26/09/2025
🪷 I chakra non sono realtà fisiche, ma narrazioni persuasive.
🪷 Non esistono nei nostri tessuti, non ci sono nei libri di anatomia né nelle ricerche biomediche. Eppure hanno avuto un successo planetario. Perché?
🪷 Perché la storia dei chakra, dalla loro nascita nei testi tantrici fino alla rielaborazione occidentale con i colori, con l'idea dell'energia a vortice e le varie psicologie associate, ha creato un mito facile da diffondere e difficile da mettere in discussione.
🪷 Nella tradizione indiana i chakra appartengono a un contesto esoterico e religioso: simboli ritualistici, legati a mantra, divinità, meditazioni e pratiche iniziatiche. Non erano strumenti psicologici, né servivano a “diagnosticare” blocchi emotivi.
🪷 È stata la cultura occidentale, con la sua forma mentis diversa, a trasformarli. Qui i chakra sono diventati etichette psicologiche e strumenti di lavoro: chiavi di lettura del corpo, pretesti per nuove "diagnosi" olistiche, e rituali ibridi che mescolano spiritualità, counseling, new age e benessere.
🪷 La mappa dei chakra funziona perché è semplice: sette cerchi colorati messi in verticale. Una scala che parte dal basso "materiale" e arriva all’alto "spirituale". Un arco narrativo che tutti possono riconoscere:
1. Mūlādhāra (radice): stabilità, radicamento, vita materiale, sopravvivenza
2. Svādhiṣṭhāna (sacrale): fluidità, piacere, creatività, sessualità
3. Maṇipūra (plesso solare): potere personale, fuoco interiore, digestione fisica e psichica, volontà
4. Anāhata (cuore): amore, compassione, equilibrio
5. Viśuddha (gola): purificazione, espressione, verità, voce
6. Ājñā (fronte/“terzo occhio”): intuizione, discernimento, immaginazione, visione
7. Sahasrāra (corona): coscienza, unità, apertura al trascendente, spiritualità
🪷 È una favola ordinata che risponde al bisogno umano di crescere, di sentirsi in viaggio verso “qualcosa di più alto”.
🪷 La persuasione nasce da questo: ridurre la complessità in simboli chiari.
Il corpo è intricato, fatto di sistemi nervosi, sanguigni, endocrini, immunitari e la mente che è un labirinto tortuoso ancora da scoprire.
🪷 I chakra invece rassicurano: se c'è un’emozione bloccata o un malessere in un punto preciso, c’è una presunta chiave per sbloccarlo. È un linguaggio facile, immediato, che rende accessibile ciò che altrimenti sarebbe caotico.
🪷 E poi ci sono i bias cognitivi, che fanno il resto:
• Autorità antica: "se arriva dall’India, dev’essere vero", perché un'idea millenaria suona sempre più saggia.
• Bias della semplicità: il cervello preferisce sette colori e sette parole a centinaia di pagine di neurofisiologia.
• Bias di conferma: esercizi sul respiro, massaggi, meditazione, yoga hanno effetti reali (riduzione dello stress, più calma, più lucidità). Sentiamo il beneficio e lo facciamo attribuire ai chakra, non alla fisiologia.
• Placebo rituale: simboli, candele, colori, mantra… tutto questo amplifica la suggestione, e l’esperienza diventa più intensa.
• Potere di comunità: chi usa quel linguaggio appartiene a un gruppo. Dire “ho il quarto chakra bloccato” invece di “sono ansioso” è più poetico, più condivisibile, più riconoscibile in certi ambienti. È un codice che crea appartenenza, ed è così che la cultura olistica li ha resi centrali.
🪷 La verità è che i chakra non spiegano il corpo. Spiegano noi stessi: la nostra fame di ordine, di percorsi lineari, che rendono tutto un po' più comprensibile. Non sono "ruote energetiche", sono mappe narrative che hanno il potere di convincere, rassicurare, orientare.
🪷 E se per alcuni funziona, non è perché "ruotano" dentro di noi, ma perché noi "ruotiamo" intorno a loro, proiettando i nostri bisogni, i nostri vuoti, le nostre speranze.
Mauro Parisi - Massaggi & counseling filosofico
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