15/01/2023
Come nel 2022, seguo la “moda” di scegliere una parola dell’anno, una parola guida che accompagnerà le nostre azioni e i nostri pensieri durante i 12 mesi in arrivo.
Come vi avevo accennato già lo scorso gennaio, in realtà ho fatto mia questa abitudine, poco prima che diventasse un’usanza social, durante la formazione alla scuola di psicoterapia.
Nel corso dell’ultima lezione dell’anno, quando si tirano le somme del percorso fatto nei dodici mesi passati, in un esercizio che sembrava portare ristoro e consolazione, io avvertii forti un senso di pesantezza, fatica e solitudine.
Il colloquio finale con il didatta non servì a rasserenarmi e compresi in seguito che non mi sarebbe bastato incontrare due braccia accoglienti che consolavano la mia frustrazione. Mi fu invece molto utile ricevere la sferzata di una lingua tagliente, che mi esortò a scegliere cosa trattenere e cosa lasciar andare, non solo dell’esperienza presente, ma anche di ciò che era stato…
Ne rimasi decisamente piccata e proprio per questo accolsi la sfida. Non ero ancora capace ed esperta sul riseminare il passato, quindi provai a mettere mano al presente.
Scelsi di farmi guidare da una parola, che sarebbe stata il mio compito per l’anno a ve**re, senza troppa convinzione… Credevo di non poter cambiare molto le cose con la sola forza del pensiero, ma tanto valeva provare e mettermi in gioco.
Scelsi per me la parola “leggerezza”…
E mi lasciai condurre… o forse la condussi con me…
Quasi senza accorgermene, le mie giornate divennero più leggere e nella visualizzazione alla fine dell’anno successivo, dopo dodici mesi di allenamenti alla leggerezza, nell’esercizio dell’ultima lezione, conducevo con gli occhi dell’immaginazione una vecchia bicicletta impolverata, che era stata dimenticata in una soffitta, ma che funzionava ancora alla perfezione, che ondeggiava sicura e sinuosa per le immense strade dell’aula, perdendo strati di polvere ad ogni pedalata, mostrando i suoi sgargianti colori alla luce del sole di dicembre e caricando gioiosi passeggeri carichi di bagagli, tappeti, storie ed emozioni.
Tutto questo per dire che scegliere una parola dell’anno, mi serve. Mi aiuta a cambiare le cose, ad imprimere alla mia vita la direzione che desidero e scelgo, senza grandi stravolgimenti, un passo dopo l’altro, presente dopo presente. E’ una mia strategia per orientarmi al cambiamento. Ne esistono certamente molte altre, ma questa per me funziona ed è un piacere condividerne il significato.