Dott.ssa Giuseppina De Cristofaro Psicologa

Dott.ssa Giuseppina De Cristofaro Psicologa Studio di Psicologia e Psicodiagnostica

Non siamo fatti per funzionare. Siamo fatti per avere senso.La cultura della performance ci ha insegnato a misurare la n...
16/05/2025

Non siamo fatti per funzionare. Siamo fatti per avere senso.

La cultura della performance ci ha insegnato a misurare la nostra salute mentale in termini di efficienza: riesci a lavorare? Dormi? Produci? Allora stai bene.
Se ti fermi, se senti troppo, se rallenti — c’è qualcosa che non va.

Ma l’essere umano non è un sistema operativo.
Non ha bisogno solo di “funzionare”, ha bisogno di trovare senso in ciò che vive.
Può essere attivo, presente, brillante e sentirsi vuoto.
Può essere calmo, equilibrato, produttivo e non capire più perché lo fa.

Molti sintomi psicologici, oggi, derivano da un iperfunzionamento svuotato di significato.
Il corpo regge, la mente si adatta, l’agenda si riempie.
Ma il senso manca.
E quando manca il senso, il disagio non si esprime con parole: si infiltra nel sonno, nella pelle, nello stomaco, nei legami.
Si traduce in ansia senza nome, in demotivazione cronica, in una stanchezza che non si cura dormendo.

Il lavoro terapeutico non consiste nel “rimettere in moto” le persone.
Consiste nel restituire profondità a una vita che si è ridotta a superficie.

Perché non basta funzionare. Serve essere in contatto con ciò che ci tiene vivi.

Non tutte le madri si somigliano.Non tutti i figli portano lo stesso tipo di gratitudine nel cuore.C’è chi oggi festeggi...
11/05/2025

Non tutte le madri si somigliano.
Non tutti i figli portano lo stesso tipo di gratitudine nel cuore.
C’è chi oggi festeggia, chi rimpiange, chi è arrabbiato e chi ha messo distanza.
Eppure, dietro ogni madre c’è una storia e dietro ogni figlio un’eredità invisibile che prima o poi chiede di essere guardata.

Questo post è per chi oggi sente qualcosa e non sa neanche bene cosa. Per chi festeggia, per chi ricorda, per chi lotta con un’assenza o una presenza ingombrante. E per chi, con coraggio, sta provando a scrivere una storia nuova partendo proprio da quella da cui è nato.

Buona festa della mamma.
Nel modo in cui ciascuno può sentirla.

Ho sempre pensato che, quando la vita mi voleva fare un dispetto, mi metteva in attesa. Un tempo morto, un limbo in cui ...
03/04/2025

Ho sempre pensato che, quando la vita mi voleva fare un dispetto, mi metteva in attesa.
Un tempo morto, un limbo in cui tutto sembra immobile tranne il peso delle cose che dovrebbero succedere e non succedono.

Io, che con le attese non ci ho mai saputo fare, che ho sempre avuto la sensazione che ogni minuto fermo fosse un pezzo di vita perso, uno spreco, un’ingiustizia travestita da pazienza.
Perché aspettare significa dare fiducia a qualcosa che ancora non esiste, e io di fiducia ne ho sempre avuta poca.
E poi l’attesa non è mai solo aspettare: è un accumulo di pensieri che si sovrappongono come muffa sul soffitto, è il tempo che si piega su se stesso e diventa ansia, è la sensazione sorda che ci sia una lezione da imparare e che io sia troppo testarda o troppo stupida per capirla.

Mi dicevano: ma tu devi imparare a stare nei vuoti, nel frattempo, nelle pause.
Ma nessuno mi ha mai spiegato come si fa. Nessuno mi ha detto come non farsi mangiare dalla frustrazione di chi guarda l’orologio e non vede cambiare le lancette.

Così ho iniziato a riempirle io, le attese. Di cose che avessero almeno l’illusione del movimento: liste di cose da fare, discorsi mai pronunciati, sceneggiature mentali per dialoghi che non avranno palco.

Parole scritte di getto.
Come queste.
Scritte in attesa.

Wow. Non mi aspettavo che la mia percezione potesse diventare immagine.E invece eccola qui: questa è esattamente la visi...
31/03/2025

Wow. Non mi aspettavo che la mia percezione potesse diventare immagine.
E invece eccola qui: questa è esattamente la visione che ho del mio studio.
La visione di come lo percepisco.
Pieno di magia, di simboli, di vita.
Un luogo che accoglie e si trasforma, che cambia prospettiva a seconda di chi lo abita.
Ho dato alle foto reali del mio studio una veste da film d’animazione perché è così che lo vedo ogni giorno: come uno spazio in cui accadono cose invisibili ma potentissime.
E se somiglia a un sogno, è perché in fondo ogni terapia è un viaggio immaginativo, in cui qualcosa si muove, cambia forma, prende luce.
Il mio magico luogo di lavoro.
Ma soprattutto un luogo in cui, ogni giorno, qualcosa si muove. 🪄🔮💫

Assomiglia un po’ anche alla tua percezione della stanza di terapia?

Le parole pesano più di quello che credi.I disturbi alimentari non sono scelte, capricci o mode. Dire “basta mangiare e ...
15/03/2025

Le parole pesano più di quello che credi.

I disturbi alimentari non sono scelte, capricci o mode.
Dire “basta mangiare e passa” è come dire a qualcuno che sta affogando di “respirare più forte”.

Se non sai cosa dire, inizia con l’ascolto. Se vuoi aiutare, smetti di giudicare. Perché il peso più difficile da sopportare non è quello del corpo, ma quello delle parole sbagliate.



Le donne vanno in terapia più degli uomini.Non perché siano più fragili, ma perché sono più abituate a mettersi in discu...
08/03/2025

Le donne vanno in terapia più degli uomini.
Non perché siano più fragili, ma perché sono più abituate a mettersi in discussione.

Crescono in un mondo che le spinge all’autocritica: devono essere abbastanza forti ma non troppo dure, abbastanza materne ma non soffocanti, abbastanza ambiziose ma senza
risultare minacciose.
Abituate a camminare sul filo del ‘mai troppo e mai troppo poco’, si impara presto a guardarsi dentro e a lavorare su sé stesse.
Gli uomini, invece, crescono spesso con un’altra narrazione: che il valore si dimostri nella resistenza, nel non crollare mai, nel “farcela da soli”.

Il risultato?

La terapia diventa “roba da donne” e l’elaborazione emotiva viene scambiata per debolezza. Ma noi lo sappiamo: la sofferenza non risparmia nessuno, cambia solo chi decide di affrontarla. E finché la crescita personale ed emotiva sarà vissuta come un percorso prevalentemente femminile, il cambiamento resterà ancora una volta una responsabilità sbilanciata.
Ed è proprio per questo, e un altro milione di motivi, che l’8 marzo serve ancora.

Li riconosci tra la folla gli adulti cresciuti con amore, hanno un modo tutto loro di stare al mondo.Camminano leggeri, ...
01/03/2025

Li riconosci tra la folla gli adulti cresciuti con amore, hanno un modo tutto loro di stare al mondo.

Camminano leggeri, non perché non abbiano mai sofferto, ma perché non portano pesi che non gli appartengono.
Sanno distinguere ciò che vale da ciò che ingombra, non scambiano l’ansia per precisione né il sacrificio per valore.

Sono gli adulti che hanno un rapporto pacifico con il futuro, non lo vivono come una minaccia ma come una possibilità.
Da bambini non hanno dovuto alzare la voce per essere ascoltati, e da grandi non usano il rumore per sentirsi esistere.
Anche nei momenti difficili non smettono di essere un punto fermo. Non evitano il dolore, piangono e lo attraversano. Non cercano di aggiustare il mondo, ma sanno farsi spazio senza ferire.

Li guardi e capisci che la sicurezza interiore non è arroganza, ma il risultato di un affetto che ha fatto da radice.
Gli adulti cresciuti senza il peso di dover riparare qualcosa hanno un modo diverso di stare al mondo: sono la prova che un’infanzia serena lascia tracce anche nell’età adulta.

Ma non è un destino già scritto.

Chi non ha avuto quell’amore può imparare a darselo, un passo alla volta.
Perché crescere significa anche questo:
diventare ciò di cui si aveva bisogno.

Ho riflettuto su ciò che so sull’amore. So che non è quella roba dei film, dove la colonna sonora parte quando ti guardi...
14/02/2025

Ho riflettuto su ciò che so sull’amore.
So che non è quella roba dei film, dove la colonna sonora parte quando ti guardi negli occhi. Nessuna frase perfetta al momento giusto.
Credo che l’amore sia ciò che resta quando l’infatuazione svanisce, la mano che trovi sempre lì, la scelta di esserci, di non lasciare che l’abitudine diventi distanza.
So che non è un dogma, ma una trattativa, un compromesso tra chi eri da solo e chi siete insieme.
L’amore è la lotta contro l’inerzia, contro l’idea che se è difficile, allora non vale la pena. È nelle cose che nessuno vedrà, nei momenti che non finiscono in foto, ma che rimangono comunque.

E sì, è tutte le volte che ci siamo detti “tu e io contro il mondo”, sapendo benissimo che il mondo non ci aveva fatto niente, ma che in fondo suonava bene così.

E per te, cos’è l’amore? 💬

Prima serata di Sanremo e già abbiamo una colonna sonora di emozioni. 🎶✨Abbiamo raccolto alcune delle frasi più belle de...
12/02/2025

Prima serata di Sanremo e già abbiamo una colonna sonora di emozioni. 🎶✨

Abbiamo raccolto alcune delle frasi più belle delle canzoni ascoltate ieri: parole che colpiscono, restano e magari ci accompagneranno per giorni. Alcune canzoni ci entrano subito nel cuore, altre hanno bisogno di tempo per farsi capire davvero.

Quale canzone vi è piaciuta di più al primo ascolto?
Tanto si sa che poi cambieremo idea!

Scrivilo nei commenti! ⬇️💬

Ho immaginato di sedermi al tavolino di un bar con la versione di me di tanti anni fa. Mi guarda con gli occhi di chi an...
11/02/2025

Ho immaginato di sedermi al tavolino di un bar con la versione di me di tanti anni fa.
Mi guarda con gli occhi di chi ancora non sa come andrà a finire, ma spera.
Io la osservo con la consapevolezza di chi ha già attraversato quello che per lei è ancora futuro.
Parliamo di piccole cose, caffè, vestiti, abitudini, ma in realtà stiamo misurando la distanza tra ciò che ero e ciò che sarei diventata. Mi accorgo che alcune paure le ho lasciate indietro, altre invece le porto ancora con me, solo che le so nascondere meglio.

E tu, se potessi parlare per un attimo al te adolescente, cosa gli diresti?

Natale. L’apice simbolico di ogni ideale eppure basta grattare sotto la superficie per scorgere altro: i silenzi che pes...
24/12/2024

Natale. L’apice simbolico di ogni ideale eppure basta grattare sotto la superficie per scorgere altro: i silenzi che pesano come macigni, gli sguardi che scavano più delle parole e le domande che arrivano come frecce ben mirate.

Perché il Natale, per molti, non è un momento di tregua, ma una prova. Una specie di esame di famiglia. Ti siedi lì, al tuo posto, e arriva la prima domanda:
Come va con il lavoro?
È una di quelle domande che viene percepita come un invito a dimostrare che sei all’altezza.
Segue il turno della vita privata:
Ma non ti senti solo?
E i figli? Siete nel vostro tempo?
Stai guadagnando o stai ancora facendo tirocinio gratuito? Perché hai lasciato l’università? A che stai con gli esami?
Avete comprato casa?
In che senso convivi con altre persone perché gli affitti sono molto alti?
E tutto questo in realtà significa: perché non sei conforme a quello che ci aspettavamo da te?

In famiglia si gioca con una regola implicita: chi ti ama, ha il diritto di sapere tutto di te. Ma la verità è un’altra. L’amore non è invadenza. Non è mettere l’altro di fronte alle sue vulnerabilità.

E tu ti ritrovi lì, intrappolato in una versione di te stesso che magari hai superato, ma che loro continuano a vedere.

E sai qual è la cosa più difficile? Restare calmi. Non scattare. Perché reagire ti metterebbe solo nel ruolo del “problema”. Allora sorridi, ma dentro ti senti stanco. Stanco di essere messo alla prova.

Ma forse, quest’anno, possiamo fare una cosa diversa. Possiamo proteggerci. Non isolandoci, ma ricordandoci che non dobbiamo dimostrare niente a nessuno. Che non siamo obbligati a rispondere a tutte le domande.

E soprattutto, possiamo ricordarci che il Natale non è un contratto sociale da rispettare. È un momento per decidere chi vogliamo essere, a prescindere da chi ci circonda. Anche se significa mettere dei confini. Perché quei confini non sono muri, ma atti d’amore. Per noi stessi.

Buona vigilia! 🎄

 fa il bilancio delle tue canzoni, io di tutte le hit psicologiche che ti sei sparato quest’anno: emozioni in loop, pens...
05/12/2024

fa il bilancio delle tue canzoni, io di tutte le hit psicologiche che ti sei sparato quest’anno: emozioni in loop, pensieri che non mollano la top 10 e collaborazioni che sarebbe ora di skippare. 😂
Qual è stata la tua hit mentale del 2024? Raccontamela!

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About me

Laureata con Lode in Psicologia clinica all’Università Federico II di Napoli. MASTER IN PSICODIAGNOSTICA CLINICA E GIURIDICO-PERITALE C.I.F.RI.C. S.r.l. Centro Italiano Formazione Ricerca e Clinica in Medicina e Psicologia, Napoli (Italia) MASTER IN ETNOPSICHIATRIA E PSICOLOGIA DELLA MIGRAZIONE Istituto A.T. Beck, Roma (Italia) SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE (in formazione) Istituto A.T. Beck, Caserta (Italia)

PUBBLICAZIONE: De Cristofaro, G. (2017). Lo Stato islamico: Propaganda e Reclutamento 2.0. Edizioni Melagrana, Caserta.

CONFERENZE: Presentazione orale al "15th European Congress of Psychology" Amsterdam, The Netherlands, 11-14 July 2017 Titolo: Community Psychology in a changing world Autori: Convenor: Caterina Arcidiacono Presenters: Donata Francescato, Caterina Arcidiacono, Giuseppina De Cristofaro, Francesca Esposito, Jaqueline Akhurst Discussant: Wolfgang Stark, Liz Cunningham Tematiche: Life changing events; migration, integration, adaptation;

Presentazione orale al "10th European Congress of Community Psychology" Newcastle, England, 18-20 October 2017 Titolo: "Western Women Fighting For Isis: Which Fascination?"