La Bottega del Chirurgo

La Bottega del Chirurgo Sono Chirurgo per scommessa, Musicante per diletto, Esteta per natura, Bibliofilo per passione.

LAVORARE AL SUDEssere chiamati dal Pronto Soccorso a fine turno. Le 6 del mattino. “Corri... c'è uno 'sparato' all'addom...
12/06/2025

LAVORARE AL SUD

Essere chiamati dal Pronto Soccorso a fine turno. Le 6 del mattino. “Corri... c'è uno 'sparato' all'addome!”. Correre in Pronto Soccorso, trovare il paziente con la pancia sforacchiata quasi fosse uno scolapasta... Com'è accaduto? Chi l'ha sparato? Da dove è venuto? Da così lontano? E perchè il 118 non ha allertato in tempo l'ospedale? Tutti chiedono e nessuno sa...
Ora lo “sparato” è stato sparato. Ed è qui. Ora tocca a te.
Questo è lavorare al sud.

Non c'è tempo: perde sangue. Non c'è tempo di fare la TAC. No, neppure l'eco fast. L'emoglobina scende a picco! Portiamolo in sala operatoria. Senza diagnostica. "Non preoccupatevi: devo operarlo io. Saprò quel che faccio. Non perdiamo altro tempo. Mi assumo la responsabilità."
Questo è lavorare al sud.

Fate solo una cosa: chiedete il sangue. Richiesta urgentissima. Cosa? Non funziona il programma? E' inceppato e non fa fare richieste? E allora?? Chiamate al Centro Trasfusionale! Chi se ne frega della richiesta online! Spiegate il problema e fatevi dare subito il sangue! Del programma ce ne freghiamo! Le carte le sistemiamo dopo!
Questo è lavorare al sud.

Operare il paziente, aprirgli la pancia, mettere garze... tante garze per fermare il sanguinamento. Resecare l'intestino, rimuovere proiettili, iniziare a pensare che forse... quell'uomo, chiunque egli sia, ha una possibilità. Ma ora che succede?? Fermi tutti: è il momento della “conta garze”. Ne manca una... E tutti a pensare alla garza che manca. Tutti a cercare la garza ovunque. Tutti a intimarti di trovarla nell'addome del paziente, dove hai già cercato e sai che non c'è... Chiamare il tecnico di radiologia per fare una Radiografia. La Radiografia, manco a dirlo, non vede la garza. Sarà finita altrove. Con buona pace di tutti concludere l'intervento. Un'ora di intervento in più per una garza che non si trovava.
Questo è lavorare al sud.

Spogliarsi di panni zuppi del tuo sudore e del sangue altrui. E cominciare la trafila burocratica, che avevi inizialmente tralasciato. L'avevi tralasciata per non perdere tempo. Per salvare una vita. Dove risulta ricoverato il paziente? In Chirurgia? In Rianimazione? In Pronto Soccorso? Nessuno lo sa. Ma ora bisogna far le richieste... Ancora non ha fatto la TAC, e mai gliela faranno senza una richiesta online...
Ok... il paziente rimane intubato: va in rianimazione. Chiamare in rianimazione. Litigare con la collega che ti rimprovera perchè il paziente intubato risulta ricoverato in rianimazione. Manco fosse un abuso, un'onta, un'invasione di campo.
Questo è lavorare al sud.

Al sud lavorare è un salto ad ostacoli. Continuo. Estenuante. Chi si arrende agli ostacoli comincia a fermarsi, a lamentarsi, a chiedere a destra e a manca chi è stato a mettere lì quegli ostacoli...
Al sud esistono due categorie di lavoratori: quelli che affrontano la giornata e le difficoltà a testa bassa, con animo propositivo, con energia silenziosa, cercando di superare innumerevoli ostacoli; e quelli che passano il loro tempo ad accusare gli altri, a voce alta, degli ostacoli che incontrano.
Negli ospedali del sud si fanno miracoli e nessuno lo sa. Nessuno lo dice. Si salvano vite fra mille ostacoli. Ma le pareti di quegli ospedali rimbombano delle parole di chi si lamenta senza far nulla. Così il sud rimane sempre sud. Legato a doppio filo con la sua cattiva fama.

Oggi ho corso. Ho saltato un milione di ostacoli. Ma domani? Potrei fermarmi. Potrei cominciare a lagnarmi degli ostacoli... passare dall'altra parte... come uno dei tanti, troppi, arrendevoli parassiti meridionali. Imparerò la cantilena. La reciterò bene, a voce alta. E vivrò sulle spalle di chi porta avanti questo profondo sud. Un sud affannato, vituperato, che malgrado tutto, continuerà ad esistere. Un miracolo. Il sud è un intemerato miracolo quotidiano, che sopravvive ogni giorno col lavoro di pochi e nel lamento di molti.

L'attesa...
08/05/2025

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06/05/2025
“...Mi state facendo morire!”, disse ai sanitari il paziente ricoverato per tentativo di suicidio...(BREVE STORIA VERA.....
18/03/2025

“...Mi state facendo morire!”, disse ai sanitari il paziente ricoverato per tentativo di suicidio...

(BREVE STORIA VERA... TRAGICOMICA E OSPEDALIERA)

CERCARE LA MORTE AL LAGO DI SANTA GIUSTINAUn Medico è morto suicida. Aveva appena ricevuto un avviso di garanzia. Era fr...
14/02/2025

CERCARE LA MORTE AL LAGO DI SANTA GIUSTINA

Un Medico è morto suicida. Aveva appena ricevuto un avviso di garanzia. Era fra i ginecologi che avevano fatto nascere una bambina all'ospedale di Desenzano. La bambina poi era deceduta per ipossia perinatale. E lui, insieme ad altri sanitari, era diventato un “indagato per omicidio”.
Da “Medico che fa nascere” a “Medico che fa morire” il passo è terribilmente breve...

Alcuni chilometri più a nord, in Trentino, c'è il lago di Santa Giustina. E' un bacino artificiale, creato negli anni '50 grazie alla costruzione di un'enorme diga in calcestruzzo. Oggi capita che il livello dell'acqua, periodicamente, si abbassi fino a far affiorare in superficie strade e ponti sommersi...

E' lì, in quel lago, che il medico ha cercato la sua fine. E la scelta non è stata casuale. Prima di suicidarsi, aveva cercato sul web il luogo dove, quattro anni prima, era scomparsa un'altra giovane dottoressa, probabilmente suicida per non aver saputo sopportare il peso di un disagio professionale... il luogo era quello: il lago di Santa Giustina.

E' incredibile come un essere umano, per quanto fragile e vessato, conservi il potere di lasciare in extremis un segno indelebile; di gridare silenziosamente un ultimo messaggio di dolore universale; di trasformare, con un gesto estremo, un luogo in un Tempio. Il lago di Santa Giustina oggi assurge a simbolo di un disagio: la fragilità... lo smarrimento nei quali sprofonda la figura del Medico.

Quanto ancora dobbiamo aspettare?
L'accanimento giudiziario, la gogna mediatica, la “caccia alle streghe” nei confronti del Medico sono un'imponente costruzione artificiale, un enorme bacino che inghiotte le strade e i ponti della fiducia, del rispetto, della comprensione...

Forse, seduti sulle sponde del lago di Santa Giustina, aspetteremo ancora... mentre vedremo riemergere dall'abisso le vittime in camice bianco che una società sedicente garantista non ha saputo o non ha voluto proteggere...

C'era una volta... il "MEDICO CONDOTTO"
07/02/2025

C'era una volta... il "MEDICO CONDOTTO"

Se il parente di un paziente, con lucida premeditazione, prima di recarsi in ospedale, si munisce di manganello e, al mo...
18/11/2024

Se il parente di un paziente, con lucida premeditazione, prima di recarsi in ospedale, si munisce di manganello e, al momento di conferire col medico di Pronto Soccorso, tira fuori la sua arma e la usa per percuoterlo... quale può essere la risposta?
Se il Pronto Soccorso è l'Inferno sulla Terra, il luogo più impossibile e pericoloso del mondo, dove convergono delinquenti, tossicomani, pr******te, ubriaconi, squilibrati, e tuttavia non è protetto dalle forze dell'ordine... quale può essere la risposta?
Se chi offende verbalmente un magistrato o un poliziotto commette “oltraggio a un pubblico ufficiale” e, da sempre, va la galera, mentre chi picchia il medico guadagna regolarmente le “attenuanti” perchè, poverino, aveva il congiunto ammalato... quale può essere la risposta?
Se un medico picchiato col manganello fa meno notizia di chi muore dopo essere stato in Ospedale (Siamo forse diventati pure immortali?)... quale può essere la risposta?

Quale la risposta al medico percosso col manganello?

Ce n'è una sola di risposta, l'ultima: diamo il manganello al medico.
Se il medico ha il fonendoscopio in una mano e con l'altra deve parare i colpi, armiamo l'altra mano di manganello... Diamogli armi, scudi, giubbotti antiproiettile, elmetti antisommossa, pistole elettriche per dissuadere i malintenzionati, candelotti lacrimogeni per disperdere la folla.

Basterà questa orribile contaminazione concettuale, l'immagine grottesca e dissacrante che ne viene fuori, il mostruoso contrasto fra le due mani diversamente munite... a smuovere finalmente le coscienze?

“UNA CATASTROFICA SEQUENZA DI ERRORI”Un medico. Pare sia stato proprio un medico a usare quell'espressione. Assertiva. S...
28/09/2024

“UNA CATASTROFICA SEQUENZA DI ERRORI”

Un medico. Pare sia stato proprio un medico a usare quell'espressione.
Assertiva. Sensazionalistica. Studiatamente melodrammatica.
Un autentico assist al mondo dell'informazione. Un incredibile endorsement per giornalisti forcaioli. Come se la superficialità imperante sui mass media non fosse già insopportabile.
Un'eccitante semplificazione per giudici terribilmente ignoranti in fatto di Medicina. Caso mai il magistrato fosse preso da qualche dubbio... cosa c'è di meglio che fidarsi cecamente delle conclusioni, così altisonanti e definitive, offerte – udite, udite - proprio da un medico?

Viene da pensare che l'esposizione mediatica del caso in esame, abbia eccitato il linguaggio di chi è chiamato ad esprimere un parere tecnico, facendolo cadere in una sorta di esibizionismo semantico... La visibilità – si sa - fa gola a tutti... Il bisogno di essere guardati, però, a volte acceca...
Difficile trovare un'altra spiegazione per l'uso di quell'espressione...

Altrimenti... qual era il bisogno di evocare l'APOCALISSE, con una frase che è già una condanna e che campeggia su tutti i giornali, i social e i programmi televisivi?
Una “catastrofe”, nel linguaggio comune e coerente, è un termine in genere usato per significare una sciagura che colpisce un'intera comunità... Catastrofe è un terremoto, un uragano, un'eruzione vulcanica... o anche lo sterminio che un singolo uomo – malvivente, terrorista, criminale - compie deliberatamente entrando in un luogo affollato con un bazooka in mano.

Se provassimo a ribaltare totalmente il punto di vista...
Se invece di sentenziare su “una catastrofica sequenza di errori”del medico, provassimo a considerare catastrofe l'insorgenza di un tumore al polmone, la comparsa di metastasi, il sopraggiungere di complicanze mediche gravi come l'endocardite, la necessità di sottoporsi a trattamenti lesivi ma necessari, come chemio- e radioterapia, che provano ad aggiustare alcune cose rompendone delle altre...
Non è forse questa la vera catastrofe? O, meglio, non è questa la “sequenza catastrofica di ORRORI”, contro i quali il medico - sia pure con mille difetti, limitazioni e contraddizioni - cerca in ogni caso di battersi?
Forse, come d'incanto, ci accorgeremmo che una sedicente società evoluta, quella del terzo millennio, che vanta di fondarsi su uno “Stato di diritto”, in nome di un irresistibile giustizialismo porta alla gogna il medico come ai tempi del colera e della peste un innocente che a scopo igienico passava uno straccio sulla panca della chiesa prima di sedersi, veniva linciato perchè accusato di essere un “untore”...

Ribaltiamo quel punto di vista!
Sarebbe un piccolo sforzo per comprendere un'abissale differenza: non c'è, non esiste, da nessuna parte, in nessun ospedale, in nessun reparto del mondo, un medico malintenzionato.
Il medico non fa mai catastrofi, stragi o stermini...
il medico che entra in corsia non è un criminale che compie una carneficina con il bazooka in mano.

Spieghiamolo a tutti. E, per l'amor di Dio, spieghiamolo innanzitutto ai medici.

Qual è il meccanismo diabolico, perverso, in base al quale un'equipe di sanitari, dopo aver tentato, SENZA SUCCESSO, di ...
06/09/2024

Qual è il meccanismo diabolico, perverso, in base al quale un'equipe di sanitari, dopo aver tentato, SENZA SUCCESSO, di salvare la vita a una persona è costretta a barricarsi in una stanza per sfuggire all'ira funesta di parenti indemoniati? Perchè i parenti una volta piangevano e ringraziavano, e oggi invece urlano e menano? Come si è potuto arrivare a tutto questo?

Tre possibili soluzioni. Una non esclude l'altra.

Qualcuno (un giornalista? un assicuratore?) ha convinto i familiari che oggi si possa guarire da tutto, che se uno entra in ospedale deve uscirne guarito, che se uno muore in ospedale deve essere per forza colpa di qualcuno...

Qualcuno (un avvocato? un giudice?) ha convinto i familiari che i sanitari siano ignoranti, incapaci, indolenti, incompetenti... com'è che si dice? “negligenza, imperizia, imprudenza...”

Qualcun altro ancora (un politico? un legislatore? un amministratore?) ha messo i sanitari nella condizione di barricarsi in una stanza per salvare la propria pelle mentre cercano di salvare quella degli altri...

Pare che l'uomo contemporaneo sia posseduto da tre certezze devastanti: la propria immortalità, la stupidità altrui, il proprio diritto di autodeterminarsi.
Forse è veramente arrivato il momento di estinguersi...

Intanto cominciamo pure dall'estinzione del medico...

04/06/2024

Solenne suggestione...

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81055

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