Dott.ssa Jessica Maddocco

Dott.ssa Jessica Maddocco Psicologia&Psicoterapia Individuale e di Gruppo

19/08/2025

“ L’uomo si identifica con il ruolo che è costretto a vivere: padre, figlio, padrone, operaio, dirigente, impiegato, intellettuale, guru, furbo, tonto, forte, debole, ecc.
Per ognuno di questi ruoli esistono comportamenti sociali, abbigliamenti, modi di pensare e di esprimersi cui ciascuno si adegua inconsapevolmente. E quindi non siamo mai individui autentici, ma veri e propri imitatori: imitiamo modelli e stereotipi prodotti dalla società in cui viviamo. Persino nei comportamenti più intimi recitiamo in realtà dei ruoli precostituiti.
L’inquinamento della nostra mente è troppo esteso.
Bisogna imparare a dire la verità, ma per dire la verità, bisogna essere diventati capaci di conoscere che cos’è la verità e che cos’è la menzogna, soprattutto in se stessi. “

Georges Ivanovič Gurdjieff

10/07/2025

Oggi, nella ricorrenza della sua nascita, vogliamo ricordare Didier Anzieu, psicoanalista francese, che ha teorizzato il concetto di Io-pelle, pubblicato fin dal 1974 sulla Nouvelle R***e de Psychanalyse.

L’Io-pelle è una metafora clinica e teorica che descrive una funzione fondamentale dell’Io, ovvero quella di agire come una “pelle psichica”, cioè un contenitore che permette all’apparato psichico di mantenere la coesione dell’identità, differenziare il dentro dal fuori e contenere le eccitazioni interne ed esterne.

Anzieu ipotizza che la costituzione dell’Io-pelle avvenga nei primi scambi corporei ed affettivi tra il neonato e la madre, in particolare attraverso le esperienze tattili e il contenimento fisico e psichico offerto dalla stessa. Laddove queste esperienze siano assenti, traumatiche o carenti, il soggetto può presentare forme di sofferenza legate a fragilità del confine psichico, come nel caso delle personalità cosiddette “stati-limite”, angosce di disintegrazione o disturbi psicosomatici.

“Con Io-pelle io designo una rappresentazione di cui si serve l’Io del bambino, durante le fasi precoci dello sviluppo, per rappresentarsi se stesso come Io che contiene contenuti psichici, a partire dalla propria esperienza della superficie del corpo. Ciò corrisponde al momento in cui l’Io psichico si differenzia dall’Io corporeo sul piano operativo e resta invece confuso con esso sul piano figurativo.

[…] Ogni attività psichica si appoggia sulla funzione biologica. L’Io- pelle trova il proprio appoggio sulle diverse funzioni della pelle.

[…] La pelle, prima funziona, è il sacco che contiene e trattiene all’interno il buono ed il pieno che l’allattamento, le cure, il bagno di parole vi hanno accumulato. La pelle, seconda funzione, è la superficie di separazione (interfaccia) che segna il limite con il fuori e lo mantiene all’esterno, è la barriera che protegge dalla penetrazione delle avidità e delle aggressioni altrui, esseri od oggetti. La pelle, infine, terza funzione, è contemporaneamente alla bocca, o almeno quanto essa, un luogo e un mezzo di comunicazione primario con gli altri, con cui stabilire relazioni significative; essa è, in più, una superficie di iscrizione delle tracce lasciate da questi”.
(Anzieu D. L’Io-pelle. Borla ed., 2005, pg 56)

05/07/2025

Sono disponibili sul nostro sito web la relazione di Franco Gazzoletti su “La Psicologia del Silenzio” di Scipio Sighele ed il commento di Francesca Selloni.

”Cari colleghi, è con un certo piacere che vi presento oggi un piccolo tesoro che ho ritrovato tra le carte di mio nonno: uno scritto del 1897, dal titolo La Psicologia del Silenzio, firmato da un autore oggi poco noto ai più, ma che credo valga la pena di riscoprire: Scipio Sighele…” (F.Gazzoletti)

Continua su spi-cap.it:
👉https://www.spi-cap.it/index.php/cultura-e-societa/contributi-dei-soci/psicologia-del-silenzio-di-scipio-sighele-relazione-di-franco-gazzoletti-commento-di-francesca-selloni

01/07/2025
07/04/2025
20/03/2025
25/02/2025

La parola del Martedì ‼
«Alessitimia»

Chi vive l’alessitimia non è privo di emozioni, tutt’altro: le prova, le sfiora, le attraversa... Ma spesso non riesce a riconoscerle, a nominarle, a distinguerle l’una dall’altra. Tale condizione ha molteplici risvolti.

Sul piano interpersonale:
fa emergere un senso di distacco da se stessi e disagio nel connettersi agli altri.
Sul piano cognitivo:
la modalità di pensiero è estremamente logica, concreta, tuttavia risulta rigida, mancando di tono emotivo, indispensabile per garantire la flessibilità adeguata per adattarsi alle imprevedibilità della vita.
Sul piano clinico:
stando alla Federazione Italiana di Cardiologia, a causa delle difficoltà nel descrivere le sensazioni, le persone con elevata alessitimia hanno maggiori probabilità di ottenere valutazioni errate dei sintomi, subire ritardi con le diagnosi e l’accesso alle cure mediche appropriate. Spesso sperimentano condizioni fisiche che neanche i medici riescono a spiegarsi e questo sarebbe la conseguenza di un’iperregolazione emotiva che, agendo a livello del sistema nervoso centrale, tenta di regolare anche gli stati fisici come se fossero emozioni.

Ma l’emozione, anche se silenziosa, esiste. È lì, in attesa di essere accolta, compresa, magari con l’aiuto di un professionista che sa ascoltare oltre le parole, con chi sa leggere nei comportamenti, quello che la voce non riesce a dire. Perché le nostre emozioni parlano sempre, anche quando non sanno come farsi capire. 💙

Il Glossario di Psicoadvisor ❤

Nel libro «il Mondo con i Tuoi Occhi», proponiamo dei training per imparare a "fare amicizia" con le emozioni mediante esercizi introspettivi per rintracciare ed elaborare i propri stati affettivi. Sono utili in caso di alessitimia ma anche di "iper-sensibilità" che paradossalmente, come avrete modo di scoprire leggendo, sono due facce della stessa medaglia.

25/02/2025
18/12/2024

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Rome

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