20/11/2024
Ottavo episodio della serie
I RACCONTI CHE CURANO
dal titolo
IL NODULO DELLA CANTANTE
da leggere tutto d’un fiato.
Buona lettura
IL NODULO DELLA CANTANTE
Non era mai stata molto attenta agli esami diagnostici preventivi. Un po’ perché non aveva mai avuto nessuna patologia degna di nota, un po’ per la sua giovane età. I suoi 33 anni le davano tutte le garanzie di salute di cui aveva bisogno per vivere una vita del tutto tranquilla.
Nada era fisioterapista quando prese il primo appuntamento al Centro Preventivo per sottoporsi al check up ecografico completo.
Aveva un marito che la adorava, una bella casa e una bellissima bambina piccola. Aveva tutto per vivere una vita meravigliosa.
Nada aveva anche una grande passione. La musica. Cantava in un coro di buon livello e teneva alla sua voce in maniera quasi paranoica.
La sua disavventura inizio’ perché Nada lamentava degli strani abbassamenti di voce. Si sa, per una corista l’abbassamento di voce è un handicap non da poco. Si saltano le prove e si rischia di rimanere fuori dall’organico dei concerti. Per questo motivo Nada si sottopose a una visita otorino che aveva chiarito il problema. Un reflusso gastro esofageo era la causa dell’ irritazione delle corde vocali. Ecco spiegati quei noiosi abbassamenti di voce. Un farmaco anti reflusso e tutto si rimise a posto in breve tempo. Tutto bene quindi, ma Nada lesse da qualche parte che alcune patologie a carico della tiroide si sarebbero potute ripercuotere al livello vocale
Lesse che “le patologie tiroidee possono essere causa di disturbi della voce in presenza di un gozzo. Se il gozzo si sviluppa in sede retrosternale può presentarsi una compressione sull’esofago, sulla trachea, sulla laringe e, soprattutto, su alcuni nervi che decorrono a stretto contatto con la tiroide, come il nervo laringeo superiore ed il nervo laringeo inferiore. In questo ultimo caso si possono verificare disturbi alla fonazione”.
La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, davanti alla trachea. Strutturalmente, è formata da due lobi uniti sulla linea mediana da un istmo, che le conferiscono un caratteristico aspetto a "farfalla" (le ali corrispondono ai lobi destro e sinistro).
Il gozzo tiroideo consiste in un aumento volumetrico della tiroide, che può essere a sua volta di tipo diffuso (gozzo diffuso) o nodulare (gozzo uninodulare o multinodulare).
Nada si recò spontaneamente ad un laboratorio analisi privato e si fece analizzare la funzionalità della tiroide senza sapere che molte volte una tiroide aumentata di volume - un gozzo tiroideo - può funzionare perfettamente.
E quindi Nada fece gli esami di funzionalità tiroidea: TSH, FT3, FT4. E questi esami erano perfettamente nella norma. La tiroide funzionava perfettamente. Quindi tutto chiarito?
Macché. Nada apprese da un’amica che in città esisteva un Centro Medico di Prevenzione che analizzava con l’ecografia tutti gli organi del corpo alla ricerca delle patologie più importanti.
E così, proprio per approfondire ancora di più la sua situazione clinica, prese l’appuntamento a quel Centro Preventivo perché voleva essere totalmente sicura che non ci fossero intoppi nella sua salute.
E così fu.
In anamnesi emerse che faceva poca attività fisica, ma l’ alimentazione era corretta.
Nada non aveva il vizio del fumo.
Colesterolo e glicemia erano nella norma.
Cosa evidenziarono gli esami strumentali?
L’apparato cardiovascolare, studiato analizzando le arterie ed il cuore, era perfettamente nella norma. Non aveva placche aterosclerotiche in nessun distretto arterioso, l’elettrocardiogramma e l’eco cuore risultavano totalmente negativi.
A carico di addome e mammelle non emerse nessuna patologia.
Ma, manco a farlo apposta, le fu diagnosticato un nodulo solido al lobo sinistro della tiroide.
“Me lo aspettavo - disse Nada al medico - ho letto che il gozzo può ripercuotersi sulle corde vocali.”
Nada non aveva un gozzo tiroideo. La ghiandola non era ingrossata e non c’era nessuna compressione da nessuna parte. Quindi il suo abbassamento di voce era attribuibile solamente al suo reflusso gastro esofageo e non certamente ad una patologia tiroidea.
Ma meno male che Nada si sottopose al check up generale.
Le caratteristiche di quel nodulo non apparvero subito tra le più belle. Nel referto c’era chiaramente scritto “nodulo francamente ipoecogeno con orletto periferico completo e ricca vascolarizzazione peri e intra nodulare del diametro di 20 mm. Si evidenziano inoltre numerose micro calcificazioni all’interno del nodulo stesso”.
Quelle descritte nel referto erano tre caratteristiche di malignità di quel nodulo: la netta ipoecogenicita’, ovvero il fatto che il nodulo fosse più scuro della tiroide che lo conteneva; la vascolarizzazione intra nodulare, ovvero il fatto che i vasi sanguigni fossero presenti non solo alla periferia del nodulo ma anche al suo interno, e la presenza di micro calcificazioni a “spruzzo“ sempre all’interno del nodulo.
Un medico che si occupa di prevenzione inizia a considerare maligno un nodulo alla tiroide anche se è presente solo una caratteristica ecografica dì malignità. Nada di caratteristiche di malignità ne aveva ben tre.
Il medico prosoetto’ subito a Nada la possibilità di un intervento chirurgico non prima però di averla fatta valutare da un endocrinologo.
Venne deciso quindi di inviarla a visita endocrinologica per eseguire l’agoaspirato di quel nodulo dubbio.
Quando il medico riferì queste cose a Nada, lei non la prese proprio benissimo.
Aveva paura. Aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere. Aveva paura dell’ intervento chirurgico, aveva paura di tante cose. Anche di non farcela.
Tutte reazioni estremamente normali. Ecco perché tante persone si sottopongono mal volentieri ad esami preventivi. Per la paura di aver paura.
E così fu. L’endocrinologo ripetette l’ecografia e esegui l’agoaspirato di quel nodulo alla tiroide.
La risposta, che arrivo’ dopo circa una decina di giorni, parlava di “reperto suggestivo di lesione follicolare non altrimenti specificata”
Oggi la classificazione citologica è cambiata, ma nell’anno di questo racconto, il 2003, lo stadio che oggi chiamiamo TIR3, era descritto come lesione follicolare, ed era l’unico caso in cui l’agoaspirato tiroideo non era in grado di stabilire con certezza se il nodulo fosse benigno o maligno. Ciò che differenzia le due lesioni consiste nel fatto che nel carcinoma follicolare maligno è sempre presente un’invasione della capsula del nodulo che, invece, non è mai presente nella lesione benigna.
L’invasione capsulare tuttavia, non può essere evidenziata con il solo esame citologico (ovvero con l’agoaspirato) ma richiede l’asportazione di tutto il nodulo e del tessuto circostante e quindi un intervento chirurgico. In poche parole, per tale diagnosi, è sempre necessario asportare chirurgicamente il nodulo anche in considerazione della non trascurabile probabilità (20%) che dietro alla proliferazione follicolare si nasconda un tumore maligno alla tiroide
Si decise quindi di asportare chirurgicamente quel nodulo per poterlo meglio analizzare con l’esame istologico.
E così Nada il 22 ottobre si sottopose ad intervento chirurgico di lobectomia sinistra ed istmectomia. Il decorso operatorio fu regolare in attesa dell’esame istologico del pezzo operatorio atteso dopo una decina di giorni.
Nada visse il post operatorio in tranquillità, con i soliti alti e bassi di quando una ferita operatoria sta guarendo. Ed anche da un punto di vista psicologico non era messa tanto male. L’intervento ormai era passato, quel brutto nodulo non c’era più e, giorno dopo giorno, si sentiva sempre meglio.
Ma la risposta dell’esame istologico fu agghiacciante: “Neoplasia follicolare …………presenza di attività mitotica.……
Il referto è suggestivo di carcinoma follicolare in via di sdifferenziazione con aspetti insulari, angioinvasivo”
Diagnosi di malignità.
E non solo.
“angioinvasivo” vuol dire che, all’esame microscopico, furono trovate cellule tumorali all’interno di almeno un vaso sanguigno esterno al tumore.
Il tumore era in procinto di sparare metastasi a distanza: ossa, polmoni, reni, cute.
Il mondo le casco’ addosso.
In questo casi la Tiroide va tolta completamente perché le recidive del tumore sono molto frequenti per ciascuna singola cellula tiroidea residua.
Per cui Nada, in data 7 Novembre, soli 14 giorni dopo, fu nuovamente operata di completamento di tiroidectomia totale.
Anche questa volta il decorso post operatorio fu regolare. Ma la situazione psicologica era completamente diversa. Dopo una batosta del genere c’è sempre la paura che qualcos’altro possa accadere.
Nada si sottopose a terapia con radio iodio il 12 gennaio per dustruggere eventuali cellule tiroidee residue.
E gli esami successivi dimostrarono che Nada non aveva più con lei nessuna cellula tiroidea.
Bene. Molto bene.
Naturalmente Nada dovrà fare a vita la terapia sostitutiva con un farmaco che si chiama Levotiroxina sodica, ma quell’anno aveva sconfitto il cancro.
Ora Nada fa una vita del tutto normale, ha un’altra bambina, fa regolarmente sport e continua a coltivare la sua grande passione che è la musica. Quella passione che le aveva salvato la vita. Quell’abbassamento di voce, alla fine, nulla aveva a che fare col suo tumore alla tiroide.
E quindi il terribile carcinoma follicolare tiroideo le fu trovato per caso.
Nada ha capito da quella terribile esperienza che i controlli preventivi di diagnosi precoce vanno fatti quando non ci sono sintomi, quando si sta’ bene.
La prevenzione ti salva la vita
Quel check up ecografico le aveva salvato la vita.
Si perché il suo tumore era altamente invasivo e se la sua diagnosi fosse stata fatta solo qualche mese dopo, magari n seguito a difficoltà alla deglutizione o a dolori ossei o a difficoltà respiratoria, probabilmente si sarebbero trovate quelle dannate metastasi a distanza che avrebbero complicato terribilmente la situazione.
Nada, è grata a quella passione che ha svegliato in lei la consapevolezza della vitale importanza della prevenzione. Ed ha studiato ancora, si è perfezionata e si è spinta oltre. Purtroppo per il suo vecchio coro, non canta più dove cantava al tempo degli eventi narrati. Ha fatto un provino in un coro più importante ed è stata presa.
Nada non solo è viva, ma vive la sua vita in modo meraviglioso.
La prevenzione salva la vita. La storia di Nada è una delle tantissime prove.