Dott. Graziano Salvatore Mario

Dott. Graziano Salvatore Mario Professionista di Aiuto ai bisogni educativi della Persona, senza limiti di età.

"Accomodiamoci" è una parola semplice, quotidiana, quasi scontata. La diciamo senza pensarci, come un gesto di cortesia....
02/10/2025

"Accomodiamoci" è una parola semplice, quotidiana, quasi scontata. La diciamo senza pensarci, come un gesto di cortesia. Eppure, dentro quella formula gentile si nasconde una delle chiavi più profonde della relazione d’aiuto.
Quando il professionista invita a “accomodarsi”, non sta semplicemente indicando una sedia: sta aprendo uno spazio. È un invito a entrare, non solo in una stanza, ma in un tempo sospeso, diverso dal ritmo concitato del fuori. È un invito a sostare.
“Stare comodi” non significa semplicemente trovare la posizione giusta per il corpo; è un gesto che riguarda anche l’anima. Significa poter posare le difese, lasciare a terra ciò che pesa, permettersi di respirare. Significa dire, implicitamente: “Qui puoi rallentare. Qui non devi correre, non devi fingere. Qui puoi essere.”
Per il professionista, “accomodiamoci” è il condividere uno spazio che non è né neutro né distaccato, ma abitato da due persone che si incontrano con intenzione e cura.
La comodità è la condizione necessaria perché qualcosa accada: solo quando il corpo si rilassa, la mente può aprirsi; solo quando ci si sente accolti, si può osare raccontare.
“Accomodiamoci”, allora, è un piccolo rito che segna l’ingresso nella relazione d’aiuto: è il momento in cui ci si siede non solo l’uno di fronte all’altro, ma insieme dentro uno spazio terzo, quello dell’ascolto, della ricerca, della possibilità di trasformazione.
E forse, a pensarci bene, in quella parola c’è già tutto il senso profondo del nostro lavoro: creare luoghi — fisici, emotivi e simbolici — dove le persone possano, almeno per un po’, stare comode dentro di sé.

Una piccola riflessione. ✨ Noto una grande preoccupazione di mettere gli asterischi in fondo alle  parole, per non ferir...
21/09/2025

Una piccola riflessione.
✨ Noto una grande preoccupazione di mettere gli asterischi in fondo alle parole, per non ferire. Al punto che, a volte, si rischia di esasperarne l'utilità col il rischio di mettere asterischi a casaccio... quasi snaturandone il senso. E se qualcuno non li usa sembra quasi perseguibile ...

In questo modo dimentichiamo che gli asterischi più importanti vanno messi nel cuore.

Come segno che ci ricordi di lasciare spazio, accogliere le differenze, non pretendere di avere già capito tutto, non pretendere di avere la verità assoluta sugli altri.
Un piccolo *promemoria interiore* per ricordarci che ogni incontro merita delicatezza.

Perché l’inclusione non si scrive solo nelle frasi: si pratica nei gesti, negli sguardi, nella presenza.

Prima che in qualunque posto mettiamo gli asterischi lì, dove conta di più. 💜

Settembre: il mese degli inizi 🍂Settembre per molti è la fine dell’estate e per altri rappresenta il tempo dell’avvio, d...
01/09/2025

Settembre: il mese degli inizi 🍂
Settembre per molti è la fine dell’estate e per altri rappresenta il tempo dell’avvio, del ritorno e del rinnovamento.
Per me è il mese delle domande: chi incontrerò? quali strade nuove si apriranno? quali semi potrò piantare?
Ogni inizio porta con sé attese e timori, entusiasmo e incertezza. Il lavoro di aiuto alla Persona mi ricorda che il mio compito non è cancellare le paure, ma trasformarle in movimento, dare forma a quel desiderio di crescere che abita in ciascuno.
Accogliere settembre significa accogliere il nuovo che arriva, con la pazienza di chi semina e la fiducia di chi sa che ogni incontro lascia un segno.
✨ Buon inizio a chi educa, a chi impara, a chi si rimette in cammino.

✨ Il 28 come giorno di inizio ✨Ci sono date che rimangono scolpite nella memoria, alcune segnano una fine, altre aprono ...
28/08/2025

✨ Il 28 come giorno di inizio ✨

Ci sono date che rimangono scolpite nella memoria, alcune segnano una fine, altre aprono a un nuovo inizio.
Per me il 28 è una di quelle.

Il 28 agosto di 20 anni fa chiudevo il capitolo della disoccupazione, firmando il mio primo contratto di lavoro nel mondo educativo. Non sapevo ancora dove mi avrebbe portato quella strada, ma sentivo che stavo mettendo piede su un terreno fertile, fatto di persone, storie, relazioni e possibilità di crescita.

20 anni sono passati e penso a quante cose ho perso e guadagnato in questo tempo, con la sensazione di essere sempre di fronte ad un nuovo inizio.

In questi vent’anni ho incontrato bambini, adolescenti, genitori, insegnanti, operatori e colleghi che hanno arricchito la mia esperienza.
Ho imparato che educare significa riempire di significato le cose, accendere scintille, accompagnare, sostenere, a volte anche stare in silenzio accanto e lasciar “crescere l’altro”.

Guardandomi indietro, non vedo solo fatica, ma anche un filo che tiene insieme ogni passo: il
Potere dell’Educazione.

Un lavoro che cambia mentre cambi tu, che ti mette in discussione, che ti fa crescere insieme alle persone che incontri.

Ho avuto la bravura, l’intelligenza e, anche, la fortuna di essere cresciuto grazie a grandi professionisti a livello nazionale e non; ho scelto le formazioni più in sintonia con me stesso, la pedagogia clinica, la formazione autobiografica, il disegno onirico … Mi sono sperimentato come professionista in mille sfumature (disabilità, dipendenze, genitorialità, accompagnamento
al parto, formazione, immigrazione…); ho lavorato in progetti locali, nazionali ed internazionali; ho scritto saggi pubblicati; testi ad alta comprensibilità; sono stato intervistato da radio nazionali, tv regionali e nazionali, sono stato relatore in vari convegni e congressi.

Poi c’è tanto da limare e modificare, rimettere in discussione e monitorare. E va bene così.

Oggi ho un mio studio personale a Sant’ Arcangelo collaboro con lo studio di due professioniste splendide a Moliterno, e con un collega strepitoso in provincia di Salerno; seguo una realtà associativa a Barletta; ho collaborato con varie scuole del territorio.
Lavoro e ho lavorato con cooperative e associazioni.
Insomma di robe ne ho fatte!!

Auguri a me! E grazie di vero cuore a quanti ho potuto incontrare sul mio cammino.

Il 28, per me, è il giorno in cui la vita mi ha ricordato che ogni fine è solo l’inizio di una nuova possibilità.

📌 variante 1 🔒 “Fallo perché te lo dico io, altrimenti ti punisco.”In questo modello educativo l’autorità si impone con ...
22/08/2025

📌 variante 1

🔒 “Fallo perché te lo dico io, altrimenti ti punisco.”
In questo modello educativo l’autorità si impone con la paura della sanzione.
👉 Funziona nell’immediato, ma rischia di generare obbedienza cieca, ribellione nascosta o senso di colpa.
⚠️ Non aiuta a crescere: allena a evitare la punizione, non a scegliere consapevolmente.

📌 variante 2

💔 “Fallo per me, se mi vuoi bene.”
Qui la leva è l’affetto: un invito mascherato da amore, che però nasconde un ricatto sottile.
👉 Il rischio? Il bambino agisce non per sé, ma per non perdere l’approvazione dell’adulto.
⚠️ Si crea dipendenza affettiva e insicurezza, invece che libertà interiore.

📌 variante 3
🌱 “Fallo per te, così diventi capace e fiero di te stesso.”
L’educazione che mette al centro la persona aiuta a costruire autonomia, responsabilità e autostima.
👉 Non si tratta di punire o ricattare, ma di accompagnare a scoprire il valore delle proprie scelte.
✨ L’obiettivo dell’educare è che l’altro impari a dire: “Lo faccio perché ci credo, e perché mi fa crescere.”

E tu? Quale adagio guida il tuo modo di educatore?

12/08/2025

Nel mio lavoro, incontrando storie e sguardi, mi accorgo di quanto l’attesa sia diventata una presenza fragile, quasi dimenticata. Ascolto bambini, adolescenti e adulti che vivono immersi in una logica del “tutto e subito”, dove ogni desiderio viene esaudito ancor prima di maturare, e dove ciò che si vuole diventa subito dovuto. In questo scorrere veloce, il senso del regalo si perde: la sorpresa si dissolve, il piacere dell’incontro si affievolisce, il valore delle cose si assottiglia.

L’attesa non è un vuoto da riempire, ma uno spazio in cui il desiderio prende forma, in cui la crescita trova il suo ritmo, in cui il cambiamento può germogliare. È nel tempo dell’attesa che si impara a dare valore, a riconoscere la bellezza di ciò che arriva, a sentire che non tutto è immediatamente a disposizione. Insegnare ad aspettare significa restituire profondità alla vita, nutrire il desiderio, proteggere la capacità di meravigliarsi. (Immagine creata con AI)


09/08/2025
09/08/2025

Il metodo Musicopedagogia® è uno dei metodi con marchio registrato affidati in uso dall’ISFAR-Formazione Post-Universitaria delle Professioni ai pedagogisti clinici iscritti nell’elenco dell’ANPEC. Il metodo non si affida esclusivamente agli strumenti musicali, ma tiene conto dell’evoluzione della musica a garanzia dello sviluppo della . Da sempre in molti affermano che il canto è nato dall’imitazione dei versi degli animali, e che la musica ha una sua radice nel ritmo dell’esecuzione dei lavori, ed altri ancora che la ritengono una naturale evoluzione della comunicazione parlata. Spazi e tempi con cui si è iniziato a definire gli intervalli, punto di partenza di diversi sistemi di scale e base di relazioni numeriche per giungere a notazioni musicali che hanno visto inizialmente l’uso delle lettere dell’alfabeto e delle sillabe seguite poi dalle note e dal sistema del rigo musicale.

06/08/2025

InterArt® è un metodo esclusivo del Pedagogista Clinico® per lo sviluppo di creatività, disponibilità, sinergie e benessere della persona. L’InterArt serve a scoprire il proprio vissuto e a trasmetterlo sul piano creativo. Il linguaggio dell’arte facilita l’espressione di sé impiegando canali diversi da quelli comunemente usati.
Un metodo che propone al soggetto la possibilità di espandersi in una scoperta continua delle proprie capacità, rendendolo disponibile all’esplorazione, a richiamare idee e a fare narrazione di sé.

15/04/2025

Lo scopo dell’educazione è quello di trasformare gli specchi in finestre.🪟
(Sidney J. Harris)

15/04/2025

È uscito il nuovo numero della rivista Pedagogia Clinica Pedagogista Clinico

Manca poco…
13/10/2024

Manca poco…

‼️A GRANDE RICHIESTA‼️

Torna il laboratorio di Disegno Onirico, un percorso di crescita personale in cui prendere maggiore confidenza con il proprio mondo interiore.

Ti stai chiedendo come un foglio bianco e dei colori a cera possano metterci in connessione con la nostra interiorità?

VIENI A SCOPRIRLO❗️

Ti aspettiamo all’incontro gratuito di presentazione del percorso del Dott. Graziano Salvatore Mario

🗓️ DOMENICA 13 OTTOBRE 2024

🕖 ORE 18:00

🚩 BIBLIOTECA COMUNALE DI SARCONI

Comune di Sarconi

Indirizzo

Via Matteotti
Sant'arcangelo
85037

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
14:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 13:00
14:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
14:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 13:00
14:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 13:00
14:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 13:00
14:00 - 20:00

Telefono

+393476653817

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