
24/09/2025
Negli ultimi anni lo smartphone è diventato un compagno inseparabile per gli adolescenti. È utile, stimolante, apre mondi di conoscenza e relazioni virtuali. Ma sempre più studi scientifici ci mostrano anche il lato oscuro di questo strumento: la sua capacità di interferire con la qualità delle relazioni reali.
COSA DICONO LE RICERCHE
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Child Development (Twenge et al., 2018), i ragazzi che passano molte ore al giorno davanti allo schermo riportano maggiore solitudine, ansia e sintomi depressivi.
La ricerca dell’American Psychological Association (APA, 2020) evidenzia come l’uso eccessivo dello smartphone riduca il tempo dedicato alle interazioni faccia a faccia, fondamentali per lo sviluppo delle competenze sociali.
Un’indagine condotta in Italia dal CNR (2021) ha mostrato che oltre il 40% degli adolescenti dichiara di sentirsi “a disagio” senza smartphone, un vero e proprio segnale di dipendenza digitale.
EFFETTI SULLA VITA RELAZIONALE
Meno tempo di qualità con amici e familiari: si sta insieme, ma con lo sguardo sullo schermo.
Difficoltà a tollerare la noia: i momenti vuoti, che servono a pensare e riflettere, vengono subito riempiti dallo scrolling.
Autostima condizionata dai social: like, commenti e visualizzazioni diventano l’unico specchio in cui misurarsi.
Comunicazione superficiale: chat veloci e emoticon non sostituiscono il linguaggio ricco del corpo, del tono di voce, dello sguardo.
COME AIUTARE I RAGAZZI
Educare all’uso consapevole: non vietare lo smartphone, ma insegnare a gestirlo.
Promuovere spazi di “digital detox”: momenti in cui la famiglia o il gruppo di amici decide di stare insieme senza telefoni.
Valorizzare le relazioni reali: incoraggiare attività di gruppo, sport, esperienze di socialità concreta.
Riconoscere i segnali di allarme: isolamento, irritabilità senza smartphone, calo scolastico, perdita di interesse per attività “dal vivo”.
In conclusione, lo smartphone non è “il nemico”, ma se usato senza consapevolezza rischia di rubare ai giovani la parte più preziosa della vita: le relazioni vere, quelle che nutrono, fanno crescere e costruiscono identità.