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I genitori sono oggi più preoccupati di farsi amare dai loro figli che di educarli, più ansiosi di proteggerli che di so...
25/09/2025

I genitori sono oggi più preoccupati di farsi amare dai loro figli che di educarli, più ansiosi di proteggerli che di sopportarne i conflitti.
Oggi al padre resta la possibilità di testimoniare ai figli passioni, vocazioni, progetti, senza pretendere di proporre modelli o valori universali.
Ma ciò non lo esime dall’opporre dei no e quindi dall’affrontare il conflitto, indispensabile alla crescita e alla maturazione dei figli.
Una lettura piena di spunti di riflesione e attualità per soffermarsi e capire la funzione educativa del padre...

E' sempre un buon momento per la bellezza dei nuovi inizi! 🌈☀️ 🌻
01/09/2025

E' sempre un buon momento per la bellezza dei nuovi inizi! 🌈☀️ 🌻

L'importanza della consapevolezza ☘🌹
30/07/2025

L'importanza della consapevolezza ☘🌹

"Se ti sei innamorato una volta, sai ormai distinguere la vita da ciò che è supporto biologico e sentimentalismo, sai or...
04/05/2025

"Se ti sei innamorato una volta, sai ormai distinguere la vita da ciò che è supporto biologico e sentimentalismo, sai ormai distinguere la vita dalla sopravvivenza. Sai che la sopravvivenza significa vita senza senso e sensibilità, una morte strisciante: mangi il pane e non ti tieni in piedi, bevi acqua e non ti disseti, tocchi le cose e non le senti al tatto, annusi il fiore e il suo profumo non arriva alla tua anima.
Se però l’amato è accanto a te, tutto, improvvisamente, risorge, e la vita ti inonda con tale forza che ritieni il vaso di argilla della tua esistenza incapace a sostenerla.
Tale piena della vita è l’eros. Non parlo di sentimentalismi e di slanci mistici, ma della vita, che solo allora diventa reale e tangibile, come se fossero cadute squame dai tuoi occhi e tutto, attorno a te, si manifestasse per la prima volta, ogni suono venisse udito per la prima volta, e il tatto fremesse di gioia alla prima percezione delle cose.
Tale eros non è privilegio né dei virtuosi né dei saggi, è offerto a tutti, con pari possibilità. Ed è la sola pregustazione del Regno, il solo reale superamento della morte".

Umberto Galimberti, Le cose dell'amore

“Quando siamo stati poco amati, noi cerchiamo una persona che ci faccia andare bene questa cosa. Spiego meglio: noi cerc...
21/04/2025

“Quando siamo stati poco amati, noi cerchiamo una persona che ci faccia andare bene questa cosa. Spiego meglio: noi cerchiamo una persona che somigli un pochino al nostro genitore, e quindi che sia una persona poco affettiva in fondo, una persona un po’ fredda, una persona che si manifesti poco, che abbia magari pure lui paura di amare, oppure una persona un po’ dura. E quello va bene perché è come se rivivessimo la storia col genitore, ma questa volta deve andare a lieto fine. Per cui se lui o lei ci amano apertamente non rappresentano il genitore, contano meno, sono persone che appaiono addirittura deboli a volte. Se l’altro un po’ si nega, ci emoziona parecchio perché somiglia al genitore che si nega e riconquistare quel genitore che si nega è salvare il nostro passato.
Passato che non ricordiamo, eh, attenzione. Passato che non ricordiamo ma di cui abbiamo conservato le emozioni.

Quando siamo così protesi a conquistare l’amore dell’altro, l’altro non lo vediamo e quindi non lo amiamo, e quindi non sappiamo amare. [...] Quando siamo così preoccupati da come ci tratta l’altro, cioè se ci ha dato segni di amarci, se ci preferisce, se ci ha detto che siamo belli o belle, se ci ripete continuamente che ci ama, noi dell’altro poco ce ne curiamo.
Per noi lui è interessante per questo riconoscimento che ci può dare: un riconoscimento che è mancato da bambini. L’altro è quello che ci può dare l’estasi o la depressione profonda: diventa tutto per noi, ma l’altro sente che c'è una fregatura. Ci preoccupiamo di essere amati, ma non amiamo.”

Gabriella Tupini, Realtà dell'amore (23)

Quando finisce un amore, non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ...
31/03/2025

Quando finisce un amore, non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ci comunica che non siamo un granché.
In gioco non è tanto la relazione, quanto la nostra identità; l'amore è uno stato ove per il tempo in cui siamo innamorati, non affermiamo la nostra identità, ma la riceviamo dal riconoscimento dell'altro; e quando l'altro se ne va, restiamo senza identità.
Ma è nostra la colpa di esserci disimpegnati da noi stessi, di aver fatto dipendere la nostra identità dall'amore dell'altro.
E allora, dopo il congedo, il lavoro non è di cercare di recuperare la relazione dell'altro, ma di recuperare quel noi stessi che avevamo affidato all'altro, al suo amore, al suo apprezzamento.

Umberto Galimberti

IL CORAGGIO DI CAMBIARE Fin da ragazzo capì che o lasci che sia il mondo a decidere chi sei o scegli chi vuoi essere. Er...
10/03/2025

IL CORAGGIO DI CAMBIARE
Fin da ragazzo capì che o lasci che sia il mondo a decidere chi sei o scegli chi vuoi essere. Era figlio di un padre che non lo stimava mai abbastanza. «Non vali niente, sei un fallito, non sei alla mia all’altezza».

Perché, in un mondo di sole apparenze, essere come «tutti» è l’unica cosa che conta.«C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno.» Lui invece no. Perché la vita è troppo corta per passarla a fingere di essere qualcuno che non sei. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. E solo chi nuota contro corrente conosce davvero la forza del mare.

Fuori tempo. Fuori moda. Fuori posto. Gliene dissero di tutti i colori. «Sapete cos’è la pazzia? Basta gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti ti prendono per pazzo.» Ma ci vuole coraggio per farlo. E lui di coraggio ne aveva tanto: p***e un figlio, la casa, il lavoro, sua moglie impazzì e poi ci fu la guerra e infine il regime con dapprima lo illuse e poi lo tradì. Ma sai cosa si fa quando non se ne può più? Si cambia. Perché alle volte per trovarti devi perderti. E lasciar andare chi credevi di dover essere.

E allora iniziò a scrivere: novelle, romanzi, commedie. Scrisse tanto, sempre e moltissimo, non libri ma «storie» che ti parlano di chi non vuole rassegnarsi a indossare per tutta la vita una maschera, di chi rischia, ricomincia, domanda, interroga perché se non rischi… in realtà metti tutto a rischio. E non serve strappare le pagine della vita, alle volte basta soltanto voltar pagina e ricominciare.

Sapeva che il tempo non si misura in ore e minuti ma in trasformazioni. E che non è mai troppo tardi per diventare chi vuoi essere. Sapeva brindare alle porte che si chiudono, alle strade che si interrompono, alle storie che si concludono. Perché come disse una volta un saggio «ciò che il bruco chiama fine, il resto del mondo lo chiama farfalla.»

La strada della crescita passa inevitabilmente attraverso le consapevolezze ☀️🌻
06/03/2025

La strada della crescita passa inevitabilmente attraverso le consapevolezze ☀️🌻

I MECCANISMI DI DIFESA DEL NARCISISTAIl narcisista si caratterizza per la presenza di un io ipertrofico che si è formato...
26/02/2025

I MECCANISMI DI DIFESA DEL NARCISISTA
Il narcisista si caratterizza per la presenza di un io ipertrofico che si è formato a causa di un arresto dello sviluppo psicologico durante l’infanzia.
Questo ha determinato la chiusura in sé e la creazione di fantasie di grandiosità che lo hanno portato a considerarsi superiore, speciale, amabile e più importante rispetto alle altre persone.
Il narcisista manipola costantemente le persone con cui si relaziona e mostra un atteggiamento arrogante e sicuro che cela una bassa stima di sé. Per mantenere sempre vivo e grandioso il proprio io ricorrere ai seguenti meccanismi di difesa:
1) Scissione
2) Dissociazione
3) Razionalizzazione
4) Proiezione
5) Negazione
6) Spostamento

Author Details Author Details Marco Salerno Psicoterapeuta ad orientamento clinico marcosalerno@gmail.com Prima di relazionarci ad un narcisista dovremmo sapere alcune cose che probabilmente dopo ... Leggi tutto

La vergogna è un sentimento fondamentale. Vergogna viene da :  vereo gognam temo l'esposizione. Oggi l'esposizione non l...
17/01/2025

La vergogna è un sentimento fondamentale. Vergogna viene da : vereo gognam temo l'esposizione. Oggi l'esposizione non la si teme più. E allora cosa succede: se io mi comporto in una modalità trasgressiva, bè che male c'è. Vado incontro ai desideri nascosti di ciascuno di noi e li espongo, quanto son bravo. E allora a questo punto non sono più visibili con chiarezza i codici del bene e del male. C'era Kant che diceva che il bene e il male ognuno le sente naturalmente da sé, usava la parola sentimento.
Oggi non è più vero. Semplicemente se uno ha il coraggio anche di mostrarsi vizioso, se ha il coraggio anche di mostrarsi trasgressivo è un uomo di valore, almeno lui ha il coraggio, ha interpretato i sentimenti nascosti di ciascuno di noi. Questo ormai significa, non dico il collasso della morale collettiva, ma persino di quella individuale, quella interna, quella psichica. Quindi la fine dei tempi.

Umberto Galimberti - da un'intervista rilasciata a Corrado Augias (2008)

"Esiste anche una seconda forma della nostalgia che assomiglia di più a una specie di visitazione. E la nostalgia-gratit...
12/01/2025

"Esiste anche una seconda forma della nostalgia che assomiglia di più a una specie di visitazione. E la nostalgia-gratitudine. In questi casi il passato ci visita e ci porta luce, ci ricorda non qualcosa che è morto e impossibile da avere, ma la bellezza e lo splendore di ciò che abbiamo vissuto e dal quale possiamo continuare ad attingere linfa vitale. È la nostalgia al servizio della vita e non della morte."

[Massimo Recalcati]

L’ARTE DELLA VITA: QUANDO LA FELICITÀ DIVENTA UN PROGETTO In un'epoca in cui siamo ossessionati dall'autodeterminazione ...
08/12/2024

L’ARTE DELLA VITA: QUANDO LA FELICITÀ DIVENTA UN PROGETTO

In un'epoca in cui siamo ossessionati dall'autodeterminazione e dal successo personale, Zygmunt Bauman ci offre una riflessione illuminante sulla più antica delle aspirazioni umane: la ricerca della felicità. "L'arte della vita" non è il solito manuale di auto-aiuto, ma un'analisi lucida e provocatoria di come la società liquido-moderna abbia trasformato la felicità da dono divino a progetto personale.

Bauman, con la sua caratteristica acutezza, esplora come la responsabilità di essere felici sia diventata un peso sulle spalle dell'individuo moderno. Siamo passati, ci dice, dal destino alla vocazione: non accettiamo più passivamente la nostra sorte, ma siamo chiamati a essere "artisti della vita", architetti del nostro benessere.

Il paradosso che emerge è affascinante: più ci sforziamo di raggiungere la felicità attraverso il consumo, l'autoaffermazione e il successo professionale, più questa sembra sfuggirci. La società dei consumi ci promette soddisfazione istantanea, ma genera solo desideri sempre nuovi e mai appagati.

La prosa di Bauman, elegante e accessibile nonostante la complessità dei temi trattati, ci guida attraverso questa esplorazione con esempi concreti e riferimenti culturali che spaziano dalla filosofia antica alla cultura pop contemporanea. Il risultato è un'opera che non offre facili risposte, ma ci invita a ripensare criticamente il nostro rapporto con la felicità e il significato stesso di una "vita ben vissuta".

Un libro essenziale per chiunque voglia comprendere le contraddizioni della nostra epoca e riflettere sul vero significato dell'arte di vivere nel XXI secolo.

Zygmunt Bauman (1925-2017) è stato uno dei più influenti sociologi del XX e XXI secolo. Nato in una famiglia ebrea a Poznań, Polonia, la sua vita fu segnata dalle grandi tragedie del '900: dovette fuggire in Unione Sovietica con la famiglia per scampare all'invasione nazista, e lì si arruolò nell'Armata Rossa per combattere contro Hi**er.

Nel dopoguerra, tornato in Polonia, divenne un brillante accademico ma nel 1968 fu costretto all'esilio a causa dell'antisemitismo di stato. Si stabilì in Gran Bretagna, dove insegnò all'Università di Leeds fino al pensionamento.

Bauman ha analizzato con straordinaria lucidità la condizione dell'uomo contemporaneo, coniando concetti divenuti celebri come quello di "modernità liquida" - una società dove tutto è fluido, instabile, precario. I suoi studi hanno spaziato dall'Olocausto alla globalizzazione, dall'amore nell'era di Internet alla crisi dei legami sociali.

Pensatore prolifico e anticonformista, ha sempre mantenuto uno stile accessibile e una profonda empatia verso gli "emarginati " della società. La sua opera, tradotta in tutto il mondo, continua a illuminare le contraddizioni e le sfide della nostra epoca.

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Indirizzo

Via Germanico, 156/Zona Prati/Metro A Ottaviano
Rome
00192

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 21:00
Martedì 10:00 - 21:00
Mercoledì 10:00 - 21:00
Giovedì 10:00 - 21:00
Venerdì 10:00 - 21:00
Sabato 10:00 - 16:00

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