15/11/2025
Ho appreso da poco la notizia
mi sento profondamente toccata come psicologa, credo sia importante chiarire alcuni punti con empatia e rigore professionale.
1 Tutto ciò genera un profondo Stigma all’adozione.
Promuovere l’idea che solo “famiglie tradizionali” (eterosessuali) siano adatte all’adozione, o che ai bambini importi il genere dei genitori piuttosto che l’amore, è profondamente sbagliato. I bambini non cercano il sesso dei propri caregiver quanto la presenza affettiva, la sicurezza, il sostegno e l’amore. Ridurre l’adozione a una questione di genere è dunque una distorsione che non tiene conto delle reali esigenze psicologiche ed emotive di un bambino.
2. Qualche dato di contesto
Secondo il Quaderno della Ricerca Sociale n. 61, al 31 dicembre 2023 in Italia vi erano 30.936 minori (escludendo i minori stranieri non accompagnati) che vivevano stabilmente fuori dalla loro famiglia di origine (almeno 5 notti alla settimana) in strutture residenziali o affidamento.
Questo significa un tasso di circa 3,5 bambini ogni 1.000 tra gli 0-17 anni collocati in accoglienza alternativa.
Questi numeri sono indicativi di quanti giovani, potenzialmente, non riescano a trovare un’adozione e crescano in comunità o case-famiglia, spesso in contesti meno stabili o privi di una base affettiva continuativa.
3. Impatto psico-emotivo dell’esperienza istituzionale
L’esperienza di vivere in comunità residenziali o case-famiglia può segnare profondamente la salute psico-emotiva di un bambino. Gli studi clinici e teorici mostrano che la mancanza di un legame stabile e affettuoso con una figura di attaccamento può aumentare il rischio di sviluppare insicurezze emotive, ansia, difficoltà nella regolazione emotiva e problemi relazionali da adulti.
Uno dei pilastri fondamentali della psicologia dello sviluppo, la teoria dell’attaccamento di John Bowlby, afferma proprio questo: nei primi anni di vita, il bambino forma un legame affettivo con la figura di accudimento (caregiver) che diventa la sua “base sicura”.
Quando questo legame è costante, sensibile e rassicurante, il bambino sviluppa un attaccamento sicuro, che favorisce la fiducia in sé, una regolazione emotiva sana e relazioni positive in futuro.
Al contrario, esperienze di separazione, abbandono o instabilità precoci possono portare a modelli di attaccamento insicuri o disorganizzati, che possono avere conseguenze psicologiche anche a lungo termine.
4. Sull’omosessualità e le paure legate all’adozione
È inaccettabile nel 2025 continuare a basare pregiudizi sull’adozione di bambini da parte di coppie LGBTQ+ su timori irrazionali, come che “i bambini diventino gay” se crescono con due uomini o due donne. Questo non ha alcun fondamento scientifico: l’orientamento sessuale non dipende dal tipo di famiglia in cui si cresce, ma ha basi complesse legate a fattori biologici, psicologici e sociali.
Inoltre, molti adulti omosessuali sono nati in famiglie eterosessuali – dimostrando che l’orientamento sessuale non è “trasmesso” per imitazione, ma non è semplicemente legato alla struttura genitoriale.
L’essenziale per un minore è avere adulti che gli possano offrire amore sincero, ascolto, protezione, sostegno e un progetto di vita, non importa il loro genere o orientamento sessuale.
5. Perché è un problema morale e psicologico lasciare un bambino in casa-famiglia
Quando un bambino rimane in comunità residenziali per anni, senza un progetto di adozione o senza una famiglia stabile, si perde un’opportunità fondamentale: quella di costruire un legame profondo e duraturo. Anche se le strutture possono offrire cure di base, molto spesso non riescono a garantire la continuità affettiva, la “base sicura” emotiva, l’attaccamento sicuro che un bambino ottiene crescendo con genitori che lo amano.
Una coppia, anche gay, che desidera adottare, se è in grado di garantire cura, ascolto, amore e protezione, offre molto più di una semplice sistemazione: offre radici, futuro e salute emotiva. Privare un bambino di questa possibilità solo per stereotipi è un danno reale.
In conclusione, La convinzione che solo certe famiglie siano “adottive valide” è non solo ingiusta, ma psicologicamente dannosa. In qualità di psicologa, credo fermamente che l’amore, la stabilità emotiva e la capacità di creare legami sicuri siano i fattori veri che determinano il benessere di un bambino. Non il genere o l’orientamento dei genitori.
È fondamentale che venga incoraggiata e promossa una visione inclusiva e consapevole dell’adozione, basata sui reali bisogni emotivi dei bambini, piuttosto che su paure infondate o pregiudizi. È solo così che possiamo garantire a questi minori l’opportunità di una crescita sana, in un contesto familiare autentico e amorevole.
Dott.ssa Chiara Ilardi