23/11/2025
La “patina”. Nel restauro vale oro. In medicina estetica ancora di più.
La promessa? Capire perché preservarla è la chiave per risultati eleganti, credibili e impossibili da imitare.
Cosa significa davvero “patina”, secondo Brandi?
È quella velatura sottile che il tempo deposita sulle opere d’arte. Non si rimuove: si tutela.
Perché fa parte dell’opera. Ne custodisce autenticità, unitarietà, storia, fascino.
Perché questo riguarda direttamente il volto dei nostri pazienti?
Perché anche il volto ha una patina: la sua coerenza naturale.
La trama cutanea, le micro-irregolarità, le proporzioni, i volumi propri.
Togli questa patina e il risultato diventa falso.
La rispetti e il risultato diventa autorevole.
Conseguenza clinica:
Il nostro obiettivo non è “rifare” un volto, ma restaurarlo come si farebbe con un’opera d’arte:
intervenire senza mai cancellare la sua identità.
Tecniche leggere, materiali intelligenti, logica sottrattiva, rispetto per i caratteri individuali.
Il concetto chiave: la patina non è un difetto da eliminare.
È ciò che rende ogni volto irripetibile.
Se lavori in estetica o ami l’approccio conservativo, salva questo post.
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