27/08/2021
Dopo giornate estenuanti passate a sistemare e rileggere ossessivamente quelle righe buttate giù qualche mese addietro, quasi per hobby, si può dire che mi sono cimentato anche io nella scrittura. Certo, per quanto abbia curato personalmente tutto il lavoro, dalla copertina all’impaginazione, dalla correzione bozze all’editing, non posso garantire che il lavoro finale sia ineccepibile sotto tutti i punti di vista.
Tuttavia posso assicurare di aver trasmesso in queste pagine tutta la passione per questo lavoro e per i temi inerenti alla psicologia. La token economy è uno di questi temi. Una tecnica comportamentale, vecchia di almeno 50 anni, con cui gli operatori, gli insegnanti e molti genitori si sono confrontati nella loro missione educativa col bambino. Spesso in frangenti il cui bambino è “difficile”. La token economy, che ha molto aiutato il sottoscritto nella pratica professionale, fa parte di una delle tante tecniche che si tramandano di collega in collega, spesso in base alle esperienze pregresse e ad unico modello appreso. Almeno in Italia.
Il tentativo è quello di racchiudere in un unico volume quello che la letteratura internazionale ha prodotto sull’argomento in 50 anni di ricerca, con tutte le varianti e le applicazioni della tecnica in base ai vari contesti educativi. Prima di parlare della parte tecnica della token economy, ho voluto trasmettere ai lettori la filosofia che sta dietro al concetto di gratificazione – o meglio di rinforzo – del bambino, e come può cambiare in meglio il suo comportamento quando, cambiando ottica, si passa dal punire la condotta negativa del bambino al rinforzare positivamente quel comportamento adeguato alternativo che il bambino mette atto.
Non di rado, i genitori, gli insegnanti o i professi...