Floriterapia Mindful

Floriterapia Mindful Floriterapeuta | Psicologa in formazione • Yoga & Mindfulness per bambini e adolescenti | Percorsi di consapevolezza per il benessere femminile

08/11/2025

✨️Un passo alla volta, con gentilezza.

I Fiori di Bach ci aiutano a ritrovare equilibrio, leggerezza e consapevolezza.
Durante una consulenza, attraverso l’ascolto e il dialogo, impariamo a riconoscere le emozioni che chiedono attenzione — e a trasformarle con dolcezza. 🌿💫

I Fiori non cambiano chi siamo, ma ci accompagnano verso una versione più autentica e armoniosa di noi. 🌸

🌙 Prenderti cura di te è il primo atto d’amore.

Fare un passo verso la propria verità è sempre un atto d'amore.✨️Questo è il cammino dellaconsapevolezza.
01/11/2025

Fare un passo verso la propria verità è sempre un atto d'amore.

✨️Questo è il cammino della
consapevolezza.


✨️La tua luceCi sono stati momenti in cui ho dubitato di me,in cui mi sono chiesta se stessi davvero camminando nella di...
26/10/2025

✨️La tua luce

Ci sono stati momenti in cui ho dubitato di me,
in cui mi sono chiesta se stessi davvero camminando nella direzione giusta.

Questo dialogo interiore mi toglieva energia,
mi faceva sentire piccola, spenta.

Finché non ho imparato a riconoscere la qualità preziosa del mio legame con la spiritualità.
Quando guardavo me stessa con gli occhi del mondo “ordinario”, mi sentivo povera.
Ma quando tornavo a contatto con la mia essenza,
tutto cambiava colore: il grigio diventava luce, suono, presenza.🌸

La prima volta che ho scelto di fidarmi della mia parte spirituale
è stato quando ho aperto la porta al mondo dei Fiori di Bach.

Da allora, i Fiori mi hanno accompagnata in ogni stagione della mia vita:
nelle separazioni, nella maternità, nelle paure, nella rabbia,
in quei momenti in cui mi sentivo fragile o invisibile.

Con loro ho imparato che anche nel dolore può esserci grazia,
e che ogni emozione, se accolta, diventa un seme di consapevolezza. 🌿

Oggi sono una Bach Flower Registered Practitioner,
e porto avanti con amore questa pratica semplice e profonda,
che parla direttamente al cuore dell’essere umano.

Accompagno chi desidera ritrovare equilibrio,
centratura, serenità.
Chi vuole riscoprire la propria luce interiore.
💫 Con amore e presenza,
Susanna



24/10/2025

🌸 Mi presento: sono Susanna Esposito, floriterapeuta e psicologa in formazione.
Ti accompagno a ritrovare equilibrio e presenza con la floriterapia e la mindfulness.

Questo spazio è un luogo di calma, respiro e consapevolezza 🌿

✨️Uno spazio di presenza e fioritura✨️🌸 A volte la vita ci invita a fermarci.Non è sempre facile: arrivano silenzi, spaz...
21/10/2025

✨️Uno spazio di presenza e fioritura✨️

🌸 A volte la vita ci invita a fermarci.
Non è sempre facile: arrivano silenzi, spazi vuoti, momenti di pausa che ci spaventano.

Eppure, proprio lì, nasce qualcosa di prezioso.
Nel respiro consapevole, nella calma, nel contatto con la parte più autentica di noi.

Questo spazio nasce per accompagnarti a ritrovare equilibrio, leggerezza e fiducia - con la Floriterapia, la Mindfulness e la presenza gentile.

Ricordo il momento in cui ho ricominciato a respirare. Non per "fare yoga" o "fare mindfulness", ma solo per esserci.
Uno, due, tre respiri consapevoli...
E in quel poco ho ritrovato tantissimo.

Questo è il mio cammino - di Psicologa in formazione, Floriterapeuta e ricercatrice spirituale. Un percorso fatto di piccoli atti di presenza, amore e gratitudine verso la vita🌿

🌸 A volte basta un respiro per aprire un mondo.

💫Con amore,
Susanna Esposito

🦋 Seguimi se desideri trovare ispirazione verso un percorso di consapevolezza, ascolto e gentilezza verso te stessa




«L'orientamento del mio lavoro è diverso da quello del teatro europeo delle ferite e delle rovine» spiega «Abbiamo umani...
20/10/2023

«L'orientamento del mio lavoro
è diverso da quello del teatro europeo delle ferite
e delle rovine» spiega «Abbiamo umanizzato il
teatro, lo abbiamo ridotto a espressione umana
e così facendo abbiamo limitato sia il teatro
che l'universo. La morte dell'arte è il nostro non
orientare più la creazione verso il divino. Oggi
tutto sembra riguardare le emozioni, la libertà, il
mercato e i like su Facebook, e chiunque può avere
un'opinione. Ma non siamo in grado di raggiungere
l'altezza o la profondità necessaria per iniziare a
toccare i nostri bisogni spirituali. Quindi dobbiamo
distruggere questo tempio e ricostruirlo».
Lemi Ponifasio regista teatrale e coreografo neozelandese-samoano

Quando mi sono svegliata questa mattina e uscendo ho trovato gli alberi e la natura intorno a me ho ricevuto un elemento...
16/10/2023

Quando mi sono svegliata questa mattina e uscendo ho trovato gli alberi e la natura intorno a me ho ricevuto un elemento in più sulla mia riflessione sulla forza.

Il primo pezzo di questo grande quadro è stato comprendere che la forza non devo cercarla altrove, la forza, la mia forza è dentro di me.

Ma oggi mi sono resa conto che forse ci sono portali di accesso che permettono di accedere alla propria forza.

Per me uno è la natura. La natura intorno a me mi sostiene, accende il mio spirito e mi sussurra di trovare la mia centratura stando insieme a lei.

Alberi erbe vento e foglie, la terra mi mi mette in contatto con il luogo interiore della mia forza.

E non devo dimenticarlo più.

Grazie per questo giorno bellissimo tanti auguri!

Questo discorso comincia con molti condizionali. Oggi sarei dovuta essere sulla scena del Burgtheater e aprire le Wiener...
05/10/2023

Questo discorso comincia con molti condizionali. Oggi sarei dovuta essere sulla scena del Burgtheater e aprire le Wiener Festwochen. Sarei stata la prima indigena in assoluto a tenere un discorso in questo teatro, uno dei più grandi e ricchi teatri del mondo – come mi hanno detto. Avrei cominciato con una citazione da un classico europeo, l’Antigone di Sofocle: «Molte cose sono mostruose. Ma niente è più mostruoso dell’uomo».

Perché io sarei arrivata da voi direttamente dalle nostre prove in Amazzonia, una nuova messa in scena europea-brasiliana dell’Antigone. Io avrei avuto il ruolo di Antigone, che si ribella contro il Re Creonte, che non vuole seppellire suo fratello, perché lo considera un nemico di Stato. Il coro avrebbe dovuto essere costituito da senza terra, sopravvissuti a un un massacro del regime brasiliano.

Noi avremmo rappresentato questa nuova Antigone su una strada occupata che attraversa l’Amazzonia – quelle foreste che sono in fiamme. Non sarebbe stato un pezzo di teatro, ma una azione. Non un atto dell’arte, ma un atto di resistenza: contro quel potere politico, che distrugge l’Amazzonia. Ma tutto questo non è accaduto. La strada che attraversa l’Amazzonia non è stata occupata, io non ho recitato l’Antigone. Noi siamo tutti di nuovo dispersi per il mondo, e ci vediamo ancora solo sugli schermi – come adesso.

I miei amici europei mi hanno chiesto come sto. Sto bene. Mi trovo nella foresta, dal mio popolo, nella parte più settentrionale del Brasile, sulla riva del fiume Oiapoque. Mi circonda la natura, mi protegge e mi nutre. Vivo al ritmo del canto degli uccelli e della pioggia, eseguo i rituali che mi portano in contatto con i miei antenati. Per la prima volta da 500 anni, l’Europa e l’America sono di nuovo separate l’una dall’altra.

Appartengo al terzo Clan del popolo dei Tariana, il Clan del fulmine. Sono una figlia del dio dei fulmini, figlia di un re, come Antigone. Prima, racconta il mito, noi Tariana eravamo uomini di pietra. Ma nell’età moderna abbiamo assunto un corpo umano, per poter comunicare con gli uomini che vennero da noi.

Mia madre, una Tucana, mi dette il nome di Kay Sara, che significa: ‘Colei che ha cura degli altri’. Da parte paterna io sono, dunque, una Tariana. Ma parlo con voi nella mia lingua materna, il Tucano. Come tutti, sono una mescolanza di molte cose: sono Tucana e Tariana, una donna, una attivista, un’artista. Vi parlo, dunque, in rappresentanza di tutto questo.

Noi Tucana siamo denominati ‘indiani’. Ma io insisto sul fatto che dobbiamo essere chiamati indigeni. Perché indigeno significa: ‘di questa terra’. Sono diventata attrice per poter raccontare di noi, degli indigeni. Per molto tempo la nostra storia è stata raccontata con le parole dei non-indigeni. Ora è giunto il tempo di essere noi a raccontare la nostra storia.

Kay Sara - Antigone
Antigone in Amazzonia / Ph: Armin Smailovic
La nostra disgrazia è cominciata, quando nella nostra terra arrivarono gli Spagnoli e i Portoghesi. Dapprima vennero i soldati, quindi i missionari. Con gli Europei arrivarono da noi anche le malattie. Morirono in milioni. Altri milioni di noi morirono per mano dei soldati e dei missionari, in nome di un Dio e di una civiltà, in nome del progresso e del guadagno. Alcuni abbandonarono le foreste, per lavorare nei campi. Ma alla fine del lavoro li uccisero, per non pagarli. Oggi solo pochi di noi sono sopravvissuti. Sono una delle ultime dei Turiana. E da poche settimane è arrivata da noi l’ennesima malattia dall’Europa: il Coronavirus. Forse siete venuti a sapere che a Manaus, la capitale dell’Amazzonia, questa malattia imperversa in maniera particolarmente orribile. Non è più tempo per sepolture vere e proprie. Gli uomini giacciono in fosse comuni, e sono coperti di terra dai trattori. Altri giacciono per strada, insepolti, come il fratello di Antigone.

I bianchi usano il caos, per penetrare ancora di più nelle foreste. Gli incendi non sono più spenti. La deforestazione si è incentivata. E da parte di chi? Chi finisce tra le mani dei taglialegna, viene trucidato. E che ha fatto Bolsonaro? Quel che ha sempre fatto: stringe la mano dei suoi sostenitori e deride i morti. Ha incaricato i suoi collaboratori di non avvisare i popoli indigeni che è scoppiata una malattia. È un invito al massacro. Bolsonaro vuole portare fino in fondo il genocidio degli indigeni, che perdura da 500 anni.

Lo so: siete abituati a discorsi come questo. Quando è troppo tardi, arriva sempre da voi una profetessa o un profeta. Quando nelle tragedie greche entrano in scena Cassandra o Tiresia, allora si sa che la sventura è già in corso. Perché voi ci ascoltate volentieri se cantiamo, ma non se parliamo. E se ci ascoltate, allora non ci capite. Il problema non è che non sapete, che le nostre foreste bruciano e i nostri popoli muoiono. Il problema è che vi siete abituati a queste cose.

Vi dico dunque cose che tutti sapete: da alcuni anni i fiumi minori dell’Amazzonia, per la prima volta a memoria d’uomo, sono secchi. Nei prossimi dieci anni l’ecosistema dell’Amazzonia collasserà, se non facciamo subito qualcosa. Il cuore di questo pianeta smetterà di ba***re. Lo affermano i nostri e i vostri scienziati, e forse è l’unico argomento su cui concordiamo. Andremo in rovina, se non facciamo qualcosa. Non possiamo essere così egoisti da negare alla prossima generazione ciò che di più bello abbiamo, la Natura, e dal liberare ogni energia, per la nostra sopravvivenza.

Nelle ultime settimane ci hanno spedito molti appelli, sottoscritti da molte celebrità. Volete usare meno l’aereo, rubare meno, uccidere meno. Ma come potete credere, dopo 500 anni di colonizzazione, dopo migliaia di anni di sottomissione del mondo che possiate concepire un pensiero che non porti solo ulteriore distruzione? Se ascoltate voi stessi, troverete solo il vostro complesso di colpa. E se viaggiate nel mondo, troverete solo la sporcizia con cui ci avete contaminato. Non esiste niente rispetto al quale potete fare marcia indietro. Io non ho paura per me, ho paura per chi verrà dopo.

Ed è per voi, dunque, tempo di tacere. È tempo di ascoltare. Avete bisogno di noi, i prigionieri del vostro mondo, per capire voi stessi. Le cose stanno in maniera davvero semplice: non c’è guadagno in questo mondo, c’è solo la vita. E perciò è bene che io non sia sulla scena del Burgtheater. Che io non vi parli da attrice. Perché qui non si tratta più d’arte, non si tratta più di teatro. La nostra tragedia è qui e ora, nel mondo, sotto i vostri occhi.

E forse è questo, ciò che mi inquieta di più, se io sento parlare Creonte: lo sa, di aver torto. Sa che quel che fa non è giusto. Che è sbagliato, in ogni senso. Che distruggerà se stesso, distruggerà la sua famiglia, l’apocalisse. E tuttavia lo fa. Critica se stesso, odia se stesso, ma continua a fare quel che odia.

Questa follia deve finire. Smettiamola di essere come Creonte. Siamo come Antigone! Perché quando diventa legge l’ingiustizia, allora la resistenza è un dovere. Resistiamo insieme, siamo esseri umani. Ognuno alla sua maniera e nel suo luogo, uniti dalla nostra diversità e dal nostro amore per la vita, che ci unisce tutti.

Kay Sara

«Non devi aver paura. L’isola è piena di rumori, suoni e dolci arie che danno piacere e non fanno male. A volte sento mi...
27/09/2023

«Non devi aver paura. L’isola è piena di rumori, suoni e dolci arie che danno piacere e non fanno male. A volte sento mille strumenti vibrare e mormorarmi alle orecchie. E a volte voci che, pur se mi sono svegliato dopo un lungo sonno, mi fanno addormentare di nuovo. E poi, sognando, vedevo spalancarsi le nuvole e apparire ricchezze pronte a cadere su di me. Così, svegliandomi, piangevo per sognare ancora».
La Tempesta W. Shakespeare

Calibano che tante frasi orribili fa uscire dalla sua bocca, quando parla della sua isola dice parole ispirate, piene di poesia e commoventi. E questo monologo pronunciato da lui ti sorprende e ti fa riflettere sulla sua vera natura. Calibano è descritto come un mostro ma forse proprio per la sua essenza selvatica vive in armonia con tutto quello che c’è sull’isola, ama e conosce alberi, colline, venti, acque. Vede, sente e coglie le entità spirituali che la abitano e con amore e nostalgia a esse si abbandona.

Ho visto ieri lo spettacolo The tempest project di Marie Elene Estienne e Peter Brook e mi è successa una cosa che continua a capitarmi da quando ho compiuto 40 anni... il mondo delle immagini mi parla, qualcosa dentro di me si è trasformato, sento la profondità dei testi e delle parole quando leggo o ascolto e mi sembra di aver vissuto per anni senza essere andata oltre la superficie.

Ma una terapeuta molto brava mi ha detto che Jung ha parlato di una trasformazione interiore nella donna ai 40 anni e io non posso fare altro che farmi attraversare da questa meraviglia.

- Ma la renna chiese di nuovo qualcosa per la piccolaGerda e Gerda stessa volse verso la donna di Finlandiauno sguardo c...
26/09/2023

- Ma la renna chiese di nuovo qualcosa per la piccola
Gerda e Gerda stessa volse verso la donna di Finlandia
uno sguardo così implorante, pieno di lacrime, e questa
ricominciò di nuovo a strizzare gli occhi poi portò la
renna in un angolo dove le sussurrò qualcosa [...]
«Io non posso darle una forza più grande di quella che
già ha! Non vedi quanto è grande? Non vedi come gli
uomini e gli animali la servono, e quanto ha
camminato nel mondo con le sue sole gambe? Non
deve avere da noi il potere: il potere si trova nel suo
cuore perché è una fanciulla dolce e innocente [...]
noi non possiamo
aiutarla!
H.C. Andersen

Tiresia: [...] E dal momento che mi hai rinfacciato anche la mia cecità, allora ti dico: si, tu hai gli occhi, ma non ri...
21/09/2023

Tiresia: [...] E dal momento che mi hai rinfacciato anche la mia cecità, allora ti dico: si, tu hai gli occhi, ma non riesci a vedere in quale miseria sei caduto, né dove abiti, né con chi vivi. E sai forse da chi sei nato?[...]. Adesso guardi dritto ma presto non vedrai che tenebra.

Sofocle, Edipo re

"Nella vicenda narrata nell’Edipo Re,[...], la controparte dialettica della vista
sensibile è evidentemente rappresentata dalla cecità.

Accecamento e visione vengono a strutturarsi così come i due poli contrari, ma complementari, del medesimo orizzonte simbolico.

Lungi dal poter essere definiti esclusivamente come una privazione del potere legato alla vista, la cecità di Tiresia e l’auto-accecamento di Edipo designano UN MODO DI VEDERE ALTERNATIVO, DIFFERENTE E PIù PROFONDO RISPETTO ALLA VISIONE SENSIBILE."

C’era una volta un re che aveva tre figli: due erano intelligenti e avveduti,mentre il terzo parlava poco, era semplice,...
18/09/2023

C’era una volta un re che aveva tre figli: due erano intelligenti e avveduti,
mentre il terzo parlava poco, era semplice, e lo chiamavano il Grullo. Quando il
re cominciò a sentirsi vecchio e debole e a pensare che la sua fine era vicina,
non sapeva quale dei suoi figli dovesse ereditare il regno. Allora disse loro:
“Partite, e colui che mi porterà il tappeto più fine, diventerà re dopo la mia
morte.”
E perché non litigassero tra loro, li condusse davanti al castello, soffiò su tre
piume e disse:
“Andate nella direzione in cui esse voleranno.”
Una piuma volò verso Oriente, l’altra verso Occidente, mentre la terza se ne volò
diritto e non andò molto lontano, ma cadde a terra ben presto. Allora uno dei
fratelli prese a destra, l’altro se ne andò a sinistra e intanto deridevano il Grullo
che doveva restarsene lì dov’era caduta la terza piuma.
Il Grullo si mise a sedere tutto triste, ma di colpo si accorse che vicino alla
piuma c’era una botola. Allora la aprì, trovò una scala e scese...

"Trovò una scala e scese"

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Rome

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