Dott.ssa Laura Scapin

Dott.ssa Laura Scapin La Dott.ssa Scapin Laura è psicologa e psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo e Comportamentale.

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07/08/2025

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La felicità è anche uno stato mentale!
La felicità è la soddisfazione di aver raggiunto un traguardo importante nel proprio percorso, è soddisfazione verso il percorso stesso, al di là del risultato. La felicità è anche la capacità di perseverare e ottenere, con consapevolezza e impegno, un obiettivo importante per sé stessi

29/07/2025

Siamo in vacanza.

Si mangia in tre. All’aperto.

Ma tener ferma la piccola al tavolo è un’impresa.
È tutta un fremito: finalmente “in natura”, nuovi odori, nuovi stimoli, posti da esplorare e insetti da rincorrere.

BADABUM.
Cade. Bernoccolo in arrivo.

La mamma la raggiunge in tre falcate. Poco dopo, tutto il personale è attorno a loro.

La “comunità” si mobilita per aiutare quella mamma e quella terribile duenne che, tra uno schiamazzo e una corsetta selvaggia, è già diventata la mascotte della masseria.

Io, dal tavolo, vedo tutto.
È un banalissimo trauma cranico minore!
Razionale come sempre: “Tranquilli. Serve solo del ghiaccio!”

Ma ecco che arriva lei.
La cameriera. Quella più “anziana”, quella più esperta.
Dolce, sorridente, con il tono materno di chi ha già visto mille ginocchia sbucciate e mille bernoccoli in testa.

Si avvicina a mia moglie, la guarda negli occhi e dice con affetto:
“Mettiamole questo.”

E porge… un panetto di b***o.
Sì, b***o.

Io rido.

Sono già pronto con il mio: “Eh no, meglio il ghiaccio, grazie”, seguito dallo spiegone su crioterapia, microtraumi e processi infiammatori…

Ma lo sguardo di mia moglie mi gela più del ghiaccio che non arriva.

Lei prende il b***o.
Ringrazia. E applica.

La nostra piccola… un po’ livida, molto amata, e unta quel tanto che basta, torna a correre e giocare!



Certo, il b***o non serve a niente per la botta.
Niente proprietà magiche. Nessuna molecola miracolosa.

Ma, come ha detto mia moglie poco dopo — con quel tono che non ammette replica: “Quello era un gesto che curava. E smettila di fare il saputello!” (Ah, mia moglie.)

Era un gesto antico.

Un gesto da cucine di nonne, da rimedi di una volta.

Un gesto che non guarisce, ma consola.

Che non risolve, ma “abbraccia”.

Un piccolo incantesimo che dice:
“Vi vedo. Mi prendo cura di voi.”

E allora sì, dovevo accettarlo.

Mettere da parte la “scienza” per un attimo.
Far accomodare il mio sapere razionale su una panchina, e lasciare spazio ai gesti.

Perché la scienza guarisce.
Ma i gesti… i gesti a volte curano.

E sotto il cielo di questa vacanza, con una bimba che corre di nuovo tra i tavoli, ridendo come se nulla fosse…

Forse anche il b***o, in qualche modo misterioso…

…ha fatto il suo lavoro.

Non sulla botta.

Ma sull’anima.



P.S. Da un punto di vista scientifico e razionale, mettere il b***o su una botta non ha alcun beneficio medico.
Anzi, può essere anche controproducente:
• Non ha proprietà antinfiammatorie o analgesiche come il ghiaccio o l’arnica.
• Può irritare la pelle, soprattutto su zone delicate o escoriate.
• Trattiene calore, anziché disperderlo, quindi fa il contrario di quello che serve per “sgonfiare”.

Quindi perché lo si fa?

Perché è un gesto che arriva dalla tradizione popolare.

Le nonne non avevano ghiaccio istantaneo o creme all’arnica.
Ma avevano il b***o. Sempre.

E lo usavano per scottature, bernoccoli, punture…
Insomma: un rimedio del cuore, più che del corpo.

Ha un potente effetto placebo affettivo:
Il bambino si sente accudito, coccolato, visto.
E a volte, quella sensazione… è già metà della cura.

In pratica: scientificamente inutile, emotivamente potentissimo.
E ogni tanto, soprattutto con i bambini… è quella la medicina migliore.

P.P.S. Però, chiedete e applicate il ghiaccio, eh.

16/04/2025

Le api nascondono un segreto sorprendente.
Quando l’alveare perde la sua regina – l’unica in grado di dare vita alla colonia e mantenere l’ordine in una società perfettamente organizzata – tutto sembra perduto. La vita nell’alveare rallenta. Senza nuove uova, il futuro scompare. Nel giro di poche settimane, la colonia rischia di estinguersi.

Ma le api non vanno nel panico. Né aspettano la salvezza dall’esterno.
Con un’eccezionale dimostrazione di intelligenza collettiva e istinto profondo, attivano una procedura d’emergenza spettacolare, difficile da immaginare in un mondo governato da insetti.
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◆ La trasformazione inizia con una scelta semplice, ma essenziale
Le api operaie selezionano alcune larve comuni – le stesse che normalmente sarebbero diventate semplici lavoratrici. Non sono speciali. Non sono nate diverse. Ma ora, il loro destino cambia completamente.
Vengono scelte per ricevere un nutrimento speciale: la pappa reale. Una sostanza rara, prodotta dalle api nutrici, ricca di proteine, vitamine e composti bioattivi. È un cibo regale nel senso più puro.

La larva nutrita esclusivamente con questa sostanza non segue più il percorso ordinario. In pochi giorni, il suo corpo si sviluppa in modo diverso. Le ovaie si attivano. Il corpo diventa più grande, più forte. La durata della vita si moltiplica per quasi venti volte.
Non lavorerà. Regnerà. Non seguirà la routine. Darà vita.
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◆ La regina non è scelta in base ai geni. Viene creata.
Ciò che rende davvero affascinante questo processo è il fatto che le api operaie e la regina condividono lo stesso codice genetico. Non è il DNA a determinare il destino. È la nutrizione. La cura. La decisione dell’alveare.
È come se, in una società umana, si potesse prendere un bambino comune e, offrendo il giusto nutrimento, l’ambiente adatto e il sostegno necessario, trasformarlo in un leader straordinario. Senza interventi genetici. Senza artifici. Solo grazie a supporto e visione.
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◆ Un leader nasce dalla crisi
Questa metamorfosi non salva solo la larva. Salva l’intera colonia.
Una volta che la nuova regina è pronta, assume la guida dell’alveare, inizia a deporre uova, ristabilisce l’ordine e dà inizio a un nuovo ciclo vitale collettivo. Da una minaccia di estinzione, la colonia rinasce più forte, più organizzata, più equilibrata.
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◆ Una lezione silenziosa, ma profonda
Le api ci mostrano, senza parole, che nei momenti di grande crisi non serve la disperazione – ma la chiarezza. Un piano. La scelta giusta. Cura e direzione.
Nel loro mondo, una regina non nasce. Viene sostenuta. Nutrita. Guidata.

E forse, proprio come nell’alveare, anche nella vita – non conta chi sei all’inizio, ma ciò che ricevi, come vieni accudito e quali decisioni prendono gli altri nei momenti difficili.
Perché a volte, nei momenti più duri, nasce il leader più forte.
Non per fortuna. Ma dalla crisi, dalla visione e dalla trasformazione.
Dal web

27/07/2023
25/04/2023

Come spiegare le malattie e le operazioni ai bambini?

Indirizzo

Via Leonardo 43
San Martino Di Lupari

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Lunedì 08:00 - 18:30
Martedì 08:00 - 18:30
Mercoledì 08:00 - 18:30
Giovedì 08:00 - 18:30
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