentale:

Il SEC(sistema endocannabinoide) è un sistema di regolazione presente in tutto il corpo e nel cervello. Il suo compito principale è mantenere l’omeostasi, cioè l’equilibrio tra i diversi sistemi: regola l’appetito, l’umore, il sonno, il dolore, la risposta allo stress. Funziona tramite dei recettori che si attivano grazie a sostanze prodotte dal nostro stesso corpo (endocannabinoidi).

Quando il corpo è in uno stato di stress cronico – come nell’anoressia – il SEC può funzionare male o “spegnersi”, contribuendo alla perdita della fame, dell’energia vitale e della connessione con sé.
Il CBD (cannabidiolo) è un composto naturale estratto dalla pianta di cannabis. A differenza del THC, non è psicoattivo, ma agisce in modo sottile sul sistema endocannabinoide, aiutandolo a ritrovare equilibrio. Lo fa in vari modi:

- Modula i recettori CB1 e CB2, favorendo il ritorno a una regolazione naturale;
- Aumenta i livelli di anandamide, un endocannabinoide legato al piacere e alla calma;
- Interagisce con il recettore della serotonina (5-HT1A), riducendo ansia e tensione;
- Aiuta a riattivare la percezione della fame, senza forzare, ma ridando spazio al bisogno.

In chi soffre di anoressia, tutto questo può tradursi in un supporto reale: ridurre l’ansia legata al cibo, abbassare il controllo ossessivo, ricostruire una relazione più naturale con il corpo.

Non si tratta di una cura miracolosa. Ma può essere un aiuto concreto, soprattutto se integrato in un percorso terapeutico serio, che coinvolge psicoterapia, nutrizione, sostegno medico e affettivo.

Tornare a mangiare, per molti, significa prima di tutto tornare a sentirsi vivi, degni, presenti. Il CBD può accompagnare, a livello profondo, questo processo di riconnessione.

IL DIVERTIMENTO È UNA COSA SERIA La psicoterapia tradizionale, troppo spesso, si è trasformata in un’"archeologia del do...
04/09/2025

IL DIVERTIMENTO È UNA COSA SERIA

La psicoterapia tradizionale, troppo spesso, si è trasformata in un’"archeologia del dolore" : si scava, si analizza, si torna INDIETRO di 5, 10, 20 anni per cercare di capire “perché stai male”. Ma il punto è: e OGGI ?
Chi ti chiede cosa ti fa stare bene davvero? Chi si interessa a cosa ti diverte? Perché qualcosa c'è.. e in fondo lo sai.

La verità è che molti percorsi terapeutici si trascinano per anni vivisezionando la sofferenza, senza mai riabilitare il piacere, la leggerezza, la voglia di ridere, di creare. Come se guarire passasse solo dal dolore, come se il divertimento fosse una distrazione, un lusso, un capriccio da adulti irresponsabili.

E invece servono psicologi, terapeuti, genitori, insegnanti capaci di abilitare e BENEDIRE il divertimento, di proteggerlo, di LEGITTIMARLO.

Anche una domanda semplice come “Cosa ti fa stare bene?” può essere profondamente terapeutica.
Perché porta dove molte terapie non osano andare: nel piacere di essere se stessi , senza SENSI di COLPA .

E ricordiamolo: La vita è un percorso che avrà una FINE. Per tutti. Nessuno ne esce vivo. E questa verità, invece di deprimerci, dovrebbe scuoterci. Dovrebbe cambiare il nostro modo di pensare alla cura, alla crescita, alla terapia.

Perché quando saremo sul letto di morte, in quegli ultimi istanti, non ci tormenteremo chiedendoci se abbiamo capito tutto dei nostri traumi,ma ricorderemo i momenti in cui ci siamo sentiti VERI , presenti, leggeri, in cui abbiamo riso, amato, vissuto ciò che volevamo.
Saranno quelli i momenti che daranno senso a tutto.

E allora basta con terapie che dimenticano la vita mentre cercano di spiegarla e basta con l’idea che solo chi esamina le sue sofferenze stia facendo un “vero” e "profondo" lavoro su di sé.

Non abbiamo tempo infinito.
Ogni giorno passato a rimuginare sul PASSATO è un giorno tolto alla possibilità di stare bene nel PRESENTE.

Servono voci nuove. Terapeuti, insegnanti, genitori che abbiano il coraggio di dire che il piacere non si merita,che la leggerezza non è una colpa e che il divertimento è una forma di CURA..
Ma non quello nella movida, nel rumore o nelle agende piene e nella fuga da sé..
. Il DIVERTIMENTO non è un anestetico.

È un ritorno a sé, a quella parte di te più pura.
È connessione con ciò che ti fa stare bene davvero, qualunque cosa essa sia.

Chi non riesce a divertirsi, spesso ricasca nella ruminazione, nel trauma PERPETUO, nella trappola del “capire sempre di più”.
Ma non sempre serve capire il passato : a volte serve solo benedire quella parte di te che ne è il RISULTATO,con AUTOIRONIA e FORTE di questo.

NON SEI TU A DECIDERE IL TRATTAMENTO.Come non vai dal medico chiedendogli di prescriverti la dose di antibiotico che, au...
03/09/2025

NON SEI TU A DECIDERE IL TRATTAMENTO.

Come non vai dal medico chiedendogli di prescriverti la dose di antibiotico che, autonomamente, hai già deciso di prendere, allo stesso modo non dovresti andare da un' estetista / massoterapista pretendendo di scegliere tra 20 tecniche di massaggio dai nomi pseudo-esotici che nemmeno comprendi.

Quelle liste infinite nei centri estetici e benessere ricordano i vecchi menù delle trattorie anni ’80: lunghi, confusi, ridondanti. Oggi perfino lì si punta sull’essenziale.

Solo chi non ha una vera identità professionale riempie lo spazio con nomi altisonanti.

Chi sa lavorare fa una cosa sola: ti guarda, ti ascolta, ti tocca… e capisce che tecniche e strumenti usare.
Per questo la lista potrebbe ridursi a una sola voce:
– Massaggio Personalizzato.

Non serve un menù infinito. Serve una persona che sappia leggerti senza che tu debba parlare.

Il cliente non deve scegliere il Trattamento, ma il "Trattante".

Perché il benessere non si ordina come un piatto al ristorante: si riceve da chi il corpo lo conosce, lo osserva e lo interpreta.

Altrimenti, meglio uno scrub e via.

CRIOTERAPIA: IL FREDDO NON È PER TUTTINegli ultimi tempi si moltiplicano come funghi i centri benessere e di longevità c...
02/09/2025

CRIOTERAPIA: IL FREDDO NON È PER TUTTI

Negli ultimi tempi si moltiplicano come funghi i centri benessere e di longevità che propongono la crioterapia – l’esposizione a temperature bassissime – come rimedio universale per ogni tipo di problema: infiammazione, ritenzione, invecchiamento, dolore, stress.

Ma la verità, supportata da studi internazionali, è che la crioterapia trova reale efficacia solo in contesti molto specifici, come nel caso di INFIAMMAZIONI ACUTE legate all’attività sportiva intensa. La maggior parte delle persone, invece, presenta infiammazioni CRONICHE profonde, sistemiche, che rispondono molto meglio a trattamenti basati sul CALORE : massaggi con pietre calde,acqua termale, impacchi termici, ambienti caldi e rilassanti che stimolano il sistema linfatico, nervoso e ormonale, rilassano la muscolatura.

Oltre all’aspetto fisiologico, va considerata anche l’estetica e l’atmosfera di questi centri: ambienti freddi, luci bianche, design impersonale, personale tecnico che spesso sostituisce il tocco umano con l'efficienza automatizzata. È il modello del “benessere high-tech”, ASETTICO , distante, disumanizzato.
Ma il corpo umano non è una macchina da raffreddare. È un sistema vivo, sensibile, che chiede calore, contatto, presenza.

Il benessere non è "futurismo commerciale" e non si raggiunge a -110°, ma attraverso trattamenti caldi, umani, profondi, che rispettano la fisiologia e la storia di ogni corpo.

In seguito a un TRATTAMENTO MANUALE come il MASSAGGIO, può manifestarsi una sintomatologia transitoria di indolenzimento...
01/09/2025

In seguito a un TRATTAMENTO MANUALE come il MASSAGGIO, può manifestarsi una sintomatologia transitoria di indolenzimento muscolare localizzato, rigidità o lieve dolore.
Questa risposta del corpo è FISIOLOGICA e non deve essere interpretata come un peggioramento, ma come segno di RIORGANIZZAZIONE tissutale.

Durante la seduta vengono mobilizzate le fasce muscolari, disgregate aderenze, stimolata la circolazione ematica e linfatica, con conseguente rilascio di metaboliti (come acido lattico o istamina) accumulati nei tessuti ipotonici o cronicamente contratti.
L’organismo, non abituato alla nuova mobilità o al ripristino del flusso, può rispondere con uno stato infiammatorio acuto e TEMPORANEO.

Inoltre, il sistema neurovegetativo può essere sollecitato, contribuendo a reazioni anche su piani più profondi (emozionali o psicosomatici).

Questi effetti sono del tutto transitori (24–72 ore) e fanno parte del naturale processo di RIADATTAMENTO neuromuscolare e posturale.
Si consiglia, dopo il trattamento, una corretta idratazione, riposo e continuità nei cicli terapeutici per consolidare i risultati e accompagnare il corpo nel cambiamento.

In un ambito delicato come quello MEDICO-SANITARIO , il NEPOTISMO rappresenta un rischio reale e sottovalutato. Quando l...
31/08/2025

In un ambito delicato come quello MEDICO-SANITARIO , il NEPOTISMO rappresenta un rischio reale e sottovalutato.
Quando l’accesso alla professione medica avviene non per merito, talento o VOCAZIONE , ma per legami familiari, favoritismi o eredità di posizione, si rischia di compromettere non solo la qualità della cura, ma anche la fiducia dei pazienti nel sistema.

C'è una grande differenza tra chi cura per passione e dedizione e chi esercita perché "ha preso il posto del padre" o "è entrato grazie a conoscenze". La medicina, così come ogni professione che tocca la vita umana, richiede empatia, intuito, aggiornamento continuo e una motivazione profonda. Qualità che NON SI EREDITANO per SANGUE , ma si maturano nel tempo, con sacrificio.

Il rischio del nepotismo è quello di generare professionisti poco ispirati, poco preparati, poco motivati, che trattano i pazienti come numeri e il lavoro come un dovere ereditato, non come una MISSIONE.

Non è un caso se ogni anno si registrano decine di migliaia di morti per iatrogenesi, ovvero per errori medici evitabili (secondo stime OMS e studi indipendenti). Dietro molti di questi casi ci sono negligenza, impreparazione, superficialità. E spesso, alla base, un sistema che ha premiato il nome, non il merito.

In ambito medico, la selezione basata sul merito è una tutela per tutti, pazienti e colleghi inclusi.
Perché la vera cura nasce da chi sceglie consapevolmente di curare, non da chi ci è finito per convenienza.
In sanità, il nepotismo non è solo una vergogna: è un CRIMINE silenzioso.
Mettere in mano la vita delle persone a chi non ha scelto di curare, ma è stato messo lì per diritto di sangue, significa condannarci a un sistema in cui l’errore non è l’eccezione, ma la REGOLA.

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Rome

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