18/11/2025
-CORPORATE EMPATHY-
Empatia o Manipolazione? Quando il Linguaggio Aziendale “Gentile” Ottiene l’Effetto Opposto
Nella comunicazione corporate moderna, si diffondono tecniche di linguaggio studiate per apparire empatiche, collaborative, “soft”...
Dal punto di vista formativo, queste frasi derivano da modelli di comunicazione non violenta (CNV), neurolinguistica (PNL) e soft skills coaching.
L’obiettivo teorico è creare ambienti più gentili, cooperativi, orizzontali ma,secondo il principio di dissonanza pragmatica (Watzlawick et al.), quando il TONO e l'intento PERCEPITO non coincidono, si genera sfiducia.
Il destinatario non coglie empatia, ma ambiguità.
In psicologia del lavoro si parla di "emotional labor": un eccesso di tono POSITIVO FORZATO che può innescare resistenza, stress relazionale e burnout nei team (Hochschild, 1983; Grandey, 2000).
Il “finto soft” è percepito come passivo-aggressivo, la gentilezza obbligata genera disconnessione emotiva, non empatia.
Le tecniche comunicative diventano tecnicismi svuotati, che non costruiscono fiducia reale, e la comunicazione efficace in azienda non può prescindere da COERENZA tra CONTENUTO , tono e INTENZIONE reale. Serve allenare la chiarezza relazionale, non solo il linguaggio “gentile”.
La vera empatia non è protocollo.
E non sempre “soft” vuol dire umano.
Se usi l’ "empatia" come tecnica/strategia , non sei empatico, sei manipolatorio e anche un po' imbarazzante .
La comunicazione aziendale ADDESTRATA a sembrare "più umana" è spesso tutto tranne che credibile.
E i colleghi (o i clienti) lo sentono,lo capiscono e si chiudono.