05/07/2025
Sono molto scettica sulla trasmissione genetica dei disturbi psichici, tanto affermata dalla psichiatria. Credo piuttosto che l'ambiente e l'educazione deviata determinino lo sviluppo delle patologie. Siamo tutti predisposti a tutto. Genitori psicologicamente patologici è difficile che possano generare figli esenti da problemi. I bambini che subiscono un ambiente malsano, potranno non risentirne? Se ho una madre affetta da un qualunque disturbo grave della personalità, o che presenta comunque uno stato depressivo che la rende apatica, assente, addirittura ostile, come cresce il figlio? Così, se ho un padre violento, alcolista, o altro, quali sicurezze il figlio può sviluppare? Siamo realisti. Le ipotesi genetiche sono ipotesi, non dimostrabili scientificamente.
Non ho mai avuto un buon rapporto con la psichiatria per questi e altri motivi. Sono cresciuta in una famiglia di medici che fortunatamente avevano una visione dell'uomo molto al di là dei fattori biologici. Avevano una visione aperta e si rendevano conto di quanto una malattia del corpo riflettesse uno squilibrio interiore della psiche. Mens sana in corpore sano, si è detto, ma si può dire il contrario dal momento che l'uomo è unità inscindibile, sinolo di entrambe le cose. Ho avuto in analisi pazienti oncologici che sono guariti e altrettanti con disturbi psichici anche gravi che resistevano a qualunque trattamento farmacologico, ma che con un buon approccio terapeutico hanno avuto un notevole miglioramento e si sono socialmente integrati.
C'è qualcosa in noi che chiamiamo anima, spirito, principio vitale, o come volete, che è la nostra essenza e non si riduce al cervello, non sta nella ghiandola pineale, come pensava Cartesio, e in nessun'altra parte del corpo.
Una pianta che si ammala, guardiamola. Non ha trovato l'ambiente giusto per il suo sviluppo, non perché porta in sé geneticamente la predisposizione ad ammalarsi. Così un qualunque essere vivente si ammala se mal nutrito o male accudito. Certamente, quando il corpo è malato da molto tempo, e si sottovalutano i primi segnali, è poi difficile che guarisca. Il male si cronicizza e a volte non c'è più niente da fare. Ma per l'anima, o come la si voglia chiamare, c'è sempre qualcosa che si può fare anche se è difficile poiché l'essere umano tende a identificarsi con il suo malessere e crede che nulla sia più possibile.
C'è poi chi nasce deforme fisicamente, e questa è altra cosa, qualcosa non è andato bene nella gestazione, ab origine. Ci sono in natura creature che nascono imperfette sin dal concepimento e spesso la natura stessa provvede con aborti spontanei. Altre sopravvivono e avranno comunque vita breve. Per l'essere umano si può in alcuni casi intervenire curando il feto. In altri no.
Ma io qui parlo del disturbo psichico che non è qualcosa che si contrae per natura come si pensa in una visione biologistica e materialistica.
Anche un essere umano che per qualche motivo nasce incompleto fisicamente o difettoso, ha un'anima, pensa e sente come tutti gli altri e come tale va a maggior ragione trattato con cura e amore. Può nascere così perché concepito da genitori in un'età che non è più adatta al concepimento o in un momento in cui il fisico dei genitori è inadeguato, fragile, in sostanza non idoneo.
Ma, torno a dire, qualsiasi disturbo psichico, ammesso che si possa considerarlo tale, non è imputabile ai difetti genetici dei genitori.
Inoltre quello che consideriamo disturbo psichico può essere invece un modo individuale di vivere che la persona ha trovato, il suo modo particolare di stare al mondo. Chi può dirlo? Prendiamo ad esempio uno schizofrenico. È sicuramente difficile per gli altri convivere con lui, ma non è detto che non sia il suo modo, quello migliore per lui, quello che ha trovato per affrontare al meglio la vita. I problemi nascono dalle relazioni con gli altri con cui gli è difficile convivere perché ritenuto strano, diverso, anomalo.
Quanti geni del passato sono stati "diversi". Michelangelo era fobico, paranoico, irascibile. Allora si diceva che aveva un caratteraccio. Oggi sarebbe stato considerato un disadattato, un sociopatico e, sempre se lo avesse permesso, cosa improbabile, sarebbe stato imbottito di farmaci che avrebbero annullato la sua creatività. Invece non a caso era così, data la perdita della madre a sei anni e il difficile rapporto con il padre, i fratelli. Oggi si potrebbe ipotizzare che in famiglia ci fossero dei precedenti "genetici" di tale comportamento, cosa niente affatto scientificamente, ovvero empiricamente dimostrabile. Avrebbe pertanto ereditato dagli avi anche la sua genialità? Quanti geni sono venuti fuori dal nulla. Pensiamo all'infelice infanzia di Leonardo e a non so quanti altri, nati da genitori gretti, anaffettivi, incapaci. Anche il genio si eredità?
Non dico che un ambiente disturbato, un'educazione sbagliata, non influiscano così come un ambiente gratificante e stimolante. Tutt'altro. Si interviene, se è possibile, sull'ambiente disturbato e disturbante.
Ma ci sono casi dove neanche questo è responsabile più di tanto. L'essere umano è libero di scegliere il suo modo di affrontare la vita, per quanto sia condizionabile, e sviluppa un suo modo originale di stare al mondo. Va compreso, valutato positivamente nella sua diversità. Si può obiettare che un individuo "diverso" può essere scomodo, o addirittura pericoloso per il sistema. Se lo è veramente bisogna capire perché lo è, ha scelto di esserlo, lo ha preferito, è così diventato. E di nuovo entra in ballo l'educazione fornita dall'ambiente, non la genetica. Se fosse così sarebbe un destino e sarebbero inutili tanto i trattamenti farmacologici quanto quelli psicologici.