Stefania Volpe - Psicologa

Stefania Volpe - Psicologa Nel mio lavoro clinico seguo un approccio Strategico ad Orientamento Neuroscientifico.

🌊 Educare all'inclusione… senza forzatureQuando i genitori fanno più danni che altro...Oggi, dalla mia sdraio in spiaggi...
25/07/2025

🌊 Educare all'inclusione… senza forzature
Quando i genitori fanno più danni che altro...

Oggi, dalla mia sdraio in spiaggia, ho osservato una scena che mi ha fatto riflettere.

I miei figli stavano giocando a pallone con alcuni coetanei, in perfetta armonia. Due ragazzini si avvicinano, chiedono di partecipare. I bambini rispondono con naturalezza: "Aspettate, finiamo questa partita e poi giocate anche voi." Nessun rifiuto, solo il bisogno di chiudere un turno e accogliere in un secondo momento. Tutto fluiva con semplicità.

Fino a quando...
Arriva la madre dei due ragazzini.

Si avvicina a grandi passi, si rivolge ai bambini con tono perentorio, quasi irrisorio: "Devono giocare tutti! Non si esclude nessuno!"
Sottolinea, alza la voce, insiste. I suoi figli la guardano, i bambini che stavano giocando pure. Imbarazzo. Disagio. Poi il silenzio. Il gioco si ferma. Tutti i ragazzi, compresi i suoi, tornano sotto gli ombrelloni. Nessuno gioca più.

Io non sono intervenuta. Per principio, non mi intrometto tra bambini che stanno imparando l’arte della relazione.
Ma ai miei figli ho detto una cosa semplice:
"Avete fatto bene a voler includere, ma è anche giusto scegliere con chi si sta. Se qualcuno pretende, se un adulto invade, se il gioco diventa imposizione… non funziona più."

👉 Questa scena racconta un errore educativo molto frequente:
Quando un genitore, pur animato da "buone intenzioni", forza le dinamiche tra bambini anziché lasciare che se la cavino da soli.
Quando l'inclusione diventa obbligo.
Quando si prende la parola al posto dei figli, trasmettendo l’idea che per ottenere qualcosa bisogna imporsi.

Il risultato?
I bambini che vengono “difesi a spada tratta” finiscono spesso per restare più isolati. Nessuno vuole giocare con chi è accompagnato da un adulto che controlla, corregge, pretende. E quei bambini, che magari già faticano a inserirsi, imparano che le relazioni si conquistano per diritto, non per merito o per disponibilità reciproca.

🔍 Educare all'inclusione significa anche insegnare il rispetto dei tempi, dei turni, del consenso altrui.
Significa accompagnare, non sostituire.
Lasciare che i bambini trovino da sé il modo di stare nel gruppo, che sbaglino, che si aggiustino, che imparino l’attesa.

🔄 Forzare le relazioni non le crea.
LE DISTRUGGE

Siamo abituati a pensare che prima dobbiamo sistemarci, migliorarci, "funzionare meglio"... e poi potremo amarci.Ma è il...
01/07/2025

Siamo abituati a pensare che prima dobbiamo sistemarci, migliorarci, "funzionare meglio"... e poi potremo amarci.
Ma è il contrario: l’accettazione nasce proprio mentre facciamo pace con le nostre parti più difficili.

Volersi bene non significa piacersi sempre.

Significa smettere di combattere contro di sé ogni giorno.

💬 Ti risuona questa frase? Quale parte di te fai più fatica ad accettare?

stessi

🌀 Niente cambia se non cambi niente.Quante volte ti sei detto “è un periodo”, “passerà”, “basta resistere un altro po’”…...
26/06/2025

🌀 Niente cambia se non cambi niente.

Quante volte ti sei detto “è un periodo”, “passerà”, “basta resistere un altro po’”… mentre dentro ti sentivi bloccato, insoddisfatto, ansioso?

La realtà è questa:
⭐ Il cambiamento non arriva da solo.
⭐ La consapevolezza non basta, serve azione.
⭐ Il primo passo non deve essere perfetto, solo diverso.

🔍 In terapia strategica non ci limitiamo ad analizzare perché stai male.
Cerchiamo di capire come uscirne, con piccoli spostamenti strategici che aprono nuove strade.

👉 Vuoi qualcosa di diverso?
Inizia a fare qualcosa di diverso.
Anche di piccolo. Anche oggi.

“Grazie per aver sempre creduto in me, aiutandomi a farlo a mia volta.”Sono le parole con cui una giovane donna ha concl...
25/06/2025

“Grazie per aver sempre creduto in me, aiutandomi a farlo a mia volta.”

Sono le parole con cui una giovane donna ha concluso il nostro percorso terapeutico.

Mi hanno colpita, mi hanno commossa.

Perché contengono il senso profondo di un lavoro condiviso, di una fiducia costruita passo dopo passo, spesso nel silenzio delle fatiche, degli inciampi, delle piccole e grandi conquiste.

Ma la verità è che è stata lei a fare il lavoro più importante.

Io l’ho solo accompagnata.

Le ho offerto una cornice nuova in cui leggere ciò che stava vivendo.

Le ho posto domande che a volte destabilizzano, a volte illuminano. Le ho proposto piccole azioni, scelte con cura, per creare esperienze diverse e liberarla da schemi che la tenevano imprigionata.

Perché il terapeuta strategico non interpreta il passato, non “cura” in senso classico: progetta con il paziente momenti di cambiamento nel presente.

Aiuta a guardare con occhi nuovi ciò che si dà per scontato.

Rompe certezze che fanno soffrire, per costruirne altre, più utili, più funzionali, più libere.

Il cambiamento non arriva con la comprensione razionale, ma con l’esperienza.
E questo tipo di terapia si fonda proprio su questo: creare esperienze correttive che consentano alla persona di vivere qualcosa di diverso, di scoprire che può farcela, e così cominciare a crederci davvero.

Così è successo con lei.

Ha cominciato con un passo, piccolo ma diverso dal solito. Poi un altro. E un altro ancora.
Ha imparato a riconoscere le sue trappole mentali, a uscire dal labirinto dell’ansia, a smettere di autosabotarsi.

Oggi, guarda a se stessa con occhi nuovi.

Non perfetta.

Ma finalmente libera di essere come desidera, non come teme di dover essere.

Io l’ho guidata, certo. Ma il cammino è tutto suo. Il coraggio, è il suo. La trasformazione, è la sua.

Ed è questo il dono più grande del mio lavoro:
vedere una persona tornare padrona della propria vita, e sapere che io, semplicemente, ero lì.
Nel posto giusto, al momento giusto.

75 coltellate non bastano a parlare di crudeltà?Le motivazioni della sentenza sull’omicidio di Giulia  ci mettono davant...
09/04/2025

75 coltellate non bastano a parlare di crudeltà?

Le motivazioni della sentenza sull’omicidio di Giulia ci mettono davanti a una verità amara e profondamente disturbante: anche un gesto estremo e prolungato di violenza può essere letto, in ambito giudiziario, come “non deliberatamente crudele” se manca la volontà esplicita di infliggere sofferenza gratuita.

Ma c'è una sofferenza che non ha bisogno di aggettivi per esistere.
Una giovane donna è stata uccisa da chi non accettava la sua autonomia.
Da chi non tollerava che potesse scegliere per sé.

Questo è femminicidio.
È controllo. È sopraffazione.
È la violenza che nasce quando il rifiuto viene vissuto come una minaccia da annientare.
È l’idea, ancora troppo presente, che una donna “non può andarsene”, “non può decidere”, “non può smettere di amare”.

Dobbiamo educare al rifiuto.

È necessario insegnare, fin da piccoli, che l’amore non è possesso, che l’altro non è un’estensione di noi stessi, ma un individuo con il pieno diritto di scegliere, cambiare idea, allontanarsi.

Dobbiamo lavorare sul significato dell’identità e dell’autostima, aiutando le persone – soprattutto gli uomini – a costruire un senso del sé che non crolli di fronte alla perdita, al no, alla frustrazione.
Perché chi non sa reggere un “ti lascio” spesso ha imparato a vivere le relazioni come una conferma del proprio valore, come l’unico spazio in cui esistere.

Serve un’educazione affettiva più profonda, che includa il riconoscimento e la gestione delle emozioni, la capacità di tollerare il dolore e la frustrazione, il rispetto radicale per la libertà dell’altro.
Serve una cultura che insegni che non si perde la dignità se si viene lasciati, ma la si perde quando si umilia, si minaccia, si colpisce.

Parliamone...
Nelle scuole, nei centri di formazione, nelle famiglie.
Parliamone nei percorsi terapeutici, nei gruppi, nei progetti di prevenzione.
Non possiamo aspettare che sia il dolore a educare.
Facciamolo prima che sia troppo tardi...ANCORA

🤔      Overthinking      🤔Quando la mente non si ferma mai 😶‍🌫️😶‍🌫️😶‍🌫️Ti è mai successo di rimuginare su un errore del ...
26/03/2025

🤔 Overthinking 🤔

Quando la mente non si ferma mai 😶‍🌫️😶‍🌫️😶‍🌫️

Ti è mai successo di rimuginare su un errore del passato o di immaginare scenari futuri catastrofici fino a sentirti bloccato? Questo è l’overthinking, il pensare troppo, una trappola mentale che può generare ansia, stress e senso di impotenza.

Perché succede?
La nostra mente cerca soluzioni, ma quando si aggancia a pensieri negativi o ripetitivi, finisce per alimentare il problema invece di risolverlo. È un po’ come cercare di uscire dalle sabbie mobili: più ti agiti, più affondi.

Buone prassi per spezzare il ciclo:

1. La tecnica del “tempo dedicato ai pensieri” 🕒
Concediti 10 minuti al giorno in cui ti permetti di rimuginare liberamente. Al di fuori di questo tempo, ogni volta che emerge un pensiero intrusivo, rimandalo al tuo “spazio dedicato”.

2. Scrivi i tuoi pensieri su carta ✍️
Spesso, dare forma concreta ai pensieri riduce la loro intensità. Scriverli ti aiuta a vederli con distacco e a capire quali sono realistici e quali esagerati.

3. Focalizzati su ciò che puoi controllare 🎯
Chiediti: “Questo problema è davvero sotto il mio controllo?”. Se la risposta è no, fai uno sforzo consapevole per lasciarlo andare.

4. Distraiti con un’attività che ti coinvolga davvero 🎶🚴‍♂️
L’overthinking si nutre di inattività. Fai qualcosa che richieda la tua attenzione, come ascoltare musica, fare sport o cucinare un piatto elaborato.

Ricorda: i pensieri non definiscono chi sei. Puoi imparare a gestirli e vivere più serenamente!

Hai mai pensato di non essere abbastanza? 😞Abbastanza bravo, abbastanza intelligente, abbastanza meritevole?Questa paura...
18/03/2025

Hai mai pensato di non essere abbastanza? 😞
Abbastanza bravo, abbastanza intelligente, abbastanza meritevole?
Questa paura può condizionare il tuo benessere, ma esistono modi per affrontarla. Scopriamoli insieme! 👇

Da dove nasce questa paura?
La sensazione di non essere abbastanza spesso ha origini profonde:
🔹 Confronto continuo con gli altri
🔹 Critiche ricevute nell’infanzia o nell’adolescenza
🔹 Standard troppo elevati e paura di fallire
🔹 Esperienze di rifiuto o abbandono
Più questi schemi si ripetono, più diventano convinzioni radicate che influenzano il modo in cui

Come si manifesta?
Questa paura può mostrarsi in molti modi:
❌ Eviti di metterti in gioco per paura del giudizio
❌ Sminuisci i tuoi successi, attribuendoli alla fortuna
❌ Ti senti spesso inadeguato nelle relazioni
❌ Hai bisogno di conferme costanti per sentirti valido
Se ti riconosci in questi punti, sappi che non sei solo. È possibile cambiare prospettiva.

📢 Ansia Sociale: Perché Temiamo il Giudizio degli Altri?Ti è mai capitato di evitare una conversazione, un evento o pers...
17/03/2025

📢 Ansia Sociale: Perché Temiamo il Giudizio degli Altri?

Ti è mai capitato di evitare una conversazione, un evento o persino un semplice sguardo per paura di essere giudicato? L’ansia sociale è una delle difficoltà più diffuse tra i giovani oggi, e spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto.

🔍 Ma perché succede?
Il nostro cervello è programmato per cercare accettazione: fa parte della nostra natura voler essere apprezzati dal gruppo. Tuttavia, quando questa paura diventa paralizzante, può limitarci nelle amicizie, nel lavoro e nella vita quotidiana.

⚠️ Segnali che potresti soffrire di ansia sociale:
✅ Eviti di parlare in pubblico o di esprimere la tua opinione
✅ Hai paura di essere osservato o giudicato dagli altri
✅ Dopo un’interazione sociale, ripensi continuamente a cosa hai detto
✅ Eviti situazioni che ti mettono al centro dell’attenzione

💡 Cosa puoi fare per superarla?
✔ Accetta l’errore: nessuno è perfetto, e tutti hanno momenti imbarazzanti!
✔ Esporsi gradualmente: affrontare piccole sfide sociali aiuta a ridurre la paura.
✔ Cambia prospettiva: spesso siamo noi i primi giudici di noi stessi. Gli altri sono meno attenti di quanto pensiamo!
✔ Chiedi aiuto: un percorso di psicoterapia può aiutarti a superare questi blocchi e vivere con più leggerezza.

🔄 Ti rivedi in questa situazione? Raccontami nei commenti o scrivimi in privato! 🗨️💙

✨ Imparare ad accettarsi: il primo passo verso il benessere ✨Quante volte ti sei sentito/a in lotta con te stesso? L'acc...
15/01/2025

✨ Imparare ad accettarsi: il primo passo verso il benessere ✨
Quante volte ti sei sentito/a in lotta con te stesso?

L'accettazione di sé non significa rassegnarsi, ma smettere di giudicarsi con durezza e imparare a vedersi con occhi più gentili.

🔑 Ecco 3 passi per iniziare questo percorso:

1️⃣ Riconosci le tue emozioni: Accettare ciò che provi è il primo atto di amore verso te stesso/a. Non esistono emozioni "giuste" o "sbagliate".

2️⃣ Smetti di paragonarti agli altri: Sei unico/a, con il tuo percorso e i tuoi tempi. Concentrati su ciò che ti rende speciale.

3️⃣ Coltiva la gratitudine: Ogni giorno pensa a 3 cose che apprezzi di te stesso/a, anche piccole. La gratitudine trasforma il modo in cui ti percepisci.

💬 Ricorda: accettarti non significa smettere di migliorarti, ma partire da una base di accoglienza e rispetto per chi sei. Sei pronto/a a fare questo primo passo?

👉 Parliamone insieme: Contattami per scoprire come intraprendere un percorso di consapevolezza e crescita personale.

11/05/2024

Stai cercando una via d'uscita da una relazione tossica? 💔 La psicoterapia può essere il tuo faro nella devastante tempesta emotiva! 🌟

🤝 Con il supporto di un terapeuta puoi esplorare i modelli relazionali dannosi, imparare a stabilire confini sani e sviluppare la fiducia in te stesso per costruire relazioni più positive e appaganti. 💖

👉 Condividi questo post con chiunque possa aver bisogno di una mano per rompere il ciclo delle relazioni dannose. Insieme, possiamo diffondere la consapevolezza e il sostegno necessario per un cambiamento positivo!

Sii gentile con te stesso, celebrati ogni giorno e ricorda: " Sei abbastanza, sei prezioso e meriti tutto l'amore che ha...
16/04/2024

Sii gentile con te stesso, celebrati ogni giorno e ricorda: " Sei abbastanza, sei prezioso e meriti tutto l'amore che hai da offrire. Non permettere a nessuno di dirti il contrario 💖

Supporto psicologico gratuiti per minori fino ai 18 anni non compiuti.
20/03/2024

Supporto psicologico gratuiti per minori fino ai 18 anni non compiuti.

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