Dt.ssa Angela Peronace-Psicologa Psicoterapeuta

Dt.ssa Angela Peronace-Psicologa Psicoterapeuta Psicologa clinica, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR Primo livello

Ciao a tutti!Condivido insieme a voi, il mio sito professionale aggiornato, con nuove formazioni acquisite e studio situ...
29/01/2025

Ciao a tutti!
Condivido insieme a voi, il mio sito professionale aggiornato, con nuove formazioni acquisite e studio situato presso Santa Croce sull’Arno in provincia di Pisa.
Buon proseguimento di vita!

Angela Peronace psicologa

25/11/2024
La violenza di genere è un fenomeno complesso, e la sua portata è così violenta e a volte sottile da comprendere, che è ...
25/11/2024

La violenza di genere è un fenomeno complesso, e la sua portata è così violenta e a volte sottile da comprendere, che è impensabile poter pensare di parlarne solo il 25 novembre.
È con la divulgazione, la conoscenza e le testimonianze di chi ha affrontato tutto questo con l’aiuto di una rete salda e disponibile all’ascolto, che è possibile sentirsi meno soli e poter denunciare.

La passione, la curiosità e l’interesse nella propria professione, non devono mai mancare per rendere questo lavoro, din...
09/09/2024

La passione, la curiosità e l’interesse nella propria professione, non devono mai mancare per rendere questo lavoro, dinamico ed in evoluzione.
Sono felice di poter condividere, insieme ai miei pazienti, un altro strumento di aiuto utilizzato nel momento in cui si è vissuto o si sta vivendo, un trauma o vissuti di tale natura.
Grazie a per il weekend di formazione intenso e proficuo!

20/04/2024

Le cosiddette “pecore nere” della famiglia sono in realtà ricercatori nati da vie di liberazione per l’albero genealogico. Quei membri che non si adattano alle regole e tradizioni del Sistema Familiare, quelli che sin da piccoli cercavano di rivoluzionare le credenze andando contro ai cammini marcati dalle tradizioni familiari, quelli criticati, giudicati e incluso abbandonati, quelli che, in generale, sono chiamati a liberare l’albero da quelle storie ripetitive che frustrano generazioni intere. Le “pecore nere”, quelli che non si adattano, quelli che gridano ribellione, riparano e disintossicano e creano un nuovo e fiorito ramo.
Incontabili desideri repressi, sogni irrealizzati, talenti frustrati dei nostri antenati si manifestano nella loro ribellione cercando di realizzarsi.
L’albero genealogico, per inerzia, vorrà continuare a mantenere la parte tossica e castrata del suo tronco che rende la sua fioritura difficile e complicata.
Che nessuno ti faccia dubitare, prenditi cura della tua rarità come il fiore più prezioso del tuo albero. Sei il sogno realizzato di tutti i tuoi antenati.

Bert Hellinger

28/12/2023

Inauguriamo il nuovo anno che parte fra qualche giorno, con un evento in presenza, parlando di Mutismo Selettivo in Toscana, a SCANDICCI (FI), dove

sabato 13 Gennaio 2024 a partire dalle ore 15:00

presso i locali di Santa Maria in Piazza Amedeo Benini, 1 ci sarà il Seminario Formativo/informativo:

“Comprendere e affrontare il Mutismo Selettivo”

L’incontro è gratuito e aperto a tutti, insegnanti, genitori, professionisti e chiunque voglia approfondire questo importante argomento. Per gli insegnanti che parteciperanno all’evento è previsto l’Attestato di partecipazione.

Per motivi organizzativi è necessaria l’iscrizione all’evento compilando il form al seguente link:

https://aimuse.it/2023/12/scandicci-toscana-13-gennaio-2024/

30/11/2023

“COSÌ SIGMUND FREUD RIUSCÌ A SALVARMI LA VITA”

Il padre della psicoanalisi nel ricordo dell’ultima paziente ancora viva, Margarethe Walter (89 anni nel 2006): "Fu l’unica persona che volle ascoltarmi".

“Mi ha salvato la vita!", esclama Margarethe Walter davanti al famosissimo numero 19 della Berggasse a Vienna. Sono passati settant’anni dall’ultima volta che è stata qui, nella primavera del 1936, poche settimane prima dell’esame di maturità. Qui la signora, oggi ottantottenne, visse i 45 minuti che le cambiarono "totalmente" la vita, nell’ambulatorio del dottor Sigmund Freud.

"Gretl, classe 1918" è l’ultima paziente vivente di Freud. Ovviamente "non sapeva nulla" quando, graziosa studentessa diciottenne della Scuola superiore per il commercio, per la prima volta arrivò da lui. Per ordine del padre quella visita andava fatta e lei salì sulla vettura di famiglia condotta dallo chauffeur. Anche il suo signor padre, proprietario di una fabbrica di feltrini per munizioni da caccia non sapeva a quale luminare si sarebbe trovato di fronte.
Portava con sé una lettera del medico di famiglia per quel dottor Freud, "molto bravo, ma ancor più costoso".

Margarethe era sbalordita: "Non era un ambulatorio normale! Non c’erano pazienti in sala d’attesa! Non si sentiva odore di canfora e non si vedevano infermiere vestite di bianco!". Inoltre al centro della stanza c’era un divano, come a casa, in salotto, "coperto stranamente da un tappeto, con tantissime frange". Ad un’estremità, in strana posizione, la poltrona. Strani anche i molti vasi sugli scaffali zeppi di libri" e ovunque innumerevoli statuette, reperti archeologici: "mi piacque moltissimo!".

Il padre era irritato. Aveva già dovuto aspettare dieci minuti perché il dottore leggesse la lettera inviatagli dal collega, e lui ad aspettare non era abituato, né in fabbrica con i suoi 18 dipendenti né in famiglia "con le donne".

Perché la ragazza era lì? Il medico di famiglia aveva diagnosticato una banale bronchite e inoltre, ma questo lei non doveva saperlo, "un malessere interiore". Da qui il consiglio di rivolgersi al dottor Freud, un luminare in questo campo, come si diceva a Vienna.

"Ero la ragazza più sola di Vienna!", ricorda Margarethe. "Sola, servita e riverita, chiusa in casa e con quasi assoluta certezza non amata. Nessuno mi ha mai tenuto in grembo, né preso per mano, non si davano baci!". La madre era morta di parto, la matrigna era fredda e avida, la nonna anziana e molto apprensiva, persino il suo unico compagno di giochi, il cane di casa, era vecchissimo e sempre stanco.

Naturalmente il padre era inavvicinabile. Chiaramente non si parlava e soprattutto non con lei. Non si ricevevano ospiti, neppure il fine settimana nella villa in campagna. "E tutto quello che mi riguardava veniva stabilito alle mie spalle e dall’alto!".

Sigmund Freud fa il suo ingresso. La sua presenza discreta, ma decisa, riempie la stanza. Ha 80 anni. "Piccolo, barba bianca, abito grigio, un po’ curvo". Margarethe Walter sistema una sedia nello studio di Freud, oggi trasformato in museo, esattamente nel punto in cui era seduta 70 anni fa. L’arredamento dell’epoca è documentato da fotografie. Sistemiamo la sedia su cui era seduto il padre di fronte a lei. Davanti al famoso divano bisogna immaginare un tavolino basso. "Il dottor Freud si sedette esattamente in mezzo a noi".

C’è silenzio e all’improvviso Margarethe chiude gli occhi e lascia che le appaia come in sogno il personaggio che ancora oggi la ammalia: "Era un uomo vecchissimo che mi ha guardato con occhi attenti". Esita, ride., Era fisicamente molto fragile ma pieno di energia!" "Mi chiede come mi chiamo, ma risponde mio padre per me. Mi chiede della scuola ed è mio padre a rispondere. Che cosa faccio nel tempo libero: risponde mio padre. Anche la risposta alla domanda su che lavoro mi piacerebbe fare non esce dalla mia bocca. Proprio come a casa!", dice oggi la paziente riferendosi ad allora: "Stavo lì come un pacchetto!".

Freud tace. E ad un tratto dice al padre di Margarethe in tono cordiale, come se fosse la cosa più naturale: "La prego, vada nella stanza accanto. Vorrei parlare con sua figlia da solo". Gira la sedia verso di lei, le si avvicina e le si rivolge apertamente. "Adesso siamo soli", dice e immediatamente la tensione si allenta. "La soggezione iniziale, sparita d’incanto".

E lei parla, parla: "Lui ha esaudito per la prima volta il mio perenne desiderio di aprirmi a qualcuno: Sigmund Freud è stata la prima persona che abbia davvero mostrato interesse nei miei confronti, che volesse sapere qualcosa di me, l’unico che realmente è stato ad ascoltarmi".

Margarethe lascia libero sfogo "all’odio per la matrigna, per la scuola, per le passeggiate domenicali", dice che non può avere amiche, che deve indossare abiti e scarpe che non sono di suo gusto. Che non si può immaginare quanto è sola e quindi recita brani di teatro o veste con la carta crespa le figure degli scacchi del padre fingendo di essere nel medioevo.

"Non distoglie lo sguardo da me, mi osserva, e la sua partecipazione mi avvolge come un abbraccio". Così gli confessa che dopo vari tentativi ha scoperto che la chiave del pendolo è "identica a quella della libreria" così che finalmente ha potuto scoprirne i segreti. "La notte, accanto alla nonna che russa, divoro i libri piccanti riposti dietro quelli di Grillparzer e di Goethe".

Freud volle a quanto pare sapere tutto di lei, anche i dettagli riguardanti la nonna Maria, la nonna classe 1856, con cui Margarethe doveva condividere la stanza, nonché i particolari dei suoi vestiti che aveva conservato dalla rivoluzione del ’48. Freud ascoltava, e "quando prendevo fiato mi incoraggiava con un "e poi?"".

Margarethe doveva andare al cinema col padre, e più di ogni altra cosa desiderava una volta "vedere fino in fondo una scena d’amore". Freud è sbalordito. Sì, ogni volta che sullo schermo iniziava qualcosa tra un uomo e una donna, il padre decideva che "non erano cose per lei", si alzava di scatto e lei doveva seguirlo immediatamente fuori dal cinema. Se protestava? Neanche a pensarci!

Di nuovo Freud rivolge "i suoi occhi, buoni, incredibilmente attenti" alla giovane donna. "Il suo era un interesse così totale che mi aprì qualcosa dentro che nessuno aveva mai voluto aprire".

Settanta anni dopo la donna avverte ancora il fascino vibrante e la gioia di avere fiducia. "Tutto ad un tratto ero contenta", una sensazione fino ad allora sconosciuta. Si sentì "a suo agio", "come se dopo un, pasto particolarmente buono, qualcuno da sopra avesse aperto una finestra e avesse detto: Non guardare sempre per terra! Guarda avanti! Tutto è possibile!". (27 aprile 2006)

(Articolo di PETER ROSS, La Repubblica, 27.04.2006, p. 19, traduzione di Emilia Benghi - copyright Die Zeit - la Repubblica)

Per approfondire:
Lucilla Albano - Il divano di Freud. Mahler, l'Uomo dei Lupi, Hilda Doolittle e altri. I pazienti raccontano il fondatore della psicoanalisi

Gianfranco Ricci

07/11/2023

⚠️ ATTENZIONE!!

SABATO 11 NOVEMBRE 2023
saremo a Napoli (sia in presenza che in collegamento online) per la Tavola Rotonda Formativa.

Un modo differente di formarsi mettendo in campo esperienze, professionalità, saperi.

Un viaggio dentro molteplici setting.

Un confronto diretto tra professionisti di differenti approcci terapeutici, indispensabile per tirar fuori da ogni specialità le peculiarità più utili ad affrontare il percorso verso il benessere di tutti i MOMENTANEAMENTE SILENZIOSI.

Per info e iscrizioni seguire il link seguente:

https://aimuse.it/evento/napoli-11-novembre-2023-mutismo-selettivo-tavola-rotonda-intervenire-oltre-lo-studio-setting-vari-e-variabili/

Durante il weekend di formazione a Firenze, presso il XXIX Congresso della S.I.P.I. , abbiamo potuto dibattere e confron...
01/11/2022

Durante il weekend di formazione a Firenze, presso il XXIX Congresso della S.I.P.I. , abbiamo potuto dibattere e confrontarci come clinici, su un tema attuale in evoluzione nel corso del tempo: “ Coppie, famiglie e collettività: le costellazioni familiari attuali”.
Sono stati giorni arricchenti, basati sulla condivisione e sullo scambio di conoscenze, uniti dalla curiosità e mossi dall’interesse di confrontarsi ed aggiornarsi.
Grazie alla collega .psicologa.torino e ai ragazzi tirocinanti dell’ , è stato possibile offrire un contributo concreto ad una delle giornate.
Un ringraziamento speciale al professor Grandi e a chi, della mia scuola di specializzazione , ha partecipato imprimendo un pezzo di sè in quei giorni.

23/08/2022

Il tema delle devianze giovanili dovrebbe essere centrale nelle agende di lavoro dei politici in modo da favorire la tutela della salute dei giovani, promuovere resilienza e attenuare le differenze sociali.

Purtroppo stiamo assistendo a un’attenzione che manca di contenuti informati dalle conoscenze cliniche e scientifiche.

🙌🏻 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐟𝐞𝐧𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢, 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢.

La cultura psicologica aiuta a leggere e a comprendere la complessità degli eventi e a prendere posizioni informate che non si riducano a esprimersi pro o contro.
Questo è infatti un dualismo che rappresenta un pericolo grave: una mente che pensa in bianco e nero, che rinuncia all’opportunità di conoscere in primis i fenomeni su cui prende posizione, finirà per informare non solo la riflessione, ma anche le azioni che poi ne deriveranno.

❌ La rappresentazione di devianza che arriva dal dibattito politico degli ultimi giorni è non solo scorretta nei contenuti ma è anche poco rispettosa della sofferenza delle ragazze e dei ragazzi e delle loro famiglie.

Come comunità professionale chiediamo un dibattito consapevole e informato e una progettualità a favore dell’integrazione di tutti i ragazzi e delle ragazze.

Anche per questo, come OPL, lavoriamo su tanti fronti per promuovere una maggiore conoscenza del pensiero e della cultura psicologica.

Tra le molte iniziative intraprese ad agosto sulla nostra pagina Instagram abbiamo presentato una serie di post sul vocabolario psicologico.
il post di oggi riguarda proprio la definizione di devianza.

👉 Segui il nostro canale Instagram https://www.instagram.com/reel/Chmcy1RjjSY/?utm_source=ig_web_copy_link

07/06/2022

"Chi desidera vedere l'arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia."
Paulo Coelho

Indirizzo

Santa Croce Sull' Arno
56029

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 13:00

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