
15/09/2025
È una vignetta che fa molto riflettere anche se è banale. La uso solo come spunto di riflessione.
Prima di tutto, basta parlare a senso unico di madri, i figli non sono solo delle madri, ma dovrebbero essere cresciuti, possibilmente, dai genitori. Anche un genitore assente influenza notevolmente la crescita di un figlio.
Poi, i figli NON sono trofei da mostrare, ma evidentemente questo concetto nell’epoca dei social è esasperato e portato all’ennesima potenza. Sono pochissime le persone che ammettono di usare i figli come trofei. Guardando le loro bacheche, o le loro chat, ci si accorge che sono cariche di: “mio figlio”, “mia figlia". Non esiste più un bambino normale. Ormai si assiste anche ad uno scollamento tra ciò che si dice e ciò che si fa, un po’ come le persone affette da una qualche dipendenza, che dichiarano sempre di avere la situazione sotto controllo senza rendersi conto del problema reale.
I figli vanno aiutati nel loro percorso di crescita, vanno alimentati (nei limiti delle proprie possibilità) con stimoli diversi, curiosità, socializzazione, prove ed errori. Non si studia la loro vita a tavolino e non si deve obbligarli a realizzare i desideri di un genitore, perché non sono la compensazione dei genitori. Bisogna insegnargli a vivere, a sviluppare un pensiero critico, una capacità di discernimento, sostenere la loro autostima, lasciarli liberi di sperimentare per rinforzare la loro autoefficacia. Non si fanno le scelte al posto loro nella convinzione di sapere cosa sia più giusto. Possono anche avere una dote o essere portati per una specifica cosa, ma non significa automaticamente che debbano percorrere quella strada o che debbano diventare dei talenti. Esiste anche il piacere nella vita, non può diventare tutto un dovere.
È necessario equipaggiarli per poi lasciarli liberi di scegliere e camminare, devono anche essere liberi di sbagliare con la loro testa.
Sì è felici quando si è realizzati come persone, non quando si ha un titolo appeso al muro. Si è felici se si persegue ciò che si desidera e si ha la libertà di sbagliare senza deludere nessuno. Si può essere dottori e anche felici, e si può essere milionari e infelici. La felicità non dovrebbere dipendere dall'esterno, da ciò che si fa o che si ha, ma da dentro. Se sono consapevole e felice cercherò di fare quello che mi soddisfa e che mi appaga; se non dovessi avere la possibilità di farlo e dovessi svolgere delle mansioni che non vorrei svolgere, sarò comunque in grado di trovare un equilibrio interiore per gestire la situazione.
Troppi figli sono infelici perché si portano addosso il peso delle aspettative genitoriali e fanno scelte solo per piacere agli altri. Un genitore dovrebbe essere soddisfatto di se stesso quando un figlio è sereno e felice. E se la sua felicità non corrisponde alla vostra, ricordatevi che la vita è la loro e voi l’avete già vissuta.
Maura Manca