Unità di Senologia Breast UNIT Villa del Sole di Salerno

Unità di Senologia Breast UNIT Villa del Sole di Salerno BREAST UNIT (UNITÀ DI SENOLOGIA)
VILLA DEL SOLE (SALERNO) E BREAST UNIT (UNITÀ DI SENOLOGIA) CASA DI CURA MALZONI (AVELLINO)
RESPONSABILE DOTT. LUIGI CREMONE

28/11/2025

Fattori di rischio del tumore al seno: miti da sfatare e verità da conoscere

Il tumore al seno rappresenta la neoplasia più diagnosticata nelle donne a livello globale. Nonostante i progressi nella ricerca, intorno ai suoi fattori di rischio persistono ancora numerosi miti che possono generare confusione o paura. Distinguere ciò che è scientificamente provato da ciò che è frutto di disinformazione è fondamentale per promuovere prevenzione consapevole e comportamenti salutari.

1. Fattori di rischio scientificamente dimostrati
1.1 Età

L’incidenza del carcinoma mammario aumenta con l’età. La maggior parte dei casi viene diagnosticata dopo i 50 anni, anche se può insorgere prima.

1.2 Predisposizione genetica

Mutazioni nei geni BRCA1, BRCA2 e in altri geni meno comuni aumentano significativamente il rischio. Tuttavia, solo il 5–10% dei tumori al seno è davvero ereditario.

1.3 Ormoni e fattori riproduttivi

Menarca precoce (prima dei 12 anni) o menopausa tardiva (dopo i 55 anni) aumentano il rischio.

Prima gravidanza dopo i 30 anni o assenza di gravidanze si associano a un rischio leggermente maggiore.

L’uso prolungato di terapia ormonale sostitutiva combinata può aumentare il rischio, mentre l’allattamento tende ad avere un effetto protettivo.

1.4 Stile di vita

Alcol: anche un consumo moderato aumenta il rischio.

Sovrappeso e obesità, soprattutto dopo la menopausa.

Scarsa attività fisica.

Dieta ricca di grassi saturi e povera di fibre può contribuire indirettamente al rischio.

1.5 Esposizione a radiazioni ionizzanti

Trattamenti radioterapici al torace in età giovanile (es. per linfoma di Hodgkin) sono un fattore noto.

2. Miti da sfatare
2.1 “Il reggiseno provoca il tumore al seno” – FALSO

Non esiste alcuna evidenza scientifica che colleghi l’uso del reggiseno, con o senza ferretto, allo sviluppo del tumore. Questa teoria non ha basi biologiche né supporto da studi epidemiologici.

2.2 “I deodoranti o gli antitraspiranti sono pericolosi” – FALSO

Le sostanze come parabeni e sali di alluminio sono state studiate, ma le prove disponibili non mostrano un aumento di rischio legato all’uso normale di questi prodotti.

2.3 “Un trauma al seno può causare un tumore” – FALSO

Un colpo o una contusione non induce la formazione di cellule tumorali. Può render più palpabili noduli già esistenti, ma non è causa diretta.

2.4 “Solo chi ha casi in famiglia corre rischi significativi” – FALSO

La familiarità aumenta il rischio, ma la maggior parte dei tumori al seno (circa l’85%) si manifesta in donne senza storia familiare.

2.5 “Gli uomini non si ammalano di tumore al seno” – FALSO

Sebbene raro (meno dell’1% dei casi), il tumore al seno maschile esiste ed è spesso diagnosticato tardivamente.

3. Fattori di rischio emergenti e aree di ricerca

La ricerca continua a esplorare nuovi possibili collegamenti, tra cui:

Microbiota mammario: possibili differenze tra tessuti sani e maligni.

Esposizione ambientale a determinate sostanze chimiche (endocrine disruptors), ma i dati sono ancora preliminari.

Fattori psicosociali: stress cronico e sonno insufficiente sono oggetto di studio, senza conclusioni definitive.

4. Prevenzione: cosa possiamo fare concretamente

Adottare uno stile di vita attivo, con almeno 150 minuti di attività fisica a settimana.

Limitare consumo di alcol.

Mantenere un peso corporeo sano, soprattutto dopo la menopausa.

Seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura e cereali integrali.

Eseguire screening raccomandati, come la mammografia, secondo età e fattori individuali.

Parlare con uno specialista se si ha storia familiare significativa per valutare eventuali test genetici.

Conclusioni

La comprensione dei fattori di rischio reali, distinta da miti e false credenze, è essenziale per adottare scelte consapevoli e promuovere una diagnosi precoce. Pur non essendo possibile eliminare completamente il rischio, modificare alcuni aspetti dello stile di vita e aderire ai programmi di screening può ridurre significativamente la probabilità di sviluppare il tumore al seno e aumentarne la sopravvivenza in caso di diagnosi.

Prof. Massimo Vergine

Direttore Dell'Unità Operativa della Chirurgia della Mammella
Policlinico Umberto I di Roma

26/11/2025

La medicina di precisione entra sempre più nella pratica clinica e cambia il percorso di cura delle pazienti con tumore al seno ormono-responsivo, che rappresentano oltre il 70% di tutti i casi. Grazie ai test genomici, come Oncotype Dx, oggi è possibile capire chi ha davvero bisogno della chemiot...

25/11/2025

Tumore del colon-retto: uno studio sulla biopsia liquida migliora le possibilità di cura nelle fasi avanzate di malattia

L’oncologia medica del Policlinico di Bari diretta dal prof. Camillo Porta è tra i principali centri dello studio 'PARERE' su una delle neoplasie più diffuse nel nostro Paese, seconda solo al tumore della mammella. Il dottor Francesco Mannavola è uno degli autori dello studio e responsabile dell'ambulatorio dei “Tumori dell'Apparato Gastro-Enterico” dell'ospedale universitario barese.

Il Policlinico di Bari è stato tra i principali centri arruolatori dello studio PARERE, un importante studio tutto italiano sul tumore del colon-retto. La ricerca, coordinata dalla Fondazione GONO (Gruppo Oncologico del Nord Ovest) e condotta in 40 centri oncologici del Paese, ha dimostrato che grazie alla biopsia liquida – un semplice esame del sangue che analizza il DNA del tumore – è possibile capire con precisione quali pazienti con carcinoma colo-rettale RAS/BRAF wild type fortemente pretrattati, possono essere sottoposti nuovamente con farmaci già utilizzati in passato. Questo approccio consente di ottimizzare la scelta del trattamento nelle linee avanzate di terapia, prolungando il controllo della malattia e migliorando la qualità della vita.

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Annals of Oncology e contemporaneamente presentato al congresso ESMO 2025 a Berlino, rappresenta un ulteriore piccolo passo avanti nella lotta contro il cancro colorettale metastatico.

Il cancro del colon-retto è, infatti, una delle neoplasie più diffuse nel nostro Paese, seconda solo al tumore della mammella per frequenza. Quando la malattia si diffonde ad altri organi, diventando metastatica, le possibilità di cura si riducono e diventa fondamentale individuare quali pazienti possano beneficiare di terapie mirate e quale sequenza di farmaci adottare per ottenere un risultato migliore nel tempo. La studio si è focalizzato su un particolare gruppo di pazienti con adenocarcinoma del colon e assenza di mutazione dei geni RAS/BRAF –circa il 50% dei casi ha questo assetto molecolare – che erano stati già pesantemente pretrattati e quindi con poche chance terapeutiche residue. Nello specifico i pazienti venivano valutati preliminarmente con una biopsia liquida, un semplice esame del sangue che permette di "leggere" il DNA del tumore circolante nel sangue del paziente. Questa tecnica all'avanguardia ha permesso ai ricercatori di selezionare con estrema precisione i pazienti che potevano ancora beneficiare di un ritrattamento con farmaci biologici anti-EGFR, in particolare il panitumumab.

Lo studio ha valutato 428 pazienti di cui 213 risultati alla biopsia liquida con un profilo molecolare favorevole (RAS e BRAF wild-type, ovvero senza mutazioni specifiche) per cui sono stati selezionati per ricevere il ritrattamento con panitumumab. Un dato particolarmente significativo emerso dallo studio è che la biopsia liquida ha permesso di escludere dal ritrattamento oltre un terzo dei pazienti che sarebbero stati altrimenti considerati candidabili sulla base dei criteri clinici tradizionali, ma che in realtà presentavano mutazioni di resistenza nel loro DNA tumorale circolante rendendo inutile l’eventuale riutilizzo di una terapia target anti-EGFR.

I pazienti selezionati per l’assenza di mutazioni di resistenza nel DNA circolante (ctDNA) sono stati randomizzati in due gruppi: il primo ha ricevuto panitumumab seguito alla progressione della malattia da regorafenib (un farmaco comunemente adottato in linee avanzate), mentre il secondo gruppo ha ricevuto la sequenza inversa. I risultati, pur non evidenziando differenze significative in termini di sopravvivenza globale tra le due sequenze di trattamento, hanno chiaramente dimostrato che il ritrattamento con panitumumab offre vantaggi significativi in termini di controllo della malattia rispetto al regorafenib.
Nello specifico, il panitumumab ha ottenuto un tasso di risposta obiettiva del 16% contro il 2% del regorafenib, e un tasso di controllo della malattia del 61% contro il 36%. Anche la sopravvivenza libera da progressione è risultata più lunga con panitumumab 4,2 mesi contro 2,4 mesi nella prima fase di trattamento, mentre la sopravvivenza globale è risultata sovrapponibile nei due gruppi.

La presenza dell'oncologia medica del ospedale universitario barese, diretta dal Prof. Camillo Porta, tra i principali centri arruolatori dello studio, certifica la qualità dell'assistenza offerta ai pazienti oncologici con neoplasie del tratto gastroenterico e si conferma un punto di riferimento per la Puglia nel trattamento delle neoplasie colo-rettali.

Il dottor Francesco Mannavola, uno degli autori dello studio e responsabile dell'ambulatorio dei “Tumori dell'Apparato Gastro-Enterico” presso l'Oncologia Medica del Policlinico, sottolinea come "questi risultati rappresentano un importante passo avanti verso una medicina sempre più personalizzata. La biopsia liquida, infatti, permette di selezionare con precisione i pazienti che possono ancora beneficiare di terapie mirate, anche nelle fasi più avanzate della malattia, e questo significa poter offrire ancora una piccola - seppur significativa - speranza a persone che hanno già affrontato diversi cicli di chemioterapia, evitando al contempo trattamenti inutili e tossici a chi non ne trarrebbe beneficio".

I risultati dello studio PARERE rappresentano un forte messaggio di speranza per le persone con tumore del colon-retto metastatico: la ricerca italiana continua infatti a sviluppare cure sempre più personalizzate ed efficaci. Grazie all’impiego di tecniche avanzate come la biopsia liquida, i pazienti possono ricevere cure d’avanguardia direttamente in Puglia, e sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga, ogni passo avanti nella comprensione della biologia molecolare del tumore e nello sviluppo di tecniche diagnostiche innovative come la biopsia liquida ci avvicina all'obiettivo di rendere il cancro del colon-retto una malattia cronica sempre più controllabile e, in prospettiva, curabile.

25/11/2025
24/11/2025

🟥Come si legge un’ecografia mammaria?
Una guida completa

▶️L’ecografia mammaria è uno strumento diagnostico fondamentale nella prevenzione e nel monitoraggio delle patologie al seno. Capire come si legge un’ecografia mammaria può sembrare complicato, ma con una guida adeguata, è possibile ottenere una chiara comprensione dei risultati. In questo articolo, esploreremo i dettagli su come interpretare un’ecografia mammaria, passo dopo passo.



▶️Cos’è un’ecografia mammaria?
L’ecografia mammaria è una tecnica di imaging che utilizza onde sonore ad alta frequenza per creare immagini dettagliate dei tessuti del seno. È particolarmente utile per esaminare le strutture interne del seno, identificare noduli, cisti, e altre anomalie che potrebbero non essere visibili con una mammografia.

▶️Preparazione all’ecografia mammaria
Prima di sottoporsi a un’ecografia mammaria, non è necessaria una preparazione particolare. Tuttavia, è consigliabile indossare un abbigliamento comodo e, se possibile, evitare di applicare lozioni o deodoranti sull’area del seno il giorno dell’esame, poiché potrebbero interferire con i risultati. Per le donne fertili è raccomandabile sottoporsi ad ecografia mammria dal 5° al 15° giorno del ciclo , in quanto in periodo premestruale il seno è più congesto e più indaginoso l’esame.

▶️Durante l’esame
L’ecografia mammaria viene eseguita da un radiologo o un tecnico specializzato. Ecco i passaggi tipici:

▶️Posizionamento: Ti verrà chiesto di sdraiarti su un lettino con il braccio sollevato dietro la testa.
Applicazione del gel: Viene applicato un gel trasparente sul seno per migliorare la trasmissione delle onde sonore.
Scansione: Il tecnico utilizza un trasduttore, un dispositivo manuale, che emette onde sonore e riceve gli echi di ritorno, creando immagini in tempo reale sul monitor.
Interpretazione delle immagini
Strutture normali
Le immagini di un’ecografia mammaria normale mostrano tessuti mammari sani che appaiono come aree uniformi di ecogenicità (capacità di riflettere le onde sonore). I principali componenti sono:

▶️Tessuto adiposo: Appare come aree ipoecogene (scure).
Tessuto ghiandolare: Appare come aree iperecogene (chiare) rispetto al tessuto adiposo.
Dotti lattiferi: Appaiono come tubi ipoecogeni che si diramano dal capezzolo.
Anomalie comuni
Cisti: Le cisti sono sacche piene di liquido che appaiono come aree anecoiche (completamente nere) con bordi ben definiti.
Fibroadenomi: Tumori benigni solidi che appaiono come masse ben definite, ipoecogene o isoeocogene rispetto al tessuto circostante.
Carcinomi: Le lesioni maligne spesso appaiono irregolari, con bordi spiculati e eterogeneità ecografica (variazione nei toni di grigio).
Classificazione BI-RADS
Il sistema di reporting e dati dell’imaging mammario (BI-RADS) viene utilizzato per classificare i risultati dell’ecografia:

👉BI-RADS 1: Negativo
👉BI-RADS 2: Benigno (nessuna azione necessaria)
👉BI-RADS 3: Probabilmente benigno (monitoraggio a breve termine)
👉BI-RADS 4: Anomalia sospetta (biopsia consigliata)
👉BI-RADS 5: Alta probabilità di malignità (biopsia necessaria)
BI-RADS 6: Malignità nota (biopsia confermata)
Nell’ambito di un referto di ecografia mammaria vanno considerati vari parametri quali ad esempio. ispessimento cutane. edema, retrazione cutanea, la forma della neoformazione, orientamento della lesione, dimensioni,margini, ecostruttura,

▶️Forma lesionale: la forma delle lesioni può essere ovale, rotondeggianrte o irregolare

Orientamento lesionale: l’orientamento spaziale di una lesione viene definito rispetto alla superficie cutanea, che è poi il piano d’appoggio della sonda.

Dimensioni lesionali :La misurazione delle dimensioni delle lesioni mammarie è importante , ai fini diagnostici . In pratica i diametri debbono esserer calcolati nella misura quanto più accurata possibile , in modo da valutare un eventuale crescita.

Margini lesionali: I margini possono essere circoscritti oppure non circoscritti,: questi ultimi suddivisi inindistinti, angolati, macrolobulati e spiculati. I margini spiculati sono più caratteristici nei noduli maligni, mentre quelli circoscritti sono prevalentemente presenti nei noduli benigni.

Ecostruttura : si dividono in nodulo iprecogeno . nodulo isoecogeno, anecogeno (cisti liquide)

▶️Conclusione
Leggere un’ecografia mammaria richiede esperienza e competenza. È essenziale affidarsi a professionisti sanitari qualificati per l’interpretazione accurata dei risultati. Tuttavia, avere una comprensione di base delle immagini e dei termini comuni può aiutarti a discutere meglio i tuoi risultati con il medico.

Se hai domande o preoccupazioni riguardo ai risultati della tua ecografia mammaria, non esitare a fare fare una domanda . La diagnosi precoce e il monitoraggio regolare sono fondamentali per la salute del seno.

Prof. Massimo Vergine Chirurgo senologo a RomaProf. Massimo Vergine-Chirurgo senologo
Primario Unità Operativa Complessa della Chirurgia della mammella del Policlinico Umberto I di Roma- Chirurgo Breast Unit

Principale area di interesse clinico è la diagnosi e trattamento chirurgico del tumore al seno con altre 30000 visite senologiche e 4000 interventi chirurgici .

22/11/2025

🟥Quali sono i fattori prognostici nel tumore della mammella?

Fattori prognostici nel tumore della mammella
Il carcinoma della mammella rappresenta una delle neoplasie più comuni tra le donne a livello mondiale. La prognosi di questa patologia dipende da una serie di fattori prognostici, ovvero caratteristiche cliniche, patologiche e biologiche che influenzano l’evoluzione della malattia e la sopravvivenza delle pazienti. Comprendere questi fattori è fondamentale per personalizzare il trattamento e migliorare gli esiti clinici.

▶️Lo stato dei linfonodi ascellari e le dimensioni del tumore primitivo sono notoriamente i principali indicatori prognostici , nonchè i criteri essenziali per la scelta della terapia.​

▶️Dimensioni del Tumore
La dimensione del tumore è un parametro cruciale nella valutazione prognostica. Tumori di piccole dimensioni sono generalmente associati a una prognosi più favorevole. Ad esempio, pazienti con tumori di dimensioni uguali o inferiori a un centimetro, senza metastasi linfonodali, presentano una sopravvivenza libera da malattia superiore al 90% a 5 anni. ​

▶️Grado Istologico
Il grado istologico valuta il livello di differenziazione delle cellule tumorali rispetto alle cellule normali. Si distingue in:​

G1 (ben differenziato): tumore poco aggressivo.

G2 (moderatamente differenziato): aggressività intermedia.​

G3 (scarsamente differenziato): tumore aggressivo.

Un grado elevato (G3) indica una malattia più aggressiva e una prognosi meno favorevole. ​

Attività Proliferativa
L’indice di proliferazione Ki-67 misura la percentuale di cellule tumorali in fase di divisione. Un valore elevato di Ki-67 è associato a una crescita tumorale più rapida e a una prognosi meno favorevole. ​

Stato dei Recettori Ormonali
La presenza di recettori per gli estrogeni (ER) e il progesterone (PR) nelle cellule tumorali è un fattore prognostico positivo. I tumori ER+/PR+ tendono ad avere una crescita più lenta e rispondono meglio alle terapie ormonali, migliorando la prognosi. ​

Espressione di HER2
HER2 è una proteina che, se sovraespressa, indica un tumore più aggressivo. Tuttavia, la disponibilità di terapie mirate contro HER2 ha migliorato significativamente la prognosi per le pazienti con tumori HER2-positivi.

Invasione Vascolare
L’invasione dei vasi sanguigni o linfatici da parte delle cellule tumorali è associata a un rischio maggiore di metastasi e recidive, influenzando negativamente la prognosi. ​La regolazione del processo di neoangiogenesi tumorale coinvolge una complicata interazione di mediatori chimici tra i quali si possono citare fattori di crescita, enzimi litici, molecole di adesione .

Stato Linfonodale
Il coinvolgimento dei linfonodi ascellari è un importante indicatore prognostico. Un numero maggiore di linfonodi coinvolti è correlato a un rischio più elevato di recidiva e a una prognosi meno favorevole. ​

Neoangiogenesi Tumorale
La capacità del tumore di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi) facilita l’invasione delle cellule neoplastiche nel circolo ematico, aumentando la possibilità di diffusione metastatica. ​

Mutazione del Gene p53
La mutazione del gene p53, presente in circa il 25-30% dei tumori mammari, è associata a una ripresa di malattia circa due volte più elevata rispetto ai tumori senza questa mutazione.

Conclusione
La valutazione accurata dei fattori prognostici nel carcinoma della mammella è essenziale per definire il rischio individuale di ogni paziente e pianificare un trattamento personalizzato. L’integrazione di questi parametri consente di ottimizzare le strategie terapeutiche, migliorando gli esiti clinici e la qualità di vita delle pazienti.

prenotazione visita senologica a Roma
Prof. Massimo Vergine Chirurgo senologo a Roma- Tumore al seno -visita senologica a RomaProf. Massimo Vergine-Chirurgo senologo
Primario Unità Operativa Complessa della Chirurgia della mammella del Policlinico Umberto I di Roma- Chirurgo Breast Unit

Principale area di interesse clinico è la diagnosi e trattamento chirurgico del tumore al seno con altre 30000 visite senologiche e 4000 interventi chirurgici .

Indirizzo

Via Belvedere, 31
Salerno
84100

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