Lab. Analisi Catalioto Maria

Lab. Analisi Catalioto Maria Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Lab. Analisi Catalioto Maria, Laboratorio medico, Via Pirandello, 13, Sant'Agata di Militello.

16/09/2025

NUOVI ORARI DEL LABORATORIO
DOTT MARIA CATALIOTO SRL

DA SETTEMBRE IL LABORATORIO EFFETTUERA ‘ I SEGUENTI ORARI AL PUBBLICO :

DA LUNEDÌ AL VENERDI
7,30 - 13,30

MARTEDÌ E GIOVEDÌ ANCHE APERTURA POMERIDIANA
Dalle 15 alle 16

SABATO DALLE 7,30 ALLE ORE 12

LA DIREZIONE MARIA CATALIOTO

13/07/2025

SENZA COMPRENSIONE, LA MALATTIA TORNA
Le persone non muoiono a causa delle malattie, come spesso si sente dire:
«È morto per un ictus.»
«È deceduta per un tumore.»
«Il diabete l’ha portato via.»
«L’Alzheimer l’ha uccisa.»
«Aveva l’HIV.»
«È morta per un’ulcera.»
«Un’infezione l’ha portata via.»
«Aveva la pressione troppo alta…»

No.

Le persone muoiono per stati mentali disarmonici, capaci di alterare la nostra armonia interiore e il nostro equilibrio ormonale.
Questi stati mentali generano combinazioni ormonali specifiche che producono emozioni.
E quando quelle emozioni diventano croniche, creano un terreno sfavorevole, dove il sistema immunitario non riesce più a fare il suo lavoro.

Il nostro corpo obbedisce al cervello.
E il cervello, a sua volta, è un’antenna: capta le frequenze delle nostre onde mentali.

Ecco perché la comprensione è fondamentale:
perché ci aiuta a sintonizzarci con frequenze più coerenti, più in linea con la verità del nostro corpo.

Quando troviamo la giusta frequenza, non ci ammaliamo.
Evitiamo persino certi “incidenti” che, in realtà, sono spesso espressioni dell’inconscio che agisce in automatico.

Perché, se fossimo davvero consapevoli dei nostri pensieri, dei nostri conflitti interiori, molti eventi che consideriamo “inevitabili” non accadrebbero mai.

È per questo che nessun farmaco allopatico, cioè della medicina convenzionale, può guarire davvero.
Perché la guarigione non arriva dalla medicina.
Arriva dalla comprensione.

I farmaci coprono la macchia d’umidità sul muro.
Ma non riparano la crepa da cui entra l’acqua.
Nascondono il sintomo, non curano la causa.

Senza comprensione, la malattia torna.

Un esempio semplice:
Una lesione sportiva causata da una tecnica sbagliata.
Puoi fare fisioterapia mille volte.
Ma se non correggi quel gesto sbagliato, la lesione tornerà.

E le dipendenze? Fumo, droga, cibo compulsivo, gioco d’azzardo?
Non sono forse il frutto di squilibri emotivi profondi?

“Tutto è mentale. L’universo è mentale.”
— Il Kybalion

Allora possiamo dire che moriamo per ignoranza?
Un’ignoranza che nasce dalla paura.
Ignoranza del funzionamento globale del nostro essere: fisico, mentale, emotivo, spirituale.

E questa ignoranza si manifesta in tanti modi:

rancore

incapacità di perdonare

preoccupazione continua

ansia

depressione

stress

repressione

bugie

invidia

tristezza

paura del cambiamento

orgoglio

vanità

avarizia

solitudine mal vissuta
e molti altri…

Una persona ignorante di sé stessa spreca energia nella propria ingenuità,
e altri — media, politica, pubblicità — ne approfittano,
alimentando una coscienza confusa e fragile.

Al contrario, chi ha una profonda comprensione della vita, delle relazioni umane, del proprio corpo,
vive molto meno spesso questi stati distruttivi.
E la sua salute sarà, di conseguenza, più stabile.

Questo non significa che non cadrà mai,
ma saprà come rialzarsi.

Non cercare di curare la malattia.
Aiuta chi soffre a comprendere.
E la malattia… se ne andrà da sola.

“E i bambini?”, potresti chiedere. “I piccoli che muoiono così giovani?”

Risponderò con delicatezza, usando solo il buon senso:

Un bambino piccolo non può badare a sé stesso.
È emotivamente connesso ai genitori in modo profondo.
Se i genitori vivono in stati emotivi disfunzionali, quelle vibrazioni vengono trasmesse — in modo visibile o invisibile.

Proprio come il latte materno, anche le emozioni nutrono il bambino.
E certe malattie infantili potrebbero essere il riflesso dell’inconsapevolezza emotiva dei genitori.

Sentiti libero di accettare o rifiutare questo pensiero.
Ma prima… meditalo.

Non ho una laurea in medicina.
Non sono uno scienziato.
Sono solo un osservatore — di me stesso e degli altri.

E se sei un medico o un ricercatore,
non serve rispondermi con termini tecnici.
Non li capirei.
E comunque, un paziente che non vuole guarire… non guarirà.

Ive Neuland su Essere Indaco

28/06/2025
27/06/2025

IL GRANDE SEGRETO NASCOSTO NELL’ADDOME: QUANDO IL DIAFRAMMA INCONTRA LO PSOAS

E se ti dicessi che respirare bene cambia anche la tua postura, il tuo pavimento pelvico e persino la gestione del dolore lombare?

In questa immagine anatomica pazzesca, vediamo qualcosa che spesso sfugge anche agli occhi dei clinici più esperti: il contatto profondo tra il diaframma (con i suoi pilastri) e lo psoas, il muscolo chiave del nostro assetto posturale e motorio.

Cosa stai guardando davvero?

Il diaframma (costale, sternale, lombare) si ancora anteriormente alle coste, ma posteriormente si allunga fino a toccare le vertebre lombari.

I suoi pilastri (crura) scendono lungo i corpi vertebrali di L1-L3, interdigitandosi letteralmente con il grande psoas. Nello stesso piano troviamo quadrato dei lombi, iliaco, muscoli addominali profondi e la fascia toraco-lombare.

Al centro: la colonna vertebrale con i suoi dischi e la centralità viscerale (retto, vescica, aorta..).

Ma cosa significa tutto questo?

Significa che non puoi separare la respirazione dalla stabilità. Ogni atto respiratorio coinvolge diaframma, psoas, bacino, pavimento pelvico.

E viceversa.

Significa che quando lavori sulla respirazione profonda e funzionale, non stai solo “ossigenando”: stai mobilizzando la colonna, stai massaggiando i visceri, stai armonizzando le catene miofasciali profonde, stai riprogrammando la postura, senza nemmeno muoverti.

I fisioterapisti lo sanno, chi lavora sul respiro senza considerare questo asse profondo, lavora a metà. Chi parla di “core” ignorando lo psoas e il suo abbraccio viscerale, sta tagliando fuori la colonna lombare dalla conversazione.

Se vuoi lavorare su stabilità, postura, dolore cronico, incontinenza o performance, parti da qui: dalla centralità respiratoria del diaframma e dalla sua intimità con psoas, iliaco e bacino.

Per chi non è del mestiere..

Ti senti contratto? Hai mal di schiena? Ti senti “chiuso”?
Allora forse non ti manca un esercizio, ma un respiro.
Uno vero, profondo, tridimensionale.
Quello che parte da dentro e si irradia ovunque.

Vuoi davvero cambiare il tuo assetto corporeo?

Inizia a sentire dove si muove il tuo respiro.
Se si ferma nel petto, forse è il momento di “liberare il diaframma”.

E da lì, parte tutto.

27/06/2025

In tanti avete scritto, commentato, condiviso il post di ieri mattina. Segno che questo tema ci tocca tutti da vicino, sia come professionisti, che come persone.

Chi non ha mai vissuto, anche solo per un periodo, un dolore che non passa, un malessere che non trova voce nei referti, una stanchezza che non si spiega?

E allora continuiamo da qui.

Cosa succede quando il corpo è in “allarme”? E soprattutto: cosa possiamo fare, concretamente, per aiutarlo a spegnere quella sirena invisibile?

Tutti parlano di “dolore” e di come eliminarlo. Trattamenti, manipolazioni, esercizi, laser, onde d’urto.. Eppure, molte persone tornano a casa con un sollievo che dura poco.

Un miglioramento parziale.
Una tregua apparente.

La verità è che, in molti casi, il dolore cronico non vive nei tessuti, ma nel sistema di allarme. E se quel sistema resta attivo, ogni intervento sarà un palliativo.

Perché sì: molto spesso, il sistema nervoso autonomo è il grande assente nelle valutazioni.

Quando vedo un paziente, una delle prime cose che osservo non è la spalla o la lombare dolente. È l’attivazione del suo sistema nervoso autonomo.

Perché un sistema simpatico iperattivo, sempre in modalità “combatti o fuggi”, non solo altera la percezione del dolore, ma frena il sonno, la digestione, il recupero. Tiene il corpo bloccato in un loop. In trincea, anche quando non c’è più nessun nemico davanti.

Questo può spiegare perché alcune persone assistite hanno: affaticamento persistente, anche senza infiammazioni evidenti, intestino pigro o iperattivo, mani e piedi sempre freddi, raffreddori frequenti o “sistema immunitario lento”, sensazione costante di “mente annebbiata”, o di non riuscire a reagire alle botte della vita.

Non sono “sintomi vaghi”.
Sono tracce di un corpo che non si sente al sicuro.

Se non spegni l’allarme, il dolore resta. In altre parole. Se il sistema resta in allarme, il dolore troverà sempre una strada.

Possiamo chiamarlo come vogliamo:
pain relief, scarico, trattamento del dolore..

Ma se non recuperiamo il tono vagale, se non riattiviamo la corteccia prefrontale, quella parte di noi che ci aiuta a scegliere, a regolare, a imparare, il dolore resta uno stato. Non un sintomo.

Questo potrebbe spiegare perché alcuni trattamenti “funzionano”, ma solo finché il paziente è lì. Perché il corpo apprende solo in condizioni di sicurezza. E un corpo in allarme, non impara.

Il dolore non si “cura”.
Si rieduca il sistema che lo genera.

Pain relief non è un obiettivo da raggiungere a forza di terapie. È la conseguenza di un sistema che torna a fidarsi di se stesso.

E questo può significare tante cose.
Non serve essere fisioterapisti veterani.
Tutti noi dal più giovane al più esperto possiamo lavorare su un’espirazione lenta e profonda, con espirazione attiva, su una terapia manuale che ascolta e non impone, su esercizi graduali, costruiti sulla fiducia e non sulla forzatura. Ma ancora di più, su educazione, contatto, presenza.

È il momento in cui il corpo smette di difendersi.. e inizia a ricostruirsi.

Solo così possiamo passare da un corpo che subisce il dolore a un corpo che riconfigura la sua risposta ad esso.

La strada verso il sollievo non parte dal sintomo. Parte dal sistema.

In altre parole.

Stai parlando al punto che fa male.. o al sistema che ha deciso che quel punto doveva farti male?

26/06/2025

Effetti dell’acqua sul nostro corpo
# benefici # salute

08/06/2025

Il corpo non sbaglia.
Ogni sintomo ha una logica biologica, una funzione precisa.
In medicina biologica non chiediamo “come eliminarlo?”, ma “cosa ci sta dicendo?”

25/05/2025

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15/10/2024
02/10/2024

👉🏻 Epatite C: basta pensarci, fai il test gratuito!
Molte persone che hanno contratto l'Epatite C (chiamato anche HCV) non sanno di averla e non sanno che oggi è facile curarla.

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30/09/2024

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📩 info@anmed.it
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Indirizzo

Via Pirandello, 13
Sant'agata Di Militello
98076

Orario di apertura

Lunedì 07:30 - 13:00
Martedì 07:30 - 13:00
15:30 - 17:00
Mercoledì 07:30 - 13:00
Giovedì 07:30 - 13:00
15:30 - 17:00
Venerdì 07:30 - 13:00

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