Dott.ssa Eleonora Errante Psicologa Psicoterapeuta Formata in EMDR

Dott.ssa Eleonora Errante Psicologa Psicoterapeuta Formata in EMDR “Ho imparato che il coraggio non è l'assenza di paura, ma il trionfo su di essa“ -Nelson Mandela-

Il SEGRETO può curare. Ognuno di noi presenta, nella sua mente, zone d’ombra a cui nessuno ha accesso, che costituiscono...
31/08/2025

Il SEGRETO può curare. Ognuno di noi presenta, nella sua mente, zone d’ombra a cui nessuno ha accesso, che costituiscono i nodi delle RELAZIONI FAMILIARI.
Segreti che possono nel contempo fornire la chiave per lo scioglimento di tali grovigli intricati.
-Loriedo, Angiolari-

E tu, hai mai custodito un segreto?

Quando stiamo BENE con NOI STESSI, la nostra AUTOSTIMA è più SOLIDA e non ci preoccupiamo del GIUDIZIO degli altri, perc...
30/08/2025

Quando stiamo BENE con NOI STESSI, la nostra AUTOSTIMA è più SOLIDA e non ci preoccupiamo del GIUDIZIO degli altri, perché il nostro valore non dipende dalle opinioni esterne, ma dalla nostra percezione interiore di autenticità, completezza e pienezza.

Gli altri avranno sempre da ridire, criticare, giudicare. Pazienza! Noi possiamo "spostarci" e nutrirci di persone SANE, oneste, trasparenti e non invidiose. Godiamo a pieno del nostro tempo.

Se ci accontentiamo a livello RELAZIONALE vuol dire che ci sottovalutiamo, che non riconosciamo il nostro valore e ci fa...
28/08/2025

Se ci accontentiamo a livello RELAZIONALE vuol dire che ci sottovalutiamo, che non riconosciamo il nostro valore e ci facciamo "bastare" una RELAZIONE che non ci nutre. Come mai? Dove l'ho imparato? Il partner non è un genitore e non ha il ruolo di colmare i nostri VUOTI AFFETTIVI ANTICHI.
Anche oggi in terapia un uomo mi ha detto: "ho bisogno di una persona a fianco a me la mattina, che mi dia affetto e colmi quel buco nero che sento nello stomaco."

SIAMO NOI CHE DOBBIAMO DARE A NOI STESSI IN PRIMIS AMORE, se non mi amo come faccio a VIVERE una RELAZIONE SANA?!


          Di troppo Amore. Dott.ssa Ameya Gabriella Canovi
28/08/2025

Di troppo Amore. Dott.ssa Ameya Gabriella Canovi

Aspettati.
Con pazienza, sii gentile con te.
E aspettati.
Fino a quando non ti incontri davvero. Allora lo sentirai.
E sarà casa





Per approfondire ⬇️

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                 Roberta Bruzzone Psicologa e Criminologa
27/08/2025

Roberta Bruzzone Psicologa e Criminologa

MOLTO INTERESSANTE!                       Roberta Bruzzone Psicologa e Criminologa
26/08/2025

MOLTO INTERESSANTE! Roberta Bruzzone Psicologa e Criminologa

NARCISISTI SI NASCE O SI DIVENTA?

Spesso, quando accolgo una nuova persona nel mio studio impegnata nel fronteggiare le conseguenze della fine di una relazione con un soggetto narcisista, la domanda che mi viene posta e’ questa, diretta, quasi istintiva: “Come è diventato così? Come è diventata così?”

Si parla di uomini e donne che incarnano in pieno i tratti del narcisismo patologico: manipolatori raffinati, seduttori instancabili, distruttori silenziosi di identità.

Un narcisista patologico non entra mai nella vita di qualcuno a mani vuote ma porta con sé un arsenale invisibile di armi micidiali fatte di manipolazione, controllo e violenza sottile.

I suoi danni non sono immediati come una ferita visibile, ma lacerano dall’interno e minano l’autostima, distruggono la fiducia, avvelenano le relazioni.

Chi li incontra spesso finisce per dubitare di se stesso, vivere nella paura costante di sbagliare, perdere pezzi della propria identità fino a non riconoscersi più allo specchio.
L’impatto è devastante: ansia, depressione, isolamento, senso di colpa cronico.

Il narcisista si nutre dell’energia vitale degli altri e li lascia svuotati, come gusci vuoti.
È questo il suo potere più oscuro, soffoca lentamente l’anima.

La verità è che nessuno nasce narcisista. Una personalità così strutturata è il frutto di una storia, di ferite profonde, di dinamiche educative ed emotive che si sedimentano nel tempo.

Dietro il volto arrogante e apparentemente invulnerabile del narcisista si nasconde quasi sempre un bambino che non ha mai conosciuto un attaccamento sicuro.
Un bambino che, per esempio, si è sentito dire fin da piccolo:
• “Ti voglio bene solo se sei il migliore della classe” → imparando che l’amore va meritato con la performance, mai dato per quello che si è.
• Oppure, al contrario: “Non combinerai mai nulla, sei un fallimento” → interiorizzando la convinzione di non avere alcun valore, cercando poi da adulto di compensare con maschere di potere e controllo.
• O ancora, un figlio trasformato nel “confidente” del genitore, caricato di responsabilità adulte troppo precoci, costretto a rinunciare al diritto di essere fragile e protetto.

Sono scenari quotidiani, apparentemente normali, che però incidono in profondità. Quando un bambino cresce in un contesto in cui il suo bisogno di amore e riconoscimento è condizionato, svalutato o distorto, costruisce un sé fittizio. Una maschera scintillante che lo difende dal dolore, ma che diventa anche la sua gabbia.

Quel bambino, diventato adulto, non saprà più chiedere amore, lo pretenderà. Non saprà più condividere la vulnerabilità, la negherà e attaccherà quella altrui. Non saprà più fidarsi davvero e controllerà, manipolerà, userà l’altro come specchio in cui confermare un’immagine grandiosa ma estremamente fragile.

Ma c’è anche un altro scenario che agevola lo sviluppo di una personalità narcisistica.

Il narcisista non è solo il bambino svalutato e umiliato, ma può essere anche il bambino iper-coccolato e apparentemente “adorato”, cresciuto in un contesto in cui non gli è stato mai posto un vero limite.

È un bambino che impara presto che i suoi bisogni e desideri sono il centro dell’universo e che le regole, semplicemente, non valgono per lui.

Quel tipo di amore, in realtà, non è autentico: è un amore distorto, perché non protegge il bambino nella sua dimensione reale ma lo esalta in una dimensione artificiale di onnipotenza.

Da adulto, questo si traduce in una convinzione pericolosa: “tutto mi è dovuto, l’altro esiste per soddisfarmi”.

La rabbia, quando le aspettative non vengono gratificate, viene scaricata sulle persone più vicine, in particolare sul partner, che viene trasformato in un bidone dell’immondizia emotivo: bersaglio privilegiato di frustrazioni, svalutazioni e aggressività. La relazione non diventa mai autentico incontro, ma ripetizione di un copione antico: lui al centro, l’altro relegato al ruolo di specchio o contenitore.

Il partner, infatti, viene trattato come surrogato della madre e deve idolatrare, giustificare, assorbire, concedere, senza mai chiedere reciprocità.

Ma dietro quella facciata di forza e di diritto assoluto si nasconde sempre la stessa fragilità ossia l’incapacità di accettare se stesso nella sua interezza, con limiti, difetti, imperfezioni.

Il narcisista, cresciuto in questo scenario, non ha imparato a legare davvero, ma solo a pretendere. Per questo non sa amare, sa solo esigere.

Il narcisismo patologico, in fondo, è questo: una mente affamata di conferme e validazione nascosta dietro una corazza impenetrabile di apparente grandiosità, che ha imparato a sopravvivere negando la propria vulnerabilità e sfruttando quella degli altri.

 ***ld  ***ldismo
22/08/2025

***ld ***ldismo

I MANIPOLATORI sono abilissimi nel girare la frittata. Oggi una ragazza mi ha detto: "il mio narcisista in vacanza mi ha...
19/08/2025

I MANIPOLATORI sono abilissimi nel girare la frittata.
Oggi una ragazza mi ha detto: "il mio narcisista in vacanza mi ha chiamato con il nome della sua ex, io subito mi sono arrabbiata, lui non mi ha chiesto scusa e non mi ha nemmeno consolato, anzi ha rigirato la frittata facendo l'offeso e facendomi sentire in colpa. Ho pensato di avere esagerato!"
ATTENZIONE! Questo è gaslighting! È una tecnica di manipolazione. Chiedi aiuto.

              Di troppo Amore. Dott.ssa Ameya Gabriella Canovi
19/08/2025

Di troppo Amore. Dott.ssa Ameya Gabriella Canovi

Spesso mi sento dire: “sto con lui/lei perché ho il terrore di rimanere da sola/o”. Purtroppo la persona non è consapevole di essere da sempre sprofondata in una dolorosa solitudine che è quella che caratterizza l’essere assenti a sé stessi. Stare con qualcuno per paura non porterà mai a costruire una relazione sana. Si può imparare il restare “a maggese”, come vengono definiti i campi lasciati incolti per un anno. Lo psicanalista Masud Khan utilizza questa metafora per descrivere quando si è capaci di stare senza, nel vuoto. Questo restare a maggese offre l’opportunità di conoscere sé stessi invece di voler a tutti i costi aggrapparsi all’altro





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Poi succede che nei VIAGGI si fanno degli INCONTRI che ci NUTRONO, dove si ride, si scherza, si scambiano contenuti di u...
16/08/2025

Poi succede che nei VIAGGI si fanno degli INCONTRI che ci NUTRONO, dove si ride, si scherza, si scambiano contenuti di un certo livello culturale e finalmente ti senti nel posto giusto, prima dentro di te e con te stesso e di riflesso con le persone con le quali ti stai relazionando.

Sono RARE e DISCRETE le PERSONE SPECIALI. Ma quando le incontri non puoi sbagliare.
Perchè il CUORE le sente, le riconosce.
-Agostino Degas-

❤️

Ancora un caso di VIOLENZA. Stamattina a colazione nel ristorante dell'albergo non si parla d'altro. Ieri verso mezzanot...
16/08/2025

Ancora un caso di VIOLENZA.
Stamattina a colazione nel ristorante dell'albergo non si parla d'altro. Ieri verso mezzanotte sono stati chiamati i Carabinieri, si sentivano delle urla e delle mani che picchiavano; un marito ha tirato un pugno in faccia alla moglie, tanto che l'hanno descritta con il volto tumefatto.
All'arrivo dei Carabinieri lei decide di non denunciare.

Riporto una parte di una lunga, interessante e veritiera riflessione dal post di oggi della dott.ssa Bruzzone.
Perché la violenza non esplode mai dal nulla: si nutre di segnali sottovalutati, di stereotipi tossici che ancora oggi giustificano il controllo, la gelosia, la pretesa di possesso sull’altro.

È lì che bisogna colpire, nella cultura che continua a raccontare che “era solo amore malato”, che “lui ha perso la testa”, che “certe cose succedono”. No: siamo noi a permettere che certe cose succedano ancora.
Roberta Bruzzone Psicologa e Criminologa

              Roberta Bruzzone Psicologa e Criminologa
16/08/2025

Roberta Bruzzone Psicologa e Criminologa

Femminicidio: a che punto siamo?

Anche nel 2025 i numeri aumentano. E non è questione di statistiche, è questione di vite spezzate.
E non si tratta di casi di cronaca nera, sono storie spezzate che ci ricordano come la violenza di genere continui a insinuarsi dove meno ce lo aspettiamo, tra mura domestiche, relazioni apparentemente innocue, quotidianità tranquille.

Da psicologa forense e criminologa lo dico con chiarezza: qui non si tratta solo di punire, ma di prevenire.
Non bastano più leggi scritte sull’onda dell’emozione, protocolli senza copertura economica, o volontari lasciati soli a tamponare un’emergenza che ha ormai i contorni di una guerra civile silenziosa ma inarrestabile.

Serve una S.O.S. – Squadra Operativa Speciale:
• multidisciplinare,
• composta da professionisti certificati, formati e ben retribuiti,
• dotata di risorse vere, monitorate nel tempo,
• capace di intervenire in modo rapido e integrato quando si intravedono i segnali di escalation.

Perché la violenza non esplode mai dal nulla: si nutre di segnali sottovalutati, di stereotipi tossici che ancora oggi giustificano il controllo, la gelosia, la pretesa di possesso sull’altro.
È lì che bisogna colpire, nella cultura che continua a raccontare che “era solo amore malato”, che “lui ha perso la testa”, che “certe cose succedono”. No: siamo noi a permettere che certe cose succedano ancora.

La psicologia e la criminologia ci insegnano che il terreno su cui germoglia il femminicidio è quasi sempre coltivato prima: con parole, atteggiamenti, micro-violazioni, svalutazioni.
E se non spezziano questi schemi alla radice, continueremo a contare morti e a piangere vittime, invece di proteggerle.

Per questo il contrasto deve essere spietato contro gli stereotipi e radicato nella prevenzione, sin dalla scuola, nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, nelle istituzioni.
Formazione continua, strumenti reali di protezione, educazione al riconoscimento precoce dei comportamenti manipolatori e violenti.

Il resto — le pene inasprite, i proclami, le campagne spot — senza un impianto solido di risorse e cultura, resteranno solo fumo negli occhi.

Ricordiamolo: ognuno ha una responsabilità diretta.
Perché nel silenzio di chi vede e tace, di chi sa e non segnala nutre il senso di impunità dei carnefici .

Quel silenzio è il più potente alleato di assassini e manipolatori. Ogni omissione è un colpo sparato insieme a loro contro le vittime.

Ecco perché il contrasto deve essere feroce: demolire stereotipi, educare fin dall’infanzia, formare in modo continuo, dare strumenti reali di protezione e intervento.
Solo così spezziamo la catena che porta dal primo insulto al femminicidio.

La violenza di genere è la cartina di tornasole della civiltà di un Paese.
E nel 2025 la sentenza è chiara e inappellabile: tutti bocciati.

Indirizzo

Via Ugo Foscolo 12c
San Giovanni In Persiceto
40017

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 18:30
Martedì 09:30 - 18:30
Mercoledì 09:30 - 18:30
Giovedì 09:30 - 18:30
Venerdì 09:30 - 18:30
Sabato 11:00 - 16:00

Telefono

+393703430412

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