Dott.ssa Ines Ciampa Psicoterapeuta

Dott.ssa Ines Ciampa Psicoterapeuta Psicologa e Psicoterapeuta
Esperta Scuola Romana Rorshach
Criminologa Grafologa A.G.I.

15/09/2025

“La bicicletta è la morte lenta del pianeta.”
Con questa frase provocatoria, un banchiere ha scosso il mondo degli economisti. Le sue parole, pungenti e ironiche, facevano riflettere:

“Un ciclista è una vera catastrofe per l’economia del Paese. Non compra automobili, non si indebita per pagarle. Non sottoscrive polizze assicurative. Non fa rifornimento, non paga tagliandi, manutenzioni o riparazioni. Non ha bisogno di parcheggi a pagamento, non causa gravi incidenti. Non invoca la costruzione di autostrade infinite. E, cosa ancor più grave, non ingrassa.

Un cittadino sano non serve a nulla al sistema economico. Non consuma farmaci, non affolla ospedali né ambulatori, non alimenta il PIL con le sue patologie. È inutile.

Al contrario, ogni nuovo McDonald’s crea almeno trenta posti di lavoro: dieci cardiologi, dieci dentisti, dieci dietologi e nutrizionisti… oltre, ovviamente, a chi lavora nel locale stesso.”

E allora, la domanda tagliente: vuoi scegliere una bicicletta o un McDonald’s?

Vale la pena pensarci. Perché dietro il paradosso si nasconde una verità amara: in un mondo dove la salute non fa girare l’economia, essere sani è quasi un atto rivoluzionario.

Ah, dimenticavo: camminare è ancora peggio. I pedoni non comprano nemmeno la bici.

18/07/2025
12/06/2025

Un giorno, tuo figlio si siederà davanti a qualcuno che non conosce e parlerà di te.
Di come lo abbracciavi o di come lo ignoravi.
Di se lo ascoltavi o se facevi solo correzioni.
Di se la tua voce era un rifugio o una tempesta.
E in quel momento, tu non sarai lì a spiegare nulla.
Resterà solo la sua versione. Il suo ricordo.
La sua ferita… o la sua forza.

Perché l’infanzia non è solo una fase: è la base di tutta la sua vita emotiva.
Non lo stai crescendo perché ti obbedisca, lo stai crescendo perché un giorno possa affrontare il mondo con dignità, sicurezza e amore per sé stesso.

E sì, è difficile. Nessuno ha mai detto che formare un’anima sarebbe stato facile.
Ma se devi sbagliare, che sia per amore, non per indifferenza.
Se devi fallire, che sia lottando, non arrendendoti.

Che quando quel figlio parlerà di te, lo faccia con gratitudine nell’anima, con lacrime d’amore negli occhi,
e con l’orgoglio di sapere che ha avuto un padre o una madre che non ha mai smesso di provarci.

01/06/2025

Li vogliamo felici, ma li teniamo lontani dalla frustrazione. Li vogliamo forti, ma spianiamo loro la strada per paura che si facciano male. Insegniamo loro a eccellere, ma non a sbagliare.

E così cresciamo generazioni incapaci di sopportare un rifiuto, una critica, una sconfitta. Appena qualcosa non va come vorrebbero, crollano. Perché nessuno ha mai detto loro che il dolore si affronta, non si evita. Che il fallimento è una lezione, non una condanna. Che il successo senza fatica è un’illusione, non una realtà.

Ma nella vita si cade. Sempre. E se non imparano a rialzarsi, resteranno a terra al primo ostacolo.

Prima di proteggerli, dobbiamo insegnare loro a resistere.
Prima di liberarli dalla fatica, dobbiamo aiutarli a trovare il coraggio di affrontarla.

Giuseppe Lavenia, Your Edu Cation

31/05/2025

"Il peso più grande che porta un figlio è la vita non vissuta dei suoi genitori."
(Carl Jung)
A volte, per amore, i figli rinunciano alla propria strada per portare avanti i sogni interrotti, le ferite, o le aspettative dei loro genitori.
Ma la verità è che l’amore che un genitore dona non può e non deve essere ripagato.
Perché la vita non ha prezzo.
E quando un figlio sente di “dover” qualcosa, si ferma, si limita, si sacrifica.
Non per scelta, ma per amore cieco.
Un amore che fa male.
La più grande benedizione che un genitore possa dare, dopo la vita, è la libertà.
Il permesso di vivere una vita propria, autentica, in armonia con i propri sogni e desideri.
Di costruire una famiglia, un progetto, un percorso nuovo, senza il peso di dover “ripagare” nulla.
"Figlio, oggi ti lascio andare.
Mi prendo cura della mia vita e ti libero dalle mie aspettative.
Dona il tuo amore al mondo e fiorisci pienamente.
Così mi onori davvero."

29/05/2025

Se un uomo cresce vedendo suo padre distante e incapace di mostrare affetto verso sua madre, spesso diventa un adulto emotivamente disconnesso. Non perché lo voglia, ma perché nessuno gli ha mai insegnato cosa significhi amare con presenza emotiva. Non ha mai visto cosa vuol dire tenere una donna, non solo con le braccia, ma anche con il cuore.

Ed è anche per questo che oggi tante donne soffrono in silenzio. Vivono accanto a uomini fisicamente presenti, ma emotivamente assenti. Uomini che magari lavorano, proteggono, restano fedeli… ma non sanno essere teneri, attenti, o davvero presenti con l’anima.

Caro uomo, non è un’accusa. È un invito a guardare più a fondo. Se hai visto tua madre portare tutto il peso emotivo da sola, forse nessuno ti ha mai insegnato a condividerlo con la donna che ami. Forse ti hanno detto di essere forte, ma non che la forza è anche saper essere dolce quando lei ha bisogno.

È tempo di cambiare. Di reimparare l’intimità. Non quella che tocca solo il corpo, ma quella che tocca l’anima. La tua donna non vuole solo averti accanto. Vuole sentirti dentro, nel cuore.

Guarisci. Per te. Per lei. Perché le donne della tua vita non devono portare sulle spalle le ferite che tu non hai mai curato. Rompi il ciclo. Sii l’uomo che ama con tutto se stesso. Non solo con le parole, ma con la presenza, la pazienza e la responsabilità emotiva.

La tua guarigione è un dono. Per te, per chi ami, per chi verrà dopo di te. ❤️

Grazie alla pagina “Pensieri nascosti”

27/05/2025

C'è sempre un motivo sottile se il rendimento scolastico dei ragazzi non è soddisfacente.
C'è sempre un perché karmico, energetico, anche se poi viene mascherato da noia, svogliatezza, disinteresse.
Quella è la superficie visibile ma sotto i ragazzi stanno male e allora non hanno l'energia e la forza di studiare, di mettersi in gioco, di provarci.
Hanno rinunciato, perché hanno dei pesi più grandi da portare, hanno dei divieti a cui obbedire, sono ologrammi che manifestano le ombre dei genitori.
Studiare, cioè sapere, è un bisogno primario dell'uomo, praticamente un istinto e quando il ragazzo affronta la scuola passivamente e in modo spento, cioè senza impegno e senza remore sui risultati negativi, bisogna verificare le dinamiche familiari, bisogna indagare sulle relazioni affettive, bisogna fermare tutto il resto e dare la priorità all'analisi del perché il ragazzo ha fatto una scelta di vita così negativa per se stesso.
Non studiare, infatti, comporterà insuccessi e fallimenti che determineranno nel ragazzo la convinzione di essere sbagliato, inferiore agli altri, incapace e rischia di portarsi dietro per tutta la vita questa convinzione.
Se i genitori sono disponibili a mettersi in gioco per capire cosa sta succedendo al ragazzo,
anche accettando la possibilità di vedere cosa non funziona nel rapporto con lui,
perché i genitori sono determinanti sia sul piano materiale che sul piano sottile,
allora ogni sforzo sarà un investimento per la vita del figlio.
Bisogna verificare cause sopra e sotto, dinamiche emotive ed energetiche che,
senza colpa di nessuno, coinvolgono tutti e i figli manifestano la non felicità di tutti.

NON GIRA L'AMORE, insomma, e i figli si sacrificano per mostrarlo.

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Metodo Studiamo le energie sottili

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26/05/2025

Bisogna tirarli fuori, lasciarli andare. Famiglia, amici, ex, parenti, partner, colleghi, vicini e lontani, chiunque. Per liberarsi. Per tornare a vivere. Per rispettarsi. Perché come diceva Freud: "Eliminare le persone nocive dalla propria vita non significa odiarle. Significa avere rispetto per se stessi".

Claudia Florea

04/05/2025
30/04/2025

Quando una madre, già fragile, già seguita, già nota ai servizi, arriva a compiere un gesto così estremo, così definitivo, così devastante… non possiamo limitarci a piangere una tragedia.
Dobbiamo chiederci: dov’erano le reti? Dov’era la protezione? Chi doveva vigilare?
Perché non basta “essere in carico”. Serve esserci davvero. Serve prevenire prima, ascoltare meglio, intervenire prima che la disperazione diventi abisso.

Maria Rosa aveva solo sette mesi.
Era affidata a una mamma che portava il peso di un dolore psichico grave, documentato, riconosciuto, perfino trattato.
Ma non basta una cartella clinica per garantire la sicurezza. Non bastano le etichette. Serve responsabilità collettiva.

Serve il coraggio di ammettere che qualcosa, anzi tutto, ha fallito.
E quando falliamo noi adulti, le vittime sono sempre i più piccoli.

Questo post non è per giudicare.
È per non dimenticare.
E per ricordarci che la salute mentale non è solo una diagnosi.
È una responsabilità condivisa.




24/12/2023

Prendersi cura.

In Campania 10mila tra psicologhe e psicologi lo fanno ogni giorno, con passione e professionalità.

Da noi tutte e tutti Buone Feste, e Buon 2024 💫

07/10/2023

Realizzare se stessi, per essere sé stessi, non è contro qualcosa o contro qualcuno...

Non è contro la famiglia o contro la società.

Sarebbe come se il germogliare del seme caduto dall'albero, nella terra, fosse contro l'albero.

Dobbiamo riflettere seriamente su questo punto.

Rivendicare il proprio diritto ad essere liberi e felici, non è contro qualcosa o qualcuno...

Fare del male è contro la vita, è contro natura.

Roberto Potocniak

Indirizzo

Via Passanti N. 231
San Giuseppe Vesuviano
80047

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