10/07/2025
Oggi, nella ricorrenza della sua nascita, vogliamo ricordare Didier Anzieu, psicoanalista francese, che ha teorizzato il concetto di Io-pelle, pubblicato fin dal 1974 sulla Nouvelle R***e de Psychanalyse.
L’Io-pelle è una metafora clinica e teorica che descrive una funzione fondamentale dell’Io, ovvero quella di agire come una “pelle psichica”, cioè un contenitore che permette all’apparato psichico di mantenere la coesione dell’identità, differenziare il dentro dal fuori e contenere le eccitazioni interne ed esterne.
Anzieu ipotizza che la costituzione dell’Io-pelle avvenga nei primi scambi corporei ed affettivi tra il neonato e la madre, in particolare attraverso le esperienze tattili e il contenimento fisico e psichico offerto dalla stessa. Laddove queste esperienze siano assenti, traumatiche o carenti, il soggetto può presentare forme di sofferenza legate a fragilità del confine psichico, come nel caso delle personalità cosiddette “stati-limite”, angosce di disintegrazione o disturbi psicosomatici.
“Con Io-pelle io designo una rappresentazione di cui si serve l’Io del bambino, durante le fasi precoci dello sviluppo, per rappresentarsi se stesso come Io che contiene contenuti psichici, a partire dalla propria esperienza della superficie del corpo. Ciò corrisponde al momento in cui l’Io psichico si differenzia dall’Io corporeo sul piano operativo e resta invece confuso con esso sul piano figurativo.
[…] Ogni attività psichica si appoggia sulla funzione biologica. L’Io- pelle trova il proprio appoggio sulle diverse funzioni della pelle.
[…] La pelle, prima funziona, è il sacco che contiene e trattiene all’interno il buono ed il pieno che l’allattamento, le cure, il bagno di parole vi hanno accumulato. La pelle, seconda funzione, è la superficie di separazione (interfaccia) che segna il limite con il fuori e lo mantiene all’esterno, è la barriera che protegge dalla penetrazione delle avidità e delle aggressioni altrui, esseri od oggetti. La pelle, infine, terza funzione, è contemporaneamente alla bocca, o almeno quanto essa, un luogo e un mezzo di comunicazione primario con gli altri, con cui stabilire relazioni significative; essa è, in più, una superficie di iscrizione delle tracce lasciate da questi”.
(Anzieu D. L’Io-pelle. Borla ed., 2005, pg 56)