La Stanza della Psicologia

La Stanza della Psicologia luogo virtuale nel quale si affrontano tutte le tematiche riguardanti la psiche

Per consulenze private si prega di contattare tramite i seguenti contatti:

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Cell: 3393231589

24/07/2025

La maggior parte delle persone che si rivolgono a me lo fanno per difficoltà relazionali. Perché è tanto difficile trovare un amore vero, che duri nel tempo, soprattutto quando non si è più giovani? Quali sono le aspettative? Per trovare un partner giusto bisogna prima prendere consapevolezza di quanto si sia veramente pronti ad amare. Non basta desiderare che il miracolo accada. Si richiede una buona conoscenza di sé stessi, il raggiungimento di un buon livello di integrazione interiore che si ha abbandonando bisogni di risoluzione dei propri problemi da parte di un'altro essere umano. Oggi è sempre più difficile a causa dell'isolamento a cui l'essere umano sembra essersi abituato. Ci si avventura in un rapporto nel tentativo di sfuggire a esso, ma senza aver esplorato gli aspetti più profondi e scomodi della propria personalità. Si cerca di riempire il vuoto esistenziale, connaturato nell'essere umano, attraverso un appagamento che non sarà mai sufficiente. Si è ciechi, affamati, disperati, incapaci di trovare in sé il senso della propria vita. Se si parte da queste premesse, da fallimenti ripetitivi precedenti, sarà impossibile trovare la persona che soddisfi le proprie esigenze, divenute sempre più grandi. Inoltre non si può ricostruire nulla sulle macerie del passato. Per costruire un nuovo edificio bisogna radere al suolo i resti di quello preesistente. È indispensabile rivedere tutta la propria storia, togliere i residuati di un passato che non ha dato frutti e che persistono ancora incidendo sulle scelte. Azzerare le motivazioni che hanno causato l'insuccesso, stare ben in equilibrio sentendosi in grado di affrontare la vita contando sulle proprie forze. Non avere bisogno di riconoscimento esterno. Allora solo si è pronti ad amare e può accadere l'incontro auspicato. Quando non si è più giovani è comunque necessario, anche se difficile, avere un progetto di vita davanti a sé. Amare è costruire insieme qualcosa di solido, anche se non si può più costruire una famiglia, generare figli, come quando si è giovani. Qualcuno riesce nell'impresa, ma solo dopo un lungo percorso di analisi.

https://youtu.be/9sNn0-aGHvU?si=LmDcb_tlLT8z7ack

Ci sono "stanchezze dell'anima", non le chiamo appositamente patologie, come si usa definirle, che non trovano parole pe...
21/07/2025

Ci sono "stanchezze dell'anima", non le chiamo appositamente patologie, come si usa definirle, che non trovano parole per esser dette. I poeti, solo loro, talora le trovano. Tuttavia il corpo trova sempre un modo, anche se i segni che usa non sono fonemi e non fa discorsi razionalmente comprensibili. Gli psicologi, gli psichiatri, tentano di dare un nome, ché un nome noi umani dobbiamo pur darlo alle cose per conoscerle. Conosciamo i fenomeni della natura dando ad essi un nome. Li osserviamo e li ri-conosciamo.
I pazienti avvertono un disagio e cercano di trovare il modo di comunicarlo a noi analisti nel modo in cui sono abituati a farlo, attraverso la parola. Ma noi osserviamo il corpo che segnala il non detto e da lì apprendiamo molto di più. Non c'è disagio psichico che non sia correlato a una postura, a un tono di voce, a un gesto delle mani, a un determinato comportarsi con noi. Allora da questo intreccio di parole e atti riusciamo a restituire un'interpretazione di ciò che la persona sta vivendo.
Sta vivendo un male di vivere, non c'è dubbio, altrimenti non si rivolgerebbe a noi. Ha perso un suo equilibrio interiore, oppure quello che finora ha trovato non è consono alla sua natura e l'anima ne sta cercando un altro che non conosce, ma ogni mutazione, anche se desiderata, fa paura in quanto è perturbazione del consueto modo di percepirsi e porsi nel mondo. Sta a noi terapeuti fare in modo che il processo avvenga nei suoi tempi, senza forzare, senza accelerare. A poco a poco anche il corpo si scioglie e molte contratture articolari o muscolari si attenuano, i sintomi psicosomatici, molto fastidiosi, scompaiono. L'anima si libera dalle compressioni e può spaziare. La stanchezza di vivere, il peso del vivere, che si accompagna sempre a qualsiasi malessere interiore, si trasforma in nuova energia, voglia di agire, apertura agli imprevisti della vita senza più il timore di non farcela.
Siamo progettati per la vita, nasciamo equipaggiati per affrontare tutto, non siamo destinati al male e all'infelicità. Il contrario. Questo lo affermo con convinzione anche se la natura, che procede per infiniti tentativi ed errori, a volte produce corpi imperfetti. Ma l'anima no, quella non è frutto del caso ed è sempre completa, anche se il mondo non lo sa riconoscere e si etichettano come malattie le diversità dalla cosiddetta norma. L'anima si ammala, è vero, o meglio viene ospitata da un male per molte cause di cui ci si può liberare se lo si vuole, tornando a essere quella che è, nella sua assoluta originalità unica.

17/07/2025

La formazione psicoanalitica prevede un lungo percorso di analisi individuale a differenza delle scuole di specializzazione nei diversi rami della psicoterapia in cui non è obbligatorio. L'analisi personale del futuro terapeuta è a mio avviso una garanzia per il lavoro che dovrà svolgere in quanto nel rapporto tra terapeuta e paziente si instaurano vissuti di transfert che l'analista dovrà essere in grado di affrontare con la massima competenza. Senza una formazione psicoanalitica di base è molto difficile rendersi conto di quanto stia avvenendo durante un colloquio. Il terapeuta deve saper riconoscere non solo le traslazioni che il paziente fa su di lui, ma le sue stesse risposte emozionali. Nel colloquio psicoanalitico l'analisi del transfert è il cuore della terapia, così come argomenti centrali sono l'analisi dei sogni, le libere associazioni, i lapsus, il lessico usato e tutta la comunicazione non verbale. Anche nel colloquio psicoterapeutico lo stile comunicativo è importante, ma i metodi interpretativi sono diversi. La mia prima formazione è stata psicoanalitica, molto lunga e impegnativa, ma si è rivelata fondamentale per la mia professione. Ho in seguito conseguito quattro specializzazioni nei rami più attuali della psicoterapia, per arrivare in seguito, integrando le varie esperienze, a sviluppare un mio modo personale di intervento. Ogni paziente è unico e, avendo a disposizione più conoscenze, ho la possibilità di muovermi nel modo a lui più adatto. Comunque è proprio la mia formazione psicoanalitica di base che mi permette di scegliere l'intervento giusto e offre al lavoro che svolgo solidità, profondità e risoluzione dei problemi non solo a livello sintomatico. Il fine è la piena consapevolezza di sé del paziente affinché non ricada nei consueti meccanismi che hanno provocato il malessere che ha per molto tempo ospitato.
Vi ringrazio dell'ascolto e iscrivetevi al mio canale lasciando graditi commenti e domande che mi daranno nuovi spunti per fare altri video che possano esservi utili.
Per consulenze inviate messaggio wattsapp al n. 3393231589 con nome, cognome e motivo della richiesta.

https://youtu.be/WrYrtaKWOzw?si=dYXifUWe44lns62S

L'importanza della terapia psicoanalitica per un cambiamento autentico. Pensiamo di essere cambiati avendo compiuto un p...
16/07/2025

L'importanza della terapia psicoanalitica per un cambiamento autentico.

Pensiamo di essere cambiati avendo compiuto un percorso di psicoterapia, più o meno lungo o breve. Siamo convinti di essere cresciuti, di essere diventati diversi, anche migliori, rispetto a ciò che eravamo. In parte può essere anche vero. Il corpo non è più lo stesso, ma crediamo tuttavia di essere diventati più resistenti di fronte alle avversità. Poi, per un evento, o meglio una serie di eventi negativi la cui importanza è stata sminuita per difesa, all'improvviso spunta fuori un ricordo, un'emozione, un modo di reagire agli stimoli esterni che ritenevamo superato e ci rendiamo conto che siamo rimasti lì, intrappolati dentro quell'Io col quale ci siamo identificati e il corpo immediatamente lo segnala, non risponde come vorremmo, cede, e non lo si ascolta,
La verità è che Il cambiamento, quello vero, fa paura, sempre, e si preferisce rimanere nelle pseudosicurezze acquisite che non fanno altro che sclerotizzare l'identità che ci si è costruiti, anche se il presente non è piacevole e comporta sofferenze. Ma si pensava di essere cambiati nel tempo, essere diventati più forti. I pazienti si raccontano: non ero così prima, oggi ho esperienza, maturità, non farei più quello che ho fatto, eppure sto crollando, sono perturbabile, fragile, insicuro, ho paura, non sono più io? Credevo di non essere più vulnerabile, di non ricadere in vecchi schemi.
La ripetizione è la condanna dell'uomo.
Perché una trasformazione avvenga è necessario lo sgretolamento, la morte dell'Io, guarire è guarire dall'Io. Pochi hanno l'intelligenza per comprenderlo e l'impegno per fare che ciò accada. L'Io vuole resistere a tutti i costi, con le sue abitudini di pensiero e di comportamento, è convinto che vada bene così anche se le cose non quadrano più. Il cervello è abituato a un certo funzionamento e resiste nonostante il sintomo. Per cambiare davvero la percezione di sé e del mondo esterno dobbiamo fare un'operazione minuziosa e paziente, rimodellare i nostri ricordi antichi dolorosi in modo tale che non lo siano più. Ricordare è fondamentale per potere rivivere il passato dandogli una lettura razionale, non più infantile ed emotiva. Rimodellare il ricordo è rimodellare biologicamente il cervello, educarlo a funzionare diversamente. È rendersi conto di quanto ogni essere umano tenda a trasferire su persone o cose immagini significative che hanno segnato la sua vita. È una vera ristrutturazione delle connessioni neuronali. Solo allora il pensiero che identifica la persona col vecchio Io esaurisce la sua funzione. L'Io con cui si andava in giro da una vita muore e si rinasce con una percezione completa che va oltre l'Io, si percepisce il proprio Sé che fa essere pieni, ricchi di potenzialità, mai soli. Si diventa capaci di affrontare qualunque evento si presenti.
Questo è il lavoro di una vera analisi che va nel profondo e non si limita a guardare in superficie.
Per questo motivo affermo che è necessario che il terapeuta abbia una formazione psicoanalitica di base e sia stato egli stesso a lungo "analizzante", ovvero colui che compie un percorso di analisi. Tutto il resto che si può acquisire è in sovrappiù e fa anche bene perché offre prospettive diverse, ma la formazione di base non può ridursi a uno degli innumerevoli rami della psicoterapia.

A differenza della figlia femmina che porta in sé il potenziale riproduttivo della madre e nella crescita si identifiche...
11/07/2025

A differenza della figlia femmina che porta in sé il potenziale riproduttivo della madre e nella crescita si identificherà con lei, il figlio maschio deve compiere un cammino più difficile per staccarsi dal grembo materno e arrivare a una buona identificazione con il padre. La madre è per il bambino il suo tutto e l'attaccamento con lei è totale nei primi anni di vita. È difficile staccarsi da questo primo amore e arrivare a preferire come approdo, punto di riferimento e modello identificativo il padre. Dobbiamo tenere presente che i figli, tutti, vivono il padre attraverso il vissuto emotivo della madre. Per il maschio è molto importante che la madre presenti positivamente il padre, lo stimi, non lo denigri, lo presenti come modello desiderabile e amato da lei, affinché il figlio maschio faccia di tutto per essere come lui e un giorno avere una donna che lo ami come la madre ama il padre. Oggi sono avvenuti cambiamenti culturali che rendono questo percorso di crescita assai difficile. Quante sono le donne che amano, stimano il loro partner e lo presentano come eccezionale al figlio? Poche. I matrimoni, le unioni non reggono più di tanto e in genere i figli continuano a vivere per la maggioranza del tempo con le madri, sole e perlopiù insoddisfatte dei padri dei loro figli. Il maschio rimane invischiato nell'amore materno che lo rende dipendente. Crescendo potrà rimanere a vita ancorato alla figura materna, ricercata invano in altre donne, spesso dominanti, o si distaccherà con violenza dalla madre manifestando ostilità proprio per nascondere a sé stesso la dipendenza inconscia e potrà essere aggressivo con la propria partner su cui ha proiettato quella madre potente su di lui e vorrà sottometterla. Oppure non si distaccherà mai dalla madre rimanendo a vivere con lei.
Il ruolo della madre è fondamentale. Se ha problemi psicologici a causa della sua stessa famiglia di origine o del rapporto malsano con il padre dei figli, se è portatrice di un disturbo di cui non è neanche consapevole, danneggerà purtroppo la vita dei figli tutti e il maschio in particolare si ritroverà con i suddetti problemi.
I problemi dei genitori, madri e padri, vanno risolti per tempo, prima di generare figli. Dopo è possibile, ma si richiede notevole consapevolezza del proprio stato psichico ed è un cammino più difficile.
Se vi interessa ciò che dico iscrivetevi al mio canale e se volete una consulenza con me inviatemi un messaggio wattsapp con nome, cognome e motivo della richiesta: 3393231589.
Mi occupo da una vita di infinite problematiche, non solo dei problemi tra genitori e figli, relazioni tossiche, rapporti interpersonali disfunzionali. Ho curato migliaia di pazienti con disturbi alimentari, disturbi ossessivo-compulsivi, pazienti fobici, borderline ecc.ecc
Ne parlerò un po' alla volta nei prossimi video.

A differenza della figlia femmina che porta in sé il potenziale riproduttivo della madre e nella crescita si identificherà con lei, il figlio maschio deve co...

05/07/2025

Sono molto scettica sulla trasmissione genetica dei disturbi psichici, tanto affermata dalla psichiatria. Credo piuttosto che l'ambiente e l'educazione deviata determinino lo sviluppo delle patologie. Siamo tutti predisposti a tutto. Genitori psicologicamente patologici è difficile che possano generare figli esenti da problemi. I bambini che subiscono un ambiente malsano, potranno non risentirne? Se ho una madre affetta da un qualunque disturbo grave della personalità, o che presenta comunque uno stato depressivo che la rende apatica, assente, addirittura ostile, come cresce il figlio? Così, se ho un padre violento, alcolista, o altro, quali sicurezze il figlio può sviluppare? Siamo realisti. Le ipotesi genetiche sono ipotesi, non dimostrabili scientificamente.
Non ho mai avuto un buon rapporto con la psichiatria per questi e altri motivi. Sono cresciuta in una famiglia di medici che fortunatamente avevano una visione dell'uomo molto al di là dei fattori biologici. Avevano una visione aperta e si rendevano conto di quanto una malattia del corpo riflettesse uno squilibrio interiore della psiche. Mens sana in corpore sano, si è detto, ma si può dire il contrario dal momento che l'uomo è unità inscindibile, sinolo di entrambe le cose. Ho avuto in analisi pazienti oncologici che sono guariti e altrettanti con disturbi psichici anche gravi che resistevano a qualunque trattamento farmacologico, ma che con un buon approccio terapeutico hanno avuto un notevole miglioramento e si sono socialmente integrati.
C'è qualcosa in noi che chiamiamo anima, spirito, principio vitale, o come volete, che è la nostra essenza e non si riduce al cervello, non sta nella ghiandola pineale, come pensava Cartesio, e in nessun'altra parte del corpo.
Una pianta che si ammala, guardiamola. Non ha trovato l'ambiente giusto per il suo sviluppo, non perché porta in sé geneticamente la predisposizione ad ammalarsi. Così un qualunque essere vivente si ammala se mal nutrito o male accudito. Certamente, quando il corpo è malato da molto tempo, e si sottovalutano i primi segnali, è poi difficile che guarisca. Il male si cronicizza e a volte non c'è più niente da fare. Ma per l'anima, o come la si voglia chiamare, c'è sempre qualcosa che si può fare anche se è difficile poiché l'essere umano tende a identificarsi con il suo malessere e crede che nulla sia più possibile.
C'è poi chi nasce deforme fisicamente, e questa è altra cosa, qualcosa non è andato bene nella gestazione, ab origine. Ci sono in natura creature che nascono imperfette sin dal concepimento e spesso la natura stessa provvede con aborti spontanei. Altre sopravvivono e avranno comunque vita breve. Per l'essere umano si può in alcuni casi intervenire curando il feto. In altri no.
Ma io qui parlo del disturbo psichico che non è qualcosa che si contrae per natura come si pensa in una visione biologistica e materialistica.
Anche un essere umano che per qualche motivo nasce incompleto fisicamente o difettoso, ha un'anima, pensa e sente come tutti gli altri e come tale va a maggior ragione trattato con cura e amore. Può nascere così perché concepito da genitori in un'età che non è più adatta al concepimento o in un momento in cui il fisico dei genitori è inadeguato, fragile, in sostanza non idoneo.
Ma, torno a dire, qualsiasi disturbo psichico, ammesso che si possa considerarlo tale, non è imputabile ai difetti genetici dei genitori.
Inoltre quello che consideriamo disturbo psichico può essere invece un modo individuale di vivere che la persona ha trovato, il suo modo particolare di stare al mondo. Chi può dirlo? Prendiamo ad esempio uno schizofrenico. È sicuramente difficile per gli altri convivere con lui, ma non è detto che non sia il suo modo, quello migliore per lui, quello che ha trovato per affrontare al meglio la vita. I problemi nascono dalle relazioni con gli altri con cui gli è difficile convivere perché ritenuto strano, diverso, anomalo.
Quanti geni del passato sono stati "diversi". Michelangelo era fobico, paranoico, irascibile. Allora si diceva che aveva un caratteraccio. Oggi sarebbe stato considerato un disadattato, un sociopatico e, sempre se lo avesse permesso, cosa improbabile, sarebbe stato imbottito di farmaci che avrebbero annullato la sua creatività. Invece non a caso era così, data la perdita della madre a sei anni e il difficile rapporto con il padre, i fratelli. Oggi si potrebbe ipotizzare che in famiglia ci fossero dei precedenti "genetici" di tale comportamento, cosa niente affatto scientificamente, ovvero empiricamente dimostrabile. Avrebbe pertanto ereditato dagli avi anche la sua genialità? Quanti geni sono venuti fuori dal nulla. Pensiamo all'infelice infanzia di Leonardo e a non so quanti altri, nati da genitori gretti, anaffettivi, incapaci. Anche il genio si eredità?
Non dico che un ambiente disturbato, un'educazione sbagliata, non influiscano così come un ambiente gratificante e stimolante. Tutt'altro. Si interviene, se è possibile, sull'ambiente disturbato e disturbante.
Ma ci sono casi dove neanche questo è responsabile più di tanto. L'essere umano è libero di scegliere il suo modo di affrontare la vita, per quanto sia condizionabile, e sviluppa un suo modo originale di stare al mondo. Va compreso, valutato positivamente nella sua diversità. Si può obiettare che un individuo "diverso" può essere scomodo, o addirittura pericoloso per il sistema. Se lo è veramente bisogna capire perché lo è, ha scelto di esserlo, lo ha preferito, è così diventato. E di nuovo entra in ballo l'educazione fornita dall'ambiente, non la genetica. Se fosse così sarebbe un destino e sarebbero inutili tanto i trattamenti farmacologici quanto quelli psicologici.

04/07/2025

Il rapporto madre-figlia è molto complesso. La figlia, da bambina fino alla vita adulta, attraversa molti cambiamenti ed è importante che la madre sia in grado di comprenderli e assecondarli. Il legame tra madre e figlia è profondo, viscerale. La madre rappresenta un modello identificativo e deve essere consapevole di questo perché influirà sullo sviluppo relazionale e sessuale della figlia. Il modello materno è determinante per l'uscita della figlia dalla dipendenza e la costruzione della sua identità. Parlo delle tante varianti riscontrabili in questo singolare rapporto che, se non ben gestito dalla figura materna durante l'adolescenza, porta dipendenza a vita, succubanza, o al contrario, ambivalenza e rottura della relazione. Offro qualche esempio e alcuni spunti su cui riflettere per evitare rancori e sofferenze che rovinano il rapporto.
Ho avuto in terapia moltissimi casi di incomprensioni tra madre e figlia che hanno recato gravi dispiaceri e anche disturbi psicologici seri a entrambe. È opportuno rendersi conto per tempo di tutto ciò e curare la situazione prima che si aggravi ulteriormente e diventi molto più difficile il recupero di quell'armonia indispensabile a entrambe.
Per consulenze potete contattarmi inviando un messaggio wattsapp al n.3393231589 con nome, cognome e motivo della richiesta.

https://youtu.be/aV0jGxkOh7E?si=-tGtCEOLH_2Jtmcm

La maggioranza delle persone che si rivolgono a me per intraprendere un percorso di analisi è motivata da una situazione...
29/06/2025

La maggioranza delle persone che si rivolgono a me per intraprendere un percorso di analisi è motivata da una situazione particolare che in quel momento vive in ambito affettivo. In genere si tratta di una crisi che si è venuta a manifestare nella coppia, della fine di una relazione ritenuta significativa, di una rottura improvvisa, di un tradimento o di un abbandono. Si sentono perdute e vorrebbero comprendere le cause di quanto è accaduto, il più delle volte attribuite all'altro, agli altri, al mondo esterno. Pongono al centro del lavoro analitico quel particolare problema di cui desidererebbero un chiarimento o una soluzione immediata. In realtà le cose non stanno così. Se si ha una difficoltà sul piano affettivo, la si ha in generale in tutti gli ambiti relazionali, giacché le cause risiedono all'interno della personalità dell'individuo che si è venuta a strutturare in un determinato modo. Se prendo un solo filo di un tessuto, esso rivela la qualità della sostanza di tutta la pezza.
Il problema presentato all'analista investe dunque l'intera personalità dell'individuo. Nel percorso terapeutico non è curativo considerare solo quell'aspetto che si manifesta in una determinata circostanza attraverso una serie di comportamenti.
È fondamentale prendere coscienza della modalità con cui ci si relaziona col mondo esterno, sempre la stessa, motivata da interessi primari che muovono l'intera vita dell'individuo. Se si hanno problemi nelle relazioni amorose, si ripresentano schemi ricorrenti, non si riesce a costruire un rapporto sano, felice, duraturo, una armonica connessione con il compagno, il coniuge, i figli, gli amici in genere, sicuramente le cause che sono alla base interferiscono anche sui rapporti lavorativi.
All'interno della personalità si sono fissati schemi rigidi con cui l'individuo si è venuto a identificare e sono costituiti da convinzioni primordiali. Pertanto una risoluzione immediata di un problema è una chimera e non può rappresentare la fuoriuscita da consolidati schemi disadattivi. Ben presto, di soppiatto, si ripresenteranno quando meno ci se lo aspettava .
Oggi si mira alle terapie brevi, cosiddette strategiche. Attenzione! La risoluzione di un sintomo o comportamento sintomatico è paragonabile alla cura di una pianta, affetta da una malattia, di cui vado curando una foglia ingiallita, rovinata da un parassita. Presto se ne ammalerà un'altra. Devo curare le radici della pianta se non voglio che appassisca, si secchi e muoia.
Se il display della macchina mi segnala un guasto, è inutile che spenga il segnale. Devo fare un test completo.
Ma l'anima non è una macchina. Non basta sostituire un pezzo, riparare una ruota a terra. È un sistema complesso e unitario dove ogni minima parte ha influenza su tutto.
Il lavoro della psicoanalisi è minuzioso, va a fondo, non si ferma alla superficie, al fenomeno. Richiede tempo, impegno costante e serio da parte sia del paziente che dell'analista.
È ingannevole, illusorio, prospettare facili risoluzioni poiché non esistono facili soluzioni. Una vera terapia dell'anima prevede uno scavo profondo sul passato che continua a condizionare il presente. È necessario rimuovere dalla nostra mente le idee che abbiamo costruito su noi stessi e sul mondo e che ci fissano in un'identità che non esprime il nostro vero sé.
Non possiamo cambiare gli altri, né accusarli delle nostre afflizioni. Dobbiamo trasformarci noi, dentro, scoperchiando tutto quello che di noi non vorremmo vedere, ma anche il potenziale creativo inespresso che per natura ci è stato donato per trovare il senso vero da dare alla nostra vita che liberi da afflizioni, giudizi, sensi di colpa, trovare quella spinta vitale che è presente in ciascuno, trovare e realizzare ciò che realmente desideriamo, per essere autentici, protagonisti e artefici della nostro futuro.
Il passato va riletto e reinterpretato in una nuova ottica affinché non si rimanga ancorati in età adulta nelle illusioni, delusioni, fallimenti che lo hanno segnato.
Colui che chiede di essere analizzato, curato, non si "sottopone" al percorso terapeutico, come abitualmente si dice. È l'analizzante, participio presente che indica che una persona sta compiendo attivamente un percorso alla scoperta di qualcosa di cui non era consapevole e che lo condurrà a una interpretazione del passato e del presente con sguardo completamente diverso.
È il cammino indispensabile per non ricadere sempre nei vecchi schemi, trovare serenità interiore costruendo un nuovo rapporto con sé stessi e con chi ci si relaziona.
Questa è la mia esperienza di una vita in cui ho curato migliaia di persone, ognuna diversa da tutte le altre al di là dell'apparenza, e ho trattato tutta la gamma dei disturbi, più o meno gravi, elencati sul DSM e dettagliatamente descritti, studiati dai più grandi psicologi e psichiatri.
Non ho fatto miracoli. Non è possibile. Ho fatto quanto di meglio fossi in grado di fare e nella stragrande maggioranza dei casi i miei "analizzanti" hanno trovato la strada per condurre al meglio le loro esistenze.
Non a caso tutti, proprio tutti, conservano un buon ricordo delle tantissime ore trascorse insieme e mi scrivono ancora, dopo tantissimo tempo, con affetto.
Lo stesso che conserverò sempre per loro. Ricordo di tutti i nomi, le loro storie che mi hanno dato la possibilità di conoscere la vita in tutte le sue pieghe.

https://youtu.be/L-0aZjqfR3Q?si=lDgt0ypactIgdoLUParlo qui dei problemi che nascono quando una madre rimane sola con un f...
27/06/2025

https://youtu.be/L-0aZjqfR3Q?si=lDgt0ypactIgdoLU

Parlo qui dei problemi che nascono quando una madre rimane sola con un figlio maschio o una figlia femmina. Il discorso ovviamente può riguardare anche la figura del padre.
Ditemi le vostre esperienze, lasciate un commento, mettete un like e iscrivetevi al mio canale se gli argomenti trattati vi interessano.

https://youtube.com/shorts/u7KiIQBw7Ss?si=g4TiopqxFWGIhFIVEssere figlio unico può comportare molti vantaggi perché non s...
27/06/2025

https://youtube.com/shorts/u7KiIQBw7Ss?si=g4TiopqxFWGIhFIV

Essere figlio unico può comportare molti vantaggi perché non soffrirà di rivalità fraterna, sarà al centro dell'attenzione dei genitori, ma potrà avere anche problemi. Su di lui si possono riversare tutte le ansie, le aspettative genitoriali, può diventare il punto di scarico delle loro problematiche. Potrà essere soggetto a triangolazioni che lo renderanno insicuro generando sensi di colpa. Inoltre, non avendo fratelli, può avvertire maggiormente la perdita dei genitori e avere l'angoscia di rimanere solo al mondo. Oggi mettere al mondo un figlio è già un problema rispetto al passato e molte persone preferiscono non avere figli per molti motivi personali e sociali. La nascita di un figlio comporta responsabilità e limitazioni alla propria libertà cui non tutti sono disposti a rinunciare.
Se vi interessano gli argomenti trattati, commentate, mettete un like e iscrivetevi al mio canale. Parlerò di molte altre cose ancora e farò luce su come affrontare e risolvere problematiche relazionali diffuse e complesse.

https://youtube.com/shorts/Cu_VbvUQiyY?si=Cns3j80nBrji54eLAlcune considerazioni sui possibili motivi che inducono i geni...
23/06/2025

https://youtube.com/shorts/Cu_VbvUQiyY?si=Cns3j80nBrji54eL

Alcune considerazioni sui possibili motivi che inducono i genitori a privilegiare un figlio sugli altri. Iscrivetevi al canale se volete saperne di più. Lasciate un like se vi interessa quanto dico e fate i vostri commenti sulla base delle esperienze vissute. Per consulenze potete inviare un messaggio wattsapp al n. 3393231589 con nome e cognome e motivo della richiesta.

Alcune considerazioni sui possibili motivi che inducono i genitori a privilegiare un figlio sugli altri.

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