
30/09/2025
Fai una Polisonnografia e scopri anche tu se dormi bene!!
Nel dicembre 1963, un adolescente alto e magro di 17 anni di nome Randy Gardner decise di spingere i limiti della resistenza umana. Il suo obiettivo era audace, quasi sconsiderato: rimanere sveglio più a lungo di chiunque altro nella storia documentata. All’epoca, il record apparteneva a Tom Rounds, che era riuscito a rimanere sveglio per 260 ore. Randy voleva fare di più.
Con due amici di scuola superiore che tenevano i registri e sotto l’occhio vigile del ricercatore del sonno Dr. William C. Dement e del medico della Marina Lt. Cmdr. John J. Ross, il ragazzo iniziò quella che sarebbe diventata un’odissea di undici giorni ormai leggendaria. Ora dopo ora, giorno dopo giorno, il suo corpo e la sua mente si sgretolavano davanti agli occhi di tutti.
All’inizio, Randy scherzava con i giornalisti, giocava a basket e continuava le sue attività con sorprendente energia. Ma con il passare dei giorni, le crepe divennero evidenti. Il suo umore oscillava violentemente. Dimenticava cose pochi secondi dopo averle sentite. Le parole si intrecciavano sulla sua lingua. A volte vedeva cose inesistenti o udiva suoni fantasma riecheggiare nel silenzio. I suoi amici annotavano tutto: prove meticolose di ciò che la privazione del sonno poteva fare al cervello umano.
Eppure, incredibilmente, Randy resistette. All’undicesimo giorno, dopo 264,4 ore senza dormire—11 giorni e 24 minuti—ce l’aveva fatta. Era il nuovo detentore del record.
Quando l’odissea terminò, crollò a letto e dormì quasi 15 ore di fila, seguito da giorni di riposo per recuperare. Contro ogni previsione, il suo corpo si riprese. I controlli successivi mostrarono l’assenza di danni permanenti, sebbene i ricordi di allucinazioni e nebbia mentale non lo abbandonarono mai del tutto.
Per decenni, il nome di Randy Gardner rimase simbolo di resistenza alla privazione del sonno, finché altri non superarono il record. Nel 1997, Guinness World Records cessò di riconoscere questa categoria, citando i gravi pericoli della veglia prolungata: psicosi, stress agli organi e persino rischio di morte.
Oggi, l’esperimento di Randy Gardner del 1963 resta sia un’impresa straordinaria sia un avvertimento. Mostrò fino a dove può spingersi un essere umano senza dormire—ma ricordò anche che il sonno non è debolezza. È sopravvivenza.