15/09/2020
Il coraggio si impara !
IL CORAGGIO SI IMPARA: perché il Covid ci può aiutare ad essere genitori migliori.
Nella settimana in cui riparte la scuola, noi genitori dobbiamo davvero fare un’operazione complessa, ma quanto mai necessaria in questo momento. Dopo aver sostenuto la crescita e la vita dei nostri figli nello spazio ristretto e protettivo delle nostre vite famigliari, ora dobbiamo spingerli a ributtarsi nella vita che c’è fuori. Andare nel mondo, incontrare amici, fare nuove esperienze, scoprire parti inedite di sé e degli altri: abitare la crescita comporta essere in grado di affrontare tutto questo. Molti genitori sono pieni di ansia. E se poi si ammala? E se nella sua classe qualcuno contagia gli altri? Come posso essere sicuro che gli altri rispettino le regole, come io le faccio rispettare a mio figlio? Vorremmo una vita a rischio zero. Per loro, prima di tutto. Possibilmente anche per noi. Ma il rischio zero è pura utopia. Si ottiene solo nel ritiro sociale. Che tenendoti chiuso in uno spazio protetto non ti espone ad alcun pericolo. Però non ti consente neppure di crescere. In qualche modo, il Covid e tutte le sfide che porta nelle nostre vite obbliga noi genitori del terzo millennio a includere nel nostro progetto educativo anche la dimensione del rischio. Per poter essere gestito, va affrontato. Noi invece, all’inizio del terzo millennio, abbiamo creduto che i nostri figli sarebbero cresciuti con un’esistenza “risk-free”, libera dai pericoli. Ci pensavamo noi a tenere sotto controllo tutto, ad evitare che si imbattessero in qualche pericolo. Li abbiamo scortati e accompagnati dappertutto, per evitare che rischiassero un incidente nel traffico delle città. Abbiamo letto e riletto tutti i loro compiti affinchè li consegnassero ai loro docenti perfetti e intonsi, evitando qualsiasi segno di penna rossa. Ci siamo anche messi a litigare con i genitori dei loro compagni di scuola, quando si verificava qualche litigio, desiderosi di fare giustizia per loro. Nell’essere così iperprotettivi però abbiamo anche combinato qualche danno. Li abbiamo illusi che la vita fosse come una favola, cancellando o mascherando il principio di realtà che include tutto, il bello e il brutto. In parte la nostra iperprotezione li ha resi anche incapaci di sentirsi all’altezza del rischio che possono incontrare lungo il loro percorso di crescita. Perciò quando il rischio compare, spesso rimangono imbrigliati nell’ansia e nella paura e non trovano la strada che li sposta invece verso il coraggio. Mai come in questi anni abbiamo visto adolescenti soffrire di ansia, attacchi di panico, paura. Il Covid ci obbliga a buttarci nella vita sapendo che c’è un rischio, là fuori, e che quel rischio può essere gestito, controllato, minimizzato. Ma non può essere cancellato. Il rischio zero non esiste: questa verità che ci riempie di paura può essere però la spinta a imparare il coraggio. Perché crescere implica anche questo: imparare a maneggiare la paura e attraversandola, trovare il modo per superarla, trasformandola in coraggio.
Ieri guardare i miei figli che uscivano di casa per andare a scuola ha riempito il mio cuore di speranza. Ma da qualche parte, nella mia mente, c’erano anche ansie e paure che si accendevano in automatico. Avevo da poco ascoltato un programma radio che interpellava i genitori chiedendo loro: “Voi che cosa fate in questo inizio di anno scolastico? Li mandate a scuola, li tenete a casa la prima settimana per vedere come vanno le cose agli altri o… che altro?”. Qualcuno ha chiamato dicendo addirittura di aver optato per l’homeschooling per questo anno scolastico, tenendo i figli a casa e trasformando la cucina in un’aula scolastica. Proprio come durante il lockdown. C’è tanta ansia in giro. Paura. Dubbi su quale sia la mossa giusta da fare. Mia figlia Caterina, 11 anni, mi ha detto: “Io sono felice che si torni a scuola. Ma sono anche un po' agitata. La scuola col Covid in giro, non sembra la scuola che c’era prima”. Una frase che ha dentro tutto. Ma che mi spinge a condividere con voi queste riflessioni, con cui provo a sintetizzare i contenuti di uno dei sei capitoli del mio nuovo libro “Mentre la tempesta colpiva forte” (De Agostini ed.) in cui rileggo l’esperienza che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, cercando di capire come noi genitori dobbiamo metterci in gioco in questo passaggio di vita così sfidante. Conosciamo tutti mamme e papà che in questo momento sono abitati da ansie e paure. Che vorrebbero tenere tutto sotto controllo, missione – ahimè – impossibile. Se volete, condividete questo messaggio con gli altri genitori del vostro gruppo classe, della vostra scuola, delle vostre associazioni sportiva o di volontariato. In mezzo a questa tempesta, i nostri figli, grazie a noi, possono imparare il coraggio, comprendere che il “rischio zero” nella vita non esiste. E questo insegnamento serve a loro, tantissimo. Ma forse a noi adulti, ancora di più.