31/07/2025
Ci sono giorni o periodi interi in cui il sonno smette di essere un rifugio sano. Non è più riposo, ma diventa un anestetico, un letargo, una sorta di pausa forzata dalla realtà. Non dormiamo per ricaricarci, dormiamo per non esserci.
Ci succede quando dentro è troppo… troppa ansia, troppo dolore, troppa pressione... La mente, schiacciata e satura, non riesce più a restare sveglia e allora il corpo è come se la prendesse per mano e la portasse via. Spegne tutto e il sonno diventa un modo per “sparire senza sparire davvero”.
La mente entra così in una sorta di stand-by emotivo, è un meccanismo di difesa, spesso inconscio.
I neurotrasmettitori che ci tengono attivi e motivati (dopamina, serotonina, noradrenalina) crollano e all’opposto sale il cortisolo, l’ormone dello stress. Il sistema nervoso a quel punto è come se tirasse il freno a mano e noi cadiamo nel sonno, non perché siamo stanchi nel senso classico, ma perché il dolore e il rumore interno, sono insostenibili.
È come se il corpo ci dicesse: “Non possiamo più stare svegli a sentire tutto questo, è troppo”.
Quando la mente fa così e ci “spegne”, lo fa per proteggerci da una realtà che ci fa troppo male, dall’ansia che non si spegne, dal senso di vuoto, da aspettative che non riusciamo più a sostenere, da un conflitto che non vogliamo guardare… Il sonno, in questi casi, non è riposo diventa proprio una porta chiusa a chiave, ma dall’interno.
È fondamentale però distinguere una grande stanchezza “sana”, da questa forma di fuga, perché non tutto il bisogno di dormire è patologico. Il corpo a volte ha davvero solo bisogno di riposare, ma ci sono segnali chiari che possono aiutarci a capire cosa ci sta accadendo.
La Stanchezza sana (che richiede un riposo fisiologico):
▪️Arriva dopo uno sforzo reale, fisico o mentale.
▪️Dormiamo e ci svegliamo più lucidi, anche se non sempre al massimo.
▪️Abbiamo appetito, desiderio di movimento e voglia di fare.
▪️Il sonno ci ricarica, anche se lentamente.
Stanchezza come fuga (che diventa un’anestesia emotiva):
▪️Dormiamo anche tante ore, ma ci svegliamo più vuoti di prima.
▪️Non c’è desiderio, né fame, né contatto, né curiosità… niente
▪️Il sonno non ci ricarica, semplicemente ci spegne.
▪️Vorremmo solo dormire per non pensare, non sentire e in fondo per non esserci.
Se ci ritroviamo in questo secondo caso è proprio importante ascoltarsi:
Smettiamo di fingere che sia solo stanchezza, chiamare le cose con il loro nome è il primo passo per riprenderne il controllo.
Parliamo con qualcuno di cui ci fidiamo, anche solo dirgli “mi sento spento” rompe l’isolamento interno.
Esponiamoci poco alla volta, cominciamo con aprire una finestra e respirare aria fresca, uscire per 5 minuti, ascoltare una voce familiare… Non serve scalare l’Everest, basta non affondare in silenzio.
Cerchiamo uno psicologo/psicoterapeuta, non possiamo e non dobbiamo fare sempre tutto da soli, consideriamola una sorta di “manutenzione emotiva”. Se ci pensiamo bene, nessuno si vergogna di farsi curare una gamba rotta, perché dovremmo sentirci strani se abbiamo bisogno di curare una mente stanca?
Dobbiamo trovare il coraggio di guardarci in faccia e chiederci:
“Da cosa sto scappando?”, “Perché voglio solo dormire e sparire?”
Finché non lo facciamo resteremo in una specie di letargo che per proteggerci ci toglie giorno dopo giorno, sia tempo che vita. Ed è un vero peccato. VS