18/11/2024
Stimolata dalla visione di Parthenope, l’ultimo film di Sorrentino, e dalla lettura dello scritto “Note cliniche sul superamento dell’odio di sé” di Francesco Gazzillo, ho pensato potesse essere di una qualche utilità condividere un’ipotesi che mi torna in mente ogniqualvolta ho a che fare con pazienti con tematiche prevalenti legate al senso di colpa del sopravvissuto, a un certo punto della terapia.
“Professoressa, non si sa molto della sua vita personale, perché non si è fatta una famiglia?” “Perché mi sono fatta le domande sbagliate”, risponde la protagonista del film di Sorrentino alle sue allieve, congedandosi dopo quarant’anni di carriera accademica in una delle scene finali del film.
Ecco, le domande sbagliate.
Parthenope, un’ammaliante Celeste Dalla Porta, ancora adolescente, perde il fratello poco più grande di lei durante una vacanza a Capri, suicida. Una vacanza di gioventù, quella che stavano trascorrendo lei, il fratello poco più grande e un amico d’infanzia. Sceneggiatura vuole che il fratello si getti da una scogliera dopo aver intravisto il consumarsi di un rapporto sessuale tra l’amata sorella e l’amico di sempre, e da sempre innamorato di lei. Di questo la madre la incolpa e il padre si abbandona alla passività, cercando di stordirsi davanti alla tv.
Sappiamo come il del sopravvissuto (Gazzillo et al. 2021, Fimiani, Gazzillo, Dazzi, Bush, 2021) è alimentato da credenze patogene per cui avere qualcosa in più delle persone care è vissuto come ingiusto, iniquo, una manifestazione di egocentrismo. E sappiamo anche come questo senso di colpa sia estremamente violento, soprattutto se a farla da padrone nel funzionamento psichico del paziente sono dinamiche di compiacenza. Per metterlo a tacere, il paziente si priva di esperienze, concrete o relazionali che siano. Se questo spesso accade nelle fasi iniziali della , e se le cose vanno per il meglio, con il progredire del lavoro il paziente tenderà ad automutilarsi di meno, ribellandosi alla credenza e al senso di colpa annesso.
Articolo completo su: https://www.cmt-ig.org/la-solitudine-del-sopravvissuto/