
09/06/2025
Quest'anno con educatori della COOP. DOLCE abbiamo lavorato su come osservare e come scrivere una relazione educativa.
La formazione professionale agli educatori è un momento fondamentale in quanto li prepara a svolgere efficacemente il loro ruolo, fornendo le competenze, le conoscenze e le capacità necessarie per interagire con gli utenti e realizzare interventi educativi appropriati.
L’azione educativa è difficilmente descrivibile e definibile in sé: quanto viene offerto e “prodotto” dai professionisti educativi è un qualcosa di immateriale e intangibile, che rende difficoltoso e problematico tematizzare l’accadere e l’agire educativo, senza ridurlo, banalizzandolo, alle concrete azioni degli educatori. La scrittura professionale che dice, appunto, del lavoro educativo può quindi essere un canale privilegiato attraverso cui la professionalità educativa e la pratica lavorativa prendono corpo e si rendono visibili e comunicabili (Biffi, 2014).
Le scritture, dunque, usate dai professionisti dell’educazione sono da considerarsi azione educativa in senso stretto, in quanto dirette verso i soggetti di cui si scrive, per raccontare, descrivere, pensare l’altro all’interno del lavoro educativo: proprio questo carattere di intervento pedagogico le connota quali scritture professionali.
I tipi di scritture richieste ai professionisti nei contesti educativi sono differenti e molteplici: la caratteristica che le lega è quella di essere connesse allo svolgimento del proprio lavoro, anche sul piano amministrativo, organizzativo ed istituzionale.
Documentare un lavoro educativo prevede la capacità di raccogliere e scegliere i materiali più "rappresentativi, pertinenti e coerenti" (Biffi, 2014, p96). Lo scrivere professionale, inoltre, va oltre la mera documentazione: ad esempio il Diario dell'educatore documenta per l'operatore che lo scrive ma può essere strumento comunicativo per il servizio intero. «strumento di pensiero prima ancora che strumento di documentazione, o ancora oltre: essa è pensiero stesso, fuori da ogni logica strumentale» (Biffi, 2014, p. 98). Si scrive pensando e si scrive per pensare: scrivere professionalmente di educazione, quindi, è una pratica che supporta il lavoro educativo e il pensiero su di esso. Le scritture professionali si adattano, dunque, alle molteplici funzioni della documentazione, mantenendo, però, una peculiarità di fondo che permette di affermare che queste oltrepassano la documentazione, proprio perché basate su una competenza pedagogica di base che le costituisce e le rende possibili, non destinandole necessariamente agli scopi di informazione, racconto e mantenere traccia (Malavasi & Zoccatelli, 2012, p. 81) che contraddistinguono la documentazione.