19/11/2025
OPS SPORT E BAMBINI
In questa sezione ci occuperemo delle domande più frequenti rivolte dai genitori, che spesso non trovano risposta, o ne trovano di confuse e contraddittorie, in merito all'approccio dei bambini (ognuno con la propria individualità, inclinazioni ed esigenze) con il mondo dello sport.
A che età è giusto iniziare un bambino all’attività sportiva e quali sono le discipline più adatte per i più piccoli? Gioco libero o Sport? Quali sono i falsi miti e i reali benefici riguardanti il rapporto tra sport e bambini? E’ vero che il nuoto è lo sport più completo? E’ corretto evitare alcune discipline per scongiurare lo sviluppo di scoliosi o altri dismorfismi o paramorfismi.
PREMESSA GENERALE: LE ESIGENZE PSICO-NEUROMOTORIE DEL BAMBINO E LA QUESTIONE SOCIALE
Cominciamo con alcune premesse d’obbligo prima di affrontare questa complessa questione :
- Lo sport (inteso secondo le modalità e la trasversalità attuali) è un’invenzione della società moderna, sviluppatosi per lo svago e il divertimento con l’avvento della società industriale,
- Il corpo umano è progettato per il movimento, per quelle che vengono denominate attività motorie di base (camminare, correre, saltare, arrampicarsi, lanciare ecc.), non per le attività sportive come oggi sono intese,
- La strutturazione del sistema neuromotorio, cognitivo ed affettivo avviene principalmente attraverso il gioco, attività prevalente dell’essere umano fino all’adolescenza e successivamente mai abbandonata per tutta la vita.
Bisogna inoltre tener conto di alcuni elementi determinanti:
- La modernità ci “costringe” ad una sempre più costante e precoce sedentarietà,
- I bambini hanno sempre meno spazi e tempi liberi da trascorrere giocando all’aria aperta, sempre più frequentemente “rapiti” da schermi e games console,
- L’analfabetismo neuromotorio è divenuto “pandemico”, al punto che ci sono molti adolescenti o anche adulti che non sono in grado di effettuare una semplice capovolta (capriola)
- L’importanza dello sviluppo psico-neuromotorio non è una priorità per la nostra società, al punto da relegare l’educazione fisica scolastica ad una disciplina secondaria, delegando l’educazione motoria dei giovani all’iniziativa dei genitori e delle associazioni sportive, con tutti gli interessi economici e agonistici connessi.
- L’interesse più spesso suscitato dalle discipline sportive professionistiche e dai loro beniamini è legato a questioni di immagine, successo, ricchezza, che fanno presa sui giovani e bambini, più che sull’idea della salute e dello sviluppo armonioso ed efficiente del corpo umano e di tutti gli ambiti ad esso connessi (cognitivo, affettivo, relazionale…)
Tenute presenti queste premesse determinanti, possiamo immediatamente trarre alcune conclusioni:
- Il “gioco libero” in ambiente naturale e con altri bambini è il contesto ideale per lo sviluppo del sistema neuromotorio, cognitivo ed affettivo-relazionale, inquanto è l’unica modalità che permetta al bambino di sviluppare fantasia, creatività, confronto con i limiti propri e degli altri e con le regole della convivenza. Le attività codificate, la disciplina, saranno gradualmente introdotte, così da permettere al bambino di percepire la differenza tra attività libere e codificate.
- In mancanza di spazi liberi dove giocare insieme, specie in ambiente urbano, le attività sportive e soprattutto l’avviamento allo sport sono quanto di più vicino alle esigenze per lo sviluppo psico-motorio del bambino e un toccasana contro la sedentarietà, considerando anche che l’avviamento a quasi tutti gli sport viene effettuato in modalità ludica.
- Scegliere oculatamente l’attività sportiva più adatta al bambino, funzionale alle sue esigenze e inclinazioni più che a quelle dei genitori è un elemento indispensabile in quello che è il “sistema educativo” in fase di sviluppo.
http://www.osteopatiaposturasalerno.it/ops-e-sport/