13/02/2025
SAN VALENTINO E LA RANA
Se stai pensando a una qualche pozione magica per trovare l'amore vero che abbia a che fare con zampe di rana o ali di pipistrello non preoccuparti, non sono impazzita, voglio solo raccontarti alcuni pensieri che sono scaturiti dalle mie esperienza quotidiane a studio.
Parto con una spiegazione; la prima volta in cui mi sono imbattuta nella “teoria della rana” di Noam Chomsky (linguista,filosofo,scienziato cognitivista e attivista politico) ho immediatamente pensato che si stesse parlando di me.
Una specie di moderna favola di Esopo che mi ha profondamente fatto riflettere.
Per questo, oggi ti riporto qui questo “racconto”
“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda, nel quale nuota tranquillamente una rana.
Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.
La temperatura sale.
Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi.
Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa.
L’acqua adesso è davvero troppo calda.
La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire.
Allora sopporta e non fa nulla.
Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50°, avrebbe dato un forte colpo di zampa e sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.”
Anche adesso che rileggo questa storia continuo a pensare di esserne stata protagonista, di essere stata proprio io quella rana bollita in una pentola che era completamente sfuggita al mio controllo.
Ripensando a tutte le volte in cui sono stata RANA mi sono chiesta “ma dove cavolo ero finita io”?
Non lo so esattamente, ma so che ogni volta che racconto la storia della rana di Chomsky, le persone annuiscono e in qualche modo si riconoscono in quel racconto.
Oggi so che in molti ci siamo comportati come la rana di Chomsky anche per il “sacrificio dell'amore”.
Per spiegarmi meglio potrei dire “per il TROPPO AMORE” ma non credo che esista una misura giusta di amore, troppo o troppo poco, rispetto a cosa?
Preferisco parlare di sacrificio d'amore, ovvero tutte le volte in cui abbiamo delegato a qualcosa di esterno o a qualcuno, il nostro bene, la nostra salute, la nostra felicità, senza farci carico dei nostri desideri più spontanei.
Siamo stati rane certe volte all'interno della nostra stessa FAMIGLIA, nel nostro posto di LAVORO nelle relazioni personali ed AFFETTIVE.
Ma siccome non siamo soli e possiamo condividere questo “guaio” forse posso e possiamo essere più gentili e meno giudicanti rispetto alle nostre scelte.
E proprio adesso che sta arrivando la festa degli Innamorati preferisco pensare a questo 14 febbraio come alla festa dell'amore, inteso come strumento per aprirci invece che chiuderci, per capire che possiamo condividere e soprattutto per pensare che possiamo metterci al centro dei nostri BISOGNI, dei nostri SOGNI e delle nostre SPERANZE.
Per questo se proprio dobbiamo essere rane, ci auguro di esserlo in un enorme stagno pieno di stimoli diversi, di avventure, luoghi misteriosi e libertà di scelta.
Felice San Valentino
Serena