Unità di Senologia Breast UNIT Villa del Sole di Salerno

Unità di Senologia Breast UNIT Villa del Sole di Salerno BREAST UNIT (UNITÀ DI SENOLOGIA)
VILLA DEL SOLE (SALERNO) E BREAST UNIT (UNITÀ DI SENOLOGIA) CASA DI CURA MALZONI (AVELLINO)
RESPONSABILE DOTT. LUIGI CREMONE

02/10/2025

🚨 L’IA rileva il cancro al seno 5 anni prima dei sintomi

Immagina di individuare il cancro prima ancora che abbia la possibilità di svilupparsi. I ricercatori della Duke University hanno creato AsymMirai, un’IA che analizza le mammografie in modo innovativo—identificando sottili asimmetrie tra il seno sinistro e quello destro.

Questo indicatore trascurato si è rivelato un potente predittore. In uno studio su oltre 210.000 mammografie, AsymMirai è stata in grado di prevedere il rischio di cancro al seno fino a cinque anni prima—con un’accuratezza paragonabile ai sistemi più complessi, ma molto più semplice da utilizzare per i medici.

💡 Il risultato? Screening più intelligenti, interventi anticipati e vite salvate. Questo è il tipo di problema che l’IA è stata creata per risolvere.

11/09/2025

The CAMBRIA-2 study is designed for early breast cancer patients at the start of their endocrine therapy. Help contribute to cancer research efforts by clicking here.

07/09/2025

🟥RECIDICA CANCRO AL SENO: TROVATO UN MODO PER PREVENIRLA

▶️Cellule dormienti causano recidiva del cancro al seno anche dopo anni. Nuova terapia con farmaci approvati le elimina dall'80% dei pazienti.
Dopo anni di “aspetta e vedi”, finalmente qualcosa cambia nella lotta contro la recidiva del cancro al seno. Un team dell’Università della Pennsylvania ha dimostrato che le temute cellule tumorali dormienti non sono invincibili. Il trial clinico CLEVER ha utilizzato due farmaci già approvati dalla FDA americana per eliminare queste cellule nascoste dal midollo osseo di 51 pazienti. Il risultato? L’80% ha visto sparire completamente le cellule dormienti in 6-12 mesi. Dopo oltre 3 anni di follow-up, il tasso di sopravvivenza senza recidiva supera il 90%.
“Finalmente possiamo offrire qualcosa di meglio dell’attesa angosciosa”, spiega la dottoressa Angela DeMichele, leader dello studio. Una speranza concreta per migliaia di persone che temono il ritorno della malattia.▶️▶️▶️

▶️Il nemico invisibile che si nasconde per anni
La recidiva del cancro al seno rappresenta l’incubo di ogni paziente che ha completato le terapie. Circa il 30% delle donne sperimenta il ritorno della malattia, anche a distanza di decenni dalla guarigione apparente. Il responsabile di questo fenomeno ha ora un volto preciso: le cellule tumorali dormienti, anche chiamate “sleeper cells” o malattia residua minima.
Queste cellule si comportano come spie infiltrate. Si staccano dal tumore originario durante le prime fasi della malattia e raggiungono il midollo osseo, dove entrano in uno stato di quiescenza profonda. Invisibili agli esami diagnostici tradizionali, possono rimanere silenti per anni prima di riattivarsi improvvisamente.

▶️Lewis Chodosh, direttore del Dipartimento di Biologia del Cancro presso l’Università della Pennsylvania, aveva già dimostrato nei suoi studi preclinici che queste cellule utilizzano meccanismi di sopravvivenza completamente diversi rispetto ai tumori attivi. “Durante la fase dormiente, le cellule sfruttano l’autophagia e la via di segnalazione mTOR per mantenersi in vita”, spiega lo scienziato.
Lo studio che ha cambiato tutto sulla recidiva del cancro al seno
Il trial CLEVER (pubblicato su Nature Medicine) è stato la prima sperimentazione clinica al mondo dedicata specificamente all’eliminazione delle cellule dormienti. Il protocollo prevedeva inizialmente uno screening di massa: 197 pazienti che avevano completato le terapie negli ultimi cinque anni sono state sottoposte a biopsia del midollo osseo.

▶️I risultati hanno confermato le previsioni: il 30% delle pazienti (55 donne) presentava cellule dormienti rilevabili. Queste 55 donne sono state randomizzate in tre gruppi di trattamento per sei mesi: idrossiclorochina da sola, everolimus da solo, o la combinazione di entrambi i farmaci.

▶️La scelta di questi due farmaci non è casuale. L’idrossiclorochina blocca l’autofagia, il processo che permette alle cellule di riciclare i propri componenti per sopravvivere in condizioni di stress. L’everolimus è un immunosoppressore che inibisce invece la via mTOR, cruciale per il controllo della crescita cellulare. Come documentato dalla Fondazione Veronesi, questi meccanismi sono fondamentali per comprendere il sistema delle cellule tumorali
Risultati che fanno ben sperare contro la recidiva
I dati del follow-up a 42 mesi parlano chiaro. L’80% delle pazienti trattate ha mostrato l’eliminazione completa delle cellule dormienti dal midollo osseo. Ancora più importante: solo due pazienti su 53 hanno sviluppato una recidiva cancro al seno durante il periodo di osservazione.

▶️Il tasso di sopravvivenza libera da malattia ha raggiunto il 90% per chi ha ricevuto la monoterapia e il 100% per il gruppo trattato con la combinazione dei due farmaci. Percentuali impensabili fino a pochi anni fa, come confermano anche i dati più recenti sulla sopravvivenza.

“Stiamo usando farmaci che conosciamo bene, già approvati per altre indicazioni. L’innovazione sta nell’aver capito quando e come utilizzarli.”

▶️Recidiva del cancro al seno: la terapia che arriva prima del problema
Il paradigma dello studio CLEVER ribalta completamente l’approccio tradizionale alla recidiva cancro al seno. Invece di aspettare che le cellule dormienti si riattivino e formino metastasi incurabili, la nuova strategia le intercetta e le elimina mentre sono ancora vulnerabili.

Le pazienti coinvolte descrivono l’esperienza come liberatoria. Illeana Casiano-Vazquez, una delle prime arruolate nello studio, racconta:

▶️“Sapere di avere quelle cellule nascoste era devastante. Ma quando i test finali hanno mostrato che non c’erano più, è stato come rinascere.”

Attualmente sono in corso due nuovi studi clinici multicentrici, ne riparleremo. Intanto, se avete tempo, cercate in rete: si chiamano ABBY e PALAVY, e puntano a confermare ed estendere questi risultati. I ricercatori stanno anche sviluppando test più sensibili per individuare le cellule dormienti e strategie per mantenere attivo il sistema immunitario contro di esse. Nel frattempo, altre ricerche parallele stanno esplorando approcci innovativi. Come abbiamo raccontato, persino il veleno delle api si è dimostrato efficace nell’eliminare specifici tipi di cellule tumorali mammarie in laboratorio.

▶️La strada verso la prevenzione definitiva della recidiva cancro al seno è ancora lunga. Ma per la prima volta abbiamo qualcosa di concreto da opporre a quelle cellule che per troppi anni hanno vissuto nell’ombra, aspettando il momento giusto per colpire.
La strada verso la prevenzione definitiva della recidiva cancro al seno è ancora lunga. Ma per la prima volta abbiamo qualcosa di concreto da opporre a quelle cellule che per troppi anni hanno vissuto nell’ombra, aspettando il momento giusto per colpire.
Fonte

Nature medicine

https://www.nature.com/articles/s41591-025-03877-3

05/09/2025

CANCRO AL SENO TRIPLO NEGATIVO, SCOPERTA PASCALE-SBARRO APRE NUOVE PROSPETTIVE TERAPEUTICHE

Una nuova ricerca condotta dal Pascale di Napoli, in collaborazione con lo Sbarro Institute di Philadelphia, ha individuato un possibile bersaglio terapeutico per il carcinoma mammario triplo negativo, uno dei tumori più aggressivi e con meno cure disponibili.

Lo studio ha evidenziato il ruolo della proteina NONO, sovraespressa nelle cellule tumorali. Ridurne i livelli, tramite tecniche genetiche o inibitori chimici, ha attivato la risposta immunitaria dell’organismo.

Il lavoro, coordinato da Michelino De Laurentiis con la collaborazione di Antonio Giordano, apre la strada a nuove terapie combinate con farmaci immunoterapici.

«Un risultato preliminare ma promettente», afferma De Laurentiis. Il direttore del Pascale, Maurizio di Mauro, sottolinea il valore della scoperta per l’oncologia mondiale.

04/09/2025

Una terapia orale studiata per il cancro al seno si sta dimostrando efficace anche nelle fasi iniziali della malattia.

Sette anni di ricerca hanno portato risultati importanti, soprattutto per chi affronta le forme più comuni e aggressive. Cosa emerge dallo studio MonarchE ⬇

03/09/2025

Studio per tumore al seno ER+ HER2-

21/08/2025
20/08/2025
13/08/2025

Ricordo la storia di un giovane prete. Mi telefonò, pieno di ansia e di paura: aveva appena saputo di avere un cancro alle corde vocali, che dovevano asportagli tra due settimane. Voleva confidarmi la sua disperazione. Era stato ordinato sei anni prima. Mentre pregavo con lui, sentii che il Signore desiderava che gli parlassi dell’Eucaristia. “Padre” dissi, “io posso pregare con lei adesso al telefono, e lo farò, ma questa mattina lei non ha incontrato forse Gesù? Non lo incontra ogni giorno?”. Non sapevo che quel prete non celebrava la Messa quotidianamente. “Padre”, continuai, “proprio ogni giorno, quando dice la Messa, quando prende l’ostia santa e la mangia, lei s’incontra con Gesù. Alla donna del Vangelo bastò toccare l’orlo del mantello di Gesù, ma lei tocca Gesù stesso e lo riceve nel suo corpo. Si ciba di Lui. Si rende conto che Gesù stesso passa proprio attraverso la sua gola? Non c’è nessuno meglio di Gesù a cui rivolgersi. Chieda lei stesso a Gesù di guarirla”.

Lo sentii piangere al telefono. Continuava a ripetere: “Oh sorella grazie! Grazie!” tre settimane dopo entrò in ospedale per l’intervento. In seguito mi telefonò per dirmi che non era stato operato. I medici avevano constatato che il cancro era scomparso e che le corde vocali erano nuove di zecca. Non ho mai saputo il suo nome, ma circa una anno dopo, mi parlò di lui un suo amico. Prima della malattia quel giovane prete aveva smesso di celebrare quotidianamente e celebrava la Messa solo la domenica; aveva un idea assolutamente superficiale della Messa. Dio si era servito dell’esperienza del cancro per trasformare la sua vita. Quel sacerdote guarì completamente, e non solo alle corde vocali. L’Eucaristia diventò il centro della sua esistenza, un momento di incontro con Gesù vivente come la donna del pozzo, nel capitolo quarto di Giovanni. Incominciò a incontrarsi con Gesù al più grande dei pozzi, dove chi beve non ha più sete. Sì, i miracoli accadono davvero.

(Sr. Brige McKenna, I miracoli accadono davvero, 91-92)

Indirizzo

Via Belvedere, 31
Salerno
84100

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