
16/03/2023
Patañjali triplice medico? Credo proprio di no!
Come noto la tradizione indiana, legata prevalentemente ad agiografie locali, considera Patañjali una sorta di sommo veggente (maharṣi) autore di tre opere letterarie cruciali:
1. Yogasūtra, legata allo yoga (III-IV d. C. circa);
2. Vyākaraṇamahābhāṣya (II a. C. circa), legata alla grammatica sanscrita;
3. e Carakasaṃhitā (I a. C. circa), testo medico fondativo della scienza medica (Āyurveda)
Questa concezione eminentemente emica (interna alla tradizione indiana) e ben poco "storica" è suggellata dalla nota invocazione a Patañjali recitata in molte sale di yoga in India e in occidente:
yogena cittasya padena vācāṃ malaṃ śārīrasya ca vaidyakena |
yo’pākarot taṃ pravaraṃ munīnāṃ patañjaliṃ prāñjalir ānato’smi ||
Con le mani giunte, mi prostro al sommo tra i veggenti, Patañjali, che per mezzo dello yoga rimuove l’impurità della mente, con il verbo l’impurità delle parole e per mezzo della medicina
quella del corpo (traduzione personale)
Cosa ne sappiamo, invece, del "vero" Patañjali?
In verità sappiamo davvero molto poco di chi si celi dietro il nome Patañjali. Se nel Mahābhārata è annoverato tra i maestri Sāṃkhya vissuti nei primi secoli dell’era volgare; in Yuktidīpikā, un commento anonimo alle Sāṃkhyakārikā di Īśvarakṛṣṇa del VII secolo,
si nomina almeno otto volte un certo Patañjali, ivi presentato come outsider del Sāṃkhya (ma forse è un omonimo!).
Personalmente accetto la ricostruzione di Philipp Maas, il quale colloca la vita di Patañjali tra 325 e 425 d.C. Sempre secondo la ricostruzione di Mass, corroborata da importantissime testimonianze letterarie del geografo/astronomo arabo Al Biruni, il nostro Patañjali avrebbe confezionato un testo unitario (gli Yogasūtra appunto) a partire da sūtra sfusi già esistenti e conosciuti in ambiente Sāṃkhya.