28/10/2025
La fiaba di oggi è dedicata a tutti i bambini con ADHD, una diagnosi necessaria, ma che per ignoranza viene spesso etichettata.
🌈 Elio Luce e il Bosco delle Mille
C’era una volta un bambino di nome Elio Luce,
che portava nel cuore un sole e nella mente un temporale.
I suoi pensieri non camminavano — volavano.
Volavano come farfalle colorate, come lucciole nel buio,
come note di una musica che solo lui sapeva ascoltare.
Ogni mattina Elio si svegliava pieno di idee:
voleva costruire un razzo, scrivere un sogno, correre dietro a un arcobaleno.
Ma nel villaggio non tutti riuscivano a stargli dietro.
Gli adulti gli dicevano spesso:
«Fermati!» «Concentrati!» «Smettila di distrarti!»
Elio allora abbassava la testa, convinto che ci fosse qualcosa di sbagliato in lui.
E dentro, piano piano, cresceva una rabbia silenziosa,
una tempesta che non trovava un cielo dove sfogarsi.
Sentiva il corpo pieno di energia, ma non sapeva dove metterla.
Le mani si muovevano da sole, la mente correva più veloce delle parole,
e a volte scoppiava come un lampo —
non per fare male, ma perché dentro di lui c’era troppo cielo tutto insieme.
E allora succedeva che veniva additato,
che qualcuno lo chiamava “agitato”, “impossibile”, “fuori posto”.
A volte lo cacciavano fuori dal gioco, fuori dalla classe,
fuori da quella normalità che sembrava non avere spazio per la sua luce.
E ogni volta che accadeva, una lucciola dentro di lui si spegneva un po’.
Finché un giorno, stanco di sentirsi “troppo”,
Elio scappò nel Bosco delle Mille Luci,
un luogo di cui parlavano solo i sogni.
Camminò a lungo, finché tutto si fece silenzioso.
E in quel silenzio, una voce calda e profonda lo chiamò per nome:
“Elio Luce… non sei confusione.
Sei un cielo in tempesta che sa creare arcobaleni.
Non devi fermare le tue luci,
devi solo imparare a danzare con loro.”
Davanti a lui apparve un grande Gufo dalle ali blu e oro,
il Custode del Bosco.
I suoi occhi brillavano come due lune serene.
«La rabbia che senti,» gli disse «non è cattiva.
È solo la forza del vento che non ha ancora imparato a soffiare piano.
Respira, piccolo Elio, e lascia che il vento diventi musica.»
Elio chiuse gli occhi e inspirò.
E quando espirò, il vento dentro di lui si fece dolce.
Le sue farfalle di pensieri si posarono sulle spalle,
le lucciole si accesero una a una,
e tutto il bosco cominciò a brillare di calma e di colori.
Per la prima volta, Elio non si sentiva troppo.
Si sentiva pieno, vivo, integro.
Capì che la rabbia non era il suo nemico,
ma la spinta della sua luce che voleva uscire nel mondo.
Quando tornò al villaggio, portava negli occhi una serenità nuova.
I genitori lo guardarono e videro la sua bellezza,
la forza creativa che prima non avevano compreso.
E, piano piano, anche loro impararono ad entrare nel Bosco delle Mille Luci,
a respirare con lui,
a capire che ogni bambino ha un ritmo diverso,
e che la vera armonia nasce solo quando si ascoltano le differenze.
Da quel giorno, nessuno chiamò più Elio “agitato”.
Lo chiamavano “Il Bambino che illumina i pensieri”.
E il villaggio intero imparò che:
Nessun bambino è un problema da correggere.
Ogni bambino è una luce da conoscere.
Le menti come quella di Elio non sono disordinate,
sono orchestrate da stelle.
Serve solo qualcuno che sappia ascoltare la loro musica.
Ogni bambino che “brilla troppo”
non è difficile è meravigliosamente vivo.
Dentro la sua energia c’è un messaggio:
“Accoglimi, e ti insegnerò un nuovo modo di vedere il mondo.”
Raffaella e Chiara