22/05/2025
Negli ultimi tempi, navigando sui social, ci capita spesso di imbatterci in post che parlano di narcisismo patologico con toni molto semplificati, a volte duri, quasi da "caccia al mostro".
Si leggono frasi come “come difenderti dai narcisisti” o “5 segnali per riconoscerli e scappare”, come se stessimo parlando di persone da evitare a tutti i costi, e non di esseri umani, spesso in sofferenza, che hanno costruito le loro difese a protezione di ferite profonde.
Questi contenuti ci lasciano perplessi. Non perché non ci sia bisogno di informazione o di strumenti per orientarsi, ma perché crediamo che la psicologia non serva a dividere il mondo tra buoni e cattivi. Al contrario, dovrebbe aiutare a capire, a dare senso alla complessità, anche quando fa paura o non è facile da amare.
Parlare di disturbi psicologici non può ridursi a questo. Se vogliamo davvero avvicinare le persone al mondo della salute mentale, dobbiamo farlo con rispetto, profondità e consapevolezza.
Forse possiamo chiederci in quali modi possiamo comunicare senza semplificare ed etichettare
Ci interessa aprire questo tipo di confronto. Perché ci riguarda tutti. E perché ci sembra un’occasione preziosa per riportare al centro l’umanità, anche sui social.