08/04/2025
🎯Escluso che si tratti di problematiche legate al respiro più gravi, in questo caso di pertinenza medica, in quest’ottica può essere utile l’operato dell’osteopata che può riscontrare dopo la sua valutazione un diaframma contratto e constatare un dolore localizzato in zone anatomiche diverse da quella diaframmatica. In questi casi intervenire con tecniche proprie per la risoluzione di questi sintomi
🎯Ma perché il dolore è in altre zone? Quali relazioni ci sono?
Ad esempio:
✅a carico della colonna lombare (pilastri del diaframma, psoas, quadrato dei lombi)
✅del tratto cervicale (se la respirazione è alta e superficiale e non utilizza il diaframma la muscolatura respiratoria cervicale che supporta il diaframma è sovrastimolata e si irrigidisce, nervo frenico),
✅disturbi della digestione (se movimento del diaframma è limitato anche l’esofago che il tubo da cui passa il cibo per raggiungere stomaco e intestino avrà una costante pressione ed un effetto negativo sulla funzionalità digestiva)
dolore dorsale/scapolare (è un dolore che viene evocato quando una persona inspira ed espira profondamente) .
✅ Il diaframma ha anche delle relazione con la colonna vertebrale e quindi con l’apparato locomotore movimento, il particolare con il passaggio dorso-lombare, che è una zona della colonna vertebrale importante per la biomeccanica del cammino e della corsa di conseguenza
COSA FA L’OSTEPATA E PERCHE’ IN QUESTI CASI DI DOLORE CRONICO IN DIVERSE SEDI DEL CORPO PUO’ ESSERE UTILE?
L’osteopata ricerca nel corpo le alterazione le alterazioni mobilità, quindi situazioni di rigidità: nella colonna vertebrale, nelle articolazioni, nei muscoli, nei visceri (elementi che manualmente sono percepibili nella valutazione: mobilità, simmetria, dolorabilità, alterazioni tessutali-qualità del tessuto) che possono essere silenti localmente ma possono produrre dolore in altra sede o zona. Esempio relazione diaframma-zona cervicale o una rigidità dorsale può essere legata al movimento del braccio. Nel caso del braccio, la rigidita’dorsale ci obbligherà a ripetere un’azione in modo scorretto sovraccaricando il nostro corpo, e con il tempo il sovraccarico produce dolore e infiammazione.
Io dico sempre ai miei pazienti che andare dall’osteopata è come fare la revisione alla macchina e fare la convergenza alle ruote. Se ho una macchina a posto la macchina funzionerà bene, avrà una buona performance consumando poco e avrà meno rischio di rompersi o fermarsi. Se ho le ruote sgonfie, ammortizzatori rotti, manca l’olio la performance non sarà altrettanto efficace, avrò usura e maggior consumo. Lo stesso discorso può essere fatto per la persona.
In casi di dolori come quello al braccio o quelli causati dal diaframma contratto, un lavoro locale distrettuali sulle parti dolenti (lombare, dorsale, cervicale) potrà non essere completamente esaustivo. Magari temporaneamente riuscirà a ridurre dolori e sintomi, ma potrà essere utile l’intervento dell’osteopata, più globale, alla ricerca della via meccanica, che in questo caso sarà individuata nel diaframma, (in maggior misura muscolo/scheletriche) per agire sul dolore in modo più definitivo.
L’obiettivo dell’osteopata sarà anche di rendere consapevole e cosciente il paziente della situazione che ha creato i sintomi dolorosi, in modo da prendere le contromisure: esempio evitare abitudini posturali al lavoro o a casa che favoriscano l’emergere dei sintomi e invitare allo svolgimento di attività fisica (che potrà essere a seconda dei casi di tipo aerobico o attività incentrate sulla respirazione come il pilates o lo joga possono essere molto utili a comprendere la differenza tra una respirazione diaframmatica (volgarmente chiamata respirazione di pancia) e una respirazione toracica (che si avverte più in alto sul torace e non frutta il muscolo diaframma).
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