23/05/2018
PROPOSTA AZIONE TUTORAGGIO PER PAZIENTI DIABETICI
Il diabete è una vera e propria epidemia in costante crescita in tutto il mondo ed è senza dubbio uno dei più importanti problemi di sanità pubblica a livello mondiale. Anche in Italia i numeri delineano quella che a buon conto può essere definita una patologia "sociale": ne soffre piu’ del il 5,4% degli italiani, ossia oltre 3,27 milioni di persone, a cui va aggiunto circa 1 milione di persone che non sanno di avere la patologia.
In Sardegna la prevalenza del diabete è di circa il 6%, per un totale di oltre 110.000 persone, di cui almeno 1000-1200 con diabete tipo 1 insulino dipendente.
In Italia ogni minuto viene effettuata una nuova diagnosi di diabete, ogni 3 minuti e mezzo un soggetto con diabete ha un attacco cardiaco.
All'aumentare della prevalenza aumentano anche i costi economici oltre che sociali: in media ogni malato spende 2.600 euro l'anno per la sua salute, di cui solo il 4,2% deriva dalla spesa per i farmaci per il diabete, mentre il 50,2% è legato ai costi dei ricoveri ospedalieri dovuti a complicanze cardiovascolari, renali, oculari e neuropatiche.
Alcuni lavori scientifici hanno calcolato che il costo per i pazienti che presentano complicanze sia addirittura quadruplo rispetto ai pazienti non complicati ( Economicaspects in the management of diabetes in Italy. Marcellusi A, Viti R, Sciattella P, Aimaretti G, De Cosmo S, Provenzano V, Tonolo G, Mennini FS.BMJ Open Diabetes Res Care. 2016 Oct 10;4(1)).
Per ridurre il rischio di gravi complicazioni, le ricadute sulla qualità della vita e l'elevato assorbimento di risorse, è fondamentale fare prevenzione, oltre che assicurare un autocontrollo puntuale e un adeguato trattamento.
Al momento vi è carenza per il supporto sociale ed educativo dei pazienti diabetici tipo 1 e 2 che presentano tra l’altro, due problematiche diverse.
Si propone di costituire nell’ambito della ADMS un gruppo di volontariato che si prenda cura di questi aspetti. In particolare:
a) Diabetici tipo 1 all’esordio:
Famiglie di pazienti con diabete tipo 1 in regime di volontariato supporteranno le famiglie in cui ci sia stato un recente caso di insorgenza di diabete tipo 1 infantile
b) Diabetici tipo 1 dopo l’esordio ma in non completa autosufficienza
Pazienti diabetici tipo 1 con esperienza di gestione del diabete aiuteranno i pazienti in difficoltà nella gestione quotidiana del diabete incluso lo sviluppo del counting dei carboidrati, le iniezioni di insulina, sedi di rotazione
c) Diabetici tipo 2 in terapia orale con difficolta’ di accesso alle strutture ospedaliere
Pazienti diabetici tipo 2 con esperienza nella gestione della modifica dello stile di vita
OPERATIVAMENTE
1) Identificazioni delle persone diabetiche disposte a fare azione di tutoraggio sia per i punti a),b) e c)
2) Corsi differenziati per i diversi punti da parte di personale sanitario in volontariato (medici, infermieri, dietisti/nutrizionisti, laureati in scienze motorie, podologi), i corsi si prevedono che prendano due ore a serata per un periodo di 10 serate a tema con superamento di esame finale a quiz per valutare l’apprendimento
3) Corso in tre serate da due ore ciascuno con uno psicologo per la “comunicazione sanitaria”, anche in questo caso esame finale per la valutazione dell’apprendimento
I corsi saranno rivolti a 6-10 persone alla volta e prevedono una certificazione finale.
Prima di iniziare si cercherà supporto da chi ha gia’ fatto questo percorso (ass ADIUVARE per esempio)
Nel contesto della comunità, l’infermiere formato può promuovere la salute facilitandone la partecipazione attiva addestrando/formando “leader informali”, affinché si realizzi una formazione tra pari (health coach). Particolarmente interessante nel contesto Europeo l’esperienza del modello HOPE (European Hospital and Healthcare Federation) promossa nel 2009 in Danimarca (HOPE (European Hospital and Healthcare Federation) (2009). Health Professionals in Europe: New roles, New Skills. Sintesi dei principali risultati della conferenza finale a Lisbona dell’HOPE Exchange Programme 2009. Scaricabile al seguente indirizzo:
http://www.hope.be/wp-content/uploads/2015/10/HOPE-exchange_2009-synthesis1.pdf
Si tratta di un articolato modello di nuovi ruoli e competenze assistenziali per i diversi professionisti della salute nell’ottica della multi-professionalità e del TS che prevede, inoltre, l’inclusione dei pazienti stessi tra gli attori del team multidisciplinare, con esplicitazione e regolamentazione dei compiti di cui il paziente stesso deve farsi carico all’interno del team.
COUNSELING BREVE INFORMATIVO DA PARTE DI UN OPERATORE SANITARIO
Per quanto riguarda le modalità di trasmissione del messaggio, la formazione deve essere mirata a sviluppare gli aspetti correlati alla comunicazione. Tra le varie possibilità, molto utile può risultare una formazione specifica al counseling breve informativo, strumento utile, come già detto, a sviluppare l’empowerment delle persone e a supportarne il coinvolgimento nel percorso sanitario (engagement). La formazione al counseling si fonda sull’apprendimento attraverso l’esperienza. L’approccio didattico è orientato ad una stretta connessione tra gli aspetti pratico-esperienziali e l’approfondimento teorico e favorisce il “saper essere” e il “saper fare”. Molto spazio viene lasciato all’esercizio dell’arte dell’ascolto, dell’osservazione e del colloquio, anche attraverso il lavoro di gruppo e i role-playing.