26/08/2025
APNEE NOTTURNE, MEMORIA, PROCESSI NEURO-DEGENERATIVI:
RUOLO DELL’ IPPOCAMPO
Prof. Francesco Peverini - Medicina Interna
26.08.2025
Recenti ricerche di neurobiologia hanno evidenziato un importante legame tra l'apnea ostruttiva notturna in sonno (OSAS) e i primi segni delle alterazioni cerebrali associate al declino cognitivo.
Gli studi precisano che più del semplice numero di apnee, risultano rilevanti i bassi livelli di ossigeno – noti come ipossia – che si associano alle apnee e che possono contribuire a microscopiche ma continue lesioni in regioni cerebrali vitali per la memoria, anche negli anziani senza deterioramento cognitivo.
L'apnea notturna ostruttiva si presenta in sonno, quando i muscoli della gola si rilassano, con blocco delle vie aeree e frammentazione del sonno. Il ritmo sonno-veglia viene alterato, i livelli di ossigeno si abbassano e si possono danneggiare piccoli vasi sanguigni nel cervello.
Per di più, le apnee provocano attivazione del sistema nervoso simpatico con aumento della pressione sanguigna, stress ossidativo e infiammazione vascolare, promuovendo a livello neurologico anche ischemie transitorie (TIA) e ictus.
IL DETERIORAMENTO COGNITIVO
Il deterioramento cognitivo e la demenza stanno diventando sempre più diffusi e incidono sulla qualità della vita in una fascia di popolazione anziana. La demenza è anche finanziariamente gravosa sia per i pazienti che per chi se ne prende cura.
Il deterioramento cognitivo può manifestarsi attraverso diversi meccanismi patologici, la maggior parte dei quali è tipicamente di natura neurodegenerativa (ad esempio, Alzheimer, demenza di Parkinson), vascolare (come la demenza vascolare) o mista. Data la ampia eterogeneità di queste condizioni e i crescenti oneri ad esse associati, vi è un grande interesse nello sviluppo di nuovi bersagli terapeutici per i pazienti.
LE STRUTTURE CEREBRALI COINVOLTE: L'IPPOCAMPO
Per comprendere meglio gli effetti delle apnee ostruttive sull’attività cognitiva, le ricerche mediche hanno cercato di identificare alterazioni nelle zone deputate in primo luogo alla memoria (neuroimaging come la risonanza magnetica) e spesso si concentrano sull'ippocampo, un'area del cervello fondamentale per le capacità cognitive e nota per essere sensibile al danno ipossico.
Già è noto che le apnee ostruttive sono associate a una diminuzione della materia grigia ippocampale bilaterale e a una diminuzione del volume totale e destro dell'ippocampo.
Un recente studio pubblicato quest’anno (riportato in bibliografia) ha dimostrato che le apnee ostruttive sono significativamente associate ad una riduzione dei volumi ippocampali, bilateralmente, in particolare negli individui con deterioramento cognitivo dovuto a eziologia neuro-degenerativa vascolare o mista.
Questi dati supportano la teoria secondo cui gli individui con deterioramento cognitivo presentano processi neurodegenerativi sottostanti che aumentano la loro suscettibilità agli effetti avversi delle apnee ostruttive.
Le apnee ostruttive dovrebbero essere considerate un potenziale fattore di rischio modificabile nelle popolazioni vulnerabili.
I danni al cervello ed in particolare all'ippocampo, sono preoccupanti perché questa struttura è la parte del cervello in cui vengono immagazzinati i ricordi recenti ed è la prima area ad essere danneggiata dal morbo di Alzheimer.
Riconoscendo l'importanza delle apnee ostruttive, è evidente che l'introduzione di interventi mirati di screening e trattamento appropriato al disturbo, potrebbero non solo mitigare il declino cognitivo ma anche potenzialmente preservare l'integrità dell'ippocampo e delle sue funzioni, in particolare nei soggetti che non manifestano sintomi.
COME SI SVILUPPA IL DANNO DA APNEE
Il dannoso effetto delle apnee notturne si sviluppa così: l’ostruzione delle vie aeree superiori, provocano ipossia e frammentazione del sonno. La minore quantità di ossigeno disponibile invia un segnale al cervello che non si sta respirando e il cervello cerca di svegliarci - con microrisvegli - per tornare a respirare, spesso senza che se ne abbia memoria.
Alcune aree del cervello, tra cui l'ippocampo, sono molto sensibili all'ipossia e questo di per sé causa una serie di cambiamenti e lesioni nelle cellule sottoposte a questa carenza di ossigeno.
Ma non è solo la perdita di ossigeno a essere dannosa: quando si torna prepotentemente a respirare, si verifica un processo di aumento improvviso dell'ossigenazione, che viene definito "re-ossigenazione", necessario, ma in grado di provocare danno ossidativo. Questo costituisce uno dei meccanismi per il quale si danneggiano molti tessuti a livello sistemico (molti organi del corpo), compresi vasi sanguigni e cellule cerebrali.
EFFETTI BIOCHIMICI DEL DANNO: I BIOMARCATORI
Anche alcune componenti biochimiche sono state studiate per verificare gli effetti delle apnee ostruttive su possibili “biomarcatori” di laboratorio.
Le forti associazioni tra i biomarcatori di neurodegenerazione e il deterioramento cognitivo nell'arco di oltre 12 anni suggeriscono che i primi cambiamenti patologici cerebrali possono essere rilevati in modo non invasivo anni prima dei sintomi clinici di deterioramento cognitivo.
Sono stati studiati i livelli plasmatici di catena leggera dei neurofilamenti (NfL), la threonine 217 (p‐tau217), la plasma brain‐derived tau (BD‐tau), la proteina acida fibrillare gliale (GFAP) e l’ubiquitina carbossi-terminale idrolasi L1 (UCH-L1). Nomi difficili da ricordare, ma quello che conta à sapere che in futuro potremmo essere in grado di identificare precocemente i soggetti a rischio di sviluppare danno degenerativo cerebrale.
SOSTANZA GRIGIA, SOSTANZA BIANCA E BARRIERA EMATO-ENCEFALICA
Livelli più bassi di ossigeno durante il sonno (dovuti all'apnea notturna) sono anche associati a iperintensità della sostanza bianca cerebrale valutata con la Risonanza Magnetica.
La sostanza bianca nel cervello si trova al di sotto della sostanza grigia (anch’essa colpita dai ridotti livelli di ossigeno) e serve a trasmettere segnali ad altre parti del sistema nervoso centrale. Avere iperintensità della sostanza bianca, che appaiono come punti luminosi nelle scansioni della Risonanza Magnetica dell’encefalo, è un segnale che i piccoli vasi sanguigni che vanno al cervello sono danneggiati o stanno iniziando a danneggiarsi.
Quello che è ormai un dato studiato ampiamente è che più grave è l'apnea notturna, peggiore è l'ossigenazione e maggiore è il danno alla sostanza bianca cerebrale.
Le ragioni di questi processi sono molto complesse, ma gli studi indicano che l'apnea ostruttiva notturna colpisce il cervello, causando subdolamente nel tempo lesioni vascolari cerebrali o danni ai piccoli vasi sanguigni del cervello.
Nella materia grigia realizza la maggior parte delle informazioni nel cervello, il controllo muscolare, la percezione sensoriale come la vista e l'udito, la parola, l'autocontrollo, il processo decisionale, la memoria e le emozioni.
La materia bianca è invece il tessuto attraverso il quale passano i messaggi tra le diverse aree di materia grigia all'interno del cervello. Agisce come un relè, un sistema di comunicazione di coordinamento tra le regioni del cervello. La materia bianca influenza attivamente il modo in cui il cervello apprende e funziona.
La barriera emato-encefalica è un meccanismo di filtraggio che porta il sangue e molti dei suoi componenti al cervello e al midollo spinale (ad es. acqua, alcuni gas, glucosio e amminoacidi), cioè alle cellule nervose, ma blocca il passaggio di alcune sostanze pericolose: sostanze chimiche, batteri nocivi e potenziali neurotossine oppure dei cambiamenti della loro distribuzione.
L'apnea notturna fa sì che la barriera emato-encefalica diventi più permeabile, facilitando l'ingresso di alcune sostanze dannose nel cervello. Alcune di queste sostanze sono correlate a gravi patologie come epilessia, sclerosi multipla, ictus, meningite, Alzheimer, solo per citarne alcune.
LA DIAGNOSI DI APNEE NOTTURNE
Sappiamo che i tre segni fondamentali per identificare un paziente affetto da apnee sono: il russamento rumoroso, la sonnolenza diurna, le pause respiratorie in sonno; ma anche la cefalea al mattino, la stanchezza cronica, le alterazioni della memoria, la presenza di malattie cardiovascolari (ipertensione, insufficienza cardiaca pregressi ictus, TIA o infarto, le aritmie cardiache), l’obesità, le malattie metaboliche e il diabete, le alterazioni della funzione tiroidea, una circonferenza del collo superiore a 43 cm (uomo).
Se sospetti di avere apnee notturne, parla con il tuo medico per ottenere un invio ad uno specialista del sonno. L'apnea notturna può essere diagnosticata in modo definitivo solo con uno studio del sonno noto anche con il nome di polisonnografia.
Durante una polisonnografia si registrano informazioni sul sonno, i movimenti delle gambe, l'attività cerebrale, la frequenza respiratoria, l’ossigeno nel sangue, l’elettrocardiogramma e la pressione arteriosa durante il sonno.
Questi dati indicheranno il tuo indice di apnea-ipopnea (AHI) che è il numero di apnee che subisci in un'ora e dato più importante i livelli di ossigeno sistemici, correlati più del numero di apnee al danno cerebrale.
Può così essere diagnosticata un'apnea notturna lieve, moderata o grave e questo consente di determinare la terapia necessaria.
CHI ARRIVA IN SOCCORSO
Gli effetti più significativi del danno cerebrale da apnee notturne sono le menomazioni dell’attività cognitiva, le alterazioni dell'umore e della vigilanza diurna. Questi, insieme ai danni alla materia grigia e bianca nel cervello possono essere contrastati e corretti mediante l’uso della terapia ventilatoria CPAP, una terapia a pressione positiva delle vie aeree che consente di non avere più apnee e di controllare efficacemente, nel tempo, le conseguenze delle apnee non trattate.
L'uso della CPAP può riportare le sostanze chimiche e il funzionamento del cervello a livelli normali; i sintomi dannosi e mortali delle apnee notturne si riducono o si risolvono e il paziente può ritrovare stabilità fisiologica e psicologica.
CONCLUSIONI
Effetti dell'apnea notturna sulle strutture cerebrali.
L'apnea notturna provoca non solo carenza di ossigeno nelle cellule del corpo ma anche uno stato infiammatorio generale che colpisce quasi tutti gli organi del corpo umano. Il cervello è influenzato negativamente da questa privazione di ossigeno, come ogni altro organo.
Le apnee non trattate possono influenzare le strutture del cervello associate alla memoria, all'umore, al funzionamento esecutivo (capacità di pensiero di alto livello) e all'attenzione. Causano una diretta riduzione della quantità di materia bianca e di quella grigia, strutture del cervello responsabili della capacità di elaborare informazioni e apprendimento.
Anche se studiamo persone che non hanno manifestato sintomi di decadimento cognitivo, potremmo osservare danni molto precoci determinati dalle apnee ostruttive, ancor prima che qualcuno sviluppi deficit di memoria.
COSA RICORDARE
Le apnee notturne non trattate sono associate a disturbi cognitivi e problemi di umore, memoria e vigilanza. Possono portare a danni cerebrali a causa degli effetti a lungo termine della privazione cronica del sonno e della carenza di ossigeno.
Il danno cerebrale correlato all'apnea notturna può essere parzialmente o completamente invertito in molti casi con la terapia a pressione positiva delle vie aeree (CPAP), terapia che deve essere deciso da uno specialista del sonno.
Molte persone non si rendono conto (anche per anni) di soffrire di apnea notturna. Semplicemente non se ne accorgono se non in presenza di sintomi gravi come il soffocamento notturno o per il racconto di partner o parenti.
Se hai eccessiva sonnolenza diurna o il tuo partner nota sintomi come russare o ansimare, parla con il tuo medico e chiedi informazioni su come ottenere uno studio del sonno.
Si può morire di apnea notturna? E’ improbabile che una singola apnea determini la morte di un paziente.
Ma le apnee notturne non trattate possono condurre a complicazioni di salute gravi e potenzialmente fatali. Queste includono insufficienza cardiaca, ischemia cardiaca, pericolose aritmie, diabete, ictus e alcuni tipi di cancro.
Le persone con apnea notturna, spesso provano eccessiva sonnolenza diurna, fenomeno che può aumentare il rischio di incidenti automobilistici mortali e incidenti nel mondo del lavoro.
Fonti:
1. Circulating Biomarkers of Neurodegeneration and Risk of Cognitive Impairment. Neurology August 26, 2025 issue.
2. Effects of 3-month CPAP therapy on brain structure in obstructive sleep apnea: A diffusion tensor imaging study. Front. Neurol., 22 August 2022
3. Examining the association between sleep apnea and total hippocampal volumes in cognitive impairment. Alzheimers Dement. 2025 Apr 25;21(4).
Sottoporsi a un'analisi del sonno può aiutarti ad affrontare l'apnea notturna e ridurre il rischio di gravi complicazioni in futuro.
CENTRO PER LA RICERCA E LA CURA DEI DISTURBI DEL SONNO
ROMA
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Centro Multisciplinare ricerca e cura disturbi del sonno
Prof. Dott. Francesco Peverini
Visite per disturbi respiratori in sonno (apnee notturne) e per insonnia. Polisonnografia
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