24/10/2025
LA PSICOTERAPIA E LA RELAZIONE NELLO SPETTRO AUTISTICO.
Centro di Psicologia Polispecialistico.
Prof. Eugenio Lo Gullo Psicologo Psicoterapeuta Docente Universitario.
Dottssa Francesca Abrami - Psicologa Psicoterapeuta.
La psicoterapia, come le fasi di: Analisi della domanda, Colloquio clinico, Fase anamnestica, Fase diagnostica e Fase di intervento psicoterapeutico, nello spettro autistico richiede un'attenta ed epprofondita osservazione, poichè non esiste l'autismo uguale per tutti perchè ogni bambino, ragazzo, è unico ed è assolutamente diverso da ogni altro individuo. Per tale ragione non possiamo utilizzare sempre gli stessi metodi con tutti. Ogni caso dovrà essere valutato e si andranno a considerare più livelli:
🔴 il Livello Individuale;
🔵 il Livello Familiare;
🟡 il Livello Sociale;
🟠 il Livello Ambientale;
🟢 il Livello Cognitivo;
🟤 il Livello Scolastico;
🟥 Altro.
Ogni livello dovrà essere, quindi, indagato, valutato e approfondito.
I Tre Livelli dello Spettro Autistico comjnque, Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), l’ASD è classificato in tre livelli di gravità, basati sull’intensità dei sintomi e sul grado di supporto necessario:
🔴 Livello 1: la Relazione richiede Supporto e Comunicazione Sociale: Difficoltà a iniziare le interazioni sociali e a rispondere in modo appropriato.
Comportamenti Ripetitivi: Comportamenti rigidi che interferiscono con il funzionamento quotidiano.
🔵 Livello 2: la Relazione richiede Supporto Sostanziale e Comunicazione Sociale: Deficit marcati sia nella comunicazione verbale che non verbale.
Comportamenti Ripetitivi: Comportamenti evidenti a un osservatore esterno, con difficoltà a gestire cambiamenti.
🟡 Livello 3: la Relazione richiede Supporto Molto Sostanziale e Comunicazione Sociale: Gravi deficit che limitano fortemente l’interazione sociale.
Comportamenti Ripetitivi: Comportamenti estremamente rigidi e ripetitivi che compromettono significativamente il funzionamento quotidiano.
🔵 Alcune importanti regole da osservare:
🔴 Nessuna violenza è educativa.
🔴 Un bambino non si picchia.
🔴 Non esistono contesti, diagnosi o fatiche che giustifichino la violenza.
🔴 La frustrazione dell’adulto non è mai una scusa.
🔴 La vulnerabilità del bambino non è mai un lasciapassare.
🔴 Un ceffone non è un pestaggio,
non è innocuo e lascia dei segni indelebili.
🔴 C’è chi distingue tra un gesto impulsivo e un atto sistematico.
🔴 Ma anche il “ceffone educativo” è un segnale:
♦️che il metodo ha ceduto il passo all’istinto,
♦️ che qualcosa si è rotto,
♦️ he serve aiuto, non silenzio.
🔴 Quando c’è di mezzo l’autismo la coscienza si annebbia.
🔴 Troppo spesso, quando il bambino ha una diagnosi, la soglia di tolleranza verso comportamenti aggressivi si alza.
🔴 Come se la fatica educativa giustificasse lo sfogo.
🔴 Come se la fragilità del bambino legittimasse la prepotenza dell’adulto.
🔴 Diciamolo senza giri di parole:
♦️ Se vostro figlio fosse alto 1.90 e vi guardasse negli occhi non gli dareste un ceffone e neanche un buffo.
♦️ Fate i bulli solo perché sono piccoli, vulnerabili, e non possono difendersi e questo, che vi piaccia o no, si chiama abuso di potere.
🔴 Consapevolezza significa:
♦️ Riconoscere i propri limiti senza trasformarli in violenza,
♦️ Chiedere aiuto prima di esplodere,
♦️ Apprendere delle strategie educative che passano per la mente, non per le mani.
🔴 La disciplina non è dominio:
♦️ chi lavora con l’autismo lo sa che la disciplina è metodo, coerenza, rispetto, interazione,
♦️ se non ce la fai, non sei un genitore cattivo.
♦️ se non chiedi aiuto, stai scegliendo il silenzio ed il silenzio, in molti casi, è complice delle relazioni patologiche.
🔴 Chiedere aiuto è intelligente e significa voler risolvere i problemi.
Centro di Psicologia Polispecialistico
Sartano - Cosenza. Tel. 338 221 6854.
Foto ed alcune inozioni tratte dal Web.