04/03/2025
Per sfatare i falsi miti.
Nella giornata internazionale contro ogni forma di discriminazioni, ci piace ricordare la posizione di Freud sul tema della selezione dei candidati analisti omosessuali.
"La questione si pose nel 1920. La Società psicoanalitica olandese aveva ricevuto una domanda di ammissione da parte di un medico noto per essere «manifestamente omosessuale». Incerti sul come rispondere, essi si rivolsero ad un membro del circolo di Freud, Ernest Jones, lo stesso che più tardi avrebbe scritto la biografia ufficiale. Jones ne tenne Freud al corrente per via epistolare. «Li ho sconsigliati dal farlo», egli disse, «e adesso sento … che quell'uomo è stato scoperto e mandato in prigione.» Egli chiedeva poi a Freud se egli fosse o no del parere che rifiutare sempre dei candidati omosessuali fosse «una norma generale cui attenersi», Freud si consultò con un altro membro del circolo, Otto Rank, il quale era inoltre un suo amico intimo; Freud e Rank risposero quindi insieme a Jones, criticando l'opportunità delle sue affermazioni:
«Caro Ernest, abbiamo considerato la sua domanda concernente l'eventuale associazione di omosessuali, e non siamo d'accordo con lei. In realtà non possiamo escludere tali persone senza avere sufficienti ragioni d'altro tipo, così come non possiamo essere favorevoli a che siano perseguiti dalla legge. Ci sembra che in simili casi una decisione dovrebbe dipendere da un esame accurato delle altre qualità del candidato»
[...] La lettera di Freud aveva sostenuto che l'omosessualità dovrebbe essere o un fattore neutrale o un non-fattore nella valutazione dei candidati” (Abelove, 1985, 30, 32).
Biblio:
Henry Abelove, FREUD, L'OMOSESSUALITA' MASCHILE E GLI AMERICANI, (1985). Psicoterapia e Scienze Umane, (19)(4):28-47