23/08/2024
È normale e spesso utile cercare risposte di ogni tipo nel web e sui social media👩🏻💻...ma talvolta risulta una pessima idea, soprattutto se poi non ci si confronta con un professionista 😉
L’articolo propone una riflessione sulla diffusione delle diagnosi mediante questionari sui social.
Sempre più spesso sui social appaiono pagine che sponsorizzano diagnosi psicologiche. Risulta molto facile compilare un test su Instagram per scoprire se si ha l’Adhd, se si è borderline, dipendenti, neurodivergenti, attribuendo a questi il senso dei “fallimenti” nelle relazioni o nel lavoro. La complessità dell’atto diagnostico lascia il posto ad un’approssimazione consumistica che colma una domanda sociale di identità soddisfatta dall’ampia offerta sui social.
Secondo l’articolo, che propone una serie di chiavi di lettura, le versioni social di psicologia e psichiatria sono pervase dall’individualismo, che separa le persone dai contesti. Entro questa cultura, il disturbo perde la sua dimensione sociale e diventa conseguenza di un atipico funzionamento neurologico individuale. Se è la diagnosi la causa delle difficoltà, a poco o nulla può servire sviluppare una comprensione del modo in cui si vivono le relazioni. Dare senso ai propri vissuti, contestualizzandoli nelle relazioni con il lavoro, gli amici, i partner, la famiglia, può sembrare inutile. L’etichetta diagnostica ne satura il senso: se si è “fatti così”, non è possibile cambiare.
Il tema, sul quale oggi proponiamo questa prima riflessione e sul quale torneremo, merita approfondimenti in varie direzioni: ad esempio la carenza di possibilità di accesso alla professione psicologica nei servizi pubblici che spinge molti a cercare comunque delle risposte; i rischi legati a pseudo-diagnosi o diagnosi fai da te slegate da un contesto valutativo professionale; il fenomeno come conseguenza di forme di disagio sempre più diffuse ma ancora ignorate; l’emergere di un diverso, seppure spesso confuso, atteggiamento verso questi problemi...
Per approfondire 👇
https://lespresso.it/c/opinioni/2024/8/22/perche-cercare-una-diagnosi-psicologica-sui-social-e-una-pessima-idea/51827