Dott.ssa TizianaValdinoci

Dott.ssa TizianaValdinoci www.tizianavaldinoci.com Biologa Nutrizionista

14/09/2025

L'ECCESSIVA RESTRIZIONE CALORICA E' UTILE?

Molti credono che per dimagrire basti mangiare meno. Ma la scienza ci dice altro: spesso porta con sé un rischio di grosso fallimento. Il nostro corpo non è una calcolatrice: il metabolismo si adatta, rallenta, e alla fine i risultati svaniscono.

Meglio lavorare su strategie di consapevolezza alimentare, imparando a gestire la distribuzione dei nutrienti e a capire come il cibo influisce sulla glicemia, sugli ormoni e sulla nostra energia quotidiana. È questa la vera chiave per una sostenibilità a lungo termine.

Perché tante diete ipocaloriche falliscono? Si riducono le calorie (finché si resiste), ma si mangia frequentemente (anche 5 volte al giorno), mantenendo attiva la produzione di insulina il cui compito è immagazzinare energia, sotto forma di glicogeno o grasso.

⚠️ Risultato? Fame, metabolismo rallentato, perdita di peso (la perdita di grasso e' altra cosa) e successiva ripresa del peso (con frustrazione annessa).

Solo se ingeriamo meno cibo, non tanto in quantità ma lavorando sulla finestra temporale in cui non si mangia, il corpo ha “il permesso” di bruciare i grassi accumulati. È un meccanismo naturale, presente da sempre nella fisiologia umana e funziona perché abbassa i livelli di insulina.

In pratica: o immagazzini grassi o li bruci. Non puoi fare entrambe le cose contemporaneamente.

📳Da domani ricomincia la scuola e con lei sembra ripartire un po' tutto, dopo una lunga pausa estiva che aveva assopito i ritmi frenetici dei giorni d'oggi.
Buona ripresa a tutti e mantenete una alimentazione sana e consapevole 😊🏃‍♀️🏃🥇❣️

TRUMP: NO A SCIROPPO DI MAIS NELLA COCA COLA. BUSINESS O SVOLTA SALUTISTICA?Negli Stati Uniti, una singolare richiesta p...
29/07/2025

TRUMP: NO A SCIROPPO DI MAIS NELLA COCA COLA. BUSINESS O SVOLTA SALUTISTICA?

Negli Stati Uniti, una singolare richiesta proveniente dalla Casa Bianca sta scuotendo il settore delle bevande e l'industria alimentare. Il presidente americano Donald Trump ha chiesto pubblicamente a The Coca-Cola Company di abbandonare lo sciroppo di mais nella sua ricetta statunitense e di ritornare alla formula originale basata sullo zucchero di canna. Trump, noto consumatore di Diet Coke, ritiene la ricetta originaria più salutare.

La Coca-Cola, dal 1980, produce la sua bevanda negli Stati Uniti utilizzando una miscela di zucchero e sciroppo di glucosio, un dolcificante derivato dall'amido di mais, con l'obiettivo primario di contenere i costi di produzione.

Questa iniziativa si inserisce nella più ampia campagna dell'amministrazione Trump denominata "Make America Healthy Again", che mira a spingere le aziende a ridurre l'uso di ingredienti considerati dannosi per la salute.

Tuttavia, la questione non riguarda solo la salute pubblica; essa ha anche profonde implicazioni economiche. L'associazione che rappresenta le aziende che lavorano il mais ha già lanciato un allarme sui potenziali effetti occupazionali di tale decisione, paventando la perdita di migliaia di posti di lavoro. Sul fronte opposto, c'è un interesse economico non indifferente: la Florida, lo stato dove Donald Trump ha stabilito la sua residenza al di fuori di Washington, è il maggiore produttore nazionale di zucchero di canna. Questa dinamica sottolinea come la "battaglia dello zucchero" di Trump intrecci salute, economia e interessi regionali.

Abbiamo chiesto un commento ad Arrigo Cicero, presidente Sinut (Società italiana di nutraceutica) e direttore della Scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione all’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna.

“La decisone potrebbe rappresentare una svolta dal punto di vista salutistico”, sottolinea Cicero. “Lo sciroppo di mais, particolarmente ricco in fruttosio, favorisce, infatti, l'innalzamento dei livelli plasmatici di acido urico, anche se normalmente non a livelli tali da scatenare gotta, ma in grado, comunque, di contribuire all'aumento del rischio di sviluppare patologie cardiometaboliche, che siano esse legate alle complicanze della disfunzione endoteliale, dell'ipertensione arteriosa, dell’aterosclerosi o legate a steatosi epatica e insulino resistenza e, quindi, al diabete di tipo 2. L’idea nasce sicuramente non da un'esigenza scientifico-salutistica, ma più commerciale, legata alle forniture di canna di zucchero rispetto a quelle dello sciroppo di mais negli Stati Uniti. Sul mercato europeo l’impatto sarebbe praticamente nullo perché qui la Coca-Cola è prodotta da decenni con zucchero bianco anziché sciroppo di mais. La raccomandazione rimane sempre quella di evitare consumi in generale, ed eccessivi in particolare, di questa bevanda fortissimamente dolce”.

LA FRUTTA DI LUGLIO🍑L’albicocca un’importante fonte di vitamina A, essenziale per la crescita e la salute di ossa e dent...
08/07/2025

LA FRUTTA DI LUGLIO

🍑L’albicocca un’importante fonte di vitamina A, essenziale per la crescita e la salute di ossa e denti. È inoltre un ottimo alleato della pelle e della vista.

🍉L’anguria, frutto estivo per eccellenza, è composta per quasi il 95% d’acqua. È quindi molto dissetante e previene la disidratazione. La sua polpa è ricca di licopene, un antiossidante molto efficace.

🍒La ciliegia è ricca di catechine, potenti antiossidanti che si ritrovano anche nel tè verde.
Il fico contiene molte fibre. Grazie ai suoi semi, ha proprietà leggermente lassative e favorisce la digestione.

Il lampone è un’ottima fonte di minerali (magnesio, calcio, ferro), antiossidanti e vitamina C.

Il melone è ricco di beta-carotene, da cui deriva il suo colore arancione. Stimola inoltre la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che promuove la calma.

🫐Il mirtillo è costituito da pigmenti blu i cui componenti svolgono un’elevata azione antiossidante e proteggono le nostre cellule dall’invecchiamento.

La pesca è ricca di fibre, che aiutano a regolare la concentrazione degli zuccheri nel sangue e il transito intestinale. È anche un’eccellente fonte di vitamina C.

La prugna è molto nota per i suoi effetti lassativi. Contiene infatti una gran quantità di fibre, che facilitano il transito intestinale. È anche un buon diuretico che favorisce l’eliminazione delle tossine.

🍅Il pomodoro è ricco di licopene, un potente antiossidante che aiuta a prevenire il cancro e patologie cardiovascolari e infiammatorie.

La susina ha una forma leggermente più rotonda della prugna, e la sua polpa si stacca più difficilmente dal nocciolo. Come la prugna, è ricca di fibre e ha proprietà lassative.

LA VERDURA DI LUGLIO

🥒Il cetriolo è composto per il 95% d’acqua. È quindi poco calorico e molto dissetante. Il suo alto contenuto di acqua favorisce anche la sazietà.

I fagiolini sono tra le verdure più ricche di fibre e contribuiscono quindi alla sazietà, alla regolazione del transito e della glicemia. Hanno anche un effetto benefico sulla salute delle ossa.

🥬La lattuga a costa lunga e l’insalata iceberg contengono degli antiossidanti, i carotenoidi, che vengono assorbiti meglio se accompagnati da una fonte di grassi, come l’olio d’oliva.

🌽Il mais, data la sua composizione, è una via di mezzo tra un cereale e una verdura. È una fonte di fosforo e magnesio e andrebbe consumato fresco, direttamente dalla pannocchia, piuttosto che in scatola.

🍆La melanzana va consumata con la sua buccia perché contiene molti antiossidanti. È inoltre ricca di potassio, zinco e magnesio e contribuisce al buon funzionamento del fegato.

🫑Il peperone è il re della vitamina C, una vitamina di cui siamo spesso carenti: ne contiene addirittura più di un’arancia! Tra i peperoni, quello rosso è il più ricco di vitamina C in assoluto.

Il ravanello, grazie al suo alto contenuto di oligoelementi, fornisce vitamine e minerali al nostro corpo. Ricco di zolfo (che a volte gli conferisce una nota piccante), stimola anche la digestione.

La rucola ha un sapore leggermente piccante. È un’ottima fonte di vitamina K e vitamina B9, e ha notevoli proprietà antiossidanti.

La zucchina, meglio se biologica per poterla consumare con la sua buccia, è ricca di flavonoidi che sono molto utili nella prevenzione di varie patologie.

STOP A BEVANDE ZUCCHERATE SPONSOR NELLO SPORT: DAL BMJ APPELLO ALLA FIFALa Fifa, l'organismo di governo del calcio, dovr...
19/06/2025

STOP A BEVANDE ZUCCHERATE SPONSOR NELLO SPORT: DAL BMJ APPELLO ALLA FIFA

La Fifa, l'organismo di governo del calcio, dovrebbe abbandonare come sponsor le aziende produttrici di bevande zuccherate che sfruttano lo sport più popolare al mondo per trarne profitto, contribuendo, al contempo, a una crisi sanitaria globale. Parole pesantissime dalle colonne del British medical journal pronunciate, in occasione della Coppa del mondo per club Fifa in corso negli Stati Uniti, da Chris van Tulleken dell'University College di Londra e Carlos Monteiro dell'Università di San Paolo.

“Il calcio è stato per lungo tempo sfruttato da queste aziende”, sottolineano gli Autori. “Ciò avviene nonostante il legame dimostrato tra tali bevande e gravi problemi di salute come il diabete di tipo 2, la carie dentale e l'obesità, oltre a molte altre conseguenze negative per la salute. Questi prodotti sono definiti ultra-lavorati e poveri di nutrienti, non offrendo alcun nutrizionale mentre alimentano malattie legate alla dieta. Insinuandosi nel calcio e in altri sport amati, tali aziende non si limitano alla sponsorizzazione, ma rischiano di normalizzare il consumo eccessivo di zucchero, contraddicendo apertamente i principi di fitness e salute che lo sport stesso rappresenta, con rischi maggiori per i più piccoli, sicuramente la fascia di popolazione più suscettibile”.

I medici sostengono che la Fifa, in quanto ambasciatore globale e organo di governo del calcio, rischia di essere complice di un comportamento fuorviante, consentendo alle aziende di ripulirsi l’immagine attraverso o sport.

“Non possiamo più ignorare il legame tra consumo di bevande zuccherate e cattiva salute”, concludono van Tulleken e Monteiro nel loro editoriale. “Interrompendo gli accordi di sponsorizzazione, la Fifa potrebbe inviare un messaggio potente e dare l'esempio, dimostrando che la salute è un bene superiore a quello dell’interesse commerciale. Le grandi aziende di bevande gassate hanno sfruttato lo sport più popolare del mondo e ora la Fifa è bene che avvii un cambiamento significativo”.

BEVANDE ZUCCHERATE: STUDI EVIDENZIANO IMPATTO SULLA QUALITA' DELLO SPERMALa letteratura degli ultimi 10 anni suggerisce ...
16/06/2025

BEVANDE ZUCCHERATE: STUDI EVIDENZIANO IMPATTO SULLA QUALITA' DELLO SPERMA

La letteratura degli ultimi 10 anni suggerisce che il consumo frequente di bevande zuccherate possa essere associato a una qualità inferiore dello sperma, una delle principali cause di scarsa fertilità maschile, e una recente review lo conferma, riportando costantemente un'associazione negativa tra l'elevato consumo e i parametri dello sperma, tra cui la riduzione della conta e della motilità e l'aumento della frammentazione del Dna.

Questi studi sono particolarmente interessanti se si pensa che il consumo globale di bevande zuccherate è aumentato in modo significativo, crescendo del 22,9% tra il 1990 e il 2018, e che, parallelamente a questa tendenza, è stato osservato un preoccupante declino della salute degli spermatozoi, con concentrazioni medie sono diminuite di oltre il 50% dal 1973 al 2018, calo accelerato negli ultimi anni.

Risale al 2014 il primo studio sulla relazione tra assunzione di bevande analcoliche zuccherate o dolcificate artificialmente e qualità del liquido seminale e, da allora le prove collettive provenienti da studi osservazionali e di coorte sottolineano le associazioni negative tra il consumo di queste bevande e vari parametri della salute degli spermatozoi, tra cui il declino della concentrazione, della motilità e della morfologia degli spermatozoi. L'alto contenuto di zucchero e la presenza di additivi, come dolcificanti artificiali e conservanti, possono contribuire allo stress ossidativo, agli squilibri ormonali e alle disfunzioni metaboliche, che possono compromettere la spermatogenesi e la salute degli spermatozoi. Lo stress ossidativo causa la perossidazione lipidica delle membrane spermatiche e compromettendo la funzione mitocondriale, danneggiando in ultima analisi la motilità e la vitalità degli spermatozoi. Oltre a queste evidenze l’ipotesi più solida resta quella della relazione diretta tra consumo di bevande dolcificate artificialmente o con zucchero e Bmi elevato, con elevata prevalenza di obesità, noto fattore che contribuisce alla riduzione della qualità dello sperma.

Lo scorso anno è stato condotto uno studio trasversale basato sui dati della coorte The fetal programming of semen quality (Fepos), che includeva 1.047 giovani uomini (età media = 19 anni) e che ha messo in evidenza l’importanza della frequenza di assunzione di queste bevande. Nello studio, infatti, un consumo moderato (≥ 3 giorni/settimana) o poco frequente (< 3 giorni/settimana) ha avuto un effetto limitato sui marcatori misurati della qualità seminale nei giovani uomini.

Parallelamente, uno studio di coorte che ha utilizzato i dati 690 uomini di età superiore o uguale a 21 anni, partecipanti al Pregnancy study online (Presto) nel periodo 2015-2022, ha dimostrato che, rispetto ai non consumatori, coloro che consumavano ≥7 bibite/settimana avevano un volume di sperma, concentrazione di spermatozoi e motilità inferiori; le associazioni erano più forti tra i partecipanti con indice di massa corporea ≥ 25 kg/m2.

Al di là delle sue implicazioni per l'infertilità maschile, il declino della qualità dello sperma è stato collegato a risultati di salute più ampi. Studi precedenti hanno scoperto che la qualità dello sperma è associata a morbilità a lungo termine. Una qualità dello sperma inferiore è associata a un rischio significativamente più elevato di ospedalizzazione, in particolare per le malattie cardiovascolari e il diabete mellito.

NUOVA PIRAMIDE DELLA DIETA MEDITERRANEA:  UN MODELLO DI SALUTE E SOSTENIBILITA'  Negli ultimi decenni, una crescente mol...
13/06/2025

NUOVA PIRAMIDE DELLA DIETA MEDITERRANEA: UN MODELLO DI SALUTE E SOSTENIBILITA'

Negli ultimi decenni, una crescente mole di ricerche ha messo in evidenza la correlazione tra adesione alla Dieta mediterranea e ridotto rischio di malattie croniche. Allo stesso tempo, sono aumentate le preoccupazioni riguardo all'impatto ambientale del sistema alimentare, specialmente in considerazione della crescita demografica prevista. Per rispondere a queste sfide, un gruppo di lavoro della Società italiana di nutrizione umana (Sinu) ha sviluppato una nuova rappresentazione grafica della Dieta mediterranea tradizionale, presentata al recente congresso nazionale di Salerno e pubblicata su Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases.

L'aggiornamento è stato motivato dalle crescenti prove scientifiche sulla relazione tra Dieta Mediterranea e malattie croniche non trasmissibili (Ncd), nonché dalle considerazioni dei documenti Fao-Oms e della Commissione Eat-Lancet sulle diete sane e sostenibili.

Questi documenti hanno stimolato un dibattito sulla necessità di enfatizzare maggiormente l'orientamento verso una dieta a base vegetale, promuovere una riduzione del consumo di prodotti di origine animale e integrare messaggi mancanti riguardo al contrasto delle Ncd.

Alla base della piramide, per il consumo giornaliero, troviamo due sezioni. Quella inferiore include frutta, verdura e olio extra vergine d'oliva (Evo). Questi sono considerati componenti fondamentali sia per la loro tipicità storica nella dieta tradizionale descritta da Ancel Keys, sia per la solida evidenza dei benefici associati al loro consumo abituale. L'Evo è posto centralmente, riconoscendo il suo ruolo storico come condimento quasi esclusivo e il suo consolidato valore per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Viene sottolineata l'importanza di scegliere olio extra vergine d'oliva di alta qualità per il suo maggiore contenuto di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie rispetto all'olio d'oliva ordinario.

La sezione superiore della base include alimenti per il consumo quotidiano, con una posizione dominante per i cereali integrali come principale fonte di carboidrati ed energia. Il consumo di questo gruppo alimentare è fondamentale per l'apporto di fibra alimentare, vitamine e composti bioattivi, oltre ai benefici metabolici rispetto ai cereali raffinati. Si consiglia di combinare i cereali con verdure e/o legumi. Anche la frutta secca e i semi oleosi sono posizionati alla base per il consumo quotidiano (sebbene con moderazione, circa 30g/giorno, per via del loro contenuto energetico), data l'evidenza dei loro benefici e la loro tipicità nelle abitudini mediterranee. Latte e yogurt (preferibilmente parzialmente scremati) sono anch'essi raccomandati per il consumo giornaliero, data la loro importanza come fonte di calcio.

Il livello intermedio della piramide indica alimenti per il consumo settimanale. Le due principali fonti proteiche raccomandate, legumi e pesce, sono posizionate nella sezione inferiore. I legumi sono un gruppo alimentare altamente tipico e il loro consumo, anche come sostituzione di proteine animali, è auspicabile sia per la salute umana che per ridurre l'impatto ambientale della produzione alimentare. Il pesce è anch'esso parte della tradizione. Consumare circa 2g/settimana di acidi grassi omega-3 dal pesce può ridurre significativamente il rischio di morte per malattie cardiache. Si suggerisce il consumo di 150g di pesce grasso due o tre volte a settimana, privilegiando il pesce azzurro locale e di piccola taglia per ragioni nutrizionali e ambientali e ponendo attenzione ai grandi pesci predatori che possono bioconcentrare mercurio.

La sezione superiore del livello intermedio include altre fonti di proteine animali, come carni bianche (in particolare pollame) e uova, raccomandate su base settimanale. Anche i formaggi a pasta dura sono in questa sezione per un consumo meno frequente rispetto ai latticini freschi. Le uova sono considerate una fonte di proteine di alta qualità. Il loro consumo (anche uno al giorno) non è stato associato a un aumento del rischio di malattie cardiache nella popolazione generale. Le patate sono state spostate da un consumo quotidiano (presenti nella base delle versioni precedenti) a un consumo settimanale, motivato sia dai comportamenti attuali dei consumatori (spesso usate come contorno che sostituisce le verdure) sia da ragioni nutrizionali (impatto sui livelli di glucosio post-prandiale e sul rischio di aumento di peso e diabete di tipo 2 rispetto ai cereali integrali).

Il vertice della piramide rappresenta gli alimenti per il consumo occasionale. Insieme agli alimenti con grandi quantità di zuccheri aggiunti (dolci, bevande zuccherate, snack), al vertice sono collocate le carni rosse e, in particolare, le carni elaborate. Questa è una modifica importante rispetto alle versioni precedenti, che suggerivano un consumo regolare settimanale di carni rosse/elaborate. Il posizionamento al vertice riflette i legami con tassi di mortalità più elevati, l'alto rapporto acidi grassi saturi/insaturi, la presenza di carcinogeni e ferro eme nelle carni rosse, e l'aggiunta di conservanti (sodio, nitrati, nitriti) nelle carni elaborate, che possono aumentare ulteriormente il rischio di cancro. Per gli zuccheri aggiunti, si raccomanda di limitarne l'apporto per non superare il 15% dell'energia totale giornaliera.

Un aspetto cruciale della nuova interpretazione della dieta mediterranea riguarda la moderazione di zucchero, sale e alcol, fattori spesso trascurati ma largamente responsabili dell'insorgenza delle principali Ncd. Si enfatizza il concetto "il meno possibile è meglio" per questi componenti. L'assunzione elevata di sale è comune in Italia, anche a causa del consumo di cibi trasformati come pane salato, formaggi stagionati e carni elaborate. Per quanto riguarda l'alcol, sebbene il consumo moderato fosse storicamente associato a una potenziale protezione contro le malattie coronariche, un'ampia evidenza scientifica ha chiarito che qualsiasi possibile beneficio cardiaco è superato dagli effetti negativi sul rischio di cancro e altre condizioni cardiovascolari. L'Organizzazione mondiale della sanità afferma che "non è possibile stabilire una quantità sicura di consumo di alcol per i tumori e la salute". Pertanto, il consumo di alcol non è raccomandato come pratica abituale, sebbene vino e birra siano accettabili in modo consapevole e moderato in occasioni speciali e durante i pasti, senza considerarli protettivi per la salute.

Infine, sotto la piramide, vengono rappresentati graficamente altri importanti aspetti di uno stile di vita sano e sostenibile. Questi includono l'idratazione adeguata (preferibilmente con acqua di rubinetto), il valore della convivialità e dell'attività fisica regolare, la preferenza per prodotti freschi e stagionali, l'uso di spezie ed erbe aromatiche per insaporire, l'attenzione a evitare lo spreco alimentare e a fare scelte alimentari rispettose della biodiversità.

La struttura della nuova piramide Sinu riflette queste priorità, dividendo gli alimenti in base alla frequenza di consumo.

I FARMACI PER L'OBESITA' CON DIETA E STILE DI VITA SANOI farmaci agonisti di GLP-1 stanno rivoluzionando il trattamento ...
12/06/2025

I FARMACI PER L'OBESITA' CON DIETA E STILE DI VITA SANO

I farmaci agonisti di GLP-1 stanno rivoluzionando il trattamento dell’obesità. Ma senza una corretta alimentazione e uno stile di vita sano, rischiano di non mantenere le promesse. Un parere congiunto di quattro importanti società scientifiche fa chiarezza sulle priorità nutrizionali da affiancare a questa terapia.

Negli ultimi anni, i farmaci (come semaglutide e tirzepatide) si sono imposti come un’opzione potente per il trattamento dell’obesità. Usati inizialmente per il diabete, oggi vengono prescritti anche a persone senza diabete, ma con un eccesso di peso significativo. I risultati ci sono: una perdita di peso dal 5% al 18% del peso corporeo, con benefici anche per la salute cardiometabolica.

Tuttavia, non sono una bacchetta magica.

Un gruppo di esperti di quattro autorevoli enti – l’American College of Lifestyle Medicine, l’American Society for Nutrition, l’Obesity Medicine Association e la Obesity Society – ha recentemente pubblicato un documento congiunto che sottolinea una verità spesso ignorata: per funzionare davvero (e durare nel tempo), i GLP-1 devono essere accompagnati da un cambiamento nello stile di vita, in particolare nell’alimentazione.

Perché la dieta conta anche con i GLP-1
I GLP-1 funzionano in parte riducendo l’appetito e il senso di fame, ma questo può portare a:

* calo eccessivo dell’apporto calorico,
* carenze nutrizionali (soprattutto di proteine e micronutrienti),
* perdita di massa muscolare e ossea,
* effetti collaterali gastrointestinali,
* recupero di peso dopo l’interruzione del trattamento.
Questi problemi possono essere evitati – o almeno ridotti – con una strategia nutrizionale adeguata.

Le priorità nutrizionali da integrare alla terapia
Ecco cosa suggeriscono gli esperti:

1_ Partire dal paziente, non solo dal farmaco: bisogna capire i suoi obiettivi, la motivazione, la storia alimentare, le emozioni legate al cibo e le eventuali patologie.
2_ Valutare la composizione corporea e la forza muscolare, non solo il peso sulla bilancia.
3_ Screening sociale: è importante considerare anche l’accesso al cibo sano, l’educazione alimentare, lo stress e le relazioni personali.
4_ Costruire uno stile di vita completo, che includa:
* alimentazione equilibrata e sufficiente,
* esercizio fisico, soprattutto allenamento con i pesi,
* buon riposo,
* gestione dello stress.
5_ Monitorare e adattare l’alimentazione durante l’uso dei GLP-1:
* per evitare effetti collaterali come nausea e mal di stomaco,
* per prevenire carenze nutrizionali,
* per proteggere la massa muscolare,
* per educare il paziente a mantenere i risultati dopo la fine del trattamento.

Il ruolo della tecnologia e delle risorse di comunità
Le strategie suggerite includono:

* consulenze nutrizionali,
* visite di gruppo,
* supporto tramite telemedicina e app digitali,
* programmi di “Food is Medicine”, che collegano assistenza sanitaria e accesso a cibo sano.

Significato clinico
I GLP-1 rappresentano una svolta nella terapia dell’obesità, ma non possono sostituire uno stile di vita sano. Affiancarli con un programma nutrizionale personalizzato, sostenibile e basato sull’evidenza è essenziale per:

* massimizzare i benefici,
* ridurre i rischi e i costi,
* aumentare l’equità dell’accesso alla salute.

‼️In breve: per dimagrire e stare bene davvero, serve più di una pillola. Serve un percorso ‼️

PROTEINE: NON SOLO QUANTITA', MA ANCHE QUALITA'. L'ALLARME DELLA SINU SULLE TENDENZE DI CONSUMO.L'attenzione verso l'ass...
06/06/2025

PROTEINE: NON SOLO QUANTITA', MA ANCHE QUALITA'. L'ALLARME DELLA SINU SULLE TENDENZE DI CONSUMO.

L'attenzione verso l'assunzione di proteine è in forte crescita tra i consumatori italiani, spinta anche dalla maggiore disponibilità di prodotti alimentari che vantano un elevato contenuto proteico. Questo trend ha portato la Società italiana di nutrizione umana (Sinu) a dedicare una tavola rotonda all'argomento in occasione del suo 45° Congresso nazionale, tenutosi di recente a Salerno.

Secondo il Regolamento (CE) n.1924/2006, un prodotto può definirsi "fonte di proteine" se almeno il 12% del suo valore energetico deriva dalle proteine, e "ad alto contenuto di proteine" se la percentuale sale al 20%.

Gli italiani sembrano sempre più attenti a queste indicazioni. Dati recenti dell’Osservatorio immagino (GS1 Italy) per il 2024 mostrano che il 4% dei prodotti analizzati presenta diciture relative alle proteine, generando un fatturato di 1,9 miliardi di euro. Sebbene il giro d'affari sia importante, la crescita del trend sembra rallentare, passando da quasi il 20% nel 2023 al 4,5% nel 2024.

Una ricerca condotta dalla sezione Nutrizione umana dell’Università degli Studi di Milano, guidata da Daniela Martini, su oltre 400 prodotti, ha evidenziato la vasta gamma di alimenti che riportano queste diciture. Sebbene barrette e yogurt siano prevalenti, l'offerta si è estesa a categorie merceologiche molto diverse, includendo latte, bevande vegetali, sostituti del pane, pancake, gelati, creme spalmabili, salumi e formaggi.

"Non è facile comprendere il crescente interesse per alimenti ricchi di proteine, non solo da parte di atleti e persone che seguono regimi alimentari speciali, ma anche da parte di individui che desiderano migliorare la propria forma fisica e perdere peso", afferma Martini, membro del Comitato scientifico della Sinu. "Questa tendenza è spesso alimentata dalla convinzione errata che ridurre l'apporto di carboidrati e lipidi sia una strategia efficace per dimagrire. È fondamentale monitorare le vendite e il consumo di questi prodotti, oltre che educare i consumatori sull’importanza di leggere attentamente le etichette, per fare scelte consapevoli e salutari, evitando di eccedere nell'apporto proteico, già sufficiente nella dieta media italiana, se confrontato ai Livelli di assunzione di riferimento per le proteine indicati nella nuova edizione dei Larn della Sinu”.

Oltre alla quantità, è essenziale riflettere sulla qualità proteica, valutando la composizione in aminoacidi essenziali. Le più recenti evidenze scientifiche, integrate nei nuovi Larn, indicano che un'assunzione eccessiva di proteine animali, specie da carni rosse e lavorate, è associata a un aumento della mortalità per tutte le cause. Al contrario, un maggiore apporto di proteine vegetali sembra correlato a una diminuzione della mortalità.

Studi epidemiologici, infatti, hanno mostrato che sostituire proteine animali con vegetali si associa a una significativa riduzione della mortalità per tutte le cause e per malattie cardiovascolari. Tuttavia, è importante notare che si tratta di modelli teorici che approssimano la realtà e non sono sufficienti a definire una relazione causale. I benefici potrebbero derivare da altri componenti dei cibi vegetali come fibre, antiossidanti e composti bioattivi. Analogamente, il rischio associato alle proteine animali potrebbe dipendere da altri fattori presenti in questi cibi, come grassi saturi, sale nelle carni trasformate, o additivi.

Sabina Sieri, direttore ad interim della Struttura complessa di Epidemiologia e Prevenzione della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano e socio Sinu, evidenzia come l'interesse per le proteine vegetali sia in crescita, ma richieda informazioni corrette. “Utili sarebbero un indicatore di qualità proteica e l'attenzione al livello di processamento, che può influenzare la biodisponibilità. Il consiglio tradizionale di combinare cereali e legumi resta valido per ottenere un profilo aminoacidico più completo, assicurando l'apporto di lisina e metionina e migliorando il valore nutrizionale del pasto”.

COLAZIONE, I CEREALI PER BAMBINI NON SONO PIU' COME QUELLI DI UNA VOLTAPiù ricchi di grassi, sodio e zuccheri e più pove...
04/06/2025

COLAZIONE, I CEREALI PER BAMBINI NON SONO PIU' COME QUELLI DI UNA VOLTA

Più ricchi di grassi, sodio e zuccheri e più poveri di proteine e fibre: i cereali attualmente in commercio, in particolar modo quelli destinati ai più piccoli, non sarebbero nutrienti come quelli di una volta. A mettere in discussione il valore nutrizionale di questo alimento tipico della prima colazione è un’analisi di 1.200 prodotti lanciati sul mercato dal 2010 al 2023. Sono stati utilizzati i dati del Mintel Global New Products Database, un database completo che tiene traccia del lancio di nuovi prodotti per alimenti e bevande. Questo database fornisce informazioni dettagliate sugli attributi del prodotto, tra cui il contenuto nutrizionale, gli ingredienti, l’imballaggio e il pubblico di destinazione. La ricerca, pubblicata su Jama Network Open, è stata diretta da Shuoli Zhao della University of Kentucky.

I cereali sono la prima scelta per la colazione di molti bambini
“I cereali pronti al consumo sono la scelta predominante per la colazione tra i bambini statunitensi – scrivono i ricercatori nell’introduzione della ricerca – . Sebbene i cereali contribuiscano all’assunzione di nutrienti da parte dei più piccoli, recenti ricerche e la crescente consapevolezza dell’opinione pubblica evidenziano preoccupazioni sul fatto che tali prodotti superino le raccomandazioni nutrizionali. Dato il loro consumo diffuso e il potenziale impatto sulla nutrizione infantile, comprendere le tendenze nella composizione dei cereali è fondamentale per la salute pubblica”, evidenziano gli studiosi, descrivendo le motivazioni fondanti della ricerca.

Più grassi, sodio e zuccheri
Dallo studio sono emersi dati davvero allarmanti: i cereali per bambini contengono talmente tanti zuccheri aggiunti che basta consumarne una sola porzione al giorno per superare, già di primo mattino, il 45% del limite giornaliero raccomandato dall’American Heart Association per i più piccoli. Dall’analisi dei 1.200 cereali per la prima colazione è emerso che, in media, il contenuto totale di grassi per porzione è aumentato del 33,6%, passando da 1,13 grammi nel 2010 a 1,51 nel 2023. Il contenuto di sodio è cresciuto del 32,1% durante lo stesso periodo di studio, passando da 156 milligrammi a 206,1. I carboidrati totali hanno mostrato un andamento relativamente stabile passando da 27,32 grammi a 28,45 nel 2023. Il contenuto di zuccheri è aumentato del 10,9%, da 10,28 grammi nel 2010 a 11,4. Invece, il contenuto proteico, pur avendo fluttuato tra il 2010 e il 2020 con una media di 1,97 grammi, è diminuito in modo significativo fino a raggiungere 1,69 nel 2023.

Più giusto, meno benessere
Il contenuto di fibra alimentare, fondamentale in una dieta che possa definirsi ‘sana’, ha mostrato un andamento stabile fino al 2021, seguito da una diminuzione: è passato da 3,82 grammi nel 2021 a 2,94 nel 2023. In sintesi, il contenuto di sodio e di grassi ha mostrato gli aumenti più marcati durante il periodo, mentre il contenuto medio di carboidrati è passato da 26,44 grammi nel periodo 2010–2019 a 32,64 g nel periodo 2020–2023. In confronto, le proteine e le fibre, due componenti nutrizionali importanti per l’alimentazione infantile, sono diminuite nel tempo. Le tendenze rilevate dallo studio “suggeriscono una potenziale priorità del gusto rispetto alla qualità nutrizionale nello sviluppo del prodotto, contribuendo all’obesità infantile e ai rischi a lungo termine per la salute cardiovascolare”, concludono i ricercatori.

Indirizzo

San Biagio

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 17:00
Martedì 10:00 - 19:00
Mercoledì 10:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 17:00
Venerdì 14:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 19:00

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa TizianaValdinoci pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dott.ssa TizianaValdinoci:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare