01/03/2023
Condivido questo bellissimo post perché la possibilità di cui parla è ciò verso cui può tendere un percorso di psicoterapia, ovvero la possibilità di comunicare agli altri ciò di cui abbiamo bisogno e, in generale, le emozioni che stiamo provando all'interno di una relazione di qualsiasi tipo.
Nelle varie strade in cui mi incammino nella mia professione con le persone che mi donano la loro fiducia, la fatica di chiedere ciò che serve emotivamente è immancabilmente presente, per i motivi più diversi, e porta con sé la sensazione di restare "appesi" agli altri e il malumore derivante dal non sentirsi compresi nei propri bisogni.
Esprimere una richiesta all'altro e comunicargli l'emozione provata può aiutare a sentirci attivi e in contatto con i nostri desideri, in relazione ma non più "legati" e non più in "attesa", e mette l'altro nella condizione di conoscerci realmente e di comprenderci.
"Mi dai un abbraccio?"
"La frase che mi hai detto mi ha ferita, ne possiamo riparlare?"
"Sei sempre al telefono quando siamo a cena, ciò mi fa sentire solo."
"Quando non rispondi per giorni alle mie chiamate e scompari, mi arrabbio, oltre a rimanerci male."
"Sabato andiamo a fare una bella passeggiata insieme? Ho desiderio di passare del tempo con te."
E poi, si, il dare coincide magicamente con il ricevere. 🌸
Serve saper chiedere ciò di cui si ha bisogno.
L'ho insegnato prima a Sōsuke e poi a Emilio, che quando le si desidera, le coccole vanno dette. Sono anzi qualcosa che ci si prende e qualcosa che si dà, al pari di un bicchiere d'acqua. Aspettarle va pure bene, ma ci si mette alla mercé dell'altro e l'insicurezza non fa bene a nessun tipo d'amore.
L'ho raccontato a Rovereto mesi fa, durante la presentazione che tanto ha viaggiato sul tema bambino, che capita spesso che, in qualunque luogo io mi trovi nella casa (sul mio letto, al lavello in cucina, a terra quando guardiamo un film), io gridi «Emergenza cocccoooooo» - che sta per «emergenza coccole».
Sento allora i passini di Sōsuke ed Emilio echeggiare da ogni punto, rimbombare sul legno del pavimento, ascolto le loro voci distinte che si chiamano, interrompendo all'istante ogni gioco, e persino ogni litigio. Arrivati vicino, mi si aggrappano forte, mi danno bacini, e carezze, mi promettono gesti speciali, spettacolini teatrali.
D'altronde, l'incanto di certe azioni è che dare viene a coincidere magicamente con il ricevere. Così coccolare è essere coccolati. Nutrire è essere nutriti.
Allora, tornando al discorso che facevo tempo fa sull'assenza nella lingua giapponese della parola "coccole", ho certezza che si debba nominare ciò che ci manca, insegnare agli altri la nostra maniera d'essere amati. Spiegarci.
Gridare all'occorrenza anche «Emergenza coccooooooo». ♥️