Medico Ayurvedico Nutrizionista ed Ecografista

Medico Ayurvedico Nutrizionista ed Ecografista Medico Nutrizionista e Facilitatrice Mindfulness :Mindful Eating in telemedicina
(1)

Dott.ssa Chiara Travers, Medico Chirurgo, Ecografista e Nutrizionista, iscritta al SIUMB, con un Master in Nutrizione Clinica

10/03/2022
25/06/2021

La Federazione dei medici di medicina generale avverte: per dimagrire no al fai da te, ai consigli degli amici o degli influencer, è importante rivolgersi sempre a personale qualificato e avere bene in mente che per avere un fisico scolpito…

27/05/2021

“È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per le materie legate all’accudimento, come ostetricia”.
Musica e parole di Simone Pillon, Senatore della Repubblica Italiana, 1951. Ah no, scusate, volevamo dire 2021.

Allo stesso tempo ci rendiamo conto che accostare l’uscita del senatore leghista al dopoguerra non rende giustizia agli anni 50. Consigliamo a Pillon di ripassare un po’ di storia. Gli assicuriamo che dopo l’oscurantismo si sta molto meglio.

09/04/2021

Medicalfacts di Roberto Burioni. Si parla molto ultimamente del rapporto tra alimenti e impatto ambientale, ecco un modello “grafico”.

27/03/2021

Avere un Rt=0,5 vuol dire che 100 persone infettive ne infettano 50, che ne infettano 25, che ne infettano 12, che ne infettano 6, che ne infettano 3, che ne infettano 2 (a stare larghi) che ne infettano 1.

E poi nessuno infetta più nessuno.

Avete letto bene, nessuno infetta più nessuno.

Vi rendete conto cosa significa "nessuno infetta più nessuno"?

23/03/2021

Disponibile in telemedicina, via mail e su telegram

18/03/2021

La classifica dei 10 alimenti SMART fonte di potassio in un'infografica da scaricare e da appendere in cucina!

12/03/2021

disponibile su telegram e via mail per coaching nutrizionale

14/01/2021

𝐋𝐀 𝐏𝐎𝐒𝐈𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐏𝐝𝐎 𝐒𝐔𝐈 𝐕𝐀𝐂𝐂𝐈𝐍𝐈. 𝐀𝐒𝐏𝐄𝐓𝐓𝐈 𝐃𝐀 𝐓𝐔𝐓𝐓𝐈 𝐂𝐎𝐍𝐃𝐈𝐕𝐈𝐒𝐈 𝐄 𝐀𝐒𝐏𝐄𝐓𝐓𝐈 𝐀𝐍𝐂𝐎𝐑𝐀 𝐈𝐍 𝐃𝐈𝐒𝐂𝐔𝐒𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄

𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐨𝐜𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨
PdO non è un partito, né un reggimento.

E’ un’avventura intellettuale al servizio della nostra comunità nazionale.
Ci uniscono la fiducia nella scienza, l’ottimismo che viene dalla conoscenza e l’idea che la gestione dei rischi debba essere condotta tenendo conto di tutti i profili di rilievo, non di uno solo (la cd. “navigazione tra i due scogli”).
Tutti ci riconosciamo, inoltre, nei principi della nostra Costituzione.
Vi sono invece fra di noi (come del resto nella società intera) alcune differenze in merito alle modalità preferibili per la gestione dei rischi, incluso il rischio da Covid-19.

Il presente documento applica questi principi e spiega la posizione di PdO sui diversi problemi legati ai vaccini contro Covid-19, dando atto con trasparenza tanto degli aspetti da tutti noi condivisi, come di quelli ancora tra noi in discussione e sui quali vi sono delle differenze.

𝐒𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐡𝐞. 𝐕𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢.
Vaccini contro Covid-19
La valutazione dei rischi spetta esclusivamente alla comunità scientifica e, per quanto in particolare riguarda farmaci e vaccini, alle autorità regolatorie.
PdO unanimemente ritiene che l’approvazione di un vaccino anti Covid-19 da parte delle autorità regolatorie – e in particolare da parte di EMA – consenta di:

- Ritenere che il vaccino sia efficace e sicuro, in quanto i benefici per chi lo assume e per l’intera società superano di gran lunga i potenziali rischi, comunque contenuti nella frequenza e di norma nella gravità;

- Auspicare pertanto che si giunga rapidamente alla più larga possibile percentuale di vaccinati fra i cittadini idonei alla somministrazione, partendo dalle categorie degli operatori sanitari, dei soggetti più a rischio e di chi è in contatto con tali soggetti per motivi di lavoro.

Va precisato che tale ultimo obiettivo risponde contestualmente alle seguenti ragioni (le prime due certe, la terza potenziale, ma ancora da verificare per la provvisorietà dei dati scientifici al momento disponibili): i) proteggere direttamente, attraverso il vaccino, il maggior numero possibile di persone, con priorità per quelle in condizioni personali di maggior rischio e/o che svolgono servizi essenziali per la comunità); ii) proteggere indirettamente, grazie alla elevata percentuale di soggetti vaccinati, i soggetti che non possono vaccinarsi nonché la minoranza di vaccinati per i quali il vaccino non è efficace; iii) consentire il raggiungimento della ‘immunità di comunità’ (aspetto, come detto, ancora oggetto di approfondimento in ambito scientifico per quanto riguarda i vaccini contro Covid-19, essendo ancora incerto se e comunque in quale misura essi, oltre a difendere dalla malattia i vaccinati, limitino la loro contagiosità).

Le modalità più efficaci, più corrette e preferibili per ottenere gli effetti sopra indicati non riguardano invece la valutazione dei rischi, ma la loro gestione. La gestione dei rischi non appartiene al campo della scienza, ma a quello della politica, nel senso più alto e nobile della parola.

Le scelte di gestione dei rischi devono tener conto della valutazione dei rischi operata dalla scienza (v. per esempio al riguardo Corte cost. 116/2006), ma si basano altresì su presupposti diversi, e in particolare:

- La necessità imprescindibile di rispettare i principi della Costituzione, come interpretati dalla Corte costituzionale;

- La visione della società e dei rapporti fra gli individui e lo Stato che i cittadini scelgono a maggioranza, nelle forme consentite dalla politica (e per questa parte pertanto le opinioni più diverse sono non soltanto possibili, ma utili per la società nel suo insieme).

𝐋𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐚𝐫𝐠𝐚 𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐚𝐥𝐞. 𝐎𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭à 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐮𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐬𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐚𝐬𝐜𝐮𝐧𝐚

In astratto, l’obiettivo – come detto, da tutti noi condiviso – di agire per il raggiungimento di una larga copertura vaccinale può essere raggiunto attraverso una o più delle seguenti tre strategie:

➡️ Raccomandazione;

➡️ Spinta gentile (incentivi e disincentivi);

➡️ Obbligo vaccinale, anche soltanto per specifiche categorie, quali ad esempio gli operatori sanitari e/o delle RSA.

PdO sottolinea con forza ed unanimemente che nessuna delle menzionate strategie potrà essere davvero efficace se mancheranno i tre seguenti presupposti di fondo:

- Capillare informazione, la quale è in ogni caso prioritaria e deve riguardare in modo specifico e trasparente anche le caratteristiche dei diversi vaccini, la loro efficacia rispetto al singolo ed alla comunità, i possibili rischi;

- Adeguata organizzazione della campagna di somministrazione;

- Semplicità e gentilezza dell’informazione e delle procedure per i cittadini, in particolare per quelli più fragili ed anziani.

Con riferimento, in particolare, alla prioritaria informazione, un metodo sempre gentile, positivo e partecipativo (anche con approccio ‘bottom-up’, non solo con ‘spiegazioni dall’alto’) risponde non solo a ragioni di buona politica e buon senso, ma anche alle più recenti indicazioni della comunità scientifica (v. per esempio www.thelancet.com, Vol 397, January 2, 2021: Rochelle Ann et al., The COVID-19 vaccines rush: Participatory community engagement matters more than ever).
Su questi requisiti di fondo PdO continuerà la propria azione di stimolo verso le istituzioni nazionali e regionali.

𝐏𝐫𝐞𝐬𝐮𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐢𝐭à 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐚𝐬𝐜𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐞

L’art. 32 della Costituzione dispone:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

L’art. 2 della Costituzione dispone:

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

La Corte costituzionale e la giurisprudenza amministrativa sono più volte intervenute per chiarire il significato di questi principi costituzionali, con riferimento a strategie e leggi in tema di vaccinazioni.
In primo luogo, sul piano procedurale, è stato chiarito che la competenza per eventuali decisioni di obbligo vaccinale ed anche di ‘spinta gentile’ non spetta alle singole Regioni, ma allo Stato attraverso legge del Parlamento, eventualmente in sede di conversione di decretazione del Governo, ove sussistano i presupposti di necessità ed urgenza, “nell’evidente rispetto dei principi che si confrontano nella specifica materia: di precauzione , da leggere tuttavia in uno con quello di proporzionalità, e il delicato rapporto che li lega, la cui scelta preferenziale e il conseguente bilanciamento rientrano appunto nella responsabilità politica degli organi istituzionali dello Stato” (così TAR Lazio 5 ottobre 2020 n. 10081, con riferimento ad una decisione della Regione Lazio che incentivava in modo ‘forte’ il vaccino antinfluenzale: “l’ordinamento costituzionale non tollera interventi regionali di questo genere”; v. invece Corte costituzionale n. 5/2018, con riferimento alla ammissibilità in questa materia della decretazione di urgenza).
In secondo luogo, sul piano sostanziale, è stato chiarito dalla Corte costituzionale (da ultima, Corte costituzionale n. 5/2018, ma già in precedenza sentenze 268/2017, 282/2002 e 258/1994) quanto segue:

“l’art. 32 Cost. postula il necessario contemperamento del diritto alla salute del singolo (anche nel suo contenuto di libertà di cura) con il coesistente e reciproco diritto degli altri e con l’interesse della collettività”;

“la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 Cost.: se il trattamento è diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri; se si prevede che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze che appaiano normali e, pertanto, tollerabili; e se, nell'ipotesi di danno ulteriore, sia prevista comunque la corresponsione di una equa indennità in favore del danneggiato, e ciò a prescindere dalla parallela tutela risarcitoria”;

“Il contemperamento di questi molteplici principi lascia spazio alla discrezionalità del legislatore …, potendo egli selezionare talora la tecnica della raccomandazione, talaltra quella dell’obbligo, nonché, nel secondo caso, calibrare variamente le misure … Questa discrezionalità deve essere esercitata alla luce delle diverse condizioni sanitarie ed epidemiologiche, … e delle acquisizioni, sempre in evoluzione, della ricerca medica”.

𝐃𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭à 𝐞𝐝 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐝𝐎
PdO è unanime nel ritenere che l’eventuale scelta di disporre misure di obbligo vaccinale per la popolazione generale, con la previsione di sanzioni in caso di violazione, debba essere oggi esclusa, per le seguenti ragioni:

1. Non sappiamo ancora quale sarà la risposta dei cittadini alla strategia di raccomandazione in corso, ed è ben possibile che i dati che progressivamente si renderanno disponibili circa efficacia e sicurezza possano aiutare notevolmente, già nei primissimi mesi del 2021.

2. I dati su sicurezza ed efficacia sono ancora in fase di affinamento

3. Non vi è al momento disponibilità di dosi sufficienti per tutti coloro che già sono disponibili a vaccinarsi.

Vi sono invece diverse visioni all’interno di PdO – come nella società intera - quanto ai seguenti aspetti:

- Opportunità o meno di strategie di ‘spinta gentile’ per tutta la popolazione e/o per specifiche categorie, come gli operatori sanitari o gli insegnanti);

- Graduazione e caratteristiche di tale eventuale ‘spinta gentile’;

- Esclusione o meno della possibilità, quale misura estrema, di disporre obblighi vaccinali nel caso in cui la strategia della raccomandazione non dia i risultati sperati (per l’intera popolazione o per singole categorie ‘chiave’).
Dobbiamo tutti riconoscere che su questi temi il dibattito è non soltanto possibile, ma indispensabile. E non è riservato ai soli scienziati, ma coinvolge inevitabilmente l’intera società, le donne e gli uomini di questo Paese, gli anziani, i giovani, le categorie professionali.

Questo dibattito riguarda il fondamento del nostro essere individui e cittadini. Riguarda i nostri diritti individuali e i nostri doveri verso la comunità. Riguarda dunque noi stessi. Di noi stessi, paradossalmente, tutti sappiamo molto poco. Su noi stessi, tutti abbiamo molto da imparare da visioni diverse dalle nostre.
Per questo PdO proseguirà a pubblicare su questi argomenti contributi personali di singoli autori o direttori, che impegnano solo chi li sottoscrive e che sono finalizzati a contribuire alla discussione al nostro interno e nella società intera.

*Foto Unsplash/Hakan Nural

04/01/2021

Ottavio Davini, medico con 40 anni di esperienza, ultimo incarico all’Azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni Battista di Torino e autore di alcuni libri di divulgazione sanitaria (“Nella bolla del virus”, Neos Edizioni – “Il prezzo della salute”, Nutrimenti Edizioni), ha spiegato...

31/12/2020

APPUNTI SULLA TERAPIA DOMICILIARE DI COVID-19
del Gruppo di lavoro sui farmaci di Pillole di Ottimismo*

Stiamo per vivere un periodo contrastato. Da un lato la vaccinazione è partita ufficialmente in Europa; dall’altro le varianti di SARS-CoV-2 che tendono probabilmente ad incrementare la capacità diffusiva del virus. Queste due forze agiscono in senso contrario: la vaccinazione contrasta la diffusione di SARS-CoV-2, mentre le varianti del virus continueranno a selezionarsi e a predominare. Il combinato disposto di queste due circostanze suggerisce che nei prossimi tre/quattro mesi (cioè il periodo di transizione necessario perché la vaccinazione dia un effetti consistenti) potremmo assistere ad un nuovo incremento - o quantomeno una non-discesa - dei contagi giornalieri. Fortunatamente i vaccini sono efficaci contro le principali varianti del virus, e queste non sembrano più virulente dei cugini più grandi. Quindi, sul piano clinico non dovrebbero esserci variazioni significative: la malattia non cambia. Cambia però il fatto che avremo ancora molte persone positive, delle quali una percentuale significativa svilupperà la malattia in forma sintomatica.
Di nuovo questa condizione potrebbe dar vita ad una terza congestione del sistema sanitario e degli ospedali.

Per scongiurare tutto ciò, lo ripetiamo per l’ennesima volta, è fondamentale sfruttare a fondo il potenziale delle cure precoci e domiciliari. Il Gruppo di lavoro sui Farmaci di PdO è impegnato da tempo su questo tema e a partire dal luglio scorso ha sviluppato dei suggerimenti che sono stati sottoposti a gruppi di Medici di base. Le considerazioni qui riassunte - sebbene sviluppate indipendentemente - hanno molti punti in comune con i dati pubblicati dal gruppo del Prof. Remuzzi (membro dell’Editorial Board di PdO) [1] e diffusi sotto forma di consigli in questi giorni.

Farmaci non antivirali (antinfiammatori e antibiotici)
Riteniamo che il pesante quadro infiammatorio ed ipercoagulativo che si presenta nei casi più severi, cui possono anche accompagnarsi sovrainfezioni batteriche, sia il risultato di un accumulo di eventi maturati già a partire dalle fasi iniziali della malattia, un periodo variabile in cui la sola “vigile attesa” non è sufficiente. E’ proprio in queste fasi iniziali invece – al manifestarsi dei primi sintomi - che andrebbe intrapreso un adeguato trattamento farmacologico volto a frenare l’infiammazione. Questo approccio può determinare nei pazienti ancora moderatamente sintomatici un decorso benigno della malattia.

Antinfiammatori
FANS
Fino ad oggi a i FANS (aspirina, ibuprofene, nimesulide, diclofenac, arcoxib) è stato preferito il paracetamolo, immeritatamente ritenuto più sicuro. A differenze dei FANS però il paracetamolo è privo di effetti antinfiammatori e antiaggreganti, potenzialmente utili per contenere l’evoluzione di COVID-19. Il paracetamolo, in sintesi, promuove unicamente un forte mascheramento dei sintomi, sottraendo al medico una lettura obiettiva dei sintomi (dolori muscoloscheletrici, mal di testa, febbre) fin quando questi non sono più coercibili [2].
I FANS, invece oltre ad alleviare i sintomi come e quanto il paracetamolo, potrebbero evitare che le “cedole infiammatorie” inizino a maturare presentando poi un conto più salato di quanto atteso nei giorni successivi, e tenere sotto controllo l’aggregazione piastrinica coinvolta nell’innesco delle microtrombosi diffuse [2]. La temuta gastrolesività dei FANS, per trattamenti non superiori ai 5-7 giorni non costituisce un problema, ma può essere prevenuta laddove ritenuto necessario con gli inibitori di p***a protonica. I COXIB, se non sussistono specifiche controindicazioni, rappresentano una opzione non gastrolesiva e più potente dei FANS tradizionali [3].

Cortisonici
I cortisonici hanno dimostrato una significativa efficacia, sono da mesi utilizzati in ambito ospedaliero e ugualmente riconosciuti anche nella gestione del paziente domiciliari [4]. Restano ancora controversie sulla tempistica della loro somministrazione: le linee guida AIFA, ad esempio, peccano di eccessivo attendismo. Noi riteniamo che, poiché la velocità con cui i vari attori dell’infiammazione entrano in scena non è costante, e poiché l’evoluzione infiammatoria può essere travolgente, i cortisonici andrebbero somministrati non appena le condizioni del paziente sono giudicate meritevoli dal medico curante, senza tergiversare. In linea con la loro farmacodinamica, i cortisonici devono essere somministrati a dose piena (desametasone: 6 mg/die, metilprednisolone 32 mg/die, prednisone: 40 mg/die, idrocortisone: 160 mg/die).

Antibiotici
Le sovrainfezioni batteriche si sviluppano nel 10-15% dei pazienti COVID-19 (1), e quindi la pandemia non deve essere l’occasione per un generalizzato e pericoloso abuso di antibiotici. Tuttavia, nel caso si sospetti fondatamente di sovrainfezioni, riteniamo più corretto il ricorso ad agenti battericidi ad ampio spettro d’azione quali le penicilline, le cefalosfosporine o i fluorochinoloni [5], piuttosto che batteriostatici a spettro modesto. Dal momento che sono stati rilevati casi di sovrainfezioni da micoplasmi (principalmente M.Pneumoniae), è utile ricordare che solo i fluorochinoloni sono anche attivi verso questi patogeni. Per assicurare copertura verso i micoplasmi nel caso si scelgano i beta-lattamici, si può puntare sull’associazione con azitromicina o altri macrolidi [5].
Riteniamo che questo sia l’unico uso razionale dell’azitromicina [6]: non ha senso - come veniva consigliato in molte linee guida fino a poche settimane fa - prescriverla da subito poiché il suo supposto potenziale antivirale ed antinfiammatorio si è rivelato poco rilevante. La somministrazione prematura di azitromicina potrebbe invece promuovere fenomeni di disbiosi intestinale e polmonare, nonché selezionare ceppi di batteri resistenti.
La terapia antibiotica va sempre accompagnata – se non la si fosse già iniziata - dall’assunzione di probiotici.

Eparina
Quando sussistono condizioni sopravvenenti o preesistenti (es: sindrome da immobilizzazione in particolare nel paziente anziano ricoverato in Casa di Riposo o RSA; ridotta mobilità, ovviamente assai frequente se il paziente si sente spossato) che possano favorire il rischio di evoluzione verso un quadro microtrombotico, l’eparina a basso peso molecolare andrebbe prescritta alla dose profilattica standard di 4000 UI/die, essendo stato dimostrato il beneficio in studi condotti su un ampio numero di pazienti non ospedalizzati [7].


Antivirali contro SARS-CoV-2
Nessuno degli antivirali sin qui utilizzati ha trovato un riscontro pienamente positivo negli studi clinici presi in considerazione dalle Autorità. Tuttavia, se i farmaci sin qui proposti venissero riabilitati [8] o se ne aggiungessero altri, andrebbero somministrati sin dalla diagnosi. Merita un cenno l’idrossiclorochina che, proprio per la contraddittorietà dei risultati [9,10], è stata riammessa per l’uso off-label in COVID-19 a seguito di un’ordinanza del Consiglio di Stato in attesa di dati più chiari.

Supplementi e vitamine
Alcune molecole e preparati possiedono un potenziale di utilità sia come strategia preventiva che come terapia aggiuntiva. Si tratta delle vitamine D e C [11], della N-Acetilcisteina [12] e di specifici probiotici [13]. L’uso si questi semplici e sicurissimi prodotti – oggetto di un poco comprensibile scetticismo - potrebbe aumentare la resilienza dei soggetti a rischio, ristabilendo anche un po’ di ordine nella confusa moltitudine di supplementi e integratori dall’utilità solo supposta e spesso dubbia.

Il Medico di Medicina Generale
Ci teniamo a ricordare che il farmaco più potente è proprio il medico che segue passo passo il paziente, facendo scelte ragionate sul singolo caso, tenendo conto di tutte le variabili (età, comorbilità, terapie in atto, interazioni farmacologiche, controindicazioni, etc.). Nel momento in cui le terapie sono limitate, la capacità di prendersi cura della persona malata fa la differenza. Anche in carenza di evidenze scientifiche, il buon senso e la conoscenza del paziente gli permettono di effettuare scelte difficili; impegno, disponibilità e ragionamento clinico possono vincere questa battaglia.

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Note
Data la scarsità di dati clinici solidi, si è necessariamente fatto ricorso a principi farmacologici, alla valorizzazione dell’esperienza dei MMG maturata sul campo e alla vasta letteratura sul drug repurposing nello sforzo di proporre una sintesi cauta, ma ben definita, del trattamento farmacologico da attuarsi dal momento della diagnosi e della presa in carico del paziente COVID-19.
Queste brevi indicazioni sono rivolte esclusivamente al medico curante il quale, secondo la propria valutazione, potrà decidere la posologia (dosi e frequenza non si discostano comunque da quelle routinarie) e la tempistica di somministrazione dei singoli farmaci.
Nei casi di più di una comorbidità preesistente e nei pazienti di età superiore ai 65 anni le presenti indicazioni vanno attentamente valutate per verificare che non sussistano controindicazioni relativamente alle comorbidità stesse nè interazioni note con il regime farmacologico routinario.

Infine, data la situazione di generale smarrimento, non bisogna mai dimenticarsi di raccomandare ai propri pazienti (e i Farmacisti ai propri clienti) di non ricorrere mai all’automedicazione, ma di consultarsi sempre e scrupolosamente col medico curante anche nel caso dell’assunzione di farmaci OTC in presenza di COVID-19.

*Autori
-Piero Sestili, Ordinario Farmacologia, Università di Urbino Carlo Bo
-Guido Sampaolo, MMG - Area Vasta 2 Asur Marche
-Aldo Manzin,Ordinario Microbiologia e Microbiologia clinica, Università Cagliari
-Mario Puoti, Medico Chirurgo
-Paolo Bonilauri, Biologo Dirigente Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia ed Emilia Romagna
-Carmela Fimognari, Professore Ordinario di Farmacologia e Tossicologia - Università di Bologna
-Alessandra Petrelli, MD, PhD, medico ricercatore, specialista in Medicina Interna
-Maria Luisa Iannuzzo, Medico Legale Dipartimento di Prevenzione Aulss 9 Scaligera Nucleo Operativo Covid
-Marilena Apuzzo, Dirigente medico di Psichiatria Area Vasta 1 ASUR Marche
-Chiara Barbieri Ardigò, Paziente esperto EUPATI, Az. USL-IRCCS di Reggio Emilia
-Silvia Brizzi, Avvocato
-Federica Galli, PhD, psicologo clinico, ricercatore, Ospedale San Paolo, Milano
-Stefano Tasca, MD, Roma
-Giacomo Testa, Infermiere AUSL Bologna

Ideazione grafica di Nicolò Premoli

Revisione critica di Giuseppe Remuzzi (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, IRCCS, Bergamo) e Claudio Puoti (Centro di Epatologia dell’ Istituto INI di Grottaferrata).

Bibliografia
1. Suter F, Perico N, Cortinovis M, et al. A recurrent question from a primary care physician: How should I treat my COVID-19 patients at home? An update. Clin Med Invest. 2020.
2. Sestili P, Fimognari C. Paracetamol-Induced Glutathione Consumption: Is There a Link With Severe COVID-19 Illness? Frontiers in pharmacology. 2020;11:579944.
3. Baghaki S, Yalcin CE, Baghaki HS, et al. COX2 inhibition in the treatment of COVID-19: Review of literature to propose repositioning of celecoxib for randomized controlled studies. International journal of infectious diseases : IJID : official publication of the International Society for Infectious Diseases. 2020 Dec;101:29-32.
4. Rello J, Waterer GW, Bourdiol A, et al. COVID-19, steroids and other immunomodulators: The jigsaw is not complete. Anaesthesia, critical care & pain medicine. 2020 Dec;39(6):699-701.
5. Beović B, Doušak M, Ferreira-Coimbra J, et al. Antibiotic use in patients with COVID-19: a 'snapshot' Infectious Diseases International Research Initiative (ID-IRI) survey. The Journal of antimicrobial chemotherapy. 2020 Nov 1;75(11):3386-3390.
6. Verdejo C, Vergara-Merino L, Meza N, et al. Macrolides for the treatment of COVID-19: a living, systematic review. Medwave. 2020 Dec 14;20(11):e8074.
7. Rentsch CT, Beckman JA, Tomlinson L, et al. Early initiation of prophylactic anticoagulation for prevention of COVID-19 mortality: a nationwide cohort study of hospitalized patients in the United States. medRxiv : the preprint server for health sciences. 2020 Dec 11.
8. Paul SS, Biswas G. Repurposed Antiviral Drugs for the Treatment of COVID-19: Syntheses, Mechanism of Infection and Clinical Trials. Mini reviews in medicinal chemistry. 2020 Dec 22.
9. Younis NK, Zareef RO, Al Hassan SN, et al. Hydroxychloroquine in COVID-19 Patients: Pros and Cons. Frontiers in pharmacology. 2020;11:597985.
10. Carafoli E. Chloroquine and hydroxychloroquine in the prophylaxis and therapy of COVID-19 infection. Biochemical and biophysical research communications. 2020 Sep 30.
11. Name JJ, Souza ACR, Vasconcelos AR, et al. Zinc, Vitamin D and Vitamin C: Perspectives for COVID-19 With a Focus on Physical Tissue Barrier Integrity. Frontiers in nutrition. 2020;7:606398.
12. Zhou N, Yang X, Huang A, et al. The potential mechanism of N-acetylcysteine in treating COVID-19. Current pharmaceutical biotechnology. 2020 Dec 28.
13. Donati Zeppa S, Agostini D, Piccoli G, Stocchi, V. and Sestili, P.. Gut Microbiota Status in COVID-19: An Unrecognized Player? Frontiers in cellular and infection microbiology. 2020;10:576551.

30/12/2020

Il nostro DNA può essere modificato dall’mRNA vaccinale?

Di Mario Puoti, medico chirurgo

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Continua ad esserci una estrema confusione riguardo ai vaccini a mRNA e considerando la mole di disinformazione in merito è necessario continuare a fare una informazione chiara e accessibile in merito a questi, cercando di rispondere alle domande più frequenti e più importanti, e una di queste è sulla possibilità o meno che l'mRNA vaccinale possa inserirsi nel nostro DNA e modificarlo.
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La domanda più quotata fino ad ora è la seguente:
L'mRNA vaccinale si inserisce nel nostro DNA?
NO, non c'è pericolo che l'mRNA alla base del vaccino si inserisca nel nostro DNA, e questo è IMPOSSIBILE per 3 RAGIONI, vediamole insieme.

1. L'mRNA arriva nella cellula, sì, all’interno del citoplasma ma NON entra nel nucleo; questa è una precisazione essenziale perché è proprio nel nucleo che è contenuto il nostro DNA, come uno scrigno che contiene nel suo interno il materiale genetico: se non entra nel nucleo - se non riesce ad entrare nello scrigno - non incontra il DNA. Questo perché l’entrata (e l’uscita) di macromolecole dal nucleo – essendo il nucleo non solo separato dal resto della cellula, ma anche da tutto quello che si “muove” all’interno ed esterno di esso, è finemente regolato, quindi non è per nulla semplice l’entrata nel nucleo. Semplice.

2. Meno intuitiva della prima ragione, ma ulteriormente importante: tra tutti gli enzimi del nostro organismo non abbiamo TRASCRITTASI INVERSA, ovvero quell'enzima che utilizza uno stampo a RNA per produrre il DNA, (cDNA). Quindi non siamo in grado di produrre nuovo DNA in grado di "inserirsi" nel nostro DNA: infatti, per potersi integrare questo cDNA necessita di un secondo enzima detto INTEGRASI (e ovviamente le sequenze di integrazione che devono essere fornite dall'mRNA) che ugualmente non possediamo.

3. Motivazione già detta e ridetta. L'mRNA è una molecola fragile e che dura letteralmente pochissimo, il tempo di essere letto: avete presente gli occhiali da sole di Tom Cruise in Mission Impossible che si autodistruggono una volta lasciatogli il messaggio? Esattamente così.

Passato il messaggio di fondo, è anche giusto a piè di testo, alcune ulteriori precisazioni tecniche:

1. In realtà, le nostre cellule possiedono delle attività enzimatiche che hanno la capacità di retrotrascrivere DNA da RNA (telomerasi), che però si trovano comunque nel nucleo dove l'mRNA vaccinale non arriva. L'enzima telomerasi è deputato alla sintesi delle sequenze nucleotidiche ripetute (tanti mattoncini tutti uguali che si ripetono in blocchi) che formano i telomeri - regioni presenti all'estremità di ogni cromosoma e che fanno da protezione per lo stesso. Questo enzima nell'uomo è presente nelle cellule che si replicano molto, ad esmpio le cellule embrionali e, nell’adulto, nelle cellule della linea germinale.

2. Alcuni virus a RNA non retrovirali hanno capacità di trascrivere cDNA e integrare (Bornavirus, elementi genetici a RNA endogeni non-retrovirali), che sono co-evoluti con noi e addirittura avrebbero un ruolo nei meccanismi intrinseci di difesa antivirale.

3. l'mRNA vaccinale è un po’ diverso da quello naturale (contiene cioè oltre la sequenza spike-specifica alcuni nucleotidi "modificati") per garantirne la permanenza e poter agire a livello dei ribosomi prima della sua successiva rapida degradazione.

Bibliografia:
1. https://www.nature.com/articles/nrd.2017.243?fbclid=IwAR3ZSQELPNcRR-k3S2r1Z8M98ETVG_BSI-w21Oohvygniqgn29BJZGR_tlI
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Dott Chiara Travers

Medico Chirurgo Ecografista e Nutrizionista

Referente Regionale SIUMB

Registro Nazionale Ecografisti SIUMB

Master in Nutrizione Clinica

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