07/10/2023
Questo mese il racconto di Nicolò Targhetta ci porta in un viaggio all'interno della nostra "mente-casa", uno luogo a volte trascurato o sovraffollato di pensieri.
Solo entrando con sensibilità in questo spazio privato potremo avere accesso a pensieri e sentimenti autentici, rivelando le paure, le insicurezze e le speranze che in silenzio modellano la nostra esistenza.
Una danza tra l'accettazione e il cambiamento, il conforto dell'abitudine e il desiderio ardente di liberazione.
Una storia che non solo svela ma anche sfida le barriere invisibili che ci confinano.
✍️ La grafica è dell’illustratrice Amandine Delclos.
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- Eccoci qua.
- Permesso.
- Si accomodi pure.
- Quindi lei vive qui dentro?
- Sì.
- Cos’è questa?
- La mia ansia.
- Posso...
- Non la tocchi per ca**tà che è portante.
- Okay... le va di mostrarmi un po’ gli ambienti?
- Certo. Allora qui abbiamo la mia collezione di insicurezze.
- Ecco, magari queste possiamo cominciare a buttarle via.
- Perché?
- Perché occupano spazio.
- Ma a me piacciono! Ci ho messo anni per accumularle. Guardi questa, se la scuote le dà del fallito.
- Credo dovremmo valutare la possibilità di liberarcene.
- Venga da questa parte, attento mi raccomando.
- Perché ha quelle cose appese al soffitto?
- Sono paure.
- Sembrano poco stabili.
- In effetti ogni tanto qualcuna mi precipita davanti.
- Potremmo spostarle.
- Non saprei... sono quasi tutte regali di mamma e papà. Qui c’è la cucina.
- Cos’è questo odore?
- Oh, sono le mie paranoie, ne tengo sempre un paio in forno. Vuole assaggiare?
- Che schifo, come fa a mangiare questa roba?
- Dopo un po’ ci si abitua. Se mi vuole seguire.
- Ahia!
- Occhio alla testa che in questa zona l’autostima è bassa.
- Ma va alzata, qui tocca strisciare.
- Eh va alzata, dice. La fa facile lei. Sa quante volte ci ho provato? Comunque basta piegarsi un po’ ed
ecco qua il soggiorno. Si sieda pure.
- Perché le sedie hanno le punte?
- Non so di cosa sta parlando.
- Pure il divano è scomodissimo. Le piace soffrire?
- Io non saprei... il posto era già ammobiliato che io ricordi...
- E perché non compra dei mobili nuovi? Dei mobili che non le facciamo del male?
- Non so dove comprarli, non so neanche se me li posso permettere e, a essere sincero, non so neanche se
me li merito.
- Certo che se li merita. Di qua cosa c’è?
- La lavanderia. Non guardi il disordine, l’altro giorno ho fatto un casino. Dovevo separare i pensieri
chiari da quello scuri, invece ne ho lasciato uno scuro nei chiari e adesso son tutti grigi.
- Lei sa come fare una lavatrice mentale, vero?
- Guardo un sacco di tutorial su Youtube.
- Quella cos’è?
- Cosa?
- Quella porta.
- No, lì non ci vado mai.
- Cosa c’è?
- Non... non mi va di parlarne.
- Perché la porta è sbarrata?
- Per non far uscire niente. E anche per evitare di cadere nella tentazione di entrarci.
- Sa che prima o poi dovremmo andare anche lì?
- È proprio necessario?
- Ascolti, questa non è una br**ta casa, ma ci sono dei lavori da fare. Le sue ambizioni sono piene di
muffa, l’amor proprio è vecchio, questa roba è diventata tossica. Lei non si ama, si amianta. Ha una famiglia di procioni che ha fatto la tana nell’introspezione tanto poco la usa.
- Be’, almeno non sono due lupi.
- Pianti infestanti ovunque che tra l’altro si auto-annaffiano, infissi che non riescono a focalizzarsi su una
cosa per volta e lo stress che si sta mangiando le travi del tetto. Se non facciamo qualcosa qui prima o poi
le crolla tutto addosso.
- Mi sembra un lavoro così lungo, e chi ce l’ha il tempo e i mezzi per una ristrutturazione del genere? Io
non so se ci riesco.
- Pensi a questo: la parte più difficile l’ha già fatta.
- Cioè?
- Mi ha fatto entrare.