Dott.ssa Laura Carassai Psicoterapeuta - Piove di Sacco

Dott.ssa Laura Carassai Psicoterapeuta - Piove di Sacco Studio di Psicologia Clinica e Psicoterapia individuale, familiare e di gruppo ad orientamento psicoanalitico

Consulenza in studio e videoconsulenza su appuntamento

"... in un tempo che premia la reazione e punisce la riflessione, ribadiamo che pensare è un atto politico. E che ogni g...
02/07/2025

"... in un tempo che premia la reazione e punisce la riflessione, ribadiamo che pensare è un atto politico. E che ogni guerra inizia quando smettiamo di pensare insieme. "

𝗟𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗮 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗼𝗿𝗿𝗼𝗿𝗲 𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝘂𝗿𝗴𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗲𝗿𝗼

Coirag - Confederazione di Organizzazioni Italiane per la Ricerca Analitica sui Gruppi, associazione che da sempre pone il dialogo, la relazione e l’ascolto al centro del proprio operare clinico, sente oggi il dovere di esprimere, con partecipazione e fermezza, la propria posizione contro ogni forma di guerra e di violenza armata che ferisce il nostro tempo.

Leggi la lettera aperta di Coirag qui: https://coirag.org/

05/12/2024

EUGENIO BORGNA
"La parola, in psichiatria, può salvare una persona, o può perderla.
Quasi al di là dei suoi contenuti, sono i modi, con cui la parola è comunicata (i gesti e il silenzio, lo sguardo e le espressioni del volto), a definirne la dimensione terapeutica, o quella antiterapeutica. La parola è esposta a rischi molto alti: è una parola sempre arrischiata; e chiunque sia sommerso, o anche solo sfiorato, da una esperienza umana, che trascini con sé angoscia e tristezza, dissociazione e smarrimento, rivive in sé antenne sensibilissime nel cogliere il senso nascosto delle parole; e ogni parola può essere, di volta in volta, quella decisiva: la parola che crea fiducia, e stabilisce un contatto emozionale (la parola che incrina le solitudini e libera gli aquiloni della speranza nei vortici storditi del vento); ma la parola, anche, che accresce nella sua indifferenza, o nelle sue dissonanze, l'isolamento e la introversione, il dolore e la fuga dal reale."
("Le intermittenze del cuore, 2008, p.45)

Eugenio Borgna mancherà a tutti coloro che considerano la clinica come un incontro profondamente umano.
Lo ricorderemo sempre con affetto.

https://m.youtube.com/playlist?list=PLfo0vTBFX7qVgqaxpM_aWExfF2JhuTdEH&sfnsn=scwspwa

Su POL.it Psychiatry on line ITALIA è disponibile una lunga playlist di interviste a questo grande maestro della fenomenologia.

🎬 Intimo, poetico e personale ma non privato, anzi universale é il ritratto che dipinge la regista sul rapporto tra un P...
26/09/2024

🎬 Intimo, poetico e personale ma non privato, anzi universale é il ritratto che dipinge la regista sul rapporto tra un Padre e una Figlia.
"Ho voluto essere il più onesta possibile e avvicinarmi al teatro della mia memoria, ai ricordi che porto con me da tutta una vita" dice F. Comencini 🎥🎬

04/05/2024

Con sorpresa di molti, la psicoanalisi non fa si che le persone si comportino meglio, né rende i pazienti moralmente migliori. Anzi, può farli diventare più fastidiosi, più polemici, più esigenti, più consapevoli del loro desiderio e meno propensi a desiderare il dominio degli altri.
In questo senso è sovversiva e consente l’emancipazione

La nostalgia
02/02/2024

La nostalgia

“La è l'affetto della mancanza: un sentimento complesso, fisiologico perché ci accomuna come umani, nel quale si mescolano dolore, tenerezza e rimpianto. Nasce dalla memoria, da cui prende inizio la vita mentale, e della la nostalgia si nutre sulla scia dei ricordi che per molti individui rappresentano l'unica prova che la vita sia stata vissuta. Improvvisi soprassalti («intermittenze del cuore», come scriveva Proust) che liberano dal velo sottile della polvere dell'oblio persone ed eventi del passato, dischiudendone gli sconfinati orizzonti.
Si ha nostalgia dell'infanzia, di un amore perduto, dei paesaggi che hanno visto la nostra adolescenza, dell'Eden, di ciò che è trascorso, nostalgia per il bello che sfiorisce, forse nostalgia per qualcosa che non abbiamo mai vissuto, e così via.
… Connaturato alla nostalgia troviamo dunque un vasto panorama tematico ed un'ampia poliedricità esperienziale che in certi individui si addensa a costituire nuclei marcati di sofferenza mentale. Come ad esempio nelle patologie correlate allo spettro depressivo e quindi a problematiche elaborazioni del , nelle quali il tormento nostalgico per l'oggetto perduto si accompagna a severe situazioni auto ed etero distruttive. …
In tale disposizione il passato è iperinvestito, e si costituisce come una presenza perpetua sempre aperta e persecutoria nella quale si affonda e ci si inabissa, attraverso una sorta di identificazione adesiva con esso, senza poterne riemergere: il pieno delle più intense emozioni coincide con il vuoto della mancanza.
… Un anelito continuo e inappagabile - venato da uno struggente rammarico - verso persone e momenti dell'esistenza idealizzati e irrecuperabili, al quale si accompagna un impoverimento emotivo delle relazioni oggettuali. La sofferenza del ricordare con lo sguardo rivolto perennemente all'indietro si assomma al desiderio del ritorno improponibile di ciò che più non è. La memoria del passato è un incubo che risucchia il presente scompaginando il vissuto del tempo”.

G. Fiorentini (2023), Nostalgia: una forma del tempo interiore, in Rivista di Psicoanalisi Psicoanalisi, anno LXIX, n. 2 - aprile/giugno 2023, pag. 393-394

Perfect Days
02/02/2024

Perfect Days

Recensione del film "Perfect days" di Win Wenders

31/12/2023

Le parole dell’anno trascorso appartengono al linguaggio dell’anno trascorso e le parole dell’anno a ve**re attendono un’altra voce.
(T.S. Eliot)

Buon 2024

07/10/2023

Questo mese il racconto di Nicolò Targhetta ci porta in un viaggio all'interno della nostra "mente-casa", uno luogo a volte trascurato o sovraffollato di pensieri.

Solo entrando con sensibilità in questo spazio privato potremo avere accesso a pensieri e sentimenti autentici, rivelando le paure, le insicurezze e le speranze che in silenzio modellano la nostra esistenza.

Una danza tra l'accettazione e il cambiamento, il conforto dell'abitudine e il desiderio ardente di liberazione.

Una storia che non solo svela ma anche sfida le barriere invisibili che ci confinano.

✍️ La grafica è dell’illustratrice Amandine Delclos.


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- Eccoci qua.
- Permesso.
- Si accomodi pure.
- Quindi lei vive qui dentro?
- Sì.
- Cos’è questa?
- La mia ansia.
- Posso...
- Non la tocchi per ca**tà che è portante.
- Okay... le va di mostrarmi un po’ gli ambienti?
- Certo. Allora qui abbiamo la mia collezione di insicurezze.
- Ecco, magari queste possiamo cominciare a buttarle via.
- Perché?
- Perché occupano spazio.
- Ma a me piacciono! Ci ho messo anni per accumularle. Guardi questa, se la scuote le dà del fallito.
- Credo dovremmo valutare la possibilità di liberarcene.
- Venga da questa parte, attento mi raccomando.
- Perché ha quelle cose appese al soffitto?
- Sono paure.
- Sembrano poco stabili.
- In effetti ogni tanto qualcuna mi precipita davanti.
- Potremmo spostarle.
- Non saprei... sono quasi tutte regali di mamma e papà. Qui c’è la cucina.
- Cos’è questo odore?
- Oh, sono le mie paranoie, ne tengo sempre un paio in forno. Vuole assaggiare?
- Che schifo, come fa a mangiare questa roba?
- Dopo un po’ ci si abitua. Se mi vuole seguire.
- Ahia!
- Occhio alla testa che in questa zona l’autostima è bassa.
- Ma va alzata, qui tocca strisciare.
- Eh va alzata, dice. La fa facile lei. Sa quante volte ci ho provato? Comunque basta piegarsi un po’ ed
ecco qua il soggiorno. Si sieda pure.
- Perché le sedie hanno le punte?
- Non so di cosa sta parlando.
- Pure il divano è scomodissimo. Le piace soffrire?
- Io non saprei... il posto era già ammobiliato che io ricordi...
- E perché non compra dei mobili nuovi? Dei mobili che non le facciamo del male?
- Non so dove comprarli, non so neanche se me li posso permettere e, a essere sincero, non so neanche se
me li merito.
- Certo che se li merita. Di qua cosa c’è?
- La lavanderia. Non guardi il disordine, l’altro giorno ho fatto un casino. Dovevo separare i pensieri
chiari da quello scuri, invece ne ho lasciato uno scuro nei chiari e adesso son tutti grigi.
- Lei sa come fare una lavatrice mentale, vero?
- Guardo un sacco di tutorial su Youtube.
- Quella cos’è?
- Cosa?
- Quella porta.
- No, lì non ci vado mai.
- Cosa c’è?
- Non... non mi va di parlarne.
- Perché la porta è sbarrata?
- Per non far uscire niente. E anche per evitare di cadere nella tentazione di entrarci.
- Sa che prima o poi dovremmo andare anche lì?
- È proprio necessario?
- Ascolti, questa non è una br**ta casa, ma ci sono dei lavori da fare. Le sue ambizioni sono piene di
muffa, l’amor proprio è vecchio, questa roba è diventata tossica. Lei non si ama, si amianta. Ha una famiglia di procioni che ha fatto la tana nell’introspezione tanto poco la usa.
- Be’, almeno non sono due lupi.
- Pianti infestanti ovunque che tra l’altro si auto-annaffiano, infissi che non riescono a focalizzarsi su una
cosa per volta e lo stress che si sta mangiando le travi del tetto. Se non facciamo qualcosa qui prima o poi
le crolla tutto addosso.
- Mi sembra un lavoro così lungo, e chi ce l’ha il tempo e i mezzi per una ristrutturazione del genere? Io
non so se ci riesco.
- Pensi a questo: la parte più difficile l’ha già fatta.
- Cioè?
- Mi ha fatto entrare.

29/09/2023

Ora è in braccio a me, appoggiata al mio petto, sento il suo respiro. Si è svegliata, mi guarda. Le sorrido, le parlo. Che cosa resterà di tutto questo tempo bellissimo senza memoria? In cui il mondo scorre, ogni volta nuovo, senza riconoscersi? Centinaia, migliaia di video e fotografie che cercano disperatamente di fissare il tempo senza riuscirci, la nostra grande e fragilissima illusione di eternità.
Resteranno le parole. Le parole che, con lei, mi sarò detto. Le parole a dire il bene. Le parole-bene. “Il bene sempre” (to agathon aei) dice Platone. Io le parlo, le parlo da sempre, da prima che nascesse. Prima che la sua vita riempisse questa stanza in cui ora dorme e sogna. Ma di più. Da prima di pensarla, prima del suo nome, prima di pensarmi padre. È come se avessi iniziato a parlarle tanto tempo fa, nella mia infanzia, una volta, quando un giorno – ricordo perfettamente il mio immenso stupore di bambino – ho scoperto di poter parlare in silenzio in me, tra me e me, in una stanza segreta della mia anima.
E lei era già lì, ad attendermi, anima del mondo.

Simone Regazzoni, "Mia figlia, la filosofia. La forza dell'infanzia e della paternità", Ponte alle Grazie, 2023

SC

04/06/2023

“Il setting è costituito da elementi spazio/temporali che sostanziano il problema della distanza/vicinanza. Esso viene istituito per rendere accessibile uno spazio di accoglienza della coppia terapeuta-paziente o del gruppo, in cui si declinano, anche visivamente, avvicinamenti e allontanamenti fisici ed emotivi, evitamenti o prossimità difensive, in cui la sensorialità è ampiamente coinvolta. Dentro questi paradigmi la distanza/vicinanza acquista una fisionomia psicologica e relazionale ‘vissuta’, in senso fenomenologico. Essa si manifesta come la possibilità di sentirsi infinitamente distante da chi ci sta vicino o straordinariamente vicino a chi è oggettivamente lontano, aspetto da noi frequentemente esperito nelle nostre sessioni di gruppo. La distanza relazionale può andare da zero all'infinito, diceva Racamier (1957). Ciò che più ci interessa «non è lo spazio oggettivo entro cui si stabiliscono le distanze, ma il modo in cui il soggetto sperimenta spazialmente il mondo e se stesso» (Petrella e Berlincioni, 2014, 326). Se dunque la realtà fisica è vissuta e condivisa attraverso le percezioni sensoriali, essa è contemporaneamente virtuale perché è costituita da relazioni con le rappresentazioni immaginative degli oggetti reali stessi”.

Vanna Berlincioni et al., “Incontri ravvicinati di nuovo tipo”, in Psiche, 1/2022 Gennaio-Giugno, Il Mulino

Indirizzo

Via Mattei
Sant'angelo Di Piove Di Sacco
35020

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00

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