Centro Shiwa Lha Verona

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Messaggio per il 90° compleannoIn occasione del mio 90° compleanno, capisco che i simpatizzanti e gli amici in molti luo...
06/07/2025

Messaggio per il 90° compleanno

In occasione del mio 90° compleanno, capisco che i simpatizzanti e gli amici in molti luoghi, tra cui le comunità tibetane, si riuniscono per festeggiamenti. Apprezzo particolarmente il fatto che molti di voi stiano approfittando dell'occasione per impegnarsi in iniziative che evidenziano l'importanza della compassione, del calore e dell'altruismo.

Sono solo un semplice monaco buddista; normalmente non mi impegno in festeggiamenti di compleanno. Tuttavia, visto che state organizzando eventi incentrati sul mio compleanno, desidero condividere alcune riflessioni.

Sebbene sia importante lavorare per lo sviluppo materiale, è fondamentale concentrarsi sul raggiungimento della serenità attraverso la coltivazione di un cuore buono e la compassionevole, non solo verso le persone vicine e care, ma verso tutti. Attraverso questo, contribuirai a rendere il mondo un posto migliore.

Per quanto mi riguarda, continuerò a concentrarmi sui miei impegni di promozione dei valori umani, dell'armonia religiosa, richiamando l'attenzione sull'antica saggezza indiana che spiega il funzionamento della mente e delle emozioni, e la cultura e il patrimonio tibetano, che ha così tanto potenziale per contribuire al mondo attraverso la sua enfasi sulla pace della mente e sulla compassione.

Sviluppo determinazione e coraggio nella mia vita quotidiana attraverso gli insegnamenti del Buddha e dei maestri indiani come Shantideva, di cui cerco di sostenere la seguente aspirazione.

Finché esisterà lo spazio,
Finché rimarranno gli esseri senzienti,
Fino ad allora, possa anch'io rimanere
E dissipare la sofferenza del mondo.

Grazie per aver sfruttato l'opportunità del mio compleanno per coltivare serenità e compassione.

Tashi Deleg e con le mie preghiere,

Dalai Lama

5 luglio 2025

BUON COMPLEANNO SANTITÀ, LUNGA, LUNGHISSIMA VITA 🙏🙏🙏🪷🪷🪷💓💓💓

04/07/2025

Statement Affirming the Continuation of the Institution of Dalai Lama

(Translated from the original Tibetan)

On 24 September 2011, at a meeting of the heads of Tibetan spiritual traditions, I made a statement to fellow Tibetans in and outside Tibet, followers of Tibetan Buddhism, and those who have a connection with Tibet and Tibetans, regarding whether the institution of the Dalai Lama should continue. I stated, “As far back as 1969, I made clear that concerned people should decide whether the Dalai Lama’s reincarnations should continue in the future.”

I also said, “When I am about ninety I will consult the high Lamas of the Tibetan Buddhist traditions, the Tibetan public, and other concerned people who follow Tibetan Buddhism, to re-evaluate whether or not the institution of the Dalai Lama should continue.”

Although I have had no public discussions on this issue, over the last 14 years leaders of Tibet’s spiritual traditions, members of the Tibetan Parliament in Exile, participants in a Special General Body Meeting, members of the Central Tibetan Administration, NGOs, Buddhists from the Himalayan region, Mongolia, Buddhist republics of the Russian Federation and Buddhists in Asia including mainland China, have written to me with reasons, earnestly requesting that the institution of the Dalai Lama continue. In particular, I have received messages through various channels from Tibetans in Tibet making the same appeal. In accordance with all these requests, I am affirming that the institution of the Dalai Lama will continue.

The process by which a future Dalai Lama is to be recognized has been clearly established in the 24 September 2011 statement which states that responsibility for doing so will rest exclusively with members of the Gaden Phodrang Trust, the Office of His Holiness the Dalai Lama. They should consult the various heads of the Tibetan Buddhist traditions and the reliable oath-bound Dharma Protectors who are linked inseparably to the lineage of the Dalai Lamas. They should accordingly carry out the procedures of search and recognition in accordance with past tradition.

I hereby reiterate that the Gaden Phodrang Trust has sole authority to recognize the future reincarnation; no one else has any such authority to interfere in this matter.

Dalai Lama

Dharamshala
21 May 2025

Saka Dawa, Düchen, che quest’anno ricorre l’11 giugno, è uno dei quattro grandi giorni sacri del calendario tibetano, og...
12/06/2025

Saka Dawa, Düchen, che quest’anno ricorre l’11 giugno, è uno dei quattro grandi giorni sacri del calendario tibetano, ognuno dei quali celebra un anniversario di Śākyamuni Buddha che ha compiuto azioni straordinariamente potenti per il bene degli esseri senzienti. In questo particolare giorno sacro, i risultati karmici sono moltiplicati per 300 milioni di volte, poiché si commemorano i tre principali eventi della vita di Śākyamuni Buddha (nascita, illuminazione e parinirvāṇa).

25/05/2025
Vesak 2025🪷🪷🪷
25/05/2025

Vesak 2025🪷🪷🪷

🌷🙏
21/04/2025

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Dalai Lama: Condoglianze per la morte di Sua Santità Papa Francesco.
Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India - Sua Santità il Dalai Lama ha scritto al Reverendissimo Leopoldo Girelli, Nunzio Apostolico in India, per esprimere la sua tristezza nell'apprendere che Sua Santità Papa Francesco è morto. Ha scritto che ha offerto preghiere e condoglianze ai suoi fratelli spirituali, alle sue sorelle e ai suoi seguaci in tutto il mondo.

“Sua Santità Papa Francesco si è dedicato al servizio degli altri”, ha aggiunto, ”rivelando costantemente con le proprie azioni come vivere una vita semplice ma significativa. Il miglior tributo che possiamo rendergli è quello di essere una persona dal buon cuore , servendo gli altri ovunque e in qualsiasi modo possiamo”.

Sua Santità ha concluso la lettera: “Con le mie preghiere”.

La comunità tibetana sta celebrando un servizio commemorativo presso lo Tsuglagkhang, il principale tempio tibetano, qui a Dharamsala.

🩵🙏💐
21/04/2025

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L'Unione Buddhista Italiana esprime il proprio profondo cordoglio per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco.

Con il suo instancabile impegno per il dialogo interreligioso, Papa Francesco ha saputo tessere legami di rispetto, amicizia e collaborazione tra le diverse tradizioni spirituali del mondo.
La sua voce, ferma e compassionevole, ha più volte richiamato l'umanità intera alla responsabilità verso il creato, alla giustizia sociale, alla pace e alla cura dei più fragili.
La sua testimonianza di umiltà, di servizio e di apertura verso l'altro rimane per tutti noi fonte di ispirazione. In particolare, il suo costante invito a costruire ponti e non muri ha rappresentato un messaggio di speranza per il nostro tempo, segnato da divisioni e conflitti.

Nel ricevere il 27 maggio 2024, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, una delegazione di monaci buddhisti thailandesi, Papa Francesco aveva ricordato:
“Nessuno si salva da solo. Possiamo essere salvati solo insieme, poiché siamo interconnessi e interdipendenti”.
Parole che risuonano profondamente anche nella nostra tradizione spirituale, che riconosce nell'interdipendenza la chiave per comprendere la realtà e coltivare una responsabilità condivisa verso ogni essere vivente.

In quell’occasione, il Papa ribadì l’invito a costruire ponti tra le fedi, affermando:
“Vi esorto a collaborare con tutti: società civile, membri di altre religioni, governi, organizzazioni internazionali, comunità accademiche e scientifiche e tutte le altre parti interessate a promuovere un’amicizia che sostenga la pace e la fraternità e costruisca un mondo più inclusivo”.
Oggi, come allora, accogliamo questo appello con gratitudine. Che il suo insegnamento continui a ispirare il cammino del dialogo, della cooperazione e dell’unità tra i popoli.

In questo momento di grande dolore, l'Unione Buddhista Italiana si unisce alla Chiesa e a tutte le sorelle e i fratelli cattolici nel rendere omaggio alla vita e all'opera di Papa Francesco.
Che la sua memoria sia di benedizione.

Filippo Scianna, Presidente dell’Unione Buddhista Italiana

In foto un momento dell'udienza, 27 maggio 2024
© Vatican Media – Divisione Foto

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29/03/2025

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Dimorare nella paceRitiro di meditazione e yoga - Centro Shiva Lha Verona Domenica 6 Aprile 2025Programma della giornata...
19/03/2025

Dimorare nella pace
Ritiro di meditazione e yoga - Centro Shiva Lha Verona

Domenica 6 Aprile 2025

Programma della giornata

9:00-10:00: calmare la mente attraverso il respiro
10:00-11:00 posizioni yoga per rilassare il corpo
11:00-12:00 parole di pace
lettura di brani e meditazione silenziosa
12:00-14:00 pausa pranzo
14:00-15:00 tecniche di pranayama
15:00-16:00 posizioni yoga per la distensione e la tonificazione
16:00-17:00 visualizzazioni e mantra per la pace.
Nel corso della giornata praticheremo il silenzio. Chi desidera potrà pranzare presso il Centro.
Evento a offerta libera aperto a tutti. È obbligatoria la tessera associativa.
Iscrizioni via whatsapp al 3496540976 entro il 4 Aprile.

14/03/2025

A Prayer for Peace

Today is the fifteenth day of the first month of the Tibetan Calendar, and the culmination of the annual Great Prayer Festival (Monlam Chenmo), a two-week-long festival that begins with the Tibetan New Year.

In accordance with our tradition of dedicating the merit gained from these prayers for the well-being of all sentient beings, this year too I fervently pray for greater peace and understanding in our world. It saddens me to see so many people suffering as a result of conflict, in Ukraine, in Gaza, and other parts of the world. By now we might have hoped that human beings would have learned from our history of violence. In all such conflicts, it is the innocent who bear the heaviest burden—living in fear, facing the loss of so much, even our lives, and constantly enduring the challenge of uncertainty.

One simple truth remains: every human being, each and every one of us, wishes not to suffer and only wants to be happy. If we recognize our shared humanity, recalling that the welfare of one depends on the welfare of all, I truly believe we can find a peaceful resolution to even the most intractable conflicts. But to do so requires a willingness to enter into dialogue and negotiation. I therefore appeal for concerted efforts to create a more compassionate, peaceful world free from violence.

With my prayers and good wishes,

The Dalai Lama
14 March 2025

Chotrül Düchen, il Giorno dei MiracoliIl primo giorno di luna piena del calendario lunare tibetano è celebrato come il G...
14/03/2025

Chotrül Düchen, il Giorno dei Miracoli
Il primo giorno di luna piena del calendario lunare tibetano è celebrato come il Giorno dei Miracoli, o Chotrul Duchen, che commemora l’ultimo giorno delle manifestazioni dei miracoli del Buddha che durarono 15 giorni. Il Buddha compì i miracoli in risposta a una sfida di 6 maestri rivali. Durante questi 15 giorni, i meriti accumulati si moltiplicano milioni di volte.
LE AZIONI MIRACOLOSE DI BUDDHA SHAKYAMUNI A SHRAVASTI
Una volta, Buddha si trovava con centinaia di monaci completamente ordinati nel Boschetto dei Bamboo fuori Rajagriha. Il governatore di quel paese, il re Bimbisara, era uno dei maggiori benefattori del Buddha. Per lealtà e rispetto verso il Buddha e suoi monaci, il re aveva guidato molti dei suoi sudditi alla pratica dei suoi insegnamenti. In quel periodo, nello stesso luogo, vivevano anche sei insegnanti eretici e i loro insegnamenti ingannevoli erano la causa di molte azioni distruttive. Il fratello minore del Re Bimbisara seguiva questi maestri e faceva loro grandi offerte, pensando che essi insegnassero il sentiero per la liberazione, e ne fu danneggiato a tal punto che, nonostante il Buddha stesse mostrando la grandezza dell’illuminazione, egli non era in grado di vederla. Il Re Bimbisara cercò di persuadere il fratello ad abbandonare le sue idee errate ma lui rispose “Ho il mio maestro. Perché dovrei ascoltare il Buddha?”

Tuttavia, ritenendo di dover rispettare i desideri del Re Bimbisara, il fratello decise di dare una festa, offrendo cibo e doni a tutti coloro che vi avrebbero partecipato. I sei maestri vi si recarono e si sedettero sui sedili più alti. Quando Buddha e i suoi discepoli arrivarono, si diressero verso i posti rimanenti, ma prima di raggiungerli, i sei insegnanti si ritrovarono loro malgrado ad alzarsi e andare a sedere sui sedili più bassi. Provarono tre volte a sedersi sui sedili alti, ma sempre si ritrovarono in quelli più bassi. Infine, pieni di imbarazzo rimasero nei sedili bassi.

Prima che fosse servito il cibo, fu portata agli ospiti l’acqua per lavarsi le mani. Poiché il Buddha era seduto sul sedile più alto, il suo ospite offrì l’acqua prima a lui e il Buddha gli disse: “Offrila prima ai tuoi maestri.” Così l’acqua fu offerta a loro, ma quando veniva versata essa non fluiva nelle loro mani. L’ospite provò ripetutamente, ma senza successo. Così la offrì ancora una volta al Buddha. L’acqua fluì liberamente per il Buddha, e dopo anche per tutti gli altri.
Prima di mangiare, l’ospite chiese al Buddha di benedire il cibo. Ancora una volta il Buddha lo rimandò dai suoi insegnanti dicendo: “Chiedi la benedizione ai tuoi maestri.” Ma quando i sei provarono a pregare, non furono in grado di pronunciare parola e fecero cenno al Buddha di provvedere lui alla benedizione. Buddha intonò la preghiera con voce chiara e melodiosa, e poi il cibo fu offerto prima a lui, che ancora una volta disse: “Offri prima ai tuoi maestri”. Quindi il cibo fu offerto a loro, ma ogni cosa che cercavano di prendere volava nell’aria. Dopo che il Buddha ebbe accettato il cibo, allora arrivò anche nelle loro mani.
Dopo il pranzo, l’ospite fece la consueta richiesta al Buddha di dare insegnamenti. Buddha ancora una volta rinviò la richiesta ai sei insegnanti, dicendo: “Chiedi ai tuoi maestri che parlino della loro dottrina”.

Di nuovo i sei insegnanti non furono in grado di pronunciare una parola, e gesticolando verso Buddha gli chiesero di essere lui a parlare. Lui parlò con voce melodiosa e ognuno degli ascoltatori sentì ciò di cui aveva bisogno; e inoltre la comprensione di ognuno aumentò grandemente. Perfino la conoscenza del Re Bimbisara aumentò tantissimo. Molti ottennero dal primo al terzo stadio della liberazione; altri incrementarono la loro mente di bodhicitta, e alcuni realizzarono la suprema mente dell’illuminazione. Un gran numero di persone raggiunse lo stadio del non-ritorno, e altri, ottennero ciò per cui avevano pregato e svilupparono grande fede nei Tre Gioielli. Da allora in poi, le genti di Rajagriha seguirono il Buddha.

I sei maestri andarono via molto arrabbiati per aver perso i propri seguaci. Così chiesero l’aiuto dei demoni di Mara per ostacolare le attività del Buddha. I demoni si manifestarono come i sei insegnanti e andarono al mercato a compiere varie azioni miracolose – emanando getti d’acqua, fiamme e luci di molti colori dai loro corpi. Le persone provarono meraviglia per queste azioni e divennero loro seguaci. I demoni dissero loro, “A causa della malvagità di Gautama siamo caduti in disgrazia. Tutti i re, i bramini e i grandi mecenati che ci seguivano e ci portavano offerte ora non ci rispettano più. Adesso queste persone seguono Gautama, dandogli tutto quello che solitamente davano a noi. Noi sfidiamo Gautama – per ognuno dei suoi miracoli noi ne faremo due; se lui ne farà sedici, noi ne faremo trentadue. Le persone verificheranno da sole chi è il più potente”.
I sei insegnanti andarono dal Re Bimbisara e gli chiesero di comunicare la sfida al Buddha. Il Re derise la loro arroganza. “Siete veramente sciocchi. Le vostre azioni miracolose non possono minimamente confrontarsi con quelle di Buddha. La vostra sfida è come una scintilla rispetto alla luce del sole, come l’acqua che è contenuta nell’impronta di un bue rispetto all’oceano. È come se la volpe sfidasse il leone”. I sei sapientoni insistettero e dissero: “Vedrai. Ciò che è successo prima non è indicativo di ciò che accadrà adesso. Quando vi sarà la competizione, sarà chiaro chi è più grande”.
Il Re Bimbisara andò dal Buddha e gli parlò della sfida: “Quei sei insegnanti vogliono confrontare le loro azioni miracolose con quelle del Tathagata. Per favore puoi mostrare loro i tuoi poteri per eliminare le loro visioni distorte e condurli all’attività virtuosa? Quando lo farai, potrò essere presente?” Buddha rispose: “Il momento verrà reso noto. Organizza un posto adatto”. Il Re Bimbisara chiese ai suoi ministri di pulire e preparare uno spazio in un grande campo. Lì fecero erigere un trono dei leoni e bandiere della vittoria per il conquistatore Buddha. I presenti erano trepidanti nell’attesa di vedere il Buddha e i sei insegnanti mostrare i loro miracoli. Poi, sorprendendo tutti, Buddha lasciò Rajagriha e andò nella vicina città di Vaisali.
I cittadini di Vaisali, i Licchavi, diedero il benvenuto al Tathagata. Quando i sei insegnanti seppero che il Buddha era andato a Vaisali, dissero: “Gautama ha paura di noi. È scappato via!” Quindi lo raggiunsero a Vaisali, e così fece pure il Re Bimbisara con 500 carrozze, elefanti, cavalli, vettovaglie, migliaia di servitori e ministri. I sei insegnanti portarono la loro sfida al re dei Licchavi, che andò dal Buddha e gli disse: “Per favore mostra i tuoi poteri miracolosi e sottometti questi uomini”. Ancora una volta il Buddha rispose: “Tutto a suo tempo.” E disse loro di preparare il posto.

Ma ancora il Buddha partì per un altro paese, Kausambi, seguito da una grande moltitudine di persone e dai sei sapientoni. Il Re Udrayana e le genti di Kausambi diedero il benvenuto al Buddha. Attraverso il re Udrayana, i sei insegnanti comunicarono nuovamente la loro sfida al Buddha, il quale rispose ancora una volta: “Il tempo verrà reso noto. Preparate il posto.” Il Re Udrayana fece le preparazioni richieste, ma il Buddha andò a War, la terra del Re Sciun Tsin. Da War andò a Tigisashiri, che era governato dal Re Brahmadatta. Da lì andò a Kapila, il paese del suo popolo, i Sakya, e alla fine andò a Sravasti, la terra del Re Prasenajit. Fu seguito dai Re dei paesi che aveva attraversato, insieme con migliaia di loro servitori, e dai sei insegnanti con i loro 90.000 seguaci.
I sei insegnanti andarono dal Re Prasenajit e gli dissero, “Noi abbiamo preparato le nostre azioni miracolose. Molto tempo è trascorso da quando abbiamo sfidato Gautama, e lui sta ancora scappando”. Il Re Prasenajit ridendo rispose: “Voi non sapete nulla, eppure volete sfidare il grande re del Dharma. Le persone come voi non possono essere confrontate con lui”. Ma per tranquillizzarli, il Re Prasenajit andò dal Buddha e disse: “quei sei insegnanti vogliono sfidarti. Per favore mostra loro i tuoi poteri miracolosi e sottomettili”. Ancora il Buddha rispose: “Il tempo verrà reso noto. Prepara un posto adatto.” Il Re Prasenajit chiese ai suoi ministri di pulire e organizzare il grande campo, essi bruciarono incenso ed eressero un trono di leoni e gli stendardi del conquistatore.
Il primo giorno di primavera, Buddha andò nel campo che era stato preparato per lui e si sedette sul trono di leoni davanti a una moltitudine di persone. Dopo che il Re Prasenajit gli ebbe fatto le offerte, il Tathagata prese uno stuzzicadenti e lo piantò nel terreno. Questo crebbe in un attimo come un meraviglioso albero. Sui suoi rami, che si estendevano per chilometri, crebbero meravigliose foglie, fiori, frutti e gioielli di ogni tipo. Le luci multicolori emanate dai gioielli erano brillanti quanto la luce del sole e della luna insieme. Quando i rami degli alberi frusciavano nel vento, si sentiva il suono degli insegnamenti. Quindi Buddha stesso parlò alla folla. Molti di coloro che erano lì ad ascoltare fecero grandi progressi spirituali – alcuni ottennero lo stato di Arhat e milioni maturarono i semi per rinascite nei reami superiori degli esseri umani o degli dei.
Il secondo giorno di primavera, il Re Udrayana fece grandi offerte al Buddha. Il Tathagata allora girò la testa verso destra e verso sinistra e da ogni lato del trono dei leoni emerse una montagna di gioielli. Da ognuna delle montagne sgorgò una sorgente magica, la cui acqua aveva gli otto diversi sapori. Una montagna era coperta con erba rigogliosa per nutrire e soddisfare gli animali, mentre l’altra era coperta da cibo speciale per soddisfare gli esseri umani. Buddha, quindi, diede gli insegnamenti in accordo alle predisposizioni e capacità delle varie persone, e molti ottennero la liberazione. Alcuni dei presenti generarono la suprema mente della bodhi, e molti posero le cause per rinascere come umani o dei.
Il terzo giorno, il Re Shun Tsin di War fece le offerte al Tathagata. Dopo aver mangiato, Buddha si sciacquò la bocca. Sul terreno dove cadde l’acqua, si formò un grande lago che si estendeva per 300 km. L’acqua aveva gli otto sapori, e il fondo del lago era coperto con i sette tipi di gioielli. Sulla superficie del lago sbocciarono una moltitudine di fiori di loto multicolori, la loro fragranza permeò l’aria, e grazie ai raggi di luce che si emanavano in tutte le direzioni, le persone potevano vedere ovunque. Quando le genti videro questo, furono molto contente e, quando Buddha diede insegnamenti, alcuni ottennero lo stato di Arhat, alcuni aumentarono la loro mente della bodhi, e molti altri ottennero le cause per rinascere nel mondo degli esseri umani o degli dei.
Il quarto giorno, il Re Indravarma preparò le offerte per il Buddha. Buddha creò una piscina dalla quale emersero otto fonti che facevano fluire l’acqua all’esterno in sentieri circolari. Dal suono delle sorgenti, i presenti sentirono gli insegnamenti sui cinque poteri, sulle cinque forze, sui sette aspetti della mente dell’illuminazione, sull’ottuplice sentiero, sui tre aspetti principali del sentiero per la liberazione, sui sei tipi di onniscienza e sui quattro pensieri incommensurabili. Da questo insegnamento molti giunsero alla comprensione degli effetti dello stato di Buddha, molti ottennero le rinascite nei reami superiori degli umani o degli dei e centinaia di migliaia di loro aumentarono le attività virtuose.
Il quinto giorno, il Re Brahmadatta di Varanasi preparò varie offerte per Buddha. Dal Tathagata si emanò una luce dorata che riempì il mondo intero. Questa luce raggiunse tutti gli esseri viventi e purificò tutti i difetti derivanti dai tre veleni: il desiderio, l’odio e l’ignoranza. Tutti gli esseri ebbero il loro corpo e la mente pacificati, e tutta l’assemblea gioì grandemente. Quando il Buddha parlò, molti incrementarono la loro mente dell’illuminazione, molti crearono le cause per le rinascite come esseri umani o come dei, e innumerevoli persone aumentarono le loro attività virtuose.
Il sesto giorno, gli abitanti di Licchavi fecero le offerte al Buddha che quinti donò a tutti i presenti la facoltà di leggere la mente altrui, così ognuno poté vedere i pensieri buoni e cattivi degli altri. Tutti generarono una grande fede e lodarono la conoscenza del Buddha. Il Tathagata quindi insegnò il santo Dharma e molti ottennero una grande comprensione – qualcuno ottenne la mente dell’illuminazione, alcuni lo stato di Arhat e un numero incalcolabile di persone ottenne la rinascita come essere umano o come divinità.
Il settimo giorno, toccò ai Sakya, il clan di Buddha, fare le offerte. Lui benedisse tutti gli ascoltatori che divennero grandi chakravartins (Re universali che sostengono il Dharma), ognuno di essi possedeva i sette gioielli magici e ciascuno di loro governò il suo piccolo paese insieme a molti rispettosi ministri. Tutti erano molto felici di questo e quando Buddha parlò generarono una grande fede. La loro mente dell’illuminazione si incrementò, molti ottennero lo stato di Arhat e altri posero le cause per rinascite come esseri umani o come dei.
L’ottavo giorno, Indra invitò Buddha e preparò un grande trono dei leoni. Quando il Tathagata fu seduto, Indra stesso fece offerte alla sinistra del Buddha mentre Brahma fece offerte alla sua destra e si prostrarono a lui, mentre il pubblico sedeva in silenzio. Buddha appoggiò la mano destra sul trono dei leoni nel mudra che tocca la terra, contemporaneamente si sentì un forte barrito di elefanti. Cinque demoni feroci arrivarono urlando e i troni dei sei insegnanti furono distrutti. Dopo i demoni, arrivò Vajrapani che emanava fiamme dalla punta del suo vajra. I sei insegnanti terrorizzati si tuffarono nell’acqua e scomparvero; i loro 90.000 seguaci, sentendosi abbandonati dai propri insegnanti, presero rifugio nel Buddha e gli chiesero la completa ordinazione monastica. Buddha diede loro il benvenuto, e le trecce e la barba che li distinguevano come discepoli dei sei insegnanti, miracolosamente si dissolsero. Buddha diede loro insegnamenti in accordo alle loro capacità di comprensione e, avendoli liberati dai tre veleni dell’attaccamento, dell’odio e dell’ignoranza – ognuno realizzò lo stato di Arhat. Poi il Tathagata emanò 84.000 raggi di luce dai pori del suo corpo, illuminando tutto il cielo. Sulla punta di ogni raggio vi era un bellissimo loto, sopra ogni loto apparve un Buddha insieme al suo seguito e ogni Buddha insegnava la dottrina del Tathagata. A quella vista tutti furono pieni di gioia, e la loro fede aumentò grandemente. Poi il Buddha pronunciò il santo Dharma e molti incrementarono così la loro mente dell’illuminazione, alcuni ottennero lo stato di Arhat, e un numero incalcolabile di persone pose le cause per rinascere come umano o come deva.
Il nono giorno, Brahmaraja fece offerte a Buddha. Il Tathagata estese il suo corpo fino a raggiungere il più alto dei paradisi di Brahma. Dal suo corpo emanò raggi di luce in tutte le direzioni e da quell’altezza diede insegnamenti.
Il decimo giorno, i quattro grandi re che proteggevano il Dharma invitarono il Buddha a parlare. Ancora una volta estese il suo corpo fino a raggiungere la vetta del samsara. Dal suo corpo si emanarono raggi di luce che mostravano gli insegnamenti.
L’undicesimo giorno, il grande mecenate Anathapindika fece offerte al Buddha che era seduto sul trono dei leoni in meditazione. Sebbene l’assemblea non potesse vedere la sua forma, il suo corpo emanava luce dorata, mentre la sua voce melodiosa esponeva il Dharma.
Il dodicesimo giorno, il capo famiglia Tseta invitò il Buddha a parlare. Il Tathagata entrò nella meditazione del grande amore, e una luce dorata si irradiò dal suo corpo estendendosi in tutti i mondi. I raggi di luce purificarono i tre veleni dalla mente di ognuno, accrescendo la loro compassione. Tutti si amavano come madre e padre amano i propri figli, come si amano fratelli e sorelle.
Il tredicesimo giorno, il Re Shun Tsin fece offerte al Buddha. Il Tathagata sedette sul trono dei leoni e due raggi di luce si elevarono di 15 metri, irradiandosi dal suo ombelico. Sulla punta di ogni raggio di luce c’era un fiore di loto, e su ogni loto un buddha. Dall’ombelico di ogni buddha si emanavano due raggi di luce e su di ognuno c’era un loto con un buddha, e così via, riempiendo i mondi. Tutti i Buddha diffondevano gli insegnamenti.

Il Buddha e Ananda curano un monaco ammalato, Shravasti
Il quattordicesimo giorno, il Re Udrayana porse le offerte al Buddha. Sparse dei fiori davanti a Lui e questi si trasformarono in duecentocinquanta carrozze fatte di preziosi gioielli. Buddha insegnò il Dharma agli esseri di tutti i mondi e come un dottore guarì gli ammalati.
Il quindicesimo e ultimo giorno delle celebrazioni di primavera, il Re Bimbisara offrì doni al Buddha. Buddha disse allora al Re Bimbisara di portare vassoi per il cibo e i vassoi furono miracolosamente riempiti di cibo di centinai di diversi sapori. Quando i presenti se ne cibarono, il loro corpo e la loro mente furono completamente soddisfatti. Buddha chiese loro: “Perché c’è così tanta sofferenza nel mondo?” Per il potere delle sue benedizioni, perfino i diciotto tipi di demoni capirono che le loro sofferenze erano causate da azioni che loro stessi avevano compiuto e generarono così una profonda fede nel Buddha. Proprio come nei giorni precedenti, i presenti ottennero grandi realizzazioni spirituali. Alcuni incrementarono la loro mente di bodhicitta, alcuni ottennero lo stato di Arhat, alcuni arrivarono allo stadio del non-ritorno, molti ottennero il seme della rinascita come umani e dei, e innumerevoli altri aumentarono la loro virtù.

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